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FANTASCIENZA IN RUSSIA: INTERVISTA CON ANDREY MALYSHKIN

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Innanzitutto mi scuso per i ritardi di questi ultimi giorni ma tra una brutta influenza e alcuni colloqui di lavoro ho davvero avuto poco tempo per la rete. L'intervista di oggi sarà un poco diversa dal solito, tempo fa avevo voglia di approfondire quale fosse lo stato di salute del mondo della fantascienza in Russia ( all'epoca dell'Unione Sovietica il genere aveva fama di godere di una certa vivacità, ma oggi?). Lo scrittore Francesco Verso, che bazzica abbastanza spesso quelle latitudini, mi disse che la persona giusta con cui parlare per avere un primo quadro della situazione era l'appassionato Andrey Malyshkin.
Andrey ( e mi scuso anche con lui per i ritardi nella messa online di questa intervista ) è stato uno degli organizzatori dell'Eurocon 2015 tenutosi proprio a San Pietroburgo.
Quindi eccovi il risultato di quella nostra chiacchierata, consideratelo un primo passo per approfondire lo studio su una realtà poco conosciuta.
( For the english version, please: scroll down)



Nick:  Ciao Andrey, è un piacere averti ospite del mio blog. Come prima domanda io ti chiedo di presentarti ai lettori del mio blog.

Andrey Malyshkin:   Ehi, io non so nemmeno come presentare me stesso. intendo così cominciare dal semplice - io sono un lettore di fantascienza, nell'accezione del termine che ad esso dà Clute (principalmente  all'estero). Sono un lettore di fantascienza e fantasy, e realismo magico, e le opere del 18° e del 19° secolo, opere che i ricercatori considerano come precorritrici del genere e influenzato lo sviluppo del genere. In secondo luogo, io sono un Fan, che, anche se non spesso, ha partecipato a varie convention, sia russe che europee. In terzo luogo, in alcuni casi  ho potuto contribuire alla organizzazione di eventi, in particolare, sono stato uno dei curatori della sezione anglofona di Eurocon-2015,  una convention tenuta a San Pietroburgo. Cerco anche di diffondere la  fantascienza in Russia (e, per questo sto partecipando a questa intervista), sono anche uno dei membri dell'amministrazione del più grande sito web in lingua russa dedicato al fantastico - Fantlab.ru. Probabilmente ci sarebbe ancora tanto altro da dire




Lo scrittore russo Alexey Pehov https://pp.vk.me/c421231/v421231832/7ec8/MH-UkZaeZdM.jpg (from official public group VK) - translated in other languages s in the end of the pages https://fantlab.ru/autor116/alleditions

Nick:  Quando è nata in te la passione per la fantascienza? E quali autori l'hanno fatta nascere in te?

Andrey:  Proprio non posso dire esattamente il momento preciso, non riesco a ricordare se ci sia stato qualcosa di particolare. Ma posso dire che l'inizio di questa mia passione risale a  più di 20 anni fa, e probabilmente due autori che hanno aperto per me le porte di quel  mondo sono stati Asimov, con il ciclo della "Fondazione", e Heinlein con il suo romanzo "La Porta sull'Estate" Naturalmente ci sono stati altri, ma questi due- tra tutti- sono quelli più radicati  nella mia memoria.

Nick:  La fantascienza ha sempre goduto di una grande popolarità nel tuo paese. Possiamo dire che uno dei motivi del suo successo è dovuto al fatto che ai tempi dell'Unione Sovietica gli scrittori potevano lavorare senza la paura della censura e che i lettori potevano sognare realtà migliori di quella che stavano vivendo ?

Andrey: Questa è una questione  molto complicata. Sì, la fantascienza era davvero molto popolare in Unione Sovietica. Ma è un' osservazione che si dovrebbe fare con molte riserve. All'inizio la  fantascienza è stata importata e tradotta in russo, ma già dall'inizio del secolo scorso, cominciarono ad apparire degli autori russi che creavano opere interessanti nello spirito del tempo. Uno specifico tipo di fiction che potrebbe essere definito hard science fiction, come quello che scrivevano  Tsiolkovsky e Rynin, a quel tempo. Con la Rivoluzione comparve un nuovo gruppo di scrittori che scrisse un altro tipo di di opere di fantascienza, ma la cosa è durata solo un po 'di tempo, non più di 10 anni, e probabilmente la linea di confine si trova alla fine della NEP (Nuova Politica Economica) (1). Tuttavia, in questo periodo sono state scritte numerose opere e alcune di esse sono ancora disponibili per i lettori di lingua inglese. E poi che cosa è successo? E' successo che l 'ideologia è arrivata alla SF. E se anche l'ideologia vede solo una unica via giusta, la SF risulta comunque in grado di offrire un sacco di fiction. Tale comportamento non è ideologicamente corretto e molti che non lo stavano raggiungendo, secondo la linea del partito hanno pagato il prezzo. Di conseguenza, fino alla fine degli anni '50 ha dominato la  fantascienza dei "close aims", degli  "obiettivi vicini", a cui veniva  permesso di guardare avanti per 5-10 anni nel futuro e parlarvi della nuova aggiornata macchina o di trattori lunare, ecc Solo quando la pressione ideologica si è un po ' allentata, hanno iniziato ad apparire opere significative di fantascienza sovietica. In principio furono le opere di Obruchev e Efremov, e poi una serie di altri autori interessanti. Erano coloro che avevano continuato a scrivere  la narrativa degli "obiettivi vicini".
Quindi,  dire che non c'era la censura è sbagliato. E 'stato tutto molto difficile. Tutto, anche le opere più  note, sono dovute passare al setaccio della più rigida censura. Ma, paradossalmente, nonostante  tutto che è cresciuta una generazione che ha considerato il comunismo come il prezzo per raggiungere lo spazio, per realizzare  il sogno di volare verso le stelle. E 'possibile che, se avessimo avuto questa censura (l'umanità)  sarebbe volata nello spazio prima. 
O forse no…

Nick: La fantascienza sovietica era molto metafisica e surreale, come mai furono scelti questi temi?

Andrey:  Beh, forse la risposta a questa domanda sta nella mia risposta precedente. Per aggirare le barriere della censura uno scrittore ha dovuto imparare a scrivere con "lingua esopica"(2), e il lettore  contemporaneamente ha imparato a padroneggiare la capacità di leggere tra le righe. Di qui una certa metafisica. Inoltre, è più facile scrivere di un lontano futuro, perché non si sa, non è paragonabile per niente  con il prossimo piano quinquennale. Pertanto, lo scrittore ha avuto accesso a più tipologie di  voli con la fantasia. E, naturalmente, una mancata corrispondenza completa di ciò che è stato scritto con quello  che per molti versi è stato osservato nella vita reale lascia ombra di surrealismo a ciò che sta accadendo, in modo da non fare esporre troppo le opere degli scrittori di fantascienza.

Nick: Con la caduta dell'Unione Sovietica. Il genere fantascientifico ha subito una crisi oppure non ha avvertito il cambiamento?

Andrey:    Non è una cosa che si possa dire con certezza. Prima della Perestorika si può affermare che il  genere fosse stagnante. La lista degli autori che erano interessati al settore si potevano contare sulle dita. E 'possibile che gli specialisti della storia della fantascienza siano in grado di identificare più nomi, ma le voci che contavano erano solo alcune. Un filo sottile di titoli esteri tradotti supportava  solo in parte la domanda di libri di questo genere. Nella migliore delle ipotesi la situazione era che uscivano in traduzione dall'estero solo  4-5 libri al mese, di cui  nel corso di anno si potevano  raccogliere una dozzina buon  di libri decenti. Dopo che il piccolo rivolo è diventato un torrente, che ha infranto la diga. E'stato pubblicato di tutto dalle opere Pulp fino alle pietre miliari, ma principalmente si trattava di narrativa tradotta, così su questo sfondo gli scrittori russi dell'epoca hanno perso terreno su tutta la linea. Ma col passare del tempo, i lettori si sono stancati degli stranieri e volevano i "loro" scrittori. Così è nato sulla scia di questo sottogenere "fantasy slava", la produzione di titoli come il libro "Wolfhound"; dalle cripte dei manoscritti rifiutati sono stati recuperati diversi titoli dai loro padroni, perché quello che precedentemente veniva respinto dalla adesso poteva essere pubblicato, cominciarono così ad apparire tanti  giovani autori. A poco a poco la situazione si è cristallizzata oggi sulla rosa dei classici degli anni 90 - Pelevin, Lukyanenko, Dyachenko, Lukin e altri .. Ma, sfortunatamente, il mestiere di scrittore, e non ce n'è per nessuno, non è una professione. Pertanto, a mio parere, ora il genere in Russia è tornato alla stagnazione. Sì quello che è interessante funziona, ma è stato lasciato tutto al lavoro dei maestri. Al livello attuale,  escono  3-5 libri di genere al giorno! E il tutto si perde rapidamente nel mercato generale. Così arriviamo alla formula classica del "90% della letteratura pubblicata fa schifo», ma la possibilità di trovare qualcosa di significativo dei nuovi prodotti non è molto facile.


Alcuni esempi di libri di
fantascienza russa

Nick:  Noi in Italia conosciamo molto poco della scena letteraria russa (tra i classici i fratelli Strugatski e Elena Areseneeva , mentre tra i moderni Gluchovskij e Luk'janenko ) , ci puoi raccontare tu qualcosa ? (riviste, editori, generi , autori e così via...)

Andrey:  Abbiamo una situazione simile anche in Russia. Non sappiamo nulla riguardo alla narrativa moderna italiana. Un caro a parte è rappresentato da Umberto Eco, i cui capolavori sono stati quasi tutti tradotti in lingua russa, ma sono d'accordo con quelli che sostengono che definire l'opera di Eco solo come narrativa sia limitante.
Il secondo punto importante che la traduzione di un lavoro è sempre soggetta al gusto e alla discrezione del traduttore. Se alla gente piace  il post-apocalittico questi cercherà il titolo appropriato e tradurlo o per offrirlo alla casa editrice per la traduzione.
Sulla situazione attuale in Russia, posso dire molte cose. Ma la situazione generale non è molto felice.
Riviste - Attualmente in Russia viene prodotta una importante rivista  dedicata alla narrativa, intitolata "Mir Fantastiki" (MirF è un mensile russo dedicato alla fantascienza e  fantasy), ma molto raramente pubblica le opere degli scrittori. Recensioni di libri e film, articoli, giochi per computer, fumetti, ma non racconti . E questo è un dato significativo. L'unica vera rivista letteraria dedicata alla narrativa di genere che abbiamo in Russia è "Milky Way", che però viene pubblicata ... in Israele - Naturalmente come sempre opere fantastiche trovano rifugio su varie riviste lucidamente patinate, a partire dalla letteratura professionale.
Editore. Anche qui, non tutto va bene. Ufficialmente,  esistono due major russe impegnati nella produzione di narrativa di genere - AST e Eksmo. Ma in realtà questa è una delle due facce dell'editoria. Spesso si comportano in maniera molto tirannica, raramente ascoltano il parere dei lettori ("siate felici che pubblichiamo qualsiasi cosa"), interrompendo i  cicli  nel bel mezzo della pubblicazione  (ad esempio pubblicando i primi  3 volumi di una serie di 5 e poi dimenticandosi degli ultimi 2), spesso su carta e copertine disgustose. Bene, molto spesso il design del libro è così terribile che si ha perfino paura di prenderlo in mano. Leggermente migliore è la situazione della media e piccola editoria. Qui, naturalmente, molto più spesso  vengono ascoltare le opinioni dei lettori e degli appassionati di fantascienza, spesso i loro libri sono migliori, ma spesso non riescono a lavorare contro  i monopolisti  e le loro reti di autori  iconici, e rimangono costantemente sulla linea sottile tra successo e  fallimento. Una lista di queste piccole e medie etichette dovrebbe includere la casa editrice Azbuka, Science Fiction Book Club, Prestige Book e molti altri.
Resta  da affrontare il segmento completamente separato della pubblicazione di edizioni per collezionisti che stampano vere curiosità e libri interessanti. Ma la circolazione di tali pubblicazioni non supera le 50-100 copie, niente  considerando la popolazione della Russia.
Infine,gli ultimi 2-3 anni hanno decretato un boom nel settore dell'editoria a fumetti. In passato  l'uscita di 1-2 libri al mese veniva considerata come un evento. Ora il mercato è in crescita e questa settimana abbiamo toccato il numero di 10 prodotti per  settimana.  C'è da dire che  si tratta di una grande gamma di prodotti che vanno dal semplice arco di storie fino alle edizioni assolute dei vari  universi fumettistici.
Se parliamo di autori, qui torno a quanto detto sopra -le  preferenze di traduzione. Onestamente la tua domanda con la lista di autori mi ha costretto ad andare in rete e controllare  chi fosse Elena Arsenyeva. Questo è un nome che a me personalmente  non dice nulla. Ma in qualche modo, è stata tradotta in Italia. Questo vuole dire che a qualcuno piaceva. In generale, ho spesso l'impressione che giudicare la narrativa russa sulla base delle  traduzioni sia molto difficile. Per esempio, in Spagna, sono stati tradotti i romanzi hard science fiction di  Anna Starobinets , ma lei scrive soprattutto horror. Spesso viene tradotto Pelevin, che ha provato a prendere le distanze dalla narrativa di genere. Lyudmila Petrushevskaya (proprietaria del WFA) scrive più generi, ma viene considerata come una scrittrice  fantasy. Sia chiaro, non mi dispiace. Ma come molti degli autori merita di  essere tradotto, ma non dovrebbe attirare l'attenzione di editori e traduttori.
Tornando ai nomi che hai citato: Lukyanenko  è la persona che ha indovinato la tendenza dell'"urban fantasy".Ha  scritto in questo genere  molte cose buone. Ma poi non è stato capace di andare avanti. L'ultima cosa che ha fatto non è stato che riempire di copie il tema che lo ha portato al  successo -Il  mondo dei Guardiani. Il suo ultimo lavoro importante è stato quasi 4 anni fa. Fino a quando la situazione non è chiara ...
Glukhovskiy è un buon esempio di marketing. Dopo aver creato un mondo letterario è stato in grado di creare qualcosa che trascende dalla nazionalità, infatti i suoi libri sono tradotti e letti in tutto il mondo.  Non ho intenzione di criticarlo o lodarlo semplicemente perché non lo leggo, non è il mio genere. E 'molto più difficile situazione con quegli scrittori che dovrebbero essere citati. A proposito di nuovi autori, che, però, bisogna aggiungere che  la barra è ora impostata nella narrativa originale. In Russia, ci sono autori che scrivono in diversi generi.
Probabilmente, data la specificità del sito, inizierò con l'orrore e generi correlati. Nel corso degli ultimi 2-3 anni ha segnato un serio aumento di attività in questo genere. Ciò è dovuto principalmente al lavoro del gruppo Darker, che produce una omonima rivista on-line, che contiene opere classiche, e traduzioni di autori contemporanei. Si tratta di una buona pubblicazione tematica che copre vari aspetti dell'orrore. Il secondo fenomeno significativo -  dovuto all'editor Marina Parfyonovа, che ha condotto per 3 anni una antologia del genere "Best of the Year", così come un certo numero di collezioni tematiche. Ebbene, un punto importante è il gran numero di risorse online dedicate a questo settore della letteratura. E naturalmente c'è la  piccola casa editrice Favorite che piace  agli appassionati degli autori di  di genere come Shirley, Lansdale et al. Complici anche le  belle illustrazioni dell'artista Serhiy Krykun (Premio Eurocon ).

Ci sono un certo numero di autori che scrivono narrativa strana, di investigatori fantastici, di philosophical fiction  e così via. Così come ci sono stati alcuni libri di alto profilo di cui fandom e lettori hanno parlato per lungo tempo. Ma spesso si tratta, diciamo così, di cucina interna.
Se si tocca la parte già citato della narrativa - cioè quella degli di artisti e degli illustratori, qui, a mio parere, tutto procede relativamente bene. Ci sono un certo numero di artisti degni ed originali, il cui stile è facilmente riconoscibile in mezzo allo sfondo del mare delle copertine standard, realizzate in Photoshop. Posso citare Vladimir Bondar`, Sergey Shikin, Andrey Lomaev, Andrey Ferez  Le loro opere compaiono sulle copertine sia di libri russi che stranieri. In generale, è il sottogenere più internazionale della fantascienza, ed è a disposizione di tutti, senza conoscere la lingua.
Sono stati prodotti molti film di fantascienza, ma complessivamente si tratta di un argomento adatto per un'altra conversazione.
Tuttavia, una grande quantità di letteratura è pulp fiction. Si tratta di storie  romantiche sui vampiri e altri mostri, la vendetta dei popadantsev, cicli composti da 18 volumi e così via. E spesso per trovare un buon libro bisogna compiere una grossissima  ricerca.

Classici Moderni della SF Russa



Nick:  Quali sono i pregi maggiori della produzione fantascientifica nel tuo paese e quali sono invece i suoi maggiori limiti?

Andrey:   Purtroppo, la fantascienza è un genere rinchiuso all'interno di un recinto. Ma questa è una diretta conseguenza della negligenza dei politici moderni rispetto al sistema di istruzione e nei confronti  della scienza.  Ci sono ancora in  Russia degli Specialisti in prima linea  nella ricerca scientifica in  in grado di utilizzare un linguaggio comprensibile. Tra le cose interessanti da citare segnalo "I Hobo" di Sergey Zharkovskij. Il concetto del ruolo importante dello Spazio è un tema sviluppato da persone che hanno compiuto studi in proposito come  Pavel Amnuel, NikolayGorkavyi (entrambi  astronomi) o Anton Pervushin (specialista in astronautica). Purtroppo non mi viene in mente nessuna importante opera relativa alle scienze biologiche. È possibile chiamare in causa solo Julia Zonis (ma lei può vantare di aver ottenuto un dottorato di ricerca in biologia molecolare in passato).

Nick:  Un romanzo come "Metro 2033" di Dmitrij Gluchovskij  può essere considerato come rappresentativo del  mondo della fantascienza russa?

Andrey:  Assolutamente no. E' molto più rappresentativo Lukyanenko. In linea Generale però è difficile giudicare la narrativa di un paese basandosi su di un solo autore.

Nick: So che sei stato tra gli organizzatori del Festival di San Pietroburgo, ti andrebbe di parlare di questa manifestazione ai lettori ed appassionati italiani?

Andrey:  Per essere precisi si è trattato dell'"Eurocon" la convention annuale della fantascienza europea. Ogni anno si svolge in diverso paese europeo, per contribuire ad unire i fan di tutto il mondo. Così la  prossima si terrà a Barcellona, ​​e l' anno dopo a Dortmund. Vorremmo vedere più fan italiani in futuro, la maggior parte delle volte partecipa Roberto Quaglia. Eventuali gruppi di fans, che hanno interesse o  la possibilità di organizzare un evento simile potrebbero provare a farlo. Tra l'altro, il primo Eurocon si è tenuto a Trieste, in Italia nel 1975. Quindi, dobbiamo tornare alla base.))

Nick:  E come mai San Pietroburgo si è dimostrata un ambiente così favorevole allo sviluppo della SF?

Andrey: San Pietroburgoè sempre stata considerata come  la capitale culturale della Russia. E' un luogo molto legato alla storia della letteratura, ci sono tante persone che hanno vissuto qui, che in seguito sono diventate figure iconiche della letteratura mondiale. C'è in generale tanta di quella cultura ... che o la  assorbi, o non riesci a diventare parte della città. Credo che in questo ambiente ci siano tante situazioni  che finiscono per favorire l incremento del lavoro creativo. Ma onestamente, la città risulta fonte d'ispirazione più per gli elementi psicologici delle opere che per gli aspetti più strettamente fantascientifici. Anche  Boris Strugatsky, il più noto scrittore di fantascienza  di
San Pietroburgo in fondo scrive "fantascienza soft".

Nick:  Invece cosa conoscete voi in Russia della fantascienza italiana?

Andrey:  Naturalmente, posso citare un paio di nomi che sono rimasti nella memoria come Lino Aldani, Dino Buzzati, Italo Calvino, ma non si tratta esattamente di autori moderni. Attraverso contatto personale, ho conosciuto Francesco Verso (sic!), E, ​​probabilmente, per me rimane l'unica possibilità di leggere un autore moderno italiano, perché posso leggere i suoi testi in inglese. Probabilmente tutta la conoscenza della narrativa contemporanea italiana per il lettore comune  è costituito narrativa da una raccoltahttps://fantlab.ru/edition19377 (Luna Twenty Hands), ma dalla sua uscita sono passati 50 anni! Tra quelli, di cui ho sentito parlare,  ricordo ancora Tulio Avoledo, ma questo è dovuto principalmente al fatto che era nel progetto Metro Dmitry Glukhovsky.
Луна двадцати рук
Научно-фантастические рассказы итальянских писателей. Иллюстрация на суперобложке О. Ф. де Араужо
fantlab.ru


La scrittrice Yulia Zonis https://pp.vk.me/c624017/v624017320/378cb/4j8gicrfdVU.jpg (by Alexander Chekulaev)

Nick:  Quali libri e quali autori russi consiglieresti ad un lettore occidentale che volesse avvicinarsi alla vostra produzione letteraria ?

Andrey:  Anche in questo caso è molto difficile rispondere in maniera inequivocabile a questa domanda. Dipende dalle preferenze del lettore. Posso dire che se si vuole si possono trovare buoni scrittori in gradi di affrontare i più disparati generi - fantasy, weird;  soft science fiction ecc


Inoltre, si dovrebbe sempre ricordare che in lingua russa non scrivono solo autori russi, ma anche un certo numero di autori provenienti dai paesi delle ex repubbliche sovietiche.
Un certo numero di opere sono anche  disponibili, dal momento che sono state tradotte in altre lingue.
Se parliamo di fantasy in questo caso, potrei citare autori come Marina e Sergey Dyachenko (The Scar), Alex Pehov (Le Cronache di Siala (in Italiano), Nick Perumov (Godsdoom: The Book of Hagen)
Un certo sapore russo spicca  dalle opere di  Svyatoslav Loginov (a chiunque volesse  posso inviare il testo inglese, che abbiamo preparato ad Eurocon), Mikhail Uspensky (libri sulle avventure di Zhihar '), Maria Semenova (Wolfhound  -si può provare a rintracciare il film che adatta il libro), Yeugeny Lukin (nominato Grandmaster alla  Eurocon-2015). Sfortunatamente, a causa di specifiche riferimenti locali è molto difficile tradurre questi lavori in altre lingue.
Ci sono un certo numero di autori che scrivono in una varietà di generi e che possono praticare  differenti campi. Un maestro tra gli scrittori di fantascienza russi sta scrivendo sotto lo pseudonimo di Henry Lion Oldie. Recentemente, gli scrittori si stanno lasciando conquistare dal  genere della space opera, ma nella loro produzione, si possono trovare opere di vario genere (però la maggior parte delle traduzioni disponibili esistono solo in francese). I diversi generi si ritrovano tutti nell'opera della giovane Julia Zonis e anche se le sue storie non sono mai simili l'una all'altra, tutti i suoi romanzi presentano una qualità molto più alta rispetto alla media.
Facendo riferimento agli autori contemporanei non si può non citare il gruppo di scrittori soprannominato delle "colored waves", giovani autori, che condizionano la loro libertà imbrigliandola in una data corrente, finalizzata nello scrivere una sorta di personale narrativa con un occhio di riguardo nei confronti del weird  - Dmitry Kolodan, Karina Shainyan, Alexandra Davydov, Shimun Vrochek, Alexander Shakilov, Ivan Naumov ...
Ci sono autori che scrivono una sorta di young adult. Si è già detto della moglie di Dyachenko e un'altro come Vladimir Puzyj, un classico del genere come Vladislav Krapivin e altri.
Su tutti svetta la figura  di Victor Pelevin, che  spesso crea  l'ambiente nel quale vanno ad operare tutti gli altri, imposta la moda. Spesso è stato tradotto e si può prendere confidenza con il suo lavoro in lingua inglese abbastanza facilmente - OmonRaThe Sacred Book of the Werewolf, The Helmet of Horror, A Werewolf Problem in Central Russia and Other Stories
 Uno dei più importanti scrittori russi è Dmitry Bykov, autore di una vasta letteratura che pesca costantemente nei reami della fantasy.
Ma ci sono molti altri autori interessanti ...

Henry Lion Oldi http://news.ykt.ru/upload/image/2016/03/40623/56e0be147595d.jpg (public photo) The same - translation in other languages s in the end of the pages https://fantlab.ru/autor50/alleditions

Nick: Da più parti si dice che la fantascienza sia morta. Qual'è la tua opinione in proposito?

Andrey: Il Teatro è Morto,la  letteratura classica è morta, il cinema morirà sotto l'asse di Internet ... Tutte affermazioni che ho sentito più volte. Ma ci sarà sempre un gruppo di persone che s' interesserà  a queste cose. Qualcosa da presentare, da scoprire, da imparare ... Grazie ai recenti progressi nell' esplorazione spaziale, è possibile che i bambini di oggi vogliano saperne di più. Chi sa quale sarà l'aumento di interesse che verrà causato dall'adattamento di "The Martian". Ai tempi del'Unione Sovietica  il motto era "La Fantasia deve portare a studiare presso istituti tecnici superiori ..."è possibile che la storia  si ripeta ... E siamo ancora alla ricerca nello spazio, la fantascienza sarà on demand..

Nick: Bene, siamo arrivati alla fine di questa intervista. Nel ringraziarti, ti rivolgo la classica domanda finale di Nocturnia: esiste una domanda alla quale avresti risposto volentieri e che io invece non ti ho rivolto?

Andrey:  Vuoi leggere narrativa italiana in russo?
- Sì!
E la risposta più importante a questa domanda.
Grazie di tutto
Andrey

Andrey Malyshkin:
Nato in un paese inesistente nella città di Lenin. Ho trascorso la vita adulta in un altro paese. Mi sono Laureato in un settore il quale praticamente non mi è servito, ma che, in molti modi, ha definito la mia visione del mondo attuale. Un ricercatore in scienze vive. Sono appassionato di fantascienza a partire dalla fine del secolo scorso. Durante questo periodo, sono passato dal ruolo di  lettore, ad una persona che vuole fare qualcosa - dal partecipare alle convention, fino al contribuire  alla loro organizzazione, per spiegare alla gente cosa significhi la fantascienza nel suo paese e la fiction del mio di paese

NOTE:
 (1) NEP: Un sistema di riforme economiche istituito da Lenin e durato dal 1921 al 1929, si è trattato di un tentativo di libero mercato per tentare di risanare la nascente economia sovietica, subito dopo gli anni della guerra civile.

(2)  Lingua Esopica \" Aesopian language": tecnica di scrittura satirica, che maschera volutamente le idee dell'autore rivestendole di un significato innocente agli estranei tramite allegorie, perifrasi, illusioni e tanta ironia. Si tratta quasi di una crittografia per aggirare la censura. Logicamente il lettore intelligente riesce a comprendere il significato nascosto, ma il censore non può dimostrare la volontarietà dell'allegoria o della critica. La tecnica viene così chiamata da Esopo che, nelle sue favole scritte quando era uno schiavo, descriveva i difetti dei suoi padroni mascherandoli da animali. In Russia la tecnica cominciò ad essere diffusa nel 1700 dallo scrittore satirico Mikhail Saltykov-Schedrin per contrastare la censura zarista, ma come si è visto venne utilizzata anche nella Russia dei Soviet.

INTERVIEW WITH ANDREY MALYSHKIN.- THE ENGLISH VERSION!


First I apologize for the delays of the past few days but from a bad flu and some job interviews I really had no time for the network. Today's interview will be a little different from the usual, long time ago I wanted to learn what was the kind was known to enjoy a certain liveliness of science fiction in Russia (then Union of Soviet world health, but today?). The writer Francesco Verso, who hangs out often enough those latitudes, he said that the right person to talk to to get a first picture of the situation was the passionate Andrey Malyshkin.
Andrey (and I apologize to him for the delays in setting online of this interview) was one of the organizers of 'Eurocon 2015 held its own in St. Petersburg.
So here's the result of that our chat, consider it a first step to further the study of a little-known( for we, the italian people) reality.





Nick:  Hello Andrey, is a pleasure to have you visiting my blog. As a first question I ask you to introduce yourself to the readers of my blog.

Andrey Malyshkin:   Hey, I do not even know how to introduce myself. going to start from simple - I'm a reader of science fiction, and I understanding of the term, in agreement with which gives Clute to this term (maximally abroad). I am reading science fiction and fantasy, and magic realism, and the works of 18-19 centuries, which researchers attribute to the Forerunner and influenced the development of the genre. Secondly, I am Fan, who, albeit not often, but visited various conventions, both Russian and European. Third, in some cases even I am able to participate in the organization of events, in particular, I was one of the curators of the English-speaking part of Eurocon-2015, held in St. Petersburg. I also try to talk about fiction in Russia (and, that's why, I am giving this interview), I am also one of the members of the administration of the largest Russian-language website about fantastika - Fantlab.ru. Perhaps there is something else.

Nick:   When she was born in you a passion for science fiction? And as the authors have made they are born in you?

Andrey Malyshkin:   Just I can not say exactly, I can not remember that there was something, from what I could to count. But I can say that it was more than 20 years ago, and probably two authors that opened for me the world were Azimov, with the cycle "Foundation", and Heinlein with his novel "The Door into Summer" Of course there were others, but these stronger all entrenched in the memory.


Some Russian Books-
Modern authors

Nick:  Science fiction has always enjoyed great popularity in your country. We can say that one of the reasons for its success was that in Soviet times the writers could work without fear of censorship and that readers could dream actually better than the one they were living?

Andrey Malyshkin:   This is a very difficult question. Yes, science fiction was popular in the Soviet Union. But it should make a lot of reservs. At the very beginning of science fiction has been translated into Russian, but since the beginning of the last century began to appear the Russian authors who have created interesting works in the spirit of the time. A separate item stood out fiction that one could be called hard science fiction, as what Tsiolkovsky and Rynin wrote, for that time. With Revolution appear a new group of writers who create works of science fiction, but it was released a little time, no more than 10 years, and probably partition border is at the end of the NEP (New Economical Politics). However, during this time it was created many works and some of them are even available for English-speaking readers. What happened then? Ideology faced with SF. And if ideology is seen only one right way, SF can offer a lot of fiction. Such behavior is not ideologically correct and many are not reaching, according to the party line paid the price. As a result, until the end of the 50s dominated science fiction "close aims", which was allowed to look ahead for 5-10 years into the future and tell you about the new or upgraded machine, lunar tractor, etc. Only when the ideological pressure ceased a little, began to appear significant works of Soviet science fiction. In the beginning it was the works of Obruchev and Efremov, and then a number of other interesting authors. Were those who continued to write "close aims" fiction.
So, to say that there was no censorship is wrong. It was very tough. Everything, even the well-known works, and passed through a sieve rigid censorship. But paradoxically, in spite of that has grown a generation that dreamed cost communism in space, created the dream of flying to the stars. It is possible that if we had this censorship (humanity) and would fly into space before. Or maybe not…

Nick:   The Soviet fiction was very surreal and metaphysical, why were these chosen themes?

Andrey Malyshkin:   Well, maybe the answer to this question lies in my previous answer. To circumvent censorship barriers a writer had to learn to write by "Aesopian language," and the reader master the ability to read between the lines. Hence a certain metaphysical. In addition, it is easier to write about the distant future, because no one knows, not comparable for the coming five-years plan. Therefore, the writer had access to more flight of fancy. And of course a complete mismatch of what has been written so that in many ways was observed in real life leaves shade of surrealism to what is happening, which could not find a display of the works of science fiction writers.

Nick:    With the fall of the Soviet Union. The science fiction genre has undergone a crisis or experienced no change?

Andrey Malyshkin:  It is can not say defenitely. Prior to the Perestorika can be said that in the genre stagnated. List of authors who were interested in possible mark on the fingers. It is possible that specialists in the history of the genre and can identify more names, but the rumors were just a few. A thin trickle of translated fiction only supported the demand for books of this genre. At best situation the genre out 4-5 books per month, of which for the year recruited decent a dozen good books. After that little trickle became a stream, which broke through the dam. Publish become everything from Pulp to Milestone things, but mostly it was translated literature and on this background Russian authors on time lost. But as time passed, the readers are tired of foreigners and wanted their authors. Thus arose in the wake of this subgenre "Slavic fantasy", the title product of which was the book "Wolfhound"; from the vaults of the rejected manuscripts were getting their masters, because what was previously rejected censorship became possible to print, began to appear young authors. Gradually the situation and crystallized from 90 rose today's classics - Pelevin, Lukyanenko, Dyachenko, Lukin and others .. But, unfortunately, the writer's trade, and there is none for anybody profession. Therefore, in my opinion, now the genre in Russia went back to stagnation. Yes interesting works out, but leave the work of masters. But at the current level, genre 3-5 books a day !, it all quickly lost on the general background. So we come to the classical formula of "90% of the published literature sucks», but the extent to find something significant of the new products is not very easy.


Some Modern Russian SF Classics


Nick: In Italy we know very little about the Russian literary scene (among the classics brothers Strugatski and Elena Areseneeva, while among the modern Gluchovskij and Luk'janenko), we can tell you something? (Magazines, publishers, genres, authors and so on ...)

Andrey Malyshkin:   In Russia, a similar situation. We know nothing about modern fiction in Italy. Certainly worth a separate milestone work by Umberto Eco, whose work, almost all, has been translated into Russian, but agree that called Eco only fiction can be a stretch.
The second important point that the translation of a work is always the taste and discretion of the translator. If people like the post-apocalypse, he will look for the appropriate genre and translate it or to offer to the publisher for the translation.
On the current situation in Russia, I can say many words. But the overall situation is not very happy.
Magazines - at the moment in Russia a significant magazine devoted to fiction "Mir Fantastiki" (MirF is a Russian monthly science fiction and fantasy magazine), but it very rarely print the works of authors. Reviews of books and movies, articles, computer games, comic books, but no works. And this is a significant figure. The only literary magazine devoted to fiction, published... in Israel - "Milky Way". Of course as ever fantastic finds refuge in various journals, starting from the professional literature, finishing gloss. Publisher. Here, too, all is not well. Officially, the two Russian majors engaged in production of fiction - AST and Eksmo. But in fact this is one of the two faces of publishing. Often behaves very tyranny rarely listens to the opinion of the readers ("be happy they print anything"), throwing publishing cycles in the middle (for example can easily print the 3 volumes of 5 and forget about it) often disgusting paper and cover. Well, quite often a terrible design of the book that just scared to take it up. Slightly better is the situation with medium & small press. Here, of course, much more often listen to the opinions of the readers and fans of science fiction, often better than a book, but against monopolist iconic authors in their networks do not often get to work, and they have a fine line of success and failure. These should include the publishing house Azbuka, Science Fiction Book Club, Prestige Book and many others.
It remains completely separate segment - editions for collectors which are printed curiosities and interesting books. But the circulation of such publications does not exceed 50-100 copies, given that the population of Russia - nothing.
Finally, in the last 2-3 years it marked a boom in publishing, working comics. If before leaving 1-2 books a month it was an event. Now the market is growing and this week out of 10 items a week. Great range from simple arc to absolute edition of separate universes.
If we talk about the authors, here I come back to the above - translation preferences. Honestly your question with a list of authors made me climb to the site and see - who is Elena Arsenyeva. That to me personally is the name does not say anything. But somehow, in Italy it is translated. So she liked someone. In general, I often get the impression that judge about the fiction in Russia in translation is very difficult. For example, in Spain, transferred Anna Starobinets hard, but it's mostly horror. Often translated Pelevin, who did try to distance themselves from the fiction. Lyudmila Petrushevskaya (owner of WFA) writes a sur, but it is considered to be a fantasy. Let made it, I do not mind. But how many of the authors should be translated, but they do not attract the attention of publishers and translators.
Returning to the names that you called. Lukyanenko - the person who correctly guessed the trend - "urban fantasy". Written in this genre are many good things. But he stopped in development. The last thing it filled with repeats on the other hand to milk the full theme that brought him success - world of Watches. His last major work was almost 4 years ago. So long as the situation is not clear ...
Glukhovskiy good example of proper marketing. Having created a literary world he was able to create something that resonates regardless of nationality, so we can see that his books are translated and read throughout the world. Criticize or praise will not, simply because they do not read, not my genre. It is much more difficult situation with those of whom should be told. About new authors, which, however, the bar is now set in the original fiction. In Russia, there are authors who write in different genres.
Probably, given the specificity of the site, I'll start with horror and related gеnres. Over the past 2-3 years it marked a serious surge of activity in this genre. This is primarily due to the work of community Darker, issuing the same name on-line magazine, which is printed as the classical works, and translations of contemporary authors. It is worthy of thematic publication that covers various aspects of horror. The second significant phenomenon - editor Marina Parfyonovа, who has for 3 years makes a genre anthology "Best of the Year", as well as a number of thematic collections. Well, a lot of important point is the large number of online resources dedicated to this area of literature. And of course there are small-press Favorite, which pleases fans of the genre editions Shirley, Lansdale et al. With beautiful illustrations Serhiy Krykun (Eurocon laureate). There are a number of authors who write strange posture, fantastic detectives philosophical fiction and so on. There are a number of authors who write strange posture, fantastic detectives philosophical fiction and so on. There are some high-profile books that fandom and readers talked for a long time. But it is often the internal kitchen.
If you touch the already mentioned part of the fiction - of artists, here, in my opinion, all relatively well. There are a number of worthy and original artists, whose handwriting is easily recognizable on the background of the standard covers, made in Photoshop. There are Vladimir Bondar`, Sergey Shikin, Andrey Lomaev, Andrey Ferez. Their works appear on the covers of both Russian and foreign books. Generally, it is the most international sub-genre of science fiction, which is available to everyone without knowing the language.
It has done enough of a science fiction movie, but it is generally a topic for another conversation.
However, a large amount of literature is pulp fiction. It is a romantic story about vampires and other evil, vindictive literature about time trappees, 18 books of the cycle and so on. And often find a good book turns into a quest.

There are a number of authors who write strange posture, fantastic detectives philosophical fiction and so on.
If you touch the already mentioned part of the fiction - of artists, here, in my opinion, all relatively well. There are a number of worthy and original artists, whose handwriting is easily recognizable on the background of the standard covers, made in Photoshop. It Vladimir Bondar Sergey Shikin. Their works appear on the covers of both Russian and foreign books. Generally, it is the most international sub-genre of science fiction, which is available to everyone without knowing the language.
It has done enough of a science fiction movie, but it is generally a topic for another conversation.
However, a large amount of literature is pulp fiction. It is a romantic story about vampires and other evil, vindictive literature about popadantsev, 18 books of the cycle and so on. And often find a good book turns into a quest.


Maria Semenova http://s14.stc.m.kpcdn.net/share/i/12/6860780/inx960x640.jpg (from http://www.spb.kp.ru a russian Movie called "Wolfhound" based on her novel

Nick.  What are the major strengths of the science fiction production in your country and what are its main limitations?

Andrey Malyshkin:   Unfortunately, a genre of science fiction in the paddock. But this is a direct consequence of the neglect of modern politicians to the system of education and science. Specialists, who are at the forefront of scientific discovery in Russia a little bit, still able to tell by understandable language - units. From interesting things worth noting "I Hobo" by Sergey Zharkovskij. The fact that the topic of space important role played by people who are associated with his studies - Pavel Amnuel, Nikolay Gorkavyi (both astronomers), Anton Pervushin (specialist in astronautics). Unfortunately important works related to the biological sciences not come to mind. You can call only works Julia Zonis (but here PhD in molecular biology in past).

Nick:  A novel as "Metro 2033" by Dmitry Glukhovsky what is the Russian representative of the world of science fiction?

Andrey Malyshkin:  Absolutely not. Most Lukyanenko. Generally it is difficult to judge the genre in the country only one author.

Nick:  I know you're one of the organizers of the Festival of St. Petersburg, would you speak of this event to Italian readers and fans? 

Andrey Malyshkin:  To be precise it was the annual convention of European science fiction "Eurocon". Each year it is held in different European countries, to help unite fans worldwide. So the next convention will be held in Barcelona, and a year later in Dortmund. We would like to see more fans from Italy, as yet, for the most part, Roberto Quaglia. Any team fans, who interested the opportunity to organize a similar event could try to do it. By the way, the very first Eurocon was held in Trieste, Italy in 1975. So we must go back to basis.))

Nick:  And why St. Petersburg has proved an environment so conducive to the development of SF?

Andrey Malyshkin:  St. Petersburg has always been considered the cultural capital of Russia. It is very much connected with the history of literature, people lived here, who later became iconic figures in world literature. There are many culture in general ... and you absorb it, or the city does not become yours. I think in this situation environment raises questions about the creative work. But honestly, Peter city that inspirated on creation works related to psychological factors than strictly science fiction. Even the most well-known Petersburg fiction writer Boris Strugatsky still more writing soft science fiction.


Dmitriy Kolodan https://pp.vk.me/c10006/u632053/1273230/z_1be7de09.jpg photo by Andrey Malyshkin

Nick:  But you know things of Italian science fiction?

Andrey Malyshkin:  Of course, I can name a couple of names that are in the memory of Lino Aldani, Dino Buzzati, Italo Calvino, but it's not exactly modern authors. Through personal contact, I knew Francesco Verso (sic!), And, probably, for me it is the only opportunity to see the modern author from Italy, because I can read his texts in English. Probably all understanding for the ordinary reader of contemporary fiction in Italy, is made up of a collection https://fantlab.ru/edition19377 (Luna twenty hands), but since its release 50 years have passed! Of those, about whom I have heard, but I can still remember Tulio Avoledo, primarily due to the fact that it was in the project Metro Dmitry Glukhovsky.
Луна двадцати рук
Научно-фантастические рассказы итальянских писателей. Иллюстрация на суперобложке О. Ф. де Араужо
fantlab.ru

Nick: Books and what Russian authors recommend it to a Western reader who wanted to get close to your production?

Andrey Malyshkin:    Again it is very difficult to answer this question unambiguously. It depends on the preferences of the reader. I can say that if you want you can find good writers who write in different directions - fantasy, weird, soft science fiction etc.
In addition, it should be noted that Russian do not write by only Russian authors, but also a number of authors from countries of the former Soviet republics.
A number of works are even available, since they are translated into other languages.
If we talk about fantasy here, I would have noted authors such as Marina and Sergey Dyachenko (The Scar), Alex Pehov (Le Cronache di Siala (in Itallian)), Nick Perumov (Godsdoom: The Book of Hagen)
Some Russian flavor stand out works of Svyatoslav Loginov (to everyone I can send the English text, which we are ready to Eurocon), Mikhail Uspensky (books about the adventures of Zhihar'), Maria Semenova (Wolfhound (you can try to find the movie adaptation of the work)), Yeugeny Lukin (Grandmaster Eurocon-2015). Unfortunately, due to specific local allusions it is very difficult to translate these works into other languages.
There are a number of authors who write in a variety of genres, who can play in different territories. One of the masters of Russian fiction writers are writing under the pseudonym of Henry Lion Oldie. Recently, they got carried away space opera genre, but in their luggage, you can find works of various genres (while the majority of available translations exist in French). The different genres of writing and a young Julia Zonis if her stories are not equal, then all the novels is much higher than average.
Referring to contemporary authors can not mention about the authors of the so-called "colored waves", young authors, whose conditional release at a certain flow, characterized by the fact that the authors write custom fiction with an emphasis in weird - Dmitry Kolodan Karina Shainyan, Alexandra Davydov, Shimun Vrochek Alexander Shakilov, Ivan Naumov ...
There are authors who write in the genre of young adult. It is already mentioned Dyachenko wife and another Vladimir Puzyj, a classic of the genre Vladislav Krapivin and others.
Apart from all the standing figure of Victor Pelevin, who himself creates the environment around them, set the fashion. His often converted and become familiar with his work in English quite easily - Omon Ra, The Sacred Book of the Werewolf, The Helmet of Horror, A Werewolf Problem in Central Russia and Other Stories
The author of a large literature that constantly looks into the realm of fantasy is Dmitry Bykov, one of the leading Russian writers.
Many authors and other interesting ...

Yulia Zonis https://pp.vk.me/c624017/v624017320/378cb/4j8gicrfdVU.jpg (by Alexander Chekulaev)


Nick:  There is widespread says that science fiction is dead. What is your opinion about it?

Andrey Malyshkin:    Died theater, classical literature, cinema will die under the shaft of the Internet ... All this I heard repeatedly. But there will always be a group of people who will be interesting on this. Something to present, discover, learn ... Due to recent advances in space, it is possible that today's children will want to know more. Who knows what may cause the rise of interest in adaptation of "Martian". At the time, the Soviet Union was the motto "Fantasy has to call in technical colleges..." it is possible that a new spiral History repeats itself ... And we are still looking into space, science fiction will be on demand

Nick:   Well, we got to the end of this interview. Thanking you, I turn the classic question of final Nocturnia: there is a question that you would have responded willingly and yet I will not have it for?

Andrey Malyshkin:  Would you like to read Italian fiction in Russian?
- Yes!
And the biggest answer to the question
Thanks for All!
Andrey

Andrey Malyshkin: A Short Bio.

Born in a non-existent country in the city of Lenin. Adult life spent in the another country. Graduated in area in which practically did not work, but which, in many ways, defined the current worldview. A researcher in live sciences. I am fond of fiction since the end of the last century. During this time, I am rose from the reader, to a person who wants to do something - to ride on the Convention, to assist in their organization, to tell people about science fiction in his country and the fiction of my country.

ACCADE IN ITALIA #14 - Le Segnalazioni di Maggio.

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Quella che si sta apprestando  a concludersi è stata una settimana infernale per il sottoscritto, tra una recrudescenza dell'asma e vari colloqui di lavoro in situazioni al limite del kafkiano.
Non nascondo una certa stanchezza, non escludo di prendermi qualche giorno più avanti qualche giorno di stacco totale. Nel frattempo cosa c'è di meglio per rinfrancarsi di una nuova carrellata di novità e di segnalazioni ?
Bene, procediamo senza indugio.

Galleria Abitata by Alessia H.V.
del blog "Sicilianamente"

Nel frattempo diamo spazio ad un'altra bella illustrazione di Alessia del blog Sicilianamente,  fantastica anche questa, vero?

1) " LA CASA SULLE SABBIE MOBILI" DI CARLTON MELLICK  III

Mi scrive Marco Carrara, il Duca di Vaporteppa per segnalarmi l'ultima uscita della sua Casa editrice. La ghiotta notizia è che si tratta un opera dello scrittore americano Carlton Mellick III


TITOLO: La Casa sulle Sabbie Mobili
TITOLO ORIGINALE: Quicksand House
AUTORE: Carlton Mellick III
TRADUTTORE: Silvia Sciascia
EDITORE: Vaporteppa - Antonio Tombolini Editore
GENERE: Fantascienza, Horror, Bizarro Fiction
PREZZO: 4,99 euro
PAGINE: 187 pagine stimate (58.000 parole, escluse note editoriali e postfazione), ma Amazon dice 244 conteggiando tutto... odio i conteggi pagine stimati...
DATA DI USCITA: 18/4/2016 
TRAMA:
Tick e Polly non hanno mai incontrato i loro genitori. Sono confinati nell’appartamento dei bambini dove crescono sotto le cure dell’anziana Tata Warbourogh, nell’attesa di poter incontrare mamma e papà e andare a vivere nel resto della casa. Dopo anni di attesa ormai Polly è diventata troppo grande per i vestiti che ha nell’armadio e dei genitori non c’è ancora nessuna traccia.

Quando i macchinari che rendono autosufficiente l’appartamento iniziano a guastarsi, Polly e Tick sono obbligati ad affrontare il resto della casa. Li aspetta un labirinto di stanze e corridoi in rovina, abitato da creature mostruose che cacciano nelle ombre. La ricerca dei genitori diventa una battaglia per la sopravvivenza, nella disperata speranza di trovarli prima di morire di fame. Il mondo fuori dalle poche stanze in cui sono cresciuti è molto diverso da quello che pensavano di trovare, e più attraversano la casa e più svelano misteri che non avrebbero mai voluto scoprire.

Uno dei libri più intimi e toccanti della produzione di Carlton Mellick III.
Articolo di uscita:
http://www.vaporteppa.it/elettrodiario/perduti-nella-propria-casa/ 
Approfondimento sulla Bizarro Fiction (allegata in tutti gli elettrolibri):
http://www.vaporteppa.it/approfondimenti/introduzione-alla-bizarro-fiction/


MINIBIO AUTORE:Carlton Mellick III è nato nel 1977 a Phoenix, in Arizona. È uno degli autori principali della Bizarro Fiction. Ha pubblicato decine tra romanzi e romanzi brevi, quasi tutti con Eraserhead Press. Ama scrivere segregandosi per settimane in un motel, senza contatti col mondo esterno, dormendo il meno possibile e lavorando il più possibile fino a raggiungere uno stato mentale in cui anche i sogni che fa trattano ciò di cui sta scrivendo e lo ispirano.
LINK ACQUISTO:
StreetLib: http://store.streetlib.com/la-casa-sulle-sabbie-mobili
Amazon: http://www.amazon.it/Casa-sulle-Sabbie-Mobili-Vaporteppa-ebook/dp/B01EDM5G5E/


2) "SELENE" DI VALERIO DALLA RAGIONE.

Qualche settimana fa mi ha contattato, Valerio Dalla Ragione, un giovane autore esordiente.
Io segnalo sempre con piacere gli esordienti perché mi ricordo ancora di quando l'esordiente ero io, quindi ben volentieri dedico spazio al suo "Selene".



Sinossi: 
Un mondo più volte ricostituitosi e riformato sulla base di una classicità ormai in degrado, una debole integrità sociale e un trattato che da secoli regola i rapporti fra le città-Stato sopravvissute alla guerra: Redui ed Eyodasmi. Nell'umanità complessa e delicata del sesto millennio, quattro studenti lasciano la loro città natale in vista di un'istruzione di più alto livello nella capitale culturale dell'epoca. Le tensioni sociali e i risvolti ideologici che dominano la scena trascinano e sconvolgono le vite dei quattro amici, le cui esperienze li porteranno a compiere azioni che non avrebbero mai pensato di dover giustificare né nei propri confronti che in quelli del mondo che li circonda.
L'ottimismo, la fiducia nella conoscenza e nelle proprie capacità si mostrano ora in tutta la loro illusorietà, e le ragioni dei più sporchi crimini come dei meriti più alti rimangono in sospeso, imbrigliate nelle azioni e nei dialoghi dei protagonisti.




Bio:
Toscano, anno 1995. Ho studiato al Liceo Classico F. Petrarca di Arezzo e al momento sto conseguendo la triennale in economia alla Copenhagen Business School. Selène è la mia prima pubblicazione, primo romanzo di una trilogia fantascientifica in lavorazione.

Link amazon (eBook): 
http://www.amazon.it/Sel%C3%A8ne-Valerio-Dalla-Ragione-ebook/dp/B00W2UZ11Y/ref=sr_1_1?s=books&ie=UTF8&qid=1460463006&sr=1-1&keywords=sel%C3%A8ne+valerio+dalla+ragione

Link pagina facebook della saga: 
https://www.facebook.com/sagadiselene 

3) "IL MONDO DELL'ALTROVE" DI SABRINA BIANCU

Mi contatta Sabrina Biancu,  una scrittrice sarda per parlarmi della sua raccolta di racconti a tema fantastico. 
Sono ben felice di ospitare anche lei su questa rubrica:


Autore: Biancu Sabrina 
Titolo dell'opera: Il mondo dell'altrove
Genere: Narrativa
ISBN: 88-471-0785-4
Prezzo: € 12,00
Numero Pagine: 116
Casa editrice: Marco Del Bucchia Editore
Anno/data di pubblicazione: luglio 2015



Trama/sinossi breve: Cinque racconti – in cui fantasia e realtà si mescolano – capaci di trasportare il lettore in un altro mondo, in un luogo magico. Capaci di farlo sognare. Ogni cosa è viva e insegna qualcosa d’importante. E ciascuna storia si trasforma nella tappa di un viaggio in cui si cresce e si matura a fianco di Elia, Rosy, Tea, Pietro, Desideria, André e della stellina Irina.
Trama/sinossi lunga:
Il testo è composto da cinque racconti, ognuno dei quali è un misto tra realtà e fantasia.
Ogni storia, infatti, è in grado di trasportare il lettore in un altro mondo, un luogo magico in cui a partire dall’essere più piccolo e insignificante ognuno non solo può parlare ma fare cose incredibili, mai immaginate prima.
Luoghi, fiori, animali, e stelle del cielo, ogni cosa è viva e insegna qualcosa d’importante, capace di far avvenire il tanto atteso cambiamento interiore o di destare da una realtà da cui si è intrappolati e non si riesce a uscire.
La forza da cui attingeranno i protagonisti la troveranno dentro di loro, grazie a una grande fede sempre avuta ma a tratti affievolita a causa di eventi spiacevoli che li hanno portati a dubitare di se stessi, e ritrovata dopo che degli amici inaspettati li hanno aiutati a superare le difficoltà e a ritrovare la fiducia in loro e in qualcosa di più grande di che non li ha mai abbandonati.
Ogni racconto però, oltre ad avere un forte insegnamento morale, può fare da stimolo per continuare a sognare chi ancora non ha perso il legame tra realtà e fantasia, e che usa l’immaginazione per spaziare nei luoghi interiori e della mente non accessibili a chi ha smesso di sognare e di stupirsi delle meraviglie della vita, e di quei mondi del cuore aperti a chi sa attraversarli ascoltando sempre se stessi. Per chi avesse perso questo contatto, invece, può fare da sprone per ritrovare la strada per un mondo magico, che esisterà sempre ma di cui a volte si perde la via.
ogni storia viene un po’ da un altro mondo, un mondo che non è qui, è altrove.
Il prologo e l’epilogo rappresentano due parti della stessa storia, una metafora che descrive l’animo umano, dapprima in tumulto, sconsolato e triste, pieno di problemi e insicurezze, che, nella seconda parte   sboccia, grazie alla vicinanza delle persone che lo aiutano a credere in se stesso, a superare le difficoltà e a capire di avere uno scopo nella vita. Fa un viaggio introspettivo lungo e doloroso per arrivare ad essere felice e circondato da tanto amore da dare e ricevere. È come se ogni storia fosse una tappa di quel viaggio, in cui si cresce e si matura un po’ per volta per arrivare ad essere una persona meravigliosa, quella che si è sempre voluto essere ma che sembrava così lontana e non alla propria portata.
In dettaglio ogni racconto ha qualcosa di diverso da insegnare: con Elia conosceremo l’animo buono di chi mette a disposizione la sua cucina senza chiedere nulla in cambio se non delle chiacchierate; Rosy, bambina viziata, grazie al suo anatroccolo si farà un esame di coscienza per capire cosa deve migliorare; Tea, dopo aver perso il figlio ha smesso di avere amici e di vivere, sarà l’animo buono di un bimbo di nome Pietro a farle capire da dove viene veramente il suo male; Desideria, ragazzina sempre allegra, aveva smesso di sorridere dopo un’epidemia che le aveva deturpato il viso, ma il suo amico André che le vuole molto bene le farà capire che ciò che conta di più è la bellezza interiore; la stellina Irina, infine, a differenza degli altri astri, ha uno scopo nella vita e aiuterà una giovane donna a capire che un amore non corrisposto si deve lasciar andare. 


Biografia: Sabrina Biancu nata il 03/12/1981 a Oristano vive a Baressa.
Interessata fin da piccola a comunicare emozioni ed aiutare gli altri, ha capito durante l'adolescenza che voleva fare la scrittrice, quando ha cominciato a partecipare a dei concorsi letterari.
È passata dalle poesie ai romanzi, per capire infine che il suo vero interesse sono i racconti fantastici, per riuscire a comunicare che nulla è impossibile se lo si vuole davvero. Il lettore viene trasportato in luoghi magici, che esistono nei sogni, tra realtà è fantasia, che lo aiuteranno a capire se stesso tra personaggi veri e inventati che popolano i diversi racconti.
Trae ispirazione dalla vita e dal mondo che la circonda: un bambino, un fiore, una nuvola ma anche un pensiero che le attraversa la mente, uno stato d’animo positivo, il ricordo di una giornata; cerca di scrivere i racconti allo stesso modo in cui vive la vita, con passione e godendo di ogni momento, così le è più facile mettere nero su bianco e farli diventare un qualcosa che le appartiene.
Al momento è iscritta al corso di laurea in scienze dell’educazione e formazione
Le piacciono i bambini, gli animali e i libri.
Al suo attivo ha due raccolte di racconti, Luce Azzurra (Boopen 2009) e Il mondo dell’ altrove (Marco Del Bucchia Editore 2015).

Estratto
"ogni problema ha una soluzione, solo alla morte non c’è rimedio. Se uno cade deve avere la forza di rialzarsi, se uno sbaglia deve capire i suoi errori e andare avanti con consapevolezza, se è in una brutta situazione deve rimboccarsi le maniche e dare una svolta alla sua vita e se non crede in sé deve cercare quella fiducia che gli permetterà di fare ciò che vuole. Non piangerti addosso, non serve a nulla, sii fiducioso, ottimista, credi in te e nelle tue capacità. Trova quello che più sai fare e metti in pratica la tua arte, prima per te stesso e poi per gli altri. Amati incondizionatamente, con tutto te stesso, con la forza che possiedi, e potrai pensare, provare e agire in tutto ciò che sai di riuscire. Tutto si può, basta volerlo.
Utilizza tutto questo, destati da questo stato d’insicurezza e paura e realizza la vita che vuoi. Credici con tutto te stesso e con orgoglio e tenacia riuscirai a uscire dallo stato di negatività in cui sei entrato. Una cosa ti chiedo: abbi fiducia, o fede, o speranza, chiamala come vuoi ma abbine tanta, questa è la chiave per aspirare a una vita migliore.”

Ed anche per questo giro, abbiamo terminato.
La prossima puntata di "Accade in Italia" sarà dedicata a qualcosa di diverso dai libri, anzi verterà su un film e per l'occasione potrei anche presentarvi qualche altro illustratore meritevole di segnalazione.
Nel frattempo, quale tra tutte le segnalazioni avete gradito maggiormente stavolta?

TAMAN SHUD: LO STRANO CASO DELL' UOMO DI SOMERTON. -Ultimo Atto.

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Le parti precedenti di questo Dossier sono uscite QUI e QUI.


"La morte sorride a tutti; l' uomo non può far altro che sorriderle di rimando."
Marco Aurelio

"C'é nelle cose umane una marea che colta al flusso mena alla fortuna:perduta,l'intero viaggio della nostra vita si arena su fondali di miserie."
Shakespeare.

Il 14 giugno del 1949 una piccola processione accompagna i resti mortali dell'uomo di Somerton verso il suo ultimo domicilio terreno.
O meglio, accompagna quanto ne rimane del corpo fatto mummificare.

John Burton Clelland, sia pur in mezzo a mille difficoltà, è riuscito a compiere dei nuovi esami sul cadavere e nei giorni immediatamente precedenti ed anche in quelli successivi alla sepoltura li comunica alla stampa ed agli investigatori.
Tanto per cominciare le scarpe del morto risultano fin troppo pulite e completamente libere da qualsiasi traccia di terriccio o di sabbia chiara indicazione, sempre secondo Clelland, che l'uomo senza nome sia stato ucciso in qualche altro luogo e poi solo in un secondo momento trasportato sulla spiaggia di Somerton.
In più l'uomo dalla probabile età di 40\45 anni e dai tratti anglosassoni dimostra condizioni fisiche perfette come quelle di un atleta. Il corpo sembra certamente quello di un uomo che non ha mai compiuto lavoro manuale in vita sua ma al contempo dimostra di non aver nessun tipo di problema fisico che possa aver dato luogo ad una morte naturale.  Ancora una volta non si riescono a trovare prove certe che possano confermare l'avvelenamento, ma non si riescono nemmeno ad escluderle.
Ancora una volta si pensa alla "digitale".
Un veleno che non lascia tracce.


- SEPOLTURA.

E' quindi una ben mesta cerimonia quella che avviene il 14 giugno.
Ad occuparsi della sepoltura è la locale sezione dell' Esercito della Salvezza, delle spese se ne occupa un'associazione australiana.
Eppure quel giorno al West Terrace Cemetery di Adelaide viene posto un altro dei pochi punti fermi di questa vicenda.
Anche, se al momento ben poche persone sembrano rendersene conto.
Prima dell'inumazione infatti, pare dietro insistenti richieste di Clelland ,viene effettuato un calco in gesso della faccia e della parte superiore del corpo dello sconosciuto. Un oscuro tecnico di laboratorio, un certo Paul Lawson gli dà retta ed esegue materialmente l'impronta.
Quello stesso calco ben presto rientrerà nell'inchiesta in una maniera decisamente inusuale.

- UNA DONNA DI NOME "JESTYN"

L'indagine infatti sta andando avanti, c'è quel codice che nessuno riesce a decifrare, c'è quel numero di telefono trovato in una copia mutilata del Rub'ayyàt di Omar Khayyam che corrisponde ad un'utenza di Glenelg.
Più precisamente a quella di una via chiamata Moseley Street,a poche centinaia di metri dal luogo del ritrovamento del cadavere ancora senza identità.
Una circostanza troppo bizzarra per poter essere considerata e bollata come una semplice combinazione.
C'è in particolare, un detective, il sergente Lionel Leane, che decide di approfondire e convoca la  proprietaria dell'utenza, un'infermiera secondo quello che gli viene detto, per interrogarla.

Jessica Powell  \ Thomson detta "Jestyn"
e suo figlio Robin in una foto dell'epoca.
Si presenta una ragazzetta di ventisette anni che si presenta come Jessica Thomson.
E, come ben presto scoprirà Leane, si tratta di una figura molto chiacchierata in città.
Tanto per cominciare il suo vero cognome sarebbe Powell, ma la donna preferisce utilizzare quello del proprio amante, un uomo sposato con un altra donna, con cui la Powell non solo non convive ma ha un legame fatto di tanti bassi e di pochi alti.
Particolare questo che nella puritana Australia degli anni '40s  contribuisce a rendere la donna quasi come una sorta di emarginata, una "intoccabile" della società civile.
In più "Jestyn", come la chiamano gli amici, si presenta con un Robin, un bambino che lei sostiene essere nato nel 1947 proprio grazie alla relazione con Prosper Thomson.
"Jestyn" ammette di aver posseduto in passato una copia del Rub'ayyàt della stessa edizione di quella ritrovata all'interno della macchina incustodita, ma di averla regalata nel 1945 ad un certo Alfred Boxall, un tenente dell'esercito australiano da lei conosciuto a Sidney durante gli anni della guerra.
La pagina strappata ?
Semplicemente una dedica scritta a penna dalla ragazza a Boxall
Il testo riportato?
Ancora più semplicemente la copia di alcuni versi di Khayyam


Una foto segnaletica di Alfred Boxall.

La donna ammette anche di aver ricevuto delle lettere dall'uomo recentemente, ma di aver risposto di non essere intenzionata a riprendere la frequentazione in quanto sposatasi si recente.
In più, particolare inquietante, Jessica "Jestyn" Thomson rivela ai poliziotti di essere stata avvertita da un vicino riguardo ad uno sconosciuto che aveva fatto domande su di lei proprio nei giorni precedenti al ritrovamento dell'Uomo di Somerton.
Succede anche qualcos'altro.

Il sergente Lionel Leane si decide a mostrare all'interrogata il calco in gesso del cadavere ritrovato sulla spiaggia chiedendole se lo riconosca in un modo o nell'altro.
La donna reagisce in maniera veemente.
Fin troppo veemente.
Non solo Jestyn sostiene di non riconoscere in alcun modo le fattezze del volto, ma ribadisce in continuazione di non poter né confermare e nemmeno smentire che si tratti di Alfred Boxall.

Una foto recente di Paul Lawson e del calco
dell'Uomo di Somerton
.
Solo che la giovane appare sconvolta, quasi scioccata, anni dopo Leane dichiarerà di aver pensato che la Thomson fosse praticamente sul punto di svenire.
All'interrogatorio risulta presente anche Paul Frances Lawson, l'oscuro tecnico di laboratorio autore del modello.
Che per l'occasione si ritaglia il suo quarto d'ora di celebrità.
Lawson osserva profondamente la donna ed anche lui in cuor suo si convince che stia mentendo.
Nel corso degli anni, dei decenni successivi non farà altro che ripeterlo ad ogni intervista.
Quel piccolo momento fatto di pochi brevi minuti finirà per ossessionarlo per il resto della sua vita.
Quasi come se dentro a quell'immagine di gesso ci fosse finito anche lui.
Praticamente incapace di andare avanti e di superare il momento.

-  L'IPOTESI BOXALL.


Sembrerebbe arrivato il vero punto di svolta di tutta la vicenda.
Ho detto sembrerebbe......
Infatti come è entrata nel'indagine Jessica Thomson, praticamente ne esce quasi subito.
Ancora una volta, arrivato il momento di decidere la polizia australiana compie la scelta meno logica.
Infatti gli inquirenti, accettano di mantenere momentaneamente anonima l'identità e la testimonianza del'infermiera di Glenelg.
Lionel Leaneè un uomo di altri tempi e, credendo di compiere un atto di galanteria, vuole evitare che intercorrano altri scandali sulla già criticata personalità della Thomson.
Probabilmente il poliziotto spera anche che la donna possa aiutarlo a decifrare il famoso codice sdella pagina strappata.
Fatto sta che si perde ulteriore tempo prezioso.
Le forze dell'ordine sono comunque convinte di essere vicine alla soluzione dell'enigma, anzi molti tra gli investigatori dentro di loro sono realmente convinti che il morto sulla spiaggia di Somerton in realtà non sia altri che lo stesso Alfred Boxall.
Fino al giorno in cui non lo si scopre perfettamente in salute e tornato al suo precedente impiego pre-guerra come custode di autobus nel Nuovo Galles del Sud.
Nonché ancora in possesso della copia del Rub'ayyàt regalatogli dalla sua ex fiamma Jestyn
Che - e questa è un' ulteriore beffa per gli inquirenti- risulta anche più recente rispetto a quella antica ritrovata all'inizio delle indagini.
Tutto da rifare?
Non proprio.
Alcuni degli oggetti contenuti nella valigia
ritrovata nella stazione di Adelaide.

Tornano quelle fastidiose voci già avvertite all'inizio di questa Storia.
Voci che parlano di complotti, di spionaggi e di depistaggi.
Nascono voci sul fatto che lo stesso Boxall in passato sia stato una spia, e che sia stato impiegato in operazioni d'intelligence contro i sovietici
Riuscire a provarlo però è tutto un altro paio di maniche.

-PASSANO GLI ANNI.


Come esistono i momenti di svolta, esistono anche i momenti di non ritorno.
Ed il ritrovamento di Alfred Boxall rappresenta il vero e proprio punto di non ritorno di questa nostra storia.
Nel corso degli anni successivi si faranno avanti decine di testimoni pronti a giurare di aver riconosciuto l'identità dell'Uomo di Somerton.
Nella maggior parte dei casi si riveleranno semplici mitomani.
Al tempo stesso saranno centinaia i nomi attribuiti al cadavere.
Ed anche in questo caso si riveleranno tutti senza fondamento.
Nel frattempo uno dopo l'altro spariranno le prove, quasi come se qualcuno volontariamente le stesse sottraendo al ricordo della Storia.
Viene smarrita la copia del Rub'ayyat con la pagina amputata nel corso degli anni '60; vengono distrutti buona parte degli indumenti contenuti nella valigia ritrovata nella stazione di Adelaide, la valigia stessa scompare nel 1986. Perfino i resoconti delle due autopsie effettuate sul cadavere non esistono più.
Il Tempo ed il Mistero sembrano essersi presi la loro definitiva rivincita nei confronti della Verità.


Certo, rimangono le documentazioni fotografiche, rimangono alcune testimonianze, rimangono le teorie sulle varie cause della morte dello sconosciuto. Teorie che richiamano alternativamente l'ipotesi di un delitto tra spie o quella di un omicidio passionale.
O un misto tra le due.
Rimane anche una bara con un corpo mummificato. Di tanto in tanto qualche investigatore o qualche giornalista effettua la domanda di poter riesumare il cadavere.
Domande che vengono sempre rigettate dal giudice di turno.
E così il cadavere rimane al West Terrace Cemetery .
Dentro una Tomba sulla quale una mano misteriosa ha posto a lungo fiori,una mano femminile secondo molti testimoni.
Una donna la cui identità non è mai stata svelata.

-EPILOGHI.

Jessica "Jestyn" Thomson riuscì a sposare Prosper Thomson solo nel 1950, dopo che l'uomo ebbe divorziato dalla prima moglie e con lui ebbe diversi altri figli. Il suo coinvolgimento nel caso dell'Uomo di Somerton divenne di dominio pubblico solo nel 1978 quando la ABC la televisione di Stato Australiana realizzò un documentario sulla vicenda.
Fino alla sua morte avvenuta nel corso del 2007 continuò a negare ogni coinvolgimento nel caso.
Suo figlio Robin la seguì nel 2009 appena due anni dopo.
Fu solo la scomparsa di Robin che Kate, un'altra delle figlie di "Jestyn" si fece avanti, raccontando una versione dei fatti completamente diversa.
Secondo Kate Thomson, durante gli ultimi anni della sua esistenza terrena, Jessica avrebbe confessato ai suoi familiari di aver mentito alla polizia ma di averlo fatto solo per proteggere Robin
In più, sempre secondo Kate, sua madre sarebbe stata una fervente comunista in grado- oltretutto- di parlare fluentemente il russo.

La copia del Rub' Ayyat posseduta da
Alfred Boxall con la dedica di "Jestyn"


Anche Paul Lawson avrebbe alternato periodi di assoluta reticenza a momenti di assoluta disponibilità nei confronti dei giornalisti.
Su una cosa però è rimasto coerente: la convinzione di essersi trovato in quel lontano giorno del 1949 di fronte a qualcosa di più grande di lui. Più volte ha lasciato trapelare di essere al corrente che almeno i vertici della Polizia e dello Stato Federale Australiano fossero al corrente delle vera identità dell'Uomo di Somerton.
Alfred Boxallè stato intervistato più volte, a partire da quel famoso documentario della ABC del 1978, non ha mai voluto aggiungere niente di più rispetto a quanto già detto durante i primi interrogatori subiti negli anni 50; proprio per questo ha passato il resto della sua vita circondato da sospetti e da maldicenze.


Quello dell' Uomo di Somerton, il caso Taman Shud, come preferiscono chiamarlo a quelle latitudini, è considerato tutt'ora oggi come il più importante tra i misteri irrisolti della cronaca Australiana, anche  non è mai stato formalmente chiuso, di tanto in tanto qualcuno tenta di infondergli nuova linfa.
Recentemente nel 2009, ci ha provato un professore  di anatomia di Adelaide chiamato Maciej Henneberg. Analizzando le foto del cadavere dell'Uomo di Somerton Henneberg ha creduto di notare nella fisionomia delle orecchie del cadavere una sorta di raro difetto chiamato ipodontia.
Una caratteristica talmente rara da essere presente solo nell'1 o nel 2 % della popolazione terrestre, ma trasmissibile geneticamente.
Analizzando altre foto, quelle dell'appena scomparso Robin Thomson, Henneberg ha rintracciato lo stesso difetto.
Secondo lo scienziato Robin Thomson potrebbe essere il figlio naturale dell'uomo di Somerton.
E questo spiegherebbe molte cose.
Ma non tutte.

- L' ULTIMA SOLUZIONE.



Rimarrebbe un' ultima cosa da dire, un' ultima informazione da dare.
C'è quel "codice", quella lunga sequenza di vocaboli trovata all'interno di una pagina di un libro oramai perduto, la formula che ha dato inizio a tutta questa inutile ricerca durata anni.
Innumerevoli sono state le persone che hanno tentato di dare una soluzione o perlomeno di trovare un significato a quelle lettere.
Scrittori, crittografi, esperti di intelligence, poliziotti,investigatori privati, persone comuni.
Tutti senza successo.
Finchéel 2004 qualcuno ha asserito di esserci riuscito.
O perlomeno di averne decifrato una parte.
Gerald Feltus, un investigatore in pensione, una delle molte persone rimaste ossessionate dall'enigma è convinto che il codice sia solo una successione di acronimi.
La riga finale, quella da lui decifrata, quella con le lettere: "ITTMTSAMSTGAB"avrebbe un significato chiaro:  It's Time To Move To South Australia Moseley Street..."
"E' giunto il momento di andare a Moseley Street, in Australia Meridionale".
Un uomo in cerca di suo figlio? Una spia sovietica in cerca di informazioni?
O Entrambe le cose?
La risposta è seppellita dentro una anonima Tomba al West Terrace Cemetery di AdelaideAustralia.

" Riducete la Storia alla Verità e la distruggerete"
Voltaire

FINE.

Un Liebster Award Clandestino, Pirata e del Tutto Illegale....

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Ogni anno arriva una nuova versione del Liebster award, sempre con qualche variazione nella grafica, con qualche aggiunta tra le regole ma sostanzialmente sempre uguale a sé stesso.
Più ci penso più sono convinto che tra tutte queste fottutissime catene di Sant' Antonio virtuali che spopolano per la rete sia la più longeva e la più resistente, merito della sua formula, suppongo....
Ancora ricordo con tenerezza quando nel gennaio 2011 ( o era il 2010?) giunse nell'italica blogosfera l'antesignano di tutti questi meme, mi pare si chiamasse Selo Premio Sunshine Award (aveva una sorta di fiore di girasole gigante nel logo) io ancora non avevo un blog mio però era evidente l'imbarazzo di tutti i blogger del tempo che non sapevano ancora come trattare una "creatura" così "bizzarra".....
Come cambiano i tempi, vero?
E giusto sempre per mia curiosità, sarebbe divertente capire che fine hanno fatto (ed anche se qualcuno se li ricorda) iniziative come l'UNIA, I Love Your Blog; l'11 domande; il 100% Blog Affidabile e tanti altri memi consimilari, sperando sempre che non tornino.....



Ad ogni modo il Liebster è stato uno dei pochissimi in grado di sopravvivere al passare del tempo.
Da che esiste ogni anno mi è stato assegnato ed ogni anno ho partecipato in fondo con piacere.
Quest'anno ero convinto di essere fuori dai giochi, anche perché esisterebbe la non trascurabile regolina, che vieta l'assegnazione del Liebster a quei blog (come è ormai Nocturnia) con più di 200 followers. Però prima ho ricevuto la gradita "citazione d'onore" di Ariano poi le altrettanto gradite nomine da parte di Massimiliano Riccardi; Fumetti di Carta e -dulcis in fundo- Anima di Carta mi ha taggato assieme a tanti altri su Facebook.
Che fare quindi ? Potevo io mai esimermi?
L'alternativa quindi, visto che ufficialmente non posso essere premiato è quella di varare un post clandestino, pirata e del tutto illegale in cui il sottoscritto risponderà alle domande fatte, ne farà delle sue ma senza nominare nessuno, chi parteciperà se vorrà farlo lo potrà fare solo nei commenti a questo post.
In buona sostanza: lo Zio Nick ( e che peste lo colga!) oserà l'inosabile, arresterà la catena di Sant' Antonio. L'ultima volta che è stata tentata una cosa del genere sulla Terra dominavano ancora i Dinosauri ed un blogger Triceratopo si disse"Ma che sarà mai.....?".

Ok andiamo avanti con le regole.....


- Ringraziare i blog che ti hanno nominato e assegnato il premio

Grazie Massimiliano Riccardi; Orlando Furioso e Maria Teresa Steri che mi avete nominato e grazie anche all'amico Ariano Geta che mi ha inserito nella citazione d'onore.

- Scrivere qualche riga (max 300 parole) per promuovere un blog interessante che seguite

In realtà invito i miei lettori a scegliere nei commenti il loro blog preferito e a motivare la scelta in alternativa alle 11 risposte, vediamo cosa ne viene fuori.
Secondo me ci divertiamo.


"Ma a questo Nick Parisi perché cazzo hanno messo
in mano la tastiera?"

- Rispondere alle 11 domande poste dal blog o dai blogger che ti hanno nominato

Le domande di Massimiliano:

1) Definisciti in una parola

Complicato.
    
2) Il libro che ti ha cambiato la visione del mondo

Fahreneit 451 

3) Quando hai capito di essere cresciuto/a?

Quando ho imparato a perdonare.

4) Cosa ami di te stesso/a?

Non è che esiste una domanda di riserva?

5) La parola o la frase che non vorresti mai aver pronunciato

Non la dico ma riguarda un litigio avuto anni fa con mio padre, si dovrebbe sempre riflettere prima di parlare.

6) La storia che vorresti raccontare ma che ancora è uno spiritello vagante

Una storia sulle vicissitudini del Cinema e degli attori italiani all'epoca di Salò

7) Perché scrivi?

Perché non posso farne a meno.

8) Sei credente?


Mi definisco "dubbioso", ho passato la mia brava fase agnostica e quella da ateo, adesso mi piacerebbe credere che esiste un essere superiore, ma temo che a quell'essere superiore non gliene freghi niente di noi ( Questa risposta farà incazzare un sacco di gente, lo so )

9) La parolaccia che ti piace di più pronunciare?

Sono troppe per poterle scrivere tutte.

10) Tre ingredienti del romanzo perfetto, solo tre.

Personaggi con cui si possa empatizzare; stile narrativo scorrevole  ed atmosfera evocativa.

11) Quanto ti sei rotto/a le palle nel rispondere a queste domande assurde?

E' stato divertente ma non riprovarci con la domanda sulla Fede che già rompono abbastanza i Testimoni di Geova la domenica mattina. 
(Scherzo, massima stima e rispetto verso i Testimoni di Geova se solo tanti cattolici avessero la loro stessa determinazione nella Fede....)

"Ma che cazzo sta scrivendo quel Nick Parisi lì?"


Le domande di Orlando Furioso:

1. "Politicamente corretto": sì o no?

Come principio sì! Troppo spesso però si esagera e diventa un modo ipocrita per non schierarsi e per non affrontare seriamente le cose. Invece sugli ideali ci si dovrebbe sempre schierare, in maniera civile e rispettosa certamente, ma ci si dovrebbe schierare.

2. La tua ricetta per risolvere la "crisi del fumetto".

Smettere di trattarlo come roba da bambini e cominciare a fare come in Francia.

3. Abbiamo (ancora) bisogno di Miti?

Purtroppo sì.

4. Quale divinità vorresti essere? (valgono tutte le mitologie)

Divinità nessuna. In passato da bambino avrei voluto vivere le avventure degli eroi e dei semidei greci, vale lo stesso come risposta?

5. Come far appassionare gli italiani e le italiane alla lettura?

La vedo dura.....
Un primo passo sarebbe tornare ad investire seriamente nella Cultura, ma non nel senso politico, ma nel senso di far capire alla gente che un popolo che non legge è un popolo senza futuro.
Temo però che gli ultimi decenni abbiano fatto danni irreparabili agli italiani.

6. Consigliami il tuo libro preferito.

Fahrenheit 451 di Bradbury. Un libro sui libri. Uno spassionato atto d'amore nei confronti della lettura.

7. Convincimi ad ascoltare il tuo disco preferito!

Ten dei Pearl Jam. Se si esce da un periodo difficile ( e credimi tutti noi prima o poi siamo condannati ad affrontare un periodo difficile ) quel disco ed in particolare la canzone Alive ti aiuta tantissimo.
E ti ricorda che tutto può essere superato.

8. Si può cambiare idea?

Solo gli stolti non cambiano mai idea.

9. Si può cambiare idea sulle cose fondamentali?

E' già più difficile, però dopo una profonda analisi interiore può succedere.
Anche chi cambia idea troppo spesso (tipo i politici) però è pericoloso.

10. Nostalgia?

Si, di tre periodi diversi della mia vita. Non ti dico quali ma sono stati gli unici in cui sono stato felice al 100 %.

11. Perché solo i blogger commentano sui blog?

Non l'ho ancora capito....


"Dura ancora molto questo post?"

Le domande di Maria Teresa Steri: 

Il genio della lampada esaurisce un tuo desiderio. Qual è?

Adesso come adesso perdere almeno venti chili senza essere costretto a fare la dieta e senza mai più ingrassare.

Come ti vedi tra dieci anni?

Spero felice, con un lavoro e senza problemi economici.

Come sei la mattina, appena alzato/a?

Una via di mezzo tra uno zombi, la creatura di Frankenstein ed un micetto desideroso d'affetto ....insomma un FrankenMicio.......

Una parola che ti descrive?

Già detto: Complicato!

Il libro che porteresti su un’isola deserta?

Uno lungo con tante pagine ......

Credi nell’esistenza degli Angeli?

Torniamo al discorso di prima sulla religione, in passato ci ho creduto, poi ho passato la mia bella fase atea. Adesso non ti saprei dire...anche se leggendo Il Libro di Enoch ed altri vangeli apocrifi ho notato che gli angeli vengono descritti in maniera meno "bonaria" e "bonacciona" di quanto vengano immaginati oggi.

Il primo ricordo che hai di quando eri piccolo/a?

Due o tre anni, sono a giocare sul pavimento con un orsacchiotto.

Un film che ti ha fatto piange...è durare?

Tanti, ho la tendenza alla lacrima facile...sicuramente L'Attimo Fuggenteè quello che mi commuove di più.

Se fossi un animale, saresti...?

Potessi scegliere un felino magari una pantera ma tanto con la fortuna che mi ritrovo mi reincarnerò in un pangolino.

Un personaggio storico che ammiri?

Gli umili della storia, gli sconfitti e quelli che non vengono mai citati sui testi storici.
Dovendo circoscrivere il campo, direi quelle persone che hanno sempre cercato di salvare altre vite umane.

In qualche epoca avresti voluto vivere?

Oggi come oggi O la Londra vittoriana o la Parigi della Belle epoque o la Roma degli anni 50.



Ecco, tutti a prendersela con me!
Provate voi a farvi prendere sul serio con un nome come "pangolino"!

Adesso dovrei dire 11 cose su di me.....

....è dura.....

1) Tifo Napoli ma odio tutti gli sprechi, gli scandali del mondo del Calcio, se il campionato fosse fermato anche solo per un anno non ci starei per niente male.
2) Amo gli animali, tutti gli animali anche i pangolini....
3) Ero di Sinistra,  in teoria lo sarei ancora ho sempre contestato Berlusconi e Bossi, poi dopo è arrivato Renzi ed ho perso anche quest'ultimo piacere.
4) Il mio dossier sulla Stregoneria in Italia è stato ristampato qualche mese fa su una rivista cartacea, non ne ho parlato prima perché le copie che ho trovato io in giro erano tutte stampate male, con pagine incrociate o mancanti.
E visto che sto ancora aspettando le copie autore che l'editore aveva promesso di mandarmi.....
5) Nonostante tutto riesco ancora a sorprendermi dei comportamenti umani, ritengo che sia una cosa buona.
6) Adoro le patatine, in particolare quelle alla paprika.
7) Adoro il cioccolato bianco
8) Sono pigro, pigrissimo, pigrerrimo....
9) Ho sempre avuto fidanzate con nomi inconsueti, tanto per dire, mia moglie si chiama Venusia, ma ho avuto anche tra le  fidanzate, una Agnese, una Albana, una Ingrid e così via.
10) Sono una persona profondamente insicura (si era capito vero?)
11) Ho vissuto senza grossi problemi in due case che si diceva fossero stregate, ma questa forse l'ho già raccontata.....

Adesso dovrei fare delle domande....



1) Sei l'ultimo uomo\ donna sulla faccia della Terra, quali sono le Tre cose che non potrebbero proprio mancare nella tua scorta?

2) Non sei più l'ultimo uomo\ donna sulla faccia della Terra, scopri di essere:a)  contento di avere compagnia; b) Profondamente deluso, in fondo l'idea di fare quello che ti pare ti cominciava a piacere; c) Profondamente incazzato, ma proprio a te dovevano rompere i coglioni?


3) A proposito di Apocalissi, parliamo di quelle viste nei film : meglio gli zombi, il diluvio universale o l'Asteroide da fine del Mondo?

4) Di colpo Internet smette di funzionare per sempre, tu come reagisci?

5) Trovi un portafoglio in terra, carico di soldi. Scopri però che appartiene alla persona che in vita tua si è comportata peggio con te, quella che ti ha fatto le peggiori cattiverie. Tu come ti comporti?

6)   Qualche domandina più leggera, per chiudere: il film perfetto dal finale perfetto secondo la tua opinione.

7) Il libro perfetto dal finale perfetto secondo la tua opinione.

8) Vino, Birra o Acqua?

9) Dolce o salato?

10) Cosa apprezzi in Nocturnia e nel suo blogmaster?

11) Cosa invece  non apprezzi anzi detesti cordialmente in Nocturnia e nel suo blogmaster? 

Ecco, come avete visto sono domande scherzose, se avete voglia- non nomino nessuno -potete partecipare nei commenti al post.

"Ciao a tutti! Non dimenticatevi di partecipare
al Liebster Pangolino Award!"


Dimenticavo: tanti saluti dal pangolino.

NON DI SOLO PANE (2015) - Racconti dal XXI Premio RiLL

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Quello con le antologie tratte dal Premio RiLLè oramai diventato un appuntamento fisso di questo blog.
Già negli anni scorsi ho dedicato spazio a due di queste raccolte ( QUI e QUI , se siete curiosi), adesso continuo questa tradizione affrontando l'ultima uscita di questa serie: il volume intitolato Non di Solo Pane che contiene il racconto vincitore della XXI edizione del Concorso, assieme a quelli classificatisi nelle posizioni immediatamente vicine.
I motivi della mia predilezione per questo tipo di antologie sono molteplici: in primo luogo perché ritengo che i Concorsi - se organizzati e gestiti bene, è ovvio- possano fornire chiare indicazioni sullo stato di salute della narrativa fantastica nel nostro paese e possano anche aiutare a formare e a far notare tanti autori meritevoli. Sotto questo profilo mi basterebbe citare, tra i tanti, i nomi di Andrea Viscusi; Luigi Musolino e Francesco Troccoli in qualità di scrittori che si sono fatti le ossa (anche ma non solo ) attraverso la partecipazione al RiLL.
Un secondo aspetto importante è che la RiLL è una di quelle associazioni che si è sempre distinta per la sua politica "inclusiva" nell'ambito della narrativa fantastica, senza preclusioni ma cercando di spaziare attraverso tutti i vari aspetti del genere e del settore, ed anche per la sua politica dei "gemellaggi  e delle collaborazioni internazionali"
Ma di quest' ultimo aspetto in particolare, parleremo poi.

Quello che conta e che va detto subito è che Non di Solo Pane si dimostra subito sin dalle prime pagine come un' altra buona antologia, una bella raccolata contenente alcuni racconti discreti, altri buoni ed anche una manciata di opere notevoli.
Certo saranno delusi i pasdaran dell'ortodossia letteraria,i difensori dei confini narrativi e gli amanti di "un" solo genere
Perché all'interno di Non di Solo Pane si troveranno accanto le une alle altre storie fantasy, horror assieme ad altre più propriamente fantascientifiche all'interno di un unico ottovolante stilistico che si propone un' unico risultato concreto.
 Quello di presentare buona narrativa.

E' quasi una sorta di sincretismo che  però in definitiva è l' espressione di una coerenza unica, provate a leggere le storie contenute in questo volume, leggetele prima in maniera svincolata l'una dall'altra ed avrete la sensazione di aver letto racconti gradevoli, scritti con stile scorrevole senza forzature e senza sovrastrutture.
Provate poi a rileggere lo stesso volume tutto d'un fiato e quelle stesse storie che prima vi erano piaciute non solo con la seconda lettura non vi deluderanno ma messe l'una accanto all'altra vi sembreranno far parte (pur con tutte le loro differenze tecniche, narrative, di genere etc etc) far parte di un grande affresco collettivo, un qualcosa che vi riporterà ai tempi in cui il Mondo sembrava più grande, l'avventura era sempre dietro l'angolo e soprattutto dove  ci potevano essere molte più cose in cielo ed in terra di quante il grigiore quotidiano ci abbia oggi condannato a rassegnarci.
Certo, anche in questo caso ci sono racconti riusciti meglio di altri. 
O meglio racconti più adatti ai gusti alla sensibilità individuale dei singoli lettori, questo credo che sia lo scotto che ogni raccolta, ogni antologia che raccoglie autori diversi debba affrontare ed è una cosa che è sempre meglio tenere presente prima di iniziare la lettura.
Ma questa è una cosa che vale per tutte le antologie.


Davide Camparsi

Tecnicamente il volume, come i precedenti, è suddiviso in tre sezioni.
 I cinque racconti iniziali sono  i primi classificati del XXI Trofeo RiLL a cui seguono cinque  racconti di provenienza straniera (vincitori dei premi  esteri gemellati col RiLL ed è questa la sezione che rispetto al passato ha subito le maggiori trasformazioni.  Infine, il libro termina con ulteriori cinque racconti nati per un altro concorso parallelo chiamato SFIDA – un premio organizzato dalla stessa associazione e riservato ai finalisti delle passate edizioni del concorso principale.
Proviamo ora a dare un piccolo sguardo alle singole sezioni, ad analizzarle separatamente.

Inutile dire che il pezzo forte è rappresentato dal primo segmento, quello del concorso vero e proprio; in questo caso l'interesse è dato dal trovare racconti italiani scritti certamente con uno stile internazionale ma con un occhio di riguardo verso l'elemento "locale",  con un ispirazione rivolta alle piccole cose di casa nostra.  Ecco quindi che all'interno di questi iniziali cinque racconti sarà possibile imbattersi in una Roma deturpata dal fallout nucleare ma sempre comunque riconoscibilissima nella sua geografia o nelle sue abitudini. O che da uno scavo archeologico gestito con la solita italica burocrazia possa saltare fuori un vero e proprio drago a scompigliare le carte.
O in inconsueti fantasmi milanesi- a loro modo - figli delle tante Tangentopoli del paese.
Insomma, questo l'elenco dei primi cinque classificati:

1) Non di solo Pane, di Davide Camparsi
2) La Notte che Bruciammo la Croma, di Massimiliano Malerba
3) Quelli dell’Impianto, di Luigi Rinaldi
4) Notte Stellata, di Antonella Mecenero
5) Draco Dormiens, di Giorgia Cappelletti

Il vincitore di quest'anno, come abbiamo visto, è il veronese Davide Camparsi, con il racconto  Non di Solo Pane, un fantasy atipico (e la fantasy migliore, ricordiamocelo, è sempre atipica, non date retta a chi vi dice che può essere fantasy solo un'opera contenente Maghi dalla fluente barba bianca, guerrieri celtici e spade magiche) che affronta con garbo ed ironia il tema della fede e dei dubbi ad essa collegati.
Di norma non amo le opere che inseriscono la religione nella narrativa fantastica, è una mia vecchia idiosincrasia, temo sempre che scivolino nel misticismo più bieco ed inutile. In questo caso però devo ammettere che Camparsi se la gioca bene, di misticismo ce n'è poco ed il racconto dosa bene tutti gli elementi alternando momenti comici e quel tanto che basta di riflessione per far riflettere.
La domanda del racconto è: "Cosa faresti se Dio esistesse, tornasse da un lungo viaggio alieno e si auto invitasse a cena a casa della tua famiglia?"
E alla fine si potrebbe anche scoprire che anche un essere superiore si può sentire tragicamente solo ed essere carico di rimpianti e rimorsi.
Molto bello anche il secondo classificato, La Notte che Bruciammo la Croma di Massimiliano Malerba, che già dal titolo occhieggia a tematiche cyberpunk condite al profumo di  carbonara, deliziosamente ironico anche questo.
Per quanto riguarda gli altri racconti ho particolarmente apprezzato,  Notte Stellata il racconto classificatosi al quarto posto. L'autrice Antonella Mecenero, nativa di Busto Arsizio con la scusa di raccontare la più classica storia di fantasmi, ci offre la sua versione dell'incontro tra Culture diverse, solo che in questo caso l'incontro avviene tra l'ectoplasma di un defunto non propriamente ligio alle regole in vita ed esponente della peggiore Milano da Bere di craxiana memoria e la studentessa straniera nuova affittuaria del' appartamento dove si è consumato il trapasso.

Interessante anche la seconda tranche con i 5 racconti provenienti da premi internazionali. Come già accennato in precedenza questa è la sezione che ha subito i maggiori cambiamenti rispetto alle annate passate, trasformandosi per l'occasione da passerella europea a vetrina (quasi) mondiale; in questo caso, infatti, assieme ai collaudati racconti provenienti da Inghilterra; Irlanda e Spagna per la prima volta troviamo anche un racconto australiano (Il Corso di Scrittura è Annullato di Zoe Downing) vincitore del AHWA Flash &Short Fiction Competition 2015 e uno proveniente dal Sud Africa (Tuo Padre era una Volpe di Maya Pillay) trionfatore dell'edizione 2014 del premio Nova Short Story 
Ed è proprio questo racconto, assieme allo spagnolo Mendoza si aggiustò la Frangetta ad assicurarsi la palma come novella rivelazione dell'antologia,  l'opera africana, in particolare, sembra l'ennesima dimostrazione di come tradizioni e folklore locali possano dar vita ad opere perfettamente leggibili in qualsiasi paese del mondo proprio perché in grado di abbattere tutte le barriere culturali.
Ancora una volta, quindi si dimostra Interessante assistere  alla profonda varietà delle produzioni europee e mondiali ed anche alla vitalità del sottobosco di autori ed appassionati esistente nei vari paesi

Come sempre, Chiude il volume la parte dedicata al concorso parallelo SFIDA, una occasione fornita ai partecipanti delle passate edizioni del RiLL per "giocare" seguendo un tema diverso, in questo caso trattandosi dell'edizione del decennale, il tema scelto è stato proprio quello del decennale.
Ritroviamo quindi molti dei nomi abituali del settore come Viscusi, i già citati Mecenero e Malerba, ma anche Luca Simioni e Roberto Fogliardi e proprio a quest'ultimo si deve Il Mare Ciaccato, il racconto che considero il più soddisfacente di questa parte dell'antologia. Fogliardi (di cui avevo già giudicato favorevolmente altri suoi racconti in passato) anche questa volta riesce ad unire le ambientazioni e le solarità dell suo Adriatico con un efficace racconto di stregoneria.
E così il cerchio si chiude, si ritorna a quello che scrivevo all'inizio dell'articolo: un racconto si può dire riuscito se parlando del "Particolare" riesce a descrivere "L'Universale" e a parlare a tutti i lettori, indipendentemente dalla loro lingua e dal loro retaggio culturale.
Sotto questo profilo, antologie come Non di Solo Pane rappresentano sia un buon segnale che un riuscito viatico.
Una strada che meriterebbe di essere seguita.


NON DI SOLO PANE
e altri racconti dal Trofeo RiLL e dintorni
RiLL\ Wild Boar Edizioni
200 pagine.
Illustrazione di copertina: Valeria De Caterini
prezzo di copertina: 9.50 euro

Nota: La mia passione per le raccolte con le opere migliori dei vari "Contest" letterari non si limita e non si esaurisce solo al Trofeo RiLL,  presto anzi dovrei riprendere con la recensione della antologie Strani Nuovi Mondi che ancora mancano all'appello. che raccolgono i risultati annuali del Giulio Verne, un altro concorso letterario tenutosi nel corso della manifestazione Levantecon fino al 2013 . Delle antologie pubblicate dall'editore Della Vigna ho parlato QUI e QUI ma ne dovrebbero mancare almeno altre due all'appello. Poi mi piacerebbe dedicare qualche spazio anche al Premio Hypnos e a qualcuna tra le uscite N.A.S.F.
Voi avete consigli in merito?

IL GATTO A NOVE CODE ( 1971)

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Franco Arnò è un vecchio cieco che si guadagna da vivere lavorando come enigmista per vari giornali. Una sera rientrando a casa assieme alla giovane nipote le sue orecchie intercettano brandelli di una conversazione tra due sconosciuti in macchina. La conversazione verte su un segreto che uno dei due occupanti della macchina chiede all'altro di non svelare. Arnò dentro le mura del suo appartamento vive una sorta di presagio di morte che preannuncia la fine violenta di una delle due persone che ha appena ascoltato. Quella notte un omicidio viene effettivamente compiuto all' interno di un istituto di ricerche genetiche a poca distanza dal palazzo di Arnò. Ben presto anche altri ricercatori del gruppo guidato con pugno di ferro dal professor Fulvio Terzi cominciano a morire per mano di un sadico assassino.  Arnò unisce le sue forze a quelle del giovane giornalista Carlo Giordani, non solo i due scoprono che l'istituto Terzi effettua ricerche sulla "Sindrome XYY" che dimostrerebbe un legame tra la presenza del cromosoma Y in più e l'indole criminale degli individui ma finiscono ben presto nella rete delle minacce dell'assassino.
Le cose si complicano quando Giordani inizia ad intrecciare una relazione con Anna la ribelle figlia di Terzi.
Mentre i gli omicidi diventano via via sempre più efferati diventa ormai chiaro a tutti che nessuno al'Istituto Terzi è quello che sembra.
E l'assassino è in mezzo a loro.


Il Gatto a Nove Codeè un prodotto di un 'epoca che non c'è più.
Quando venne girato, nel 1971 Dario Argento era passato nel giro di pochi anni dall'essere un bravo  e (abbastanza) rispettato critico cinematografico che scriveva per il quotidiano Paese Sera allo status di regista emergente. Da intellettuale difensore delle produzioni horror e thriller della nostra cinematografia Argento aveva proseguito il suo percorso di vita fino a diventare la giovane promessa del medesimo settore.


Eppure la fine degli anni 60 e l'inizio del decennio successivo non erano stati comunque un periodo facile per l'artista romano preso com'era tra la ricerca di una propria  personale visione creativa e le sempre imminenti censure, critiche  e tentativi di ingerenza da parte dei produttori.
In un certo senso proprio questo film fu quello che più di tutti visse queste vicissitudini e permise all'artista romano di ottenere una sua vera e propria autonomia
Ma Il Gatto a Nove Codeè anche un film di passaggio, stretto com'é tra il fulminante successo de L'Uccello dalle Piume di Cristallo (con le ovvie conseguenti paure di non riuscire a ripetere lo stesso exploit ai botteghini) e i veri e propri uragani stilistici e creativi che verranno con i successivi 4 Mosche di Velluto Grigio e Profondo Rosso.
Argento con la creazione de Il Gatto a Nove Code sembra così quasi prendere le misure, cercare di capire fino a dove potersi spingere, fino a dove "osare".

Karl Malden e James Franciscus

Il risultato finale, il prodotto che ne viene fuori è un film decisamente più classico rispetto sia al capostipite sia rispetto alle pellicole che seguiranno; Il Gattoè un ancora quasi del tutto thriller a tutto tondo, un giallo da manuale dove la sceneggiatura conta ancora molto rispetto alla perfetta visionarietà delle singole sequenze ( non che queste manchino ma quando ci sono risultano funzionali allo sviluppo della trama, che per la maggior parte del film scorre precisa come un violino appena accordato).
Proprio perché in questo scorcio del 1971 Argento sta ancora cercando di decidere cosa "fare da grande" il suo secondo film è "ancora" quasi del tutto un thriller però contiene più di un presagio anticipatore di quanto verrà poi, non è "ancora" un horror però si diverte a titillare le aspettative e la pazienza del pubblico con qualche avvisaglia di elementi soprannaturali (per la verità più sussurrati che altro ed in particolare nelle scene iniziali con la visione di Arnò riguardante il primo omicidio, trattato per il resto del film quasi come un vero e proprio "profiler ante litteram)
Un film nemmeno troppo amato dal regista, che per anni lo ha considerato come l'anello debole di tutta la "Trilogia degli Animali" ma che rivisto oggi riacquista una sua sorta di dignità
E perfino di fascino.


Proprio in questa sua spuria natura di film di "passaggio" risiede buona parte del fascino della pellicola, all'interno del post dedicato a 4 Mosche di Velluto Grigio che ho pubblicato qualche settimana fa, ho rimarcato più volte quanto il mio preferito all'interno della Trilogia degli Animali sia invece proprio questo Il Gatto a Nove Code.
Ed i motivi sono semplici ma molteplici.

In primo luogo perché questa pellicola è l'espressione di una promessa che si sta mantenendo, di un baco da seta che si sta evolvendo in farfalla- e noi stiamo lì, comodamente seduti in prima fila, ad osservare le ali che spuntano. Fateci caso, sin dalle prime scene, sin dal prologo che ci mostra il cieco che passeggia di sera con la nipote per la città deserta Argento dimostra di saperci fare con la macchina da presa, certo non mancano i suoi virtuosismi, le sue predilezioni per le geometrie ariose e monumentali ( il film infatti venne girato tra Torino e il quartiere romano dell'Eur) o le sue piazze vuote talmente disturbanti da apparire quasi come scenari alieni ma si tratta di un unico biglietto di presentazione, un unico immenso messaggio verso critici, produttori e pubblico per dimostrare le sue capacità.
Ed anche di riuscire a raccontare una storia senza intromissioni.

Infatti se il film poté essere realizzato fu grazie all'interesse manifestato da produttori americani e da investitori europei rimasti impressionati dalla riuscita del precedente L'Uccello dalle Piume di Cristallo, non certo grazie ai capitali italiani; l'italiana Titanus, che all'epoca distribuiva i film di Argento non credeva più di tanto nel progetto e più volte il capo della stessa, il produttore Goffredo Lombardo intervenne nei confronti del regista manifestando insoddisfazione rispetto alla pellicola considerata inadatta sia come thriller, sia come horror e perfino come poliziottesco.
Estremamente lontana da tutti i cliché.
Solo l'intervento dei coproduttori francesi e della Germania dell'Ovest permise lo sblocco della situazione e la possibilità per il film di essere distribuito nelle sale 



Il conseguente successo della pellicola spianò la strada, i grossi incassi fecero il resto: da quel momento in poi per anni nessuno si arrischiò più ad interferire con le scelte "argentiane"
Certo ad Argento vennero comunque consigliati due attori americani per i ruoli principali, al fine di essere competitivo su quel mercato, ma si trattò di due ottimi interpreti. Per il ruolo di Franco Arnò venne contattato il veterano Karl Malden, considerato un interprete adatto per quel tipo di performance, mentre, per quanto riguarda il vero protagonista, il reporter Carlo Giordani, al regista venne praticamente suggerito il belloccio James Franciscus che aveva il merito di essere reduce da una serie di enormi successi commerciali, tra cui L'Altra Faccia del Pianeta delle Scimmie e quindi di essere un "nome" molto popolare per l'epoca.

Argento in fondo non fa altro che prendere una società-  quale quella di inizio degli anni 70s figlia del boom economico- a suo modo ancora fiduciosa ( non ingenua ma certamente fiduciosa) nel futuro, nel progresso e nella scienza ...e ne mostra le prime crepe, le prime forti dissonanze. Non è infatti un caso che tutto nasca da una teoria scientifica, oggi completamente sconfessata ma in quel periodo in gran spolvero, quella  della sindrome 47, XYY che ipotizzava come si potesse individuare la propensione di una persona verso la criminalità semplicemente in base alla sua combinazione cromosomica
E negli anni 70 s davvero ci si illudeva che la Scienza da sola potesse dare la risposta a tutte le domande. 


Catherine Spaak nel ruolo di Anna Terzi e James Franciscus 
in quello del giornalista Carlo Giordani

Solo che Argento prende la Logica, prende la Scienza e la sporca con le sue paure, con le proprie pulsioni  e fissazioni, così facendo i membri dell 'Istituto Terzi si dimostrano dietro la loro apparente facciata di rispettabilità come una masnada di esseri preda essi stessi dei peggiori istinti umani: ricattatori, assassini, morbosi senza contare che ad un certo punto viene  nemmeno troppo velatamente ventilato il fantasma dell'incesto.
Essi stessi si dimostrano come il male nei cui confronti la società dovrebbe solo guardarsi alle spalle.
All'inizio del post sostenevo che con Il Gatto a Nove Code il cineasta comincia a prendere le misure del proprio "stile" e della propria "cifra narrativa" ed è in questo senso che intendevo il concetto; ecco quindi che nella pellicola ritroviamo molti degli elementi che poi ricorreranno spesso nella poetica argentiana: personaggi dichiaratamente gay ( il Dottor Braun interpretato dall'attore tedesco Horst Frank), altri portatori di handicap ( il già citato Arnò ); riferimenti biografici ( la scelta del nome Franco Arnò fu ispirata alla figura di un sensitivo conosciuto da Argento durante il suo soggiorno torinese, ma anche le scene in cui vengono mostrate copie di  Paese Sera); i sadici omicidi ripresi in maniera stilizzata e quasi coreografata, l'abilità policromatica nelle riprese,
l'impiego di ninna nanne come colonna sonora ( in questo caso composte da Ennio Morricone) e per finire l'impiego di attori specializzati in ruoli brillanti  all'interno di ruoli drammatici o, in alternativa, in parti che parodiano grottescamente un ruolo drammatico.  Nello specifico oltre alla scelta di Catherine Spaak per il personaggio di Anna Terzi basterebbe ricordare i comici Vittorio Congia e Ugo Fangareggi, il primo reduce da tanti musicarelli impiegato stavolta nella parte di un fotografo, il secondo nella parte di un ladro particolarmente sboccato e sopra le righe (e per una volta non gli venne nemmeno chiesto di sacrificare il suo accento genovese)


Una foto di scena dal film con Argento ( sempre sue le mani dell'assassino
all'interno delle varie pellicole) mentre la troupe si appresta a girare
la scena della morte del personaggio di Vittorio Congia

Ma è proprio dal lato attori che proviene il terzo motivo di fascino di questo film.
Perché, probabilmente senza rendersene conto, il regista chiama vicino a se diversi nomi  tipici delle produzioni televisive, attori provenienti dagli sceneggiati Rai e per questo volti rassicuranti per il grande pubblico.
Per questo la pellicola finisce per assumere il valore di una testimonianza, di un modo quasi teatrale di concepire la recitazione sia cinematografica che televisiva, una sontuosità d'altri tempi lontana dal minimalismo di certe recitazioni svogliate e quasi biascicate tipiche da talent show.


Capita così di scoprire nella parte del Dottor Casoni uno dei medici coinvolti nelle indagini il volto apparentemente rassicurante di Aldo Reggiani qui in una delle sue rarissime apparizioni cinematografiche ma che tre anni prima era stato la star dello sceneggiato La Freccia Nera, lo stesso primario Terzi si garantisce il fisico e la voce importante di Tino Carraro, una presenza costante sia della prosa televisiva Rai sia delle sue produzioni a puntate. tra le altre cose Carraro era reduce della serie d'anticipazione Oltre il Duemila e l'anno dopo sarebbe stato coinvolto, in quello che senza dubbio è una delle migliori incursioni che l'emittente di stato avrebbe mai fatto in territorio fantascientifico, sto parlando naturalmente di quel'A Come Andromeda a cui ho già dedicato spazio in passato. Per trovare tracce di Carlo Alighiero ( Calabresi, un altro dei medici dell' Istituto Terzi) bisogna addirittura scavare nella preistoria del servizio radiotelevisivo, tornando indietro fino al 1959, quando l'attore divenne uno dei comprimari di Giallo Club, l'antesignano dei tanti quiz televisivi improntati alla soluzione di un delitto , il programma fu anche il primo a presentar le indagini del Tenente Sheridan interpretato da Ubaldo Lay, di cui Alighiero era per l'appunto uno degli aiutanti. Infine una piccola citazione per Pier Paolo Capponi che in questo film veste i panni di uno dei tanti commissari da lui interpretati nel corso della sua carriera ( e l'apoteosi di questo tipo di ruoli sarebbe arrivato per Capponi nel 1975, proprio con un altro sceneggiato: Dov'è Anna?)
Fa uno strano effetto, sopratutto per chi era bambino proprio in quegli anni, vederli tutti assieme.


Un altra foto di scena. Il momento è quello della morte del
Dottor Calabresi ( l'attore Carlo Alighiero
Il Gatto a Nove Codecontiene in nuce tutto quello che verrà poi, buona parte delle intuizioni che Argento dimostrerà nel corso della sua carriera, certo quelle stesse intuizioni scalpitano per essere notate e scalpitano ancora di più per poter esser notate da un occhio attento e probabilmente Dario Argento non lo amerà mai allo stesso modo di tutti quanti gli altri suoi "parti", però è stata la palestra. la fonte che ha reso possibile tutto il resto.
Come tale merita di essere rivisto.

I Risultati del Premio Italia.

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Nei giorni scorsi a Bellaria si è svolta l'annuale Starcon \ Italcon e ieri sera durante la manifestazione si è tenuta la proclamazione dei vincitori del Premio Italia 2016.
Come sapete, per la prima volta, concorreva anche Nocturnia nella categoria Miglior Sito Amatoriale o Rivista Online Amatoriale (qui il post) ed è quindi giusto raccontare com'è andata a finire.



Nocturnia- ve lo dico subito- non ha vinto ma del resto già è stata una soddisfazione enorme essere giunti alla finale in mezzo a decine e decine di blog meritevoli e oltretutto nella finale assieme a me c'erano vere e proprie storiche corazzate del fandom ( detto nel senso migliore del termine)
Inoltre il blog che ha vinto è davvero uno dei migliori in circolazione e non da adesso ma da anni, di conseguenza una vittoria stra meritata.
Certo non nego che mi sarebbe piaciuto vincere, sarebbe stata una gran bella cosa, le testimonianza che c'è almeno una cosa che mi riesce bene in questa fase della mia vita, ma come ho sempre detto quest'anno l'obiettivo era la finale, ci sono riuscito e ne sono orgoglioso.
Quindi ecco i risultati della tenzone:
Sito Web Amatoriale o Rivista Online Amatoriale

La Zona Morta 

- Altri finalisti:
Holonomikon
Italian Klinzha Society
Nocturnia
Star Trek Italian Club
Di nuovo complimenti al bravo Davide Longoni e a tutti i collaboratori de La Zona Morta che ogni volta fanno davvero un ottimo lavoro.


Ma come sono andate le cose nelle altre categorie?

Miglior Illustrazione di artista italiano:  Tu non Esisti - Giacomo Pueroni – Robot Delos Books

Miglior Curatore :Silvio Sosio

Miglior Traduttore :Paolo Attivissimo

Miglior Collana  : La Botte Piccola – Edizioni della Vigna

Miglior Rivista professionale:  Fantasy & Science Fiction – Elara

Rivista non professionale: Living Force Magazine - Club Yavin 4

Miglior Saggio in Volume: Il Futuro alla Gola – Giuseppe Lippi – Profondo Rosso

Miglior Fan: Samantha Cristoforetti

Miglior Romanzo di autore italiano di Fantascienza: Quel che resta della Kronos – Claudio Chillemi – Edizioni Della Vigna

Miglior Romanzo di autore italiano di Fantasy: Un Madrigale per Morire – Loredana Pietrafesa – Tabula Fati

Miglior Antologia italiana; Cronache di Mondo9 – Dario Tonani – Millemondi – Mondadori

Miglior Racconto di autore italiano su pubblicazione professionale: Con gli Occhi del Nemico – Claudio Chillemi – Delos Digital

Miglior Racconto di autore italiano su pubblicazione amatoriale: L'enigma di Pitagora – Filippo Radogna – La Zona Morta

Miglior Articolo su pubblicazione professionale: Mai dire Trekker – Francesco Spadaro – Inside Star Trek, Ultimo Avamposto

Miglior Articolo su pubblicazione amatoriale: Reportage dalla Starcon 2015 – Filippo Radogna – La Zona Morta

Miglior Romanzo o antologia personale internazionale:  Lo scriba Macabro – Thomas Ligotti – Elara

Miglior Fumetto di autore italiano: L'assassino che uccideva nei sogni – Alfredo Castelli, Carlo Recagno, Antonio Sforza – Martin Mystère- Bonelli

Miglior Film fantastico: The Martian 

Miglior Serie televisiva: Games of Thrones


E con questo è tutto, mi complimento ancora con tutti i finalisti e con i vincitori delle varie categorie.
Ci rivediamo l'anno prossimo!
E' una minaccia  promessa!
E adesso tutti a leggere La Zona Morta.

NUOVA INTERVISTA CON ALESSANDRO MANZETTI.

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Una piccola sorpresa per i lettori di Nocturnia, dopo quella con Claudio Vergnani, vi propongo una nuova seconda intervista. con uno scrittore già da me incontrato in passato. Lo scopo di queste "seconde puntate"è quello di discutere su argomenti monotematici, singoli accadimenti importanti per il fantastico, come l'uscita di un nuovo volume....oppure la vittoria di un importante premio internazionale, come in questo caso.
 Ho già intervistato in passato il bravo Alessandro Manzetti per Nocturnia (QUI), oggi però ne approfittiamo per festeggiare con lui la recente vittoria all'ultimo Bram Stoker Award, il massimo premio internazionale esistente nell'ambito della letteratura horror. Non solo per la prima volta nella storia di questo premio ad aggiudicarsi la vittoria è un artista italiano ma visto che la StokerCon è abbastanza recente (si è tenuta pochi giorni fa dal 12 al 15 maggio a Las Vegas) per una volta riesco ad essere abbastanza "puntuale" con gli avvenimenti e a presentarsi una notizia quasi in tempo reale.
Terzo motivo, molto più personale ( e per una volta perdonatemi se faccio immeritatamente lo "sborone") ma a quanto pare continua la felice tradizione che vede Nocturnia portare fortuna ad i suoi intervistati. Meditate gente, meditate.....;-)
Alessandro nello specifico ha ottenuto la vittoria nella categoria Best Poetry Collection.
L'intervista per mia scelta (d'accordo anche con l'autore) apparirà sia su Nocturnia che su TrueFantasy, il blog di Alessandro Iascy
Non è una cosa che accadrà sempre con le interviste ma quando uno scrittore italiano vince un Trofeo così importante è giusto che tutto il settore condivida la notizia e possa provare a fare "squadra" e "sistema".
E adesso è arrivato il momento di dare spazio all'intervistato.


INTERVISTA CON ALESSANDRO MANZETTI.
Nick:  Ciao Alessandro, bentornato su queste pagine virtuali! L'intervista di oggi si baserà principalmente sulla tua vittoria al Bram Stoker Award per la categoria Poetry Collection con la raccolta di poesie "Eden Underground". Sei il primo italiano a vincere questo premio fondamentale. Che sensazioni provi?

Alessandro Manzetti:  Vincere il Bram Stoker Award, oltretutto come primo Italiano in oltre trent’anni di storia di questo prestigioso premio, è una sensazione straordinaria, difficile raccontarti cosa si prova. Durante la premiazione, che ho vissuto quasi in apnea, mi hanno particolarmente emozionato gli applausi dedicati all’ Italia, che si sono sollevati quando durante il discorso di ringraziamento ho sottolineato che si tratta della prima affermazione ‘Italiana’. Una serata magica, inaspettata, in uno scenario incredibile come quello dell’iconico Hotel Flamingo di Las Vegas (dove tra l’altro due anni fa ambientai Shanti, il mio secondo romanzo, vedi il destino…) che ho vissuto circondato dal grande affetto di molti straordinari autori da ogni parte del mondo. Che dire, è un punto di arrivo per qualsiasi scrittore, un sogno che si è realizzato, qualcosa di impossibile da dimenticare e che mi motiverà ad affrontare nuove sfide e a lavorare ancora più sodo. Auguro ad altri autori Italiani di vivere un momento straordinario, unico come questo. Forza!


Nick: Raccontaci qualcosa sull'antologia "Eden Underground" e se ti va scegli qualche rigo di una delle poesie contenute e dedicalo ai lettori di Nocturnia.

Alessandro Manzetti:  Eden Undergroundè un concentrato di storie di solitudine, raccontate con tinte fortemente surreali e dark; parlo di quel tipo di solitudine, di non appartenenza a questo mondo, in senso sociale, che porta alla follia, alla psicosi, alla abnormità, a liberare le ombre che vivono nascoste dentro noi e farle scatenare in tutta la loro bestialità. Storie di efferate vendette verso il mondo che non può accettarci, di costruzioni di piccoli, individuali Eden artificiosi, dove le pulsioni più sotterranee prendono campo, e le vittime non possono fare altro che fissare negli occhi, per un momento, l’abisso gelato che dorme dentro uomini pronti a trasformarsi in mostri. La cronaca nera ci racconta, quasi ogni giorno, eventi incredibili, mattanze e torture; sono proprio queste enormità a fare da scenario alla mia raccolta, insieme alle personali perversioni che lentamente diventano una dolorosa prigione di spine. La mente umana sa essere più maligna, contorta e spaventosa di quella di qualsiasi immaginaria creatura soprannaturale.

Scelgo qualche riga dalla poesia Quasi Fino in Fondo (Until to the End), riportandola in Italiano a vantaggio dei tuoi lettori.

La puttana tira una leva

e accende le luci dell'Eden:

Rosse, viola, arancioni.

La strada si contorce come una schiena

che vuole liberarsi da troppi aculei del cazzo;

si stende, si allunga, si fa infinita.

I rifiuti sui lati sembrano monumenti

—statue dell'attimo—

che restano integri per pochi minuti

prima di essere rosicchiati dai topi,

da insetti alati, dai fanali della realtà

larghi come gli occhi di un camion.



Fa freddo, gennaio non fa sconti,

l'Eden è gelato;

La puttana è scolpita tra lingue di ghiaccio,

potresti confonderla

con una fontana rinascimentale,

con rane eretiche ai suoi piedi

(a piccoli gruppi)

che gonfiano il corpo di lattice.



La tua automobile volta a destra

come dice il cartello

—Qui c'è l'Eden—

sui finestrini scorrono pezzi di carne,

scomparendo subito dietro l'ultima curva.

Ancora trecento metri

di siepi di costole, di mosaici di tette

poi vedi lei, il tuo Eden,

l'astronave rotta della tua immaginazione,

rimorchiata da un vecchio carro attrezzi giallo,

che si allontana sbandando

a destra e sinistra.


Nick:   Com'è nata l'antologia e quali sono i temi su cui ti sei ispirato?

Alessandro Manzetti:  In parte ti ho già risposto. La raccolta nasce da un progetto volutamente provocatorio e aggressivo, a tinte forti, aggrappato con le unghie alla realtà, che l’editore, Crystal Lake Publishing, ha fatto proprio, pubblicando per la prima volta un libro di poesia. La scelta ha dato ragione all’Editore, a quanto pare. Per chi è abituato alla poesia classica, o meglio, agli stereotipi ‘deformati’ di questo genere di letteratura, che qui in Italia ha poco seguito, sarà molto sorpreso di scoprire in Eden Underground un linguaggio diretto, di leggere storie in versi liberi che somigliano molto a pezzi di flash fiction, a ‘concentrati’ di racconti dal ritmo surreale e incisivo. La poesia è uno dei ‘media letterari’ più efficaci e diretti, e più moderni; dimenticatevi delle descrizioni liriche fini a se stesse. Eden Underground vuole provocare il lettore e farsi trappola, come una vergine di ferro; la poesia sa essere molto pericolosa, e lo ha ampiamente dimostrato nella storia, cambiando il corso degli eventi. Con poche parole.

Nick:  Dettagli, dietro le quinte e retroscena: raccontaci qualcosa sulla serata della premiazione

Alessandro Manzetti:  Dopo la cerimonia di premiazione, mi piace ricordare il party sulla terrazza dell’Hotel Flamingo, dove mi sono intrattenuto fin quasi all’alba con amici, scrittori e grandi poeti e narratori che hanno voluto condividere con me quello speciale momento, illuminato dalle incredibili luci di Las Vegas, che fanno sembrare giorno la notte. A un certo punto, prosciugati gli alcolici del party, sono sceso in strada, sulla celebre Strip, e ho acquistato uno spumante di livello in uno store ancora aperto. Sono risalito in terrazza e ho chiuso la serata dividendo quella fantastica bottiglia con gli amici più fidati. Solo la mattina, come mi aveva avvisato chi aveva già vissuto quell’esperienza, ho compreso davvero di aver vinto il Bram Stoker Award, vedendo la mitica casetta infestata sul comodino a fianco al letto della mia camera d’albergo. Ho aperto la porticina, e sulla placca in bronzo c’era inciso davvero il mio nome! Tutto vero.

Nick: Ci vuoi dare qualche considerazione (o qualche consiglio di lettura) riguardo agli altri premiati?

Alessandro Manzetti:  Conosco bene le opere di molti degli autori premiati, alcuni dei quali sono anche autori della mia casa editrice Independent Legions, come Lucy Snyder, che ha vinto (di nuovo) nella categoria fiction collection con la sua raccolta While the Black Stars Burning. Leggete i suoi racconti, sono fantastici. Ricordo con piacere che alla precedente edizione dei Bram Stoker Awards, ad Atlanta, fui proprio io a consegnarle il premio. Tra gli altri autori premiati da segnalare, c’è sicuramente Paul Tremblay col suo magnifico romanzo A Head Full of Ghosts che ha sbaragliato la categoria Novel, che contava competitor del livello di Clive Barker, e la talentuosa Mercedes Murdock Yardley (con la quale condivido lo stesso Editore, Crystal Lake Publishing) che col suo Little Dead Read ha vinto nella categoria ‘Long Fiction’. Questi sono autori da tenere d’occhio.

Nick: Credi che questa vittoria cambierà qualcosa per te in particolare e più in generale per la narrativa di genere italiana?

Alessandro Manzetti:  Per me come autore un premio del genere sta già cambiando le cose, con alcuni editori statunitensi ho già programmato due nuove uscite in lingua inglese, sia in prosa che in poesia, una per fine anno e una per il 2017. Inoltre sono stato coinvolto in tanti altri progetti internazionali e ho pianificato delle prestigiose collaborazioni con grandissimi interpreti del genere. Per quanto riguarda la narrativa Italiana, in questo momento ‘speciale’ editori ed editors del mercato internazionale sono più che interessati a valutare opere di autori Italiani, basta darsi da fare; il primo Bram Stoker AwardItaliano ha creato delle ottime opportunità in tal senso, ma già da un paio d’anni l’ Italia è finalmente emersa dal nulla, grazie ad alcune pubblicazioni in lingua Inglese, mie e di pochi altri autori tradotti in inglese, che hanno avuto ottimi riscontri. Chiaro, stiamo iniziando da zero, ma almeno ora l’horror Italiano comincia a farsi sentire, dopo tantissimi anni di assoluto silenzio. Questa affermazione al Bram Stoker Awardsè il risultato di un lungo e faticoso lavoro, e ora bisogna seguire la scia luminosa che si è creata.

Nick: Come credi che sia considerata all'estero la nostra narrativa horror e cosa conoscono dei nostri autori e delle nostre pubblicazioni (se conoscono qualcosa)?

Alessandro Manzetti:  Più che dare una mia personale opinione, basata sulla mia esperienza personale, posso riportare il pensiero di editori, autori ed editors di altri paesi, in particolare dagli States e dall’Inghilterra, dove il genere horror è molto popolare. Gli autori italiani di genere sono assolutamente sconosciuti (fino a tre anni fa si conosceva solo Umberto Eco, se vogliamo proprio coinvolgerlo nel genere, in qualche modo) specie quelli da noi più celebrati e, aggiungo, sopravvalutati. Come ti dicevo, negli ultimi due o tre anni il mercato internazionale ha iniziato a conoscere qualche nostro interprete, oltre me sono stati pubblicati in inglese pochi autori Italiani, ma tutti con buoni riscontri. Penso a Nicola Lombardi, Samuel Marolla, Stefano Fantelli e Paolo Di Orazio, col quale abbiamo recentemente pubblicato insieme una raccolta di racconti, The Monster, the Bad and the Ugly, presentata proprio allo StokerCon. Questi autori che ho citato, che fanno parte della Horror Writers Association Italy, da me guidata, hanno già partecipato a precedenti edizioni del Bram Stoker Awards, facendosi ben valere pur non essendo riusciti a competere fino in fondo, e sono i soli nomi che il mercato internazionale conosce, anche se relativamente. Siamo agli inizi, come ti dicevo, all’’anno zero’ dell’horror Italiano proiettato sul mercato mondiale. All’ultima edizione del Bram Stoker Awards (cito questo premio in quanto è l’unico in grado di garantire una certa visibilità internazionale) Paolo Di Orazio ha fatto passi da gigante, non è arrivato alla nomination ma ci è andato vicino, penso che presto potrà competere ad alto livello, ha le carte in regola e sta lavorando sodo e, soprattutto, con umiltà. Anche un paio di altre nostre firme, degli emergenti con l’argento vivo addosso, credo che a breve saranno mature per avere un loro spazio sul mercato Internazionale, ma preferisco non fare altri nomi in quanto sono tutti parte della HWA Italy, e io cerco di supportare e spingere tutta la quadra, composta di autori con esperienza ma anche da nuove voci dalle interessanti potenzialità. Saremo molti, presto, a insidiare il mercato Internazionale, abbiamo creato delle aspettative e stiamo lavorando duro, grazie al supporto diretto della Horror Writers Association della quale rappresentiamo la filiale Italiana, con obiettivi molto concreti nel medio e lungo termine. Approfitto per invitare tutti gli autori Italiani ad associarsi e poter dire la propria anche oltre le Alpi, a confrontarsi con i migliori al mondo e avere l’occasione di essere stimolati ‘fortemente’ e poter migliorare ed evolvere. Proprio quello che manca qui da noi, dove il genere è poco seguito e dove la competizione non è artistica, ma solo di relazioni e amicizie. La HWA Italy, per chi non l’ha ancora capito, è una grandissima opportunità che ci è stata offerta dal mercato internazionale, ma bisogna saper lavorare di squadra, cosa che molti autori Italiani, proprio quelli di maggiore esperienza, non comprendono, abituati dalla nostra malata editoria a godere di medioevali privilegi e lavorare sul mercato con un approccio egoistico. Un vecchio modo di pensare che alla fine li sta penalizzando fuori dai nostri piccoli confini, dove l’unico privilegio riconosciuto sono le capacità, per fortuna. Invito anche questi autori a ripensare alle loro prospettive; il mercato Italiano di genere, dalle dimensioni davvero piccole, non credo che possa soddisfarli. Meglio imparare a collaborare con i colleghi, aprirsi a una nuova via più virtuosa, come accade in tutti i paesi, eccetto il nostro. Ci tenete così tanto al vostro orticello di un paio di metri quadrati? Mi piace parlare chiaro, anche se ad alcuni potrà non far piacere, ma qui si sta parlando di opportunità reali, progetti concreti e di risultati visibili, e serve dare una scossa a tutti. L’Italia può dire la propria, come è stato dimostrato, ed è il momento di cambiare modo di pensare, visto che ha portato allo zero, finora. Mi scuso per la lunghezza della risposta, ma questi sono argomenti essenziali per il presente e per il futuro del movimento horror del nostro paese.


Nick:  Progetti futuri: cosa ci dobbiamo aspettare nei prossimi mesi da Alessandro Manzetti e da Indipendent Legions?

Alessandro Manzetti:  I progetti sono talmente tanti da farmi venire un attacco d’ansia. Dunque, come autore a Giugno sarà pubblicata una nuova raccolta di poesie dark, in lingua inglese, scritta a quattro mani con Bruce Boston, autore pluri-vincitore del Bram Stoker Award. Subito dopo, a Luglio, una mia novella inedita (ti confido il titolo: Pacific Trash Vortex) sarà pubblicata in lingua Italiana insieme a una novella di Richard Laymon mai tradotta in Italiano. Entrambi i volumi saranno disponibili in edizione cartacea. Questa mia novella sarà poi pubblicata a Novembre, in lingua inglese, da un editore straniero. A Settembre poi inizierò a lavorare a un nuovo progetto, una raccolta di poesie in inglese insieme a Marge Simon, autrice pluri-vincitrice del Bram Stoker Award e Guest of Honor dello StokerCon 2016; la pubblicazione di questo libro è già stata pianificata, sempre da editori stranieri, a Ottobre 2017. Sempre per il 2016 sarò poi presente, sia per opere in prosa che poesia, in alcune antologie curate da editors statunitensi, oltre alle ormai solite e periodiche uscite su diversi magazines statunitensi. Poi ci sono molti altri progetti per il prossimo anno, sia per pubblicazioni in lingua Italiana che Inglese. Come editore, per Independent Legions, abbiamo in uscita per Luglio ben tre lunghe opere: i romanzi L’Isola di Richard Laymon (che sto traducendo personalmente) e Io Viaggio di Notte di Robert McCammon, due grandi maestri dell’horror mondiale, e la raccolta di racconti I Giorni della Bestia di Charlee Jacob, autrice cult mai tradotta in italiano, una delle più grandi interpreti dell’horror estremo, vincitrice di ben quattro Bram Stoker Awards. Mi fermo qui, ma solo per non allungare troppo l’intervista. Anche Independent Legions ha tantissimi nuovi progetti, programmati fino al 2019, parliamo di circa venti romanzi di grandi autori internazionali da pubblicare, con diritti già acquisiti in esclusiva, ma non è questa la sede per entrare nel dettaglio di tutte queste pubblicazioni, almeno, non adesso. Sul sito della casa editrice (www.independentlegions.com) , per chi è interessato, trovate tutto.

Nick:  Ci sei già passato e quindi sai che ti tocca: nel salutare i lettori, ci puoi dire se esiste una domanda alla quale avresti risposto volentieri e che io invece non ti ho rivolto?

AlessandroManzetti:  Sì, vincere il Bram Stoker Awardè qualcosa di davvero magnifico, e devo ancora smaltire l’alto tasso alcolico nel mio sangue. State attenti ai party celebrativi!

Un caro saluto a tutti gli appassionati dell’Horror (quello con la H maiuscola) e grazie a te, Nick, per lo spazio che mi hai voluto dedicate.

TALKING ABOUT MARTA PATALAO- Disegnatrice di Fumetti Portoghese

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Il Giro d'Europa a Fumetti si appresta a compiere la sua penultima tappa in Portogallo - terra bellissima, a noi molto vicina ma di che non conosciamo quanto dovremmo - l'ultimo intervento, la tappa finale per così dire, sarà quel famoso post -dossier sul fumetto lusitano che prometto da un paio di anni ma che continuo a rimandare per tutta una serie di motivi.

Per adesso aggiungo un altro tassello relativo a quel mondo, una disegnatrice giovanissima ma estremamente talentuosa, dotata di un tratto manga e che ha pubblicato anche da noi.
Preparatevi a fare la conoscenza con la bravissima Marta Patalão.

 Come dicevo Marta è giovane: essendo nata nel 1990 presso  Seixal vicino Lisbona. Sin da subito s'interessa al disegno e al' illustrazione. In particolare quello che l'ha affascina è il disegno orientale che cerca di riprodurre e di fare suo.
Gli studi scelti riflettono conseguentemente questa passione e la scuola scelta (molto famosa in Portogallo) è l'ESAD, l' Escola Superior de Artes e Design
Terminati gli studi la disegnatrice che, nel frattempo artisticamente ha adottato anche lo pseudonimo Black Curls, comincia a partecipare a numerosi progetti in patria.
Tra le altre cose entra a far parte del gruppo dei disegnatori della rivista Banzai, una rivista che, come dice stesso il nome, pubblica artisti locali accomunati dal tratto in stile manga.
Esperienza che serve per cominciare a farla conoscere nel suo paese e che le fa acquisire i primi appassionati.

In seguito diventa membro di uno studio collettivo (caratteristica che sembra accomunare la maggior parte dei disegnatori che provengono da quel paese), l' NCreatures Studio.

Poco a poco Marta Patalão affina il suo tratto, lo rende sempre più raffinato  fino ad arrivare al punto di potersi considerare come una vera e propria mangaka.
Immediatamente successivo all'esperienza di Banzai è il webcomic "Asas nos Pes" e diverse cover realizzate per riviste e prozine lusitane. Spesso si tratta di piccoli progetti come il webcomics Ikarya realizzato nel 2014 per un contest portoghese (su testi di Tiago Bulha)
E piano piano arriva la prima pubblicazione su collaborazione internazionale.
Il paese interessato è l'Italia.

Marta infatti entra in contatto con un gruppo di disegnatori  che sta dando vita ad un progetto collettivo, una rivista autopubblicata ed aperiodica che possa unire disegnatori e sceneggiatori indipendentemente dallo stile, l'unico discrimine praticato è l'amore per il fumetto.
Il nome scelto è NUNAME.

Il resto è storia recente, la partecipazione della Patalão si concretizza nel terzo fascicolo della rivista che esce nel novembre dello scorso anno, proprio durante la Lucca Comics and Games del 2015 
Si tratta di The Opal Flame un opera dalle valenze steampunk altro genere decisamente molto amato dal' artista (ai testi ancora una volta il fido Tiago Bulha \ Kwenron)
Una entusiasta disegnatrice, che ormai lavora prevalentemente come freelance vola nel nostro paese per partecipare alla manifestazione.
In un certo è come se il sogno di quella bambina che amava tanto i cartoni giapponesi si stesse cominciando a realizzare.



Tra pochi giorni pubblicherò la piccola intervista con Marta Patalão  mi sembra un buon modo per cominciare a chiudere i conti con la mia analisi sul fumetto portoghese, una realtà ben più varia e sfaccettata di quanto finora abbiamo immaginato.
Nel frattempo, se siete curiosi, questa è la pagina deviantart di Black Curls e questo è il suo blog
Ci risentiamo tra qualche giorno con l'intervista.

INTERVISTA CON MARTA PATALAO

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Chiudiamo il mese con la mia ultima intervista condotta con un esponente del mondo dei fumetti del Portogallo.
Come introdotto nella mia scheda di qualche giorno fa (QUI) l'ospite odierna è la disegnatrice Marta Patalão
Voglio esprimere il mio ringraziamento a Marta che si è molto gentilmente prestata alle mie domande, così come intendo dedicare questa intervista a due persone che l'anno scorso mi hanno introdotto nel mondo dei fumetti portoghesi:cioè  l'appassionato italiano Marco "Mundo" Sabatino  è il "re" degli esperti portoghesi di banda desenhada Geraldes Lino
Come sempre vi auguro buona lettura

(Para a versão em Português, por favor, vá para baixo)

Nick:  Ciao Marta, benvenuta su Nocturnia e grazie per aver accettato questa intervista. Come prima domanda ti chiedo di presentarti ai lettori italiani del mio blog.

Marta Patalão: Ciao, Nick, sono io che ti ringrazio per l'invito, è per me un grande piacere.
 Ora per quanto riguarda la sottoscritta il mio nome è Marta Patalão,anche se online sono meglio conosciuta con il mio nome d'arte Black Curls.
Sono un artista e illustratrice di fumetti portoghese e da quando mi ricordo ho sempre avuto un grande amore per tutto ciò che riguarda il lavoro artistico. Ho frequentato il corso in Design Grafico   e Multimedia e ora mi trovo a lavorare in vari progetti e collaborazioni autonome in qualità di freelancer.

Nick:  Cosa ti ha avvicinato all' illustrazione e alla banda desenhada?

Marta:  Come ho già detto nella risposta precedente,queste sono sempre state cose che mi hanno affascinato e interessato. Da quando ho mi ricordo ho sempre amato guardare una buona serie di animazione e leggere fumetti. Per me il disegnare ha sempre rappresentato una fuga dalla realtà e d anche un modo per esprimere i miei sentimenti. Per me la cosa è diventata sempre più evidente quando i miei genitori, purtroppo, hanno iniziato le pratiche di divorzio. Non è stato un periodo facile della mia vita, però ha rappresentato un mezzo che mi ha  permesso di scoprire che il progettare e illustrare fumetti era un qualcosa che mi piaceva molto fare, un po' come una sorta di auto-terapia e po' come  modo per rilassarmi


Marta Patalao in compagnia
del super espesperto lusitano
Geraldes Lino 

Nick:  Il tuo è uno stile molto cartoon, tanto debitore delle influenze e delle atmosfere manga. Quali sono stati gli autori ed i disegnatori che ti hanno maggiormente influenzato? Naturalmente puoi citare anche i libri, i film , i cartoons e tutto quello che ti viene in mente.

Marta:  E 'vero, credo che molte delle mie influenze siano dovute agli immensi prodotti dell' animazione giapponese, in particolare videogiochi come Final Fantasy e molti altri, che hanno cominciato a diffondersi tramite i mezzi di comunicazione sempre più in Portogallo. Era uno stile con il quale mi riuscivo ad  identificare molto facilmente e che, nel corso degli anni, ho sentito la necessità di trasferire nel mio lavoro. Il livello di influenza non può essere definito solo da uno o due artisti, dato che io sono più il tipo di persona che ama prendere piccoli elementi da ogni singolo artista, per poi mescolarli per vedere cosa ne esce fuori. Tuttavia, è senza dubbio innegabile l'influenza di vari lavori realizzati da artisti asiatici o con influenze "asiatiche", come ad esempio Barbara Canepa e Alessandro Barbucci che certamente asiatici non sono, ma che presentano uno stile molto influenzato da loro e che mi ha sempre affascinato molto.


Nick:  Recentemente hai pubblicato anche in Italia, infatti la tua opera "Opal Flame"è apparsa sul terzo numero della rivista aperiodica NuName Raccontaci qualcosa di "Opal Flame"

Marta:  "Opal Flame"è un progetto realizzato da me e Tiago Bulha (uno scrittore e artista 3D) su invito della rivista italiana NuName. E 'stato un progetto per cui abbiamo avuto un sacco di libertà a livello di tematiche e dove ci siamo divertiti e da cui ho imparato molto. Anche se era un progetto relativamente breve con prospettive internazionali, ha ottenuto abbastanza interesse in Portogallo ed è certamente qualcosa che saremmo felici di continuare.

Nick:  NuName è una pubblicazione (ed anche un progetto artistico ) molto interessante. Ti va di presentare la rivista a quei lettori che ancora non la conoscono?

Marta:  Probabilmente non sono io la persona ideale per presentare NuName, ma in poche parole si tratta di una pubblicazione indipendente italiana il cui principale scopo è quello di lanciare e / o di far conoscere il lavoro di artisti, sia italiani che stranieri attraverso la pubblicazione di brevi storie a fumetti Ma è possibile trovare ulteriori informazioni sul sito: http://www.mrnishikawa.com/NuName/

NickDurante lo scorso novembre sei venuta in Italia per partecipare alla manifestazione Lucca Comics and Games. Come è andata questa esperienza?

Marta:  E 'stato un viaggio che è stato intrapreso in quanto proprio all'evento di Lucca Comics and Games che sarebbe stato rilasciato e mostrato pubblicamente il nostro progetto "Opal Flame". E 'stata un'esperienza indimenticabile, ed è stato meraviglioso poter conoscere la maggior parte della squadra di Nuname,così come molti degli artisti che erano stati invitati ed è stato bello vedere Nuname 3  fare il tutto esaurito in 2 o 3 giorni, è stato un viaggio che mi ha fatto guadagnare una nuova dimensione e una nuova prospettiva per quanto attiene al' illustrazione e la divulgazione della stessa. L'Italia è un paese bellissimo,  le persone sono estremamente cordiali e disponibili e il cibo è delizioso! Mi piacerebbe tornare un giorno.

Nick:  Sei molto attiva anche sul web, dove hai pubblicato il webcomics "Ikarya" . Parlaci anche di questo tuo lavoro.

Marta:  Anche questo è stato un progetto realizzato in collaborazione con Tiago Bulha che ne ha scritto il soggetto. Ikarya è un piccolo fumetto ed è stato pensato per un concorso lanciato in Portogallo, chiamato  l' evento Midori e poi abbiamo pensato bene di esporre online gratis per farlo leggere a tutti (Lascio qui il link per chiunque sia interessato: http://tapastic.com/episode/96324) Siamo stati molto soddisfatti del risultato, perché il nostro lavoro ha vinto il 2 ° posto a quel concorso.

Nick :In Italia conosciamo molto poco sul mondo della BD portoghese. Secondo te quali sono le peculiarità ed i punti di forza della BD nel tuo paese? E quai sono gli autori e i comics più importanti e che meriterebbero di essere conosciuti anche da noi?

Marta:   Il mondo del fumetto in Portogallo è molto diverso da quello che ho avuto l'opportunità di conoscere l'anno scorso in Italia. In Portogallo c'è ancora una mentalità un po 'tradizionalista e un po'"timida" e chiusa rispetto all'esposizione e alla divulgazione. Tuttavia, il numero di autori e artisti da menzionare è estremamente vasto. Il Portogallo è un paese di artisti potenziali e record unici.

Nick:  Invece quali sono i maggiori limiti e le maggiori difficoltà che un disegnatore di fumetti deve affrontare nel tuo paese? In particolare nel tuo caso quali sono state le maggiori difficoltà che hai dovuto affrontare tu?

Marta:   In un primo momento la più grande difficoltà che ho provato è stato nel cercare di capire che cosa avrei dovuto fare di quell'artista artista dilettante che ero, che aveva un po 'di talento, ma non sapeva cosa fare per passare al "livello successivo". Come ho già detto nella risposta precedente, in Portogallo, ci sono un sacco di autori indipendenti, ma non ci sono molti Studi o gruppi in cui si sia in grado di interagire e crescere con un qualche tipo di guida. Quando ho trovato lo Studio di fumettisti, dove ho lavorato per tre anni, ho incontrato un sacco di gente, imparato cose immense, ho pubblicato diverse cose sulla rivista Banzai e lavorato in grossi seminari di disegno e di fumetti. A poco a poco ho scoperto che il modo migliore per crescere in questo settore proveniva da Internet e  dal self-publishing del mio lavoro

Nick: Veniamo adesso all'aspetto tecnico del tuo lavoro: che strumenti utilizzi per disegnare? Preferisci il pennino o il pennello (o magari i supporti digitali) ? E quanto tempo mediamente impieghi per disegnare una pagina?

Marta:  Anche se impiego un sacco di carta e di matite mentre faccio i miei schizzi e studi, non ho alcun problema ad ammettere che io sono il tipo di artista che preferisce utilizzare i media digitali, in particolare quando si tratta di completare del mio lavoro. Il tempo impiegato dipenderà molto dal tipo di pagina e dal tipo di lavoro (a colori, in bianco e nero, la quantità di dettagli ...) ogni pagina può prendere 1 o 2 giorni di lavoro prima di essere completamente terminata.

Nick: Progetti futuri: a cosa stai lavorando adesso e cosa dobbiamo aspettarci da Marta Patalão nel prossimo futuro?

Marta: - In questo momento ho molti progetti in mente e molti altri a cui sto lavorando, quindi penso che per ora posso solo dire che sarà possibile trovare una mia nuova storia online molto presto.

Nick:  Bene Marta è tutto. Ti ringrazio ancora per la tua gentilezza. Prima di salutarti ti rivolgo la classica domanda finale di Nocturnia: esiste una domanda alla quale avresti risposto volentieri e che io invece non ti ho rivolto?

Marta:  Al momento non ne ho, ma io sono ancora solo all'inizio del mio viaggio.
Anche per questo, apprezzo l'opportunità e l'invito, Nick.
Ti auguro il più grande successo per te e per il tuo blog

ENTREVISTA COM MARTA PATALÃO- VERSÃO EM PORTUGUÊS


Bom Dia! Hoje vou apresentá-lo a minha entrevista com o artista de Portugal  Marta Patalão dedico a minha entrevista para todos os meus leitores portugueses (e peço desculpas por meu pobre domínio desse idioma bonito é o Português
Quero agradecerBlack Curls\Marta Patalão  por sua disponibilidade e por sua bondade.
Quero também mencionar Marco "Mundo" Sabatino e Geraldes Lino por sua ajuda
Buoa leitura para todos


Nick:  Olá Marta, nem- vindo em Nocturnia e obrigado por aceitar esta entrevista. Como primeira pergunta que eu lhe pedir para se apresentar aos leitores italianos do meu blog.

Marta Patalão:  Olá, Nick, sou eu quem agradece o convite, é um enorme prazer. Ora, sobre mim, chamo-me Marta Patalão, online sou mais conhecida pelo meu nome artistico Black Curls. Sou uma ilustradora e artista de banda desenhada portuguesa e desde que me lembro que sempre tive bastante facilidade e gosto por tudo o que se relacionasse com o trabalho artistico. Tirei o curso de Design Gráfico e Multimédia e de momento encontro-me a trabalhar em vários projectos autonómos e colaborações enquanto freelancer

Nick:   O que o atraiu para ‘ilustração ea banda Desenhada?

Marta Patalão:  Tal como referi na resposta anterior, sempre foi uma coisa que me interessou e fascinou. Desde que me lembro que adoro ver boas series de animação e ler, banda desenhada ou não. Para mim a ilustração sempre funcionou como um escape da realidade e meio de expressão para os meus sentimentos. Para mim e isso tornou-se cada vez mais óbvio quando os meus pais, infelizmente, entraram em processos de divórcio. Não foi uma altura nada fácil na minha vida, mas no meio de tudo aquilo acabei por descobrir que a ilustração e banda desenhada eram algo que eu realmente gostava de fazer, um pouco como auto-terapia e forma de relaxar. Seu estilo é muito animados, o devedor de in( uências e ambientes manga.

Nick:  Quais foram os autores e artistas que influenciaram você? Claro que você também pode mencionar os livros, filmes, desenhos animados e tudo o que vem à sua mente.

Marta Patalão:  É verdade, acredito que muito das minhas influências sejam devido aos imensos trabalhos de animação japonesa, principalmente video jogos, como Final Fantasy entre muitos outros, que cada vez mais se começaram a espalhar pelos meios de comunicação em Portugal. Foi um estilo com o qual me identifiquei muito fácilmente e com o passar dos anos senti necessidade de incutir no meu próprio trabalho. A nível de influência não consigo definir apenas um ou dois artistas, visto que sou daquele tipo de pessoa que adora pegar em tudo, pequenos elementos e misturar para ver o que dá. Porém, é sem duvida inegável a influência de vários trabalhos realizados por artistas asiáticos ou com influencias “asiaticas”, como por exemplo a Barbara Canepa e Alessandro Barbucci sem dúvida não asiaticos mas com um estilo muito influênciado por estes e que sempre me fascinou imenso.

Nick:  Você recentemente publicada em Itália, de fato seu trabalho “Opal Flame” apareceu no terceiro número da revista Nuname. Conte-nos algo sobre “Opal Flame

Marta Patalão:  A “Opal Flame” foi um projecto realizado por mim e pelo Tiago Bulha (escritor e artista 3D) a convite da revista italiana Nuname. Foi um projecto onde tivemos bastante liberdade a nivel de temática e onde nos divertimos e aprendemos bastante. Mesmo tendo sido um projecto relativamente curto com perspectivas internacionais, tem tido bastante interesse dentro de Portugal e é sem dúvida algo que teriamos todo o gosto em continuar.


Nick:  NuName É uma publicação (e também um projeto de arte) muito interessante. Gostaria de apresentar NuName para aqueles leitores que ainda não conheceram-lo?

 Marta Patalão:  Provavelmente não serei a pessoa ideial para uma apresentação da Nuname, mas em poucas palavras acaba por ser uma publicação autonóma italiana que têm como principal interesse lançar e/ou dar a conhecer o trabalho de artistas, tanto italianos como estrangeiros atravês da publicação de short story comics. Mas é possivel encontrar mais informações no website: http://www.mrnishikawa.com/NuName/ 

Nick: Durante en novembro passado ele veio a Italia para partecipar do evento come Lucca Comics andGames. Como foi essa experiencia?

Marta Patalão: Foi uma viagem que fizemos visto que seria no evento Lucca Comics and Games que o nosso projecto “Opal Flame” iria ser lançado e exibido ao público. Foi uma experiência inesquecível, para além de ter sido maravilhoso conhecer a maior parte da equipa da Nuname, muitos dos artistas que haviam sido convidados e da Nuname 3 ter feito sold out em 2 ou 3 dias, foi uma viagem que me fez ganhar um nova dimensão e perspectiva no que toca a ilustração e divulgação da mesma. Itália é um país lindissimo, e as pessoas são todas extremamente simpáticas e prestáveis e a comida é deliciosa! Adoraria voltar um dia.

Nick:  Você Também são muito ativos na web, onde você publicou webcomics “Ikarya”. Conte-nos sobre isso também o seu trabalho.

 Marta Patalão:  Também este foi um projecto realizado em colaboração com o Tiago Bulha que foi quem escreveu a história. Ikarya foi um pequeno comic que surgiu apartir de um concurso lançado em Portugal, no evento Midori e que posteriormente achamos por bem expôr gratuitamente online para quem quisesse ler. (Deixo aqui o link para quem estiver interessado: http://tapastic.com/episode/96324 ) Ficamos muito satisfeitos com o lugar que conquistamos.

Marta Patalao and Tiago Bulha
at EuroSteamCon 2015 Portugal

Nick:  Na Itália sabemos muito pouco sobre o mundo da BD Portuguênsa. De acordo com o que são as características e pontos fortes da BD em seu país? E quai autores e quadrinhos são os mais importantes e que merecem ser conhecidos também por nós?

Marta Patalão: O mundo da banda desenhada em Portugal é muito diferente daquele que tive a oportunidade de conhecer o ano passado em Itália. Em Portugal ainda existe um meio um pouco tradicionalista e de certa forma “timido” e fechado no que toca a exposição e divulgação. Porém, o número de autores e artistas a mencionar é extremamente vasto. Portugal é um país de artistas com bastante potêncial e registos únicos.


Nick:  Mas o que são os limites mais e mais dificuldades que um cartunista deve enfrentar no seu país? Especialmente no seu caso, quais foram os maiores desafios que você enfrentou?

 Marta Patalão:  No inicio a maior dificuldade que senti foi tentar descobrir o que deveria de fazer enquanto artista amadora que era, que tinha algum talento mas não sabia o que fazer para seguir para o “nivel seguinte”. Tal como disse na resposta anterior, em Portugal existem imensos autores independentes, mas não existem muitos estúdios ou comunidades onde possamos interagir e crescer com alguma espécie de guia. Quando encontrei o estúdio de banda desenhada, onde trabalhei durante 3 anos, conheci imensas pessoas, aprendi imensa coisa, trabalhei em várias publicações na revista Banzai e em imensos workshops de desenho e banda desenhada. Aos poucos fui descobrindo que a melhor forma de crescer dentro desta àrea era a partir da Internet e auto-divulgando o meu próprio trabalho
Cover for Fanzine BDLP #3

Nick:  Chegamos agora ao aspecto técnico de seu trabalho: quais as ferramentas que você usa para desenhar? Prefiro a caneta ou o pincel (ou talvez a mídia digital)? E quanto tempo em média usa para desenhar uma página?

Marta Patalão:  Apesar de gostar imenso de sentir o papel e a grafite enquanto faço os meus esboços e estudos, terei  sem dúvida de admitir que sou uma artista que prefere os meios digitais, principalmente no que toca a finalização dos meus trabalhos. Vai depender imenso do tipo de finalização da página (a cores, a preto e branco, a quantidade de detalhes...) cada página poderá levar 1 ou 2 dias a ficar completamente finalizada.

Nick:   Os planos futuros: o que você está trabalhando agora eo que podemos esperar de Martha Patalão no futuro próximo?

 Marta Patalão:  De momento tenho andado com vários projectos em mente e outros tantos em mãos que irei mais tarde dar a conhecer, por isso penso que de momento posso apenas dizer que será possivel contar com uma nova historia online muito em breve.

Nick:  Bem Marta é tudo. Obrigado novamente por sua bondade. Antes de dizer adeus Eu resolver a clássica pergunta final de Nocturnia : há uma pergunta que você teria respondido de bom grado e ainda não vou tê-lo para?

Marta Patalão:   Que me esteja a lembrar não, mas ainda estou apenas no inicio e a viagem continua. Uma vez mais, eu é que agradeço a oportunidade e o convite, Nick.
Desejo-lhe o maior sucesso para si e para o seu blog.
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ITALIAN WAY OF COOKING (2015)

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Una notte una creatura sconosciuta s'introduce nella casa di Nero Bonelli.
E tenta di divorare i suoi due figli.
Nero riesce a uccidere il Mostro, ma da quel momento l'intero corso della sua vita cambierà drasticamente.
Non che prima le cose andassero bene, da tanto troppo tempo Nero è abituato a veder andar male la sua vita: il "Gallo Nero del Chianti", il ristorante di proprietà di Nero - e dove l'uomo lavora come chef - è sommerso di debiti e tasse non pagate; a complicare le cose si aggiunge una ex moglie rapace ed egoista, un' amante invadente ai limiti dello stalking, una vigilessa fanatica delle multe e qualcuno di molto potente che non vede l'ora di mettere le mani sul "Gallo Nero".
Nero deve trovare un modo per occultare il corpo della misteriosa creatura  per non incorrere in ulteriori disagi e forse, proprio la sua professione potrà fornirgli nuovi e creativi modi per distruggere le prove del suo gesto.
Ma ogni scelta compiuta comporta conseguenze e, prima che l'uomo se ne renda conto, si ritroverà tramutato in un "cacciatore di Mostri". Sullo sfondo di una Toscana decisamente non da cartolina, tra serial killer, antiche ricette e creature ancora più antiche, Nero Bonelli dovrà affrontare una realtà più grande di lui.

Italian Way of Cookingè un romanzo che procede ad innesti, anzi - volendo mantenere il tema culinario- ad "ingredienti", che aggiunti uno dopo l'altro forniscono un piatto completo.
Il libro di esordio del genovese Marco Cardone, infatti sembra coniugare al suo interno diverse influenze, diversi sapori, l'uno più speziato degli altri
Già, come definire Italian Way of Cooking, come etichettarlo?


Provate a prendere un pizzico della Commedia all'Italiana, non quella ultima dei vari Cinepanettoni ma quella gloriosa dei tempi che furono di quei film quella che, descriveva noi italiani ( non importa se del Nord, del Sud o del Centro dello Stivale) esattamente come siamo con i nostri limiti, difetti e con le nostre estreme piccolezze umane, ma anche quelle positive peculiarità che ci riabilitano almeno minimamente. Legati come siamo a quei due o tre valori che ci impediscono di cadere a picco verso il baratro: l' amore per i figli, per quei pochi amici veri che si finisce per incontrare nel corso della vita, la passione per la buona cucina o per i nostri centomila piccoli campanili, la testa dura che spesso finiamo per avere nei nostri (rarissimi ) sussulti d'orgoglio. Metteteci numerosi momenti hot, di quelli che avrebbero fatto impallidire il buon Boccaccio nei suoi giorni peggiori e conditela con un succo di dialetto, anzi di vernacolo.  Parlo di quel vernacolo  utilizzato dai "toscanacci" di una volta, quelli che facendo immensi giri di parole, tante parolacce e qualche bestemmia di troppo ti svelavano le verità semplici ed assolute della vita
Ecco, fatto questo cominceremo ad avere una vaga idea di quello che rappresenta Italian Way of Cooking
Ma siamo ancora solo all'inizio.


Marco Cardone
Unite poi il risultato delle precedenti impostazioni poi con l'horror,  con tantissimo horror di quello cattivo e viscerale che non fa sconti a niente e nessuno, metteteci anche un filino di urban fantasy (che non fa mai male e tanto va di moda oggi, esattamente come il polpettone freddo non poteva mancare nelle mense degli anni 60 s; oppure il vitello tonnato e i coktail di gamberi in salsa rosa negli anni 70s . O, sempre dedicato ai nostalgici, le penne alla vodka e i tortellini panna, prosciutto e piselli che spopolavano negli anni 80 S) ed il risultato sarà questa Commedia dark anzi decisamente nera, nerissima scritta da Cardone . 
Una Commedia molto sulle righe ma decisamente divertente.

Ed infatti è "sopra le righe" il primo termine che viene in mente pensando a tutti i vari personaggi presenti nella scena: a cominciare  dal protagonista Nero Bonelli, un personaggio profondamente imperfetto, umanissimo ma in balia degli eventi. Nero è un cuoco decisamente sfortunato ed assillato da vari problemi, forse un poco greve e sbrigativo ma decisamente dotato di buon cuore. Godibilissimo anche il suo assistente Mirco, un uomo disposto a vendersi -forse non l'anima ma la madre sicuramente sì -in cambio di un buon affare, per non parlare delle attuali e delle vecchie compagne di Nero, tra cui  una viziata ex moglie ed un amante, la prosperosa Marica il cui unico scopo nella vita pare sia rompere continuamente i coglioni l'anima al povero chef, sia pure con scopi e toni diversi ( non svelo niente di più, ma chi ha letto il libro avrà già capito a cosa mi riferisco), il carabiniere Patané o l'amico Lapo, tutti rappresentanti di tipologie umane ben conosciute e che finiscono per animare questa continua e scombussolata ( nel senso buono del termine) "commedia degli equivoci".

Il tutto sullo sfondo di una Toscana che l'autore sembra conoscere bene nei suoi pregi e nei suoi difetti, una Toscana - come dicevo nella sinossi- decisamente non da cartolina ma descritta in maniera  viva e precisa  e sviluppata in maniera fortunatamente non stereotipata.
L'azione infatti si svolge quasi tutta nel Chianti,; vengono compiute incursioni in luoghi ben precisi quali Montecatini e Monteriggioni, i protagonisti inoltre si esprimono quasi esclusivamente in maniera vernacolare ( molto vernacolare), particolare quest'ultimo che, almeno all'inizio, potrebbe spiazzare i lettori non "locali", ma è una cosa che si supera facilmente dopo poche pagine.
Non mancano riferimenti alla recente Storia degli ultimi anni, sia locale:  il Killer enalotto, così chiamato perché apparentemente sceglie a caso le sue vittime, che tanta importanza avrà nel corso della vicenda, non fa che richiamare alla memoria ben altri assassini seriali della storia recente che ancora oggi animano gli incubi di tanti vecchi fiorentini. Che nazionale: penso ad esempio, ad una certa società di riscossione che appare nel romanzo, chiamata Equità e che si dimostra tutto fuorché un esempio di virtù). E c'è spazio anche per una versione in chiave horror e  arcana della tragedia italica chiamata Fuga dei Cervelli.

Insomma, stiamo parlando della nostra Italia, di quella che vediamo tutti i giorni dal nostro lato del multiverso.
E che Marco Cardone utilizza ed impiega come suo personale ottovolante, come proprio privato "Grand Guignol".

Perché l'elemento perturbante, non solo non manca, non solo viene impiegato a piene mani ma è quello che unifica l'intera vicenda, che la anima e che le fornisce senso.
E' un horror sanguigno e terragno che ha a che fare con creature (non tutte malvagie) molto legate al territorio, al folklore locale e che riescono a confondersi con il logorio della vita moderna.
O a sfruttarlo.
Non solo Nero scoprirà che i Mostri, quelli veri, esistono. Non solo  dovrà imparare a cacciarli ma scoprirà anche che per ognuno di loro esistono modi decisamente molto redditizi per utilizzarne le carni (sì, avete capito bene!). Al contempo si renderà conto che da ogni tipologia di carni provengono anche fastidiosissimi ed imprevedibili effetti collaterali, cosicché quello che inizialmente era nato come un classico percorso di formazione ben presto devierà in situazioni e scenari decisamente inusuali ma estremamente divertenti per gli occhi dei lettori.

Italian Way of Cookingè un romanzo consigliabile sia se siate appassionati di narrativa del Terrore sia se avete amato film come Amici Miei, un libro da gustare accompagnandolo da un buon calice di Sassicaia. Certo, non tutto scorre sempre perfettamente, in un paio di momenti ( pochissimi, per sincerità) si avverte quasi una sorta di fretta eccessiva o di forzatura nello scorrere dell'azione, ma questo credo che dipenda dal trascorso dell'autore,proveniente da concorsi come quello di Minuti Contati o quelli de La Tela Nera, in cui spesso l'obbligo della sintesi e della brevità è uno dei requisiti richiesti.
Niente di grosso, intendiamoci, semplicemente in un paio di punti si avverte una eccessiva stringatezza in passaggi che- forse e lo dico da lettore- avrebbero meritato uno sviluppo ulteriore.
Ma sopratutto niente che infici la validità di questa prima prova di Marco Cardone sulla dimensione del romanzo.

Un romanzo che non ti aspetti.
Decisamente, una  piacevole sorpresa.


ITALIAN WAY OF COOKING   di MARCO CARDONE
EDITORE: ACHERON BOOKS  ( Link per l'acquisto QUI e QUI.)
Edizione per Kindle: 3,38 Euro
Edizione Cartacea: 12,00 Euro
Nota: Chiude il romanzo una serie di dieci ricette su come cucinare un Mostro, alcune sono nate in un concorso apposito, altre frutto della fantasia di personaggi ben conosciuti dai lettori di questo blog.
Quindi se vi trovate per le mani un Cthulhu vendutovi a metà prezzo dal vostro pescivendolo di fiducia e non sapete come cucinarlo questo ricettario è quello che fa per voi.

Hanno Parlato di Questo Romanzo anche:

-Ivano Landi

-Storie da Birreria

-Il Pozzo e lo Straniero.

-Del Furore di Avere Libri.

-Silverfish Imperetrix.

-Diario di una Cacciatrice di Libri.

-Ariano Geta.

MIDNIGHT CLUB # 7 : L'ATTORE MALEDETTO!

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"Questo è il Midnight Club!
B
envenuti!
mettetevi comodi e raccontateci la vostra storia.
Questo è il Midnight Club!
Benvenuti!
Sentitevi a casa vostra.
Questo è il Midnight Club!
Benvenuti!
I bambini lasciati incustoditi saranno venduti come schiavi"



Non invitata, assolutamente inaspettata giunge l'ultima puntata del Midnight Club, prima della sospensione estiva. 
Ignorate cosa sia il Midnight Club?
Peggio per voi!
 Si tratta di brevi e strani post per brevi storie, in alcuni casi dei semplici flash.
 Storie macabre, fantastiche, dedicate a figure particolari della storia, eventi e personaggi "strani," a volte semplicemente fuori dalla norma ma incastonati in vicende troppo brevi da inserire nei normali Dossier Mysteri Notturni 
Questo post come tutti quelli futuri contrassegnati con questo banner  andrebbe letto sul finire del giorno, quasi verso la mezzanotte, un po come quei racconti sui fantasmi che i nostri nonni raccontavano  attorno ad un fuoco; figurine di un album,  tessere di un antico domino, ospiti non invitati delle vostre serate, desiderosi di raccontarvi la loro vicenda umana.

Ed anche le loro vicende inumane.
Chiudete bene la porta, assicuratevi di aver serrato correttamente le finestre e soprattutto lasciate accesa la luce.
Andiamo a cominciare.

- GEORGE ZUCCO: IL DIAVOLO AD HOLLYWOOD.

Da sempre la Mecca del Cinemaè stata creatrice di miti e leggende; già a partire dagli anni del Muto gli attori erano considerati quasi alla stregua di nuovi Dei.
Esseri al di sopra dei comuni mortali, con uno stile ed un tenore di vita slegato dalla morale, dalla religione e sovente anche dal buon senso.
Feste tramutate in Orge; abusi sessuali nei confronti di giovani e ingenue starlettes; ricatti, omicidi inspiegabili; scomparse misteriose; suicidi improvvisi: culti satanici dietro l'angolo il tutto nascosto dietro fittizie maschere di volti ben pasciuti, fisici perfetti e sorrisi ancora più ipocriti.
Questa è l'immagine che più volte è pervenuta al mondo esterno di quel mondo.
Tuttavia ci sarebbe stato un caso peggiore di tutti quanti gli altri.

George De Sylla Zucco ( 1886- 1960)
Oggi questo nome nome non ci dice niente, ma negli anni '40 era uno dei più importanti caratteristi della "settima arte".
Inglese di nascita, proveniente da una famiglia mista greco- britannica, dalla sua  Manchester si era ben presto trasferito prima in Canada e poi negli States.
Da lì il passaggio dal teatro e dagli spettacoli vaudeville al grande schermo era stato breve, la sua recitazione elegante, il portamento distinto ed il sorriso sornione lo avevano reso in poco tempo una delle prime scelte quando si trattava di inserire nel cast di un film la figura di un grande villain o di un perfetto antagonista dell'eroe.


Erano gli anni degli della Universal e della R.K.O e di quei film,  George Zucco ne divenne una presenza abituale.

L'attore comparve nel poliziesco Charlie Chan in Honolulu nel 1938, in seguito fu Moriarty in un altro giallo \ thriller, e precisamente il famosoThe Adventures of Sherlock Holmes del 1939 (mentre Holmes era interpretato dal grande Basil Rathbone) ma furono i tanti horror di quel decennio a dargli la fama.
Sto parlando di filmetti come The Mummy's Hand (1940) o The Mad Ghoul (1943) o ancora House of Frankenstein ( 1944). O di altre come Voodoo Man e The Mummy's Ghost sempre del '44.
Quelle definiscono il personaggio tipo interpretato dall'attore britannico: un malvagio, un Mad Doctor, un sacerdote di oscuri e dimenticati culti. ( E se siete curiosi di approfondire l'argomento, alcuni dei film interpretati da George Zucco sono stati recensiti da Lucius Etruscus nel suo blog Il Zinefilo)

Sennonché ad un certo punto, la finzione sembra confondersi con la vita: mano a mano che i ruoli interpretati da Zucco diventano sempre più malvagi, folli e negativi anche l'attore pare sprofondare sempre più in un folle baratro.
L'uomo comincia a studiare discipline esoteriche, entra a far parte di sette segrete, studia l'occulto.
Questo almeno testimonia lo scrittore e regista Kenneth Anger nel suo libro Hollywood Babilonia II
La follia di Zucco raggiunge il suo apice sul finire degli anni '50s, l'uomo che da tempo si fa chiamare Gran Sacerdote di Atlantide, si convince della reale esistenza delle creazioni di H.P. Lovecraft e degli altri autori della scuola della rivista Weird Tales, spende un sacco di tempo e di soldi nel tentativo di recuperare una copia in buone condizioni del Necronomicon.
Ma quando lo trova l'inferno si abbatte su di lui.

- UNA INSPIEGABILE SCOMPARSA

Tutto precipita, eventi misteriosi ed oscuri cominciano ad accadere nella vita dell'uomo.
George Zucco si convince di essere perseguitato da Chtulhu in persona, la famiglia lo rinchiude in un manicomio.
Ormai però è tardi.
George De Sylla Zucco muore completamente pazzo il 27 maggio del 1960, fino all'ultimo è stato convinto che in Grandi Antichi stessero venendo a prenderlo per portarselo via.
Alcuni amici tentano di raggiungere il giorno dopo la casa dell'attore per mettersi in contatto con la moglie e la figlia dell'interprete.
Ci riescono quando sono passate esattamente 24 ore dalla scomparsa  di Zucco.
Quello che scoprono è allucinante.
La moglie Stella e la figlia Frances risultano morte.
Una morte atroce.
La diagnosi ufficiale è suicidio, ma le circostanze del decesso sono talmente violente che in molti manifestano dubbi.

Qualcosa dall'esterno, dall' altrove ha causato la morte delle due donne.
Questo almeno testimonia lo scrittore e regista Kenneth Anger nel suo libro Hollywood Babilonia II
Allucinante, vero?
Peccato che tutto questo non sia per niente vero.

- LA VERITA'.

Già perché Kenneth Anger si è inventato tutto.
Tanto per cominciare il libro Hollywood Babilonia II è del 1984, quindi successivo di molti decenni alla scomparsa di Zucco, inoltre l'attore - malato da tempo di cuore e ritiratosi dalle scene proprio per questo motivo- morì per una semplice polmonite. In vita non si avvicinò mai alle discipline occulte e nessuna voce sorse mai su di lui né professionalmente e nemmeno umanamente, anzi la maggior parte dei suoi colleghi ed amici parlando di lui ne fornirono sempre la testimonianza di un uomo molto timido e gentile estremamente lontano dalle figure che interpretava sullo Schermo.
George Zucco era solo un attore, un professionista che interpretava quel tipo di film semplicemente perché all'epoca erano quelli che si giravano ( Thriller ed Horrors), quelli che gli venivano chiesti d'interpretare e -per concludere- quelli che gli fornivano quanto bastava per mantenere sé stesso e la famiglia.


E per quanto riguarda la moglie e la figlia dell'attore?

Beh, per quanto riguarda la figlia....ebbene, Frances Zuccoè morta di cancro nel 1962 ben due anni dopo la morte del genitore e sempre ben due anni dopo il presunto suicidio descritto da Anger. Mentre per quanto riguarda la vedova , bisogna aggiungere che Stella Francis Zuccoè  scomparsa solo recentemente (nel 1999) quasi centenaria.
Più volte la donna si è fatta intervistare da giornali e televisioni per smentire le cose citate in Hollywood Babilonia II
E per restituire la giusta credibilità al marito.

Ma allora perché Kenneth Anger ha mentito?

Per poter rispondere bisogna parlare proprio della vita dello stesso Anger, figura interessante e controversa- già a partire dagli anni 50 s- della controcultura e dell'underground californiano
Come ho scritto in precedenza Kenneth Anger (nato nel 1927) è stato scrittore, sceneggiatore e regista, lui sì - a differenza di Zucco- legato ad ambienti esoterici e satanisti della California i. Infatti Anger, tra le altre cose, fu prima affascinato dalle teorie di Alesteir Crowley ed in seguito divenne amico di Anton LaVey, anche se non aderì mai completamente a nessuno dei due movimenti.

Il risultato di queste -e di altre - frequentazioni furono alcuni cortometraggi underground, come Scorpio Rising ( del 1963); Lucifer Rising (del 1970 nel quale la colonna sonora, che in una fase iniziale sarebbe dovuta esser composta da Jimmy Page, venne scritta da Bobby Beausoleil, un membro della setta di Charles Manson ) ma sopratutto il discusso Invocation of My Demon Brother (un corto di 12 minuti realizzato nel 1969 con le musiche di Mick Jagger, in cui fanno una breve comparsa lo stesso Beausoleil assieme ad Anton LaVey )

Insomma quello dell'occulto era un mondo che Kenneth Anger conosceva bene,  così come conosceva bene quello degli artisti indipendenti e d'avanguardia.
L'uomo godeva inoltre della stima di alcuni artisti emergenti e come molti degli intellettuali controcorrente dell'epoca per un certo periodo , aveva vissuto anche a Parigi ed in Italia.

Tuttavia aveva bisogno sempre di soldi e per questo già nel 1954, proprio per un editore francese, fece pubblicare il libro Hollywood Babilonia nel quale con uno stile scandalistico, sensazionalista e ,diciamolo francamente, disinformato e pettegolo affrontava la storia di Hollywood, dei suoi misteri e dei suo grandi scandali dalle origini fino agli anni '50s

Il libro, pur essendo contestato, censurato e spesso contraddetto da fatti e dalle prove in molti punti, divenne ben presto un caso letterario finendo tradotto in molti paesi del mondo, Stati Uniti ed Italia compresi.

Molti anni dopo un Kenneth Anger sempre più bisognoso di soldi, avrà l'idea di scrivere una sorta di seguito della sua creazione più redditizia; ecco quindi, nel corso del 1988, venire alla luce Hollywood Babilonia II  ideale continuazione dei pettegolezzi dati alle stampe in passato.
Solo che a quel punto sorgeva un problema.
E nemmeno di poco conto.

La maggior parte degli scandali e dei misteri più importanti erano stati già trattati, lo stesso era avvenuto con quelli secondari. Occorreva quindi una soluzione.
La scelta fu quella di inventare cose inesistenti, meglio se su personaggi secondari come George Zucco, individui che ben difficilmente avrebbero potuto parlare in propria difesa in quanto defunti.
In seguito stesso alcuni collaboratori di Anger ammisero che nel secondo volume, alcune vicende, tra cui quella attribuita a George Zucco, vennero create di sana pianta giusto per rimpolpare il numero delle pagine disponibili.
Può cambiare il periodo storico, possono passare gli anni, ma alla fine il comportamento umano rimane sempre lo stesso.
E la calunnia rimane un venticello sottile che si insinua sempre di più nel profondo dell'animo umano.

Nota
Ho già affrontato la vicenda di George Zucco in passato (più precisamente QUI) Si è trattato di uno dei primissimi post di Nocturnia, in fondo stiamo parlando di cinque anni fa,praticamente una intera era geologica fa rispetto ad adesso....
Il mio stile era molto più grezzo ed io ero totalmente inesperto, diversa era l'impostazione di base del blog (una grafica molto più dark, così come - nelle mie intenzioni- dovevano essere molto più di nicchia gli argomenti da trattare), differenti erano anche i miei lettori tipo, anzi non credo di essere molto lontano dalla verità se ipotizzo che, a parte alcune eccezioni come Eddy M, e Belushi, il parco dei miei lettori odierni sia molto cambiato rispetto al 2011.
Sono anzi convinto che la maggior parte delle persone che mi seguono oggi, non abbiano mai nemmeno sentito parlare di quel mio vecchissimo post, però se volete potete cercarlo e- se volete fare i paragoni tra i due scritti.
Da tempo ero convinto che le vicende umane di George Zucco e le voci postume sulla sua persona avrebbero meritato di comparire nel Midnight Club, quindi ho ripreso la vicenda sotto una nuova veste.
Sta a voi dire se ci sono riuscito o meno.

ACCADE IN ITALIA # 15 - Le Segnalazioni di Giugno.

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Lentamente ci stiamo avvicinando anche alle ultime puntate di questa rubrica in attesa della chiusura estiva. Questo mese tanto è il materiale giunto in visione che spezzerò la rubrica in due parti: una prima metà oggi e seconda parte a fine mese.
Cosa è uscito di bello ultimamente?

1) CONCORSO "FANTASTICAMENTE 2016"

Mi scrive Francesco Troccoli, uno dei tanti amici di Nocturnia per segnalarmi un concorso interessante: il FantasticaMente , arrivato alla sua seconda edizione, di cui è presidente di giuria
Non preoccupatevi: avete tempo per partecipare.




Presentazione

Veledicarta, forte dell’esperienza pluriennale di Gutenberg#Lab e visto il successo della precedente edizione, promuove la seconda edizione del Concorso letterario FantasticaMente, con l’obiettivo di intercettare, scoprire e promuovere opere inedite di autori italiani e stranieri, esordienti o già affermati che trovano nei generi fantasy o fantascienza la loro modalità espressiva.
Gli autori di questi generi letterari, molto spesso trascurati e declassati a letteratura popolare di consumo, hanno di fatto avuto il merito di interpretare la realtà che ci circonda trasfigurandola con intelligenza e ironia, e di anticipare di decenni ciò che sarebbe avvenuto molto tempo dopo.
“La buona fantascienza è scientificamente interessante non perché parla di prodigi tecnologici – e potrebbe anche non parlarne affatto – ma perché si propone come gioco narrativo sulla essenza stessa di ogni scienza, e cioè sulla sua congetturalità”
(Umberto Eco, Sugli Specchi, Bompiani 1985).
La fantascienza è, in altri termini, narrativa dell’ipotesi e perciò gioco scientifico per eccellenza, dato che ogni scienza funziona per congetture.
È questo sguardo sul mondo e sugli esseri umani che ci interessa quindi mettere in luce, certi che la libertà dell’immaginazione sia sempre in grado di produrre stimoli positivi.

Selezione racconti

Le opere inviate dovranno pervenire in formato digitale (.doc .docx .rtf) alla segreteria di Veledicarta entro il 16 settembre 2016, e saranno lette dai componenti di un comitato di selezione in forma assolutamente anonima. I testi ritenuti idonei a partecipare al Concorso saranno quindi sottoposti alla lettura dei giurati, i quali designeranno il vincitore entro la rosa dei primi trenta racconti classificati.

Premiazione

Data della premiazione del vincitore del Concorso e componenti della Giuria letterario, che sarà anche quest’anno presieduta dallo scrittore Francesco Troccoli, saranno resi noti sul sito www.veledicarta.it entro il 16 settembre 2016. Il racconto risultato vincitore del Concorso e i racconti classificatisi in seconda e terza posizione riceveranno in premio un’opera dello scultore Manlio Catalano.
primi trenta racconti selezionati, inoltre, dopo essere stati oggetto di accurato editing,saranno infine pubblicati in una antologia edita da Veledicarta.
Per info: QUI

Giuria

Componenti della giuria:
LUIGINA SGARRO, scrittrice
STEFANO SACCHINI, recensore di fantascienza
FLAVIO ALUNNI, blogger
Presidente della Giuria è FRANCESCO TROCCOLI.


2) PRESENTAZIONE "MONDI SENZA TEMPO".

In questi giorni mi ha contattato un altro amico di questo blog: Alberto Panicucci di RiLL, per parlarmi di una notizia che, fatalmente, ha ancora a che fare con Francesco Troccoli (puntata molto "troccoliana", quella odierna). Comunque, se il 10 giugno siete dalle parti di Roma, questa notizia potrebbe interessarvi.



Venerdì 10 giugno l´associazione RiLL - Riflessi di Luce Lunare curerà (in collaborazione con
l´editore Delos Books) la prima presentazione romana di "Mondi senza tempo", terzo
romanzo di fantascienza di Francesco Troccoli, che chiude la trilogia iniziata con "Ferro
Sette" e "Falsi Dèi" (usciti nel 2012 e 2013 per l´Armando Curcio).
L´appuntamento è per venerdì 10 giugno, a Roma, dalle 19.00, negli ariosi spazi all´aperto di
Contrasto al Pigneto (via del Pigneto 22/A).

Durante la presentazione di “Mondi senza tempo” si parlerà anche di “Domani Forse Mai” (ed. Wild Boar), antologia dei racconti fantastici di Francesco Troccoli, curata da RiLL. Il volume raccoglie nove racconti fantastici e fantascientifici di Francesco Troccoli, premiati in numerosi concorsi letterari italiani (fra cui il Trofeo RiLL, SFIDA e il premio Giulio Verne).
“Domani Forse Mai” è disponibile in formato cartaceo ed elettronico.


"Mondi senza tempo" inizia poco dopo la conclusione di "Falsi Dèi", ed è un nuovo
concentrato di avventure per il protagonista, Tobruk Ramarren. I lettori lo vedranno in azione
su Harris IV (il pianeta in cui era ambientato "Ferro Sette", e che il nostro aveva contribuito a
liberare), su altri pianeti di quel sistema, oltre che nelle oniriche dimensioni del sogno e della
non-coscienza.

"Mondi senza tempo"è un romanzo che avvince e convince: da una parte resta fedele
all´ambientazione generale della trilogia (l´Universo Insonne, cioè un futuro in cui l´idea stessa
di sonno è andata perduta, per accrescere parossisticamente il tempo dedicato alla
produzione e al lavoro), dall´altra ne rinnova la trama, proponendo nuove sfide, nuove
alleanze, nuove "missioni impossibili" per l´eroe protagonista.

"Mondi senza tempo"è pubblicato dalla Delos Books ed è disponibile in formato cartaceo ed
elettronico da metà maggio.

La trama del romanzo:
Dopo le avventure descritte in "Falsi Dèi", Tobruk Ramarren è finalmente tornato a casa. Ma
la Repubblica non è più il posto dorato che aveva lasciato alla partenza. Una grave crisi
minaccia l´incolumità dello Stato, una nuova guerra con il vicino Sistema di Hassad incombe.
Nel passato deve essere accaduto un evento imprevisto, e la storia dell´Universo è
radicalmente cambiata.
Ben presto Tobruk è costretto ad affrontare la realtà: nel mondo che ha trovato al suo ritorno
non c´è più posto per lui. Sospettato, manipolato e braccato, per rimettere ordine nella
Galassia, dovrà scendere a patti con il suo nemico giurato: Vladimir il Sanguinario.
È giunto il momento di mettere in gioco la propria vita: senza Tobruk Ramarren, la storia
dell´Universo potrebbe persino essere migliore...


L´autore:
Francesco Troccoli, nato a Roma nel 1969, si è imposto sulla scena della fantascienza nel
2012 con l´uscita del romanzo "Ferro Sette", edito dalla Armando Curcio, al quale è seguito
l´anno dopo per la stessa casa editrice "Falsi Dèi". I due romanzi, riproposti da Delos Books
in formato elettronico (collana Delos Digital), sono ambientati nel cosiddetto Universo
Insonne; il racconto prequel "Hypnos"è invece uscito (sempre in e-book con Delos) nella
collana Robotica.it.
Del 2012 è "Domani Forse Mai" (ed. Wild Boar), raccolta di racconti fantastici curata
dall´associazione RiLL. Sempre in ambito fantascientifico, Francesco Troccoli ha inoltre
curato (con Alberto Cola) l´antologia "Crisis" (ed. Dalla Vigna, 2014) ed è membro della
Carboneria Letteraria, con cui ha pubblicato il romanzo collettivo "Maiden Voyage" (ed. Homo
Scrivens, 2014).

L´associazione RiLL
L´associazione RiLL Riflessi di Luce Lunare opera da oltre vent´anni in ambito letterario.
La principale attività associativa è il Trofeo RiLL per il miglior racconto fantastico, concorso
letterario che è nel tempo divenuto uno dei principali premi italiani dedicati ai racconti fantasy,
horror e di fantascienza (quasi 400 i partecipanti all´edizione 2016). Dal successo del
concorso sono nate le collane di antologie "Mondi Incantati" e "Memorie dal Futuro" (oggi
edite da Wild Boar), entrambe curate da RiLL e dedicate ai migliori racconti degli autori del
Trofeo RiLL.


Per maggiori informazioni sulla presentazione e su "Mondi senza tempo":
http://www.rill.it
http://francescotroccoli.it
http://www.delosbooks.it
info@rill.it



3) "ARMA INFERO I - IL MASTRO DI FORGIA" DI LUCA CARTA

Cambiamo decisamente autore.
Recentemente sono entrato in contatto con Luca Carta che ha scritto due romanzi di fantascienza.
Oggi parliamo del primo.


Arma Infero, l’ultima opera di Fabio Carta, è ora disponibile in tutte le librerie digitali in versione e-Book e Mobi. Arma Infero è un romanzo di fantascienza molto avvincente che cattura il lettore già dall’antefatto e lo catapulta in un pianeta sconvolto dagli eventi di una terribile guerra fra fazioni dotate di armamenti e mezzi iper tecnologici. La storia coinvolgente, ricca di intrighi e di colpi di scena, di momenti stupendi e dolorosi, lascia un segno profondo nel lettore che non può non esimersi dall’immedesimarsi nei protagonisti di questa storia. L’autore mediante una sintassi molto curata ed una terminologia arcaica e tecnica arricchisce l’opera dandole un connotato epico. Il libro è stato sviluppato e pubblicato da Inspired Digital Publishing nella versione e-Book e Mobi entrambe in lingua italiana.

Sinossi:
"E ora, fratelli, lasciate che vi narri di quei tempi, in cui le nuvole correvano rapide sopra gli aspri calanchi e di quando Lakon combatté per noi”.

Su Muareb, un remoto pianeta anticamente colonizzato dall'uomo, langue una civiltà che piange sulle ceneri e le macerie di un devastante conflitto. Tra questi v'è Karan, vecchio e malato, che narra in prima persona della sua gioventù, della sua amicizia con colui che fu condottiero, martire e spietato boia in quella guerra apocalittica. Costui è Lakon. Emerso misteriosamente da un passato mitico e distorto, piomba dal cielo, alieno ed estraneo, sulle terre della Falange, il brutale popolo che lo accoglie e che lo forgia prima come schiavo, poi servo e tecnico di guerra, ossia "mastro di forgia", e infine guerriero, cavaliere di zodion, gli arcani veicoli viventi delle milizie coloniali. Ed è subito guerra, giacché l'ascesa di Lakon è il prodromo proprio di quel grande conflitto i cui eventi lui è destinato a cavalcare, verso l'inevitabile distruzione che su tutto incombe. "

Biografia:

Fabio Carta nasce a Roma nel 1975 dove si laurea in Scienze Politiche con indirizzo storico, sviluppando uno spiccato interesse per le convulse vicende che dall'evo moderno alla contemporaneità hanno visto le evoluzioni, gli incontri e gli scontri tra i popoli e le culture. A questi interessi particolari unisce l'inevitabile passione per la cultura fantastica e avventurosa, prettamente cinematografica e televisiva, comune a quasi tutti i quarantenni della sua generazione che questa cultura l'hanno vista nascere, un fenomeno che solo i successi di Guerre Stellari e Star Trek possono esemplarmente rappresentare (non dimenticando, ovviamente, l'importanza non soltanto sentimentale dei numerosissimi cartoni animati giapponesi dell'infanzia, ossia i primi, leggendari anime "ante litteram”). Per anni impiega il suo tempo libero alla ricerca d'una sintesi tra queste sue predilezioni, un modo creativo, tra disegno e narrativa, per superare il dualismo apparentemente inconciliabile dei suoi interessi. Da un lato tenta quindi di nobilitare gli ambiti cinematografici, televisivi e fumettistici, nonché videoludici - in perfetto stile "nerd" - con uno stile più ricercato e meno banale, mentre dall'altro vuole dotare d'una riscrittura più dinamica e accattivante le nozioni e le cronache "accademiche", affascinanti e immortali, tratte ovviamente dai suoi studi storico-politici e dalle seriose ed ostiche letture a cui volontariamente - di tanto in tanto - si sottopone, tra cui molte delle opere medievali del ciclo bretone e arturiano. Per questo,come molti, non può esimersi dal subire il fascino del fantasy, in particolare della pervasiva poesia ambientale de Il signore degli anelli, che meglio di tutti nella letteratura contemporanea ha saputo coniugare la solennità letteraria col gioco della fantasia. Ma è nella narrativa di fantascienza pura, soprattutto nella space opera, che cerca la sua maggiore ispirazione; e la trova nell'epica mistica di Dune, nella nettezza marziale di Fanteria dello Spazio come nell'intimo, sofferente pacifismo nella Guerra Eterna di Haldeman. E ancora, la sua immaginazione vaga in preda alle vertigini nella vastità narrativa del ciclo di Hyperion, perdendosi nell'immane intreccio "psicostorico" delle varie Fondazioni di Asimov, per finire perduta tra le allucinazioni cibernetiche di Neuromante. Nasce in lui l'idea di poter dar vita ad una sorta di "peplum" narrativo postmoderno, un sincretismo distopico tra fantasy e fantascienza che sia qualcosa di più d'una semplice trasposizioni di poteri magici in tecnologie arcane. Vi sono dame e cavalieri, intrighi di corte e amori a profusione e tradimenti degni di Lancillotto come del Trono di Spade; ma soprattutto storie di guerra, di coraggio e amicizia.Animato da questo intento, inizia a scrivere, creando il mondo di Arma Infero; e in questo mondo ambienta il suo primo romanzo. Impiegato, marito e padre di due figli, che da sempre tollerano pazientemente i suoi momenti di evasione nel remoto spazio siderale, nei ritagli di tempo prosegue indefesso a gettare pianeti, mostri ed eroi dalla tastiera sullo schermo del suo pc, fantasticando sul giorno in cui potrà eleggere la sua passione a professione.

Arma Inferoè disponibile in tutte le librerie digitali nazionali ed internazionali.

-Kobo.    -Google Play      -iTunes        -amazon.com        

4) ESCE " APESHIT" DI CARLTON MELLICK III

Mi scrive anche Marco Carrara, detto il Duca di Vaporteppa, per segnalarmi una nuova uscita della sua editrice. Non una uscita da poco ma una nuova opera di Carlton Mellick III




TITOLO: Apeshit - Pazzi Furiosi
TITOLO ORIGINALE: Apeshit
AUTORE: Carlton Mellick III
TRADUTTORE: Martina Volpe
EDITORE: Vaporteppa - Antonio Tombolini Editore
GENERE: Fantasy, Horror, Bizarro Fiction
PREZZO: 3,99 euro
PAGINE: 151 pagine secondo Amazon (34.700 parole, escluse postfazione e note editoriali)
DATA DI USCITA: 31/5/2016

TRAMA:
Sei adolescenti vanno a passare il fine settimana in una casa isolata tra i monti con l’idea di ubriacarsi, divertirsi e scopare, ma non hanno fatto i conti con i mostri che abitano nel bosco. La strada che porta alla casa in montagna è invasa dalle carcasse di animali di ogni genere ed è solo la prima delle stranezze in cui stanno per imbattersi.
I protagonisti non sono i soliti adolescenti cliché dei film horror. Per esempio, Jason ha un padre che lo obbliga a subire esperienze traumatiche per imparare a non averne paura, mentre la cheerleader Crystal ha una passione malata per la pornografia illegale a tema aborti.
“Apeshit – Pazzi Furiosi” è la dichiarazione d’amore di Mellick ai peggiori film horror di serie B, rivisitando i cliché dell’orrore in chiave Bizarro Fiction e tramutando una storia banale in un’orgia di stramberie. Una parodia splatter satura di follia.
Un’opera divertente e stramba, a tratti pervasa da una fantasia disturbante.

Una storia bizzarra, ma non troppo: buona parte della stranezza è nell’ammasso di problemi mentali e fisici dei personaggi, ma sono tutti problemi reali, che esistono davvero, e la sensazione di bizzarria nasce dall’aver concentrato così tanti personaggi  problematici tutti assieme.
Trovi la presentazione dell’opera sul sito, con un commento sullo stile di scrittura adottato.
Negozi per l'acquisto preferiti:
StreetLib Store (ePub o Kindle) e Amazon (Kindle)


Carlton Mellick III è nato nel 1977 a Phoenix, in Arizona. È uno degli autori principali della Bizarro Fiction. Ha pubblicato decine tra romanzi e romanzi brevi, quasi tutti con Eraserhead Press. Ama scrivere segregandosi per settimane in un motel, senza contatti col mondo esterno, dormendo il meno possibile e lavorando il più possibile fino a raggiungere uno stato mentale in cui anche i sogni che fa trattano ciò di cui sta scrivendo e lo ispirano.

E con questo per il momento abbiamo concluso.
Alla prossima puntata!
Sempre e solo per mia curiosità: quale tra tutte le segnalazioni odierne avete apprezzato maggiormente?

LA LEGGENDA DELLE COGAS. -Prima Parte.

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"Ora è nella notte il momento delle streghe, quando i cimiteri sbadigliano e l’inferno stesso alita il contagio su questo mondo."

William Shakespeare

"Parit sa coga de santu Sisinni!"
(Sembra la strega di s. Sisinnio)
Espressione Sarda.

Sardegna, isola meravigliosa e al tempo stesso difficile, complessa, ricca di contraddizioni. Ancorata nel mare appare quasi come una barriera che sta a guardia del mediterraneo, luogo aspro e passionale che si può solo amare di un amore altrettanto aspro e passionale.

E' una terra orgogliosa, la Sardegna. Orgogliosa come i suoi abitanti, un posto dove le tradizioni più arcaiche s'incontrano con la modernità e dove la benedizione di un dio pagano sembra aver prodotto come risultato un piccolo angolo di paradiso.
Ma anche il migliore dei paradisi possiede le sue ombre.
Ombre che possono far molto male.

Prendiamo le Cogas, ad esempio.
Una delle tante tipologie di streghe presenti nella tradizione sarda.
Certo in alcune parti dell'isola possono essere chiamate anche Bruxas, Surtoras o Surbiles ma alla fine la sostanza rimane la stessa: esseri pericolosi, creature a metà strada tra la strega ed il vampiro che popolavano un tempo i racconti dell'entroterra isolano e di cui si raccontavano le storie ai bambini per spaventarli.


I bambini infatti, anzi i neonati per la precisione, erano le vittime predilette di questo tipo di streghe, se in una casa fosse stato presente un neonato non ancora battezzato, una coga avrebbe senza dubbio tentato di penetrare all'interno dell'abitazione per succhiargli il sangue.
Questo almeno è quanto raccontano le vecchie leggende, e questo è quanto vi ripeteranno gli anziani di molti paesini e gli studiosi di etnoantropologia.

- COSA SOSTIENE LA TRADIZIONE.

Ancora una volta, anche in questo caso ci sono elementi che ritornano, radici comuni anche ad altre tradizioni accompagnati però da bizzarre ( e sanguinose) peculiarità locali.
Già, perchè tutto quello che riguardava il mondo della coga ( o di sa coga, per dirla alla sarda) andava sempre accompagnato col sangue.
E con la morte.
Si poteva nascere strega e si poteva diventarlo.
Nel primo caso ad essere maggiormente esposte erano le figlie femmine, in particolare la settima nata all'interno di una famiglia numerosa e la prescelta spesso durante le ore della veglia ignorava perfino di essere un emissario del Male, nel secondo caso- quello della scelta volontaria- potevano tramutarsi in cogas sia esponenti del sesso maschile che di quello femminile.
In entrambi i casi però la strega possedeva alcune caratteristiche che la rendevano ben riconoscibile, poteva essere una piccola coda, poteva essere la presenza di una croce pelosa dietro la schiena. Oppure poteva essere la presenza di unghie innaturalmente lunghe.
Questi erano i marchi del male.
Inoltre quando la persona prescelta nottetempo si trasformava in strega, indipendentemente dal sesso originario assumeva sempre le fattezze di una vecchia rugosa e bitorzoluta.
Ma anche in animali come cani o gatti,  barbagianni, serpenti (preferibilmente in campagna), mosche e mosconi ( ed in questo caso venivano ritenute anche responsabili del diffondersi di epidemie e pestilenze)
Come detto si poteva anche scegliere di diventare una Cogas.
I motivi potevano essere i più disparati: desiderio di vendetta, invidia, semplice volontà di fare del male. Alle volte poteva essere la tranquilla ed affabile vicina di casa sterile -o più semplicemente vecchia- gelosa della felicità altrui per l'arrivo di una gravidanza.
 Bisognava compiere però un rito ben preciso.





- UNA NOTTE AL CIMITERO.

Narra la tradizione che si dovessero compiere dei passi estremamente definiti; nel caso che nel cimitero locale fosse avvenuta una nuova sepoltura la persona desiderosa di compiere il passo si sarebbe dovuta recare nottetempo, ma solo di venerdì, per asportare il grasso corporeo del defunto. In seguito si sarebbe dovuto mescolare il grasso col sangue di una vergine e con dell'olio santo.
Con quello che ne veniva fuori si sarebbero dovuti ungere determinate parti del corpo, quali i piedi e le ascelle.
Dalla notte successiva sarebbe cominciata la trasformazione.
Con la nuova strega già pronta a compiere la sua demoniaca missione.
Questo è quanto racconta la tradizione 
Come sempre però la realtà storica è ben diversa dalla tradizione.....
( Continua....)

LA LEGGENDA DELLE COGAS - Seconda Parte

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La prima parte è uscita QUI.

"Privare la magia del suo mistero sarebbe assurdo come togliere il suono alla musica."
Orson Welles


"La stregoneria è figlia di tempi negati alla speranza. "
J. Michelet.

C'è sempre un fondo di verità in ogni leggenda, tutte le dicerie perfino le più incredibili o all'apparenza astruse vengono generate da accadimenti reali, da basi logiche .
Bisogna però saperle andare a cercare.
Continuiamo tuttavia ancora un poco a parlare di cosa racconta il folklore sardo in merito alle cogas.

Poiché anche una comunità assediata aveva a disposizione una sorta di difese.

- QUANDO ARRIVA L' OSCURITA'.

 La notte profonda costituiva il regno della strega.
Quando giungeva l'oscurità più nera, le cogas si scatenavano
Una coga era in grado di penetrare in qualsiasi fessura fosse rimasta aperta: con l'aspetto di mosca o moscone attraverso la serratura della porta, sotto forma di gatto attraverso i vetri rotti o le finestre rimaste aperte d'estate.
Nessuna casa poteva dirsi completamente al sicuro, in particolare -come detto nel precedente post- a rischiare maggiormente erano le famiglie dove fosse appena nato un bambino, sangue innocente che veniva considerato particolarmente ambito dalle streghe.
Specie se il neonato non era ancora stato battezzato.
Ancora una volta Sacro e Profano riuscivano ad andare a braccetto assieme
.Esistevano comunque dei rimedi, delle forme di protezione.
Se si voleva tenere al sicuro il neonato, le anziane della famiglia erano solite posizionare sotto al letto o sotto la culla  due spiedi ( i trébini ) rovesciati a forma di croce sopra ad un treppiede rovesciato; al posto degli spiedi si potevano utilizzare in alternativa anche una sedia rivolta verso l'alto.
Così la creatura confusa dalla posizione di questi oggetti sarebbe andata via.
Lo stesso rimedio del treppiede veniva utilizzato da parte delle donne incinte che avessero già partorito in passato almeno sei figlie  femmine, per evitare che la loro settima figlia diventasse lei una coga.
Altre lasciavano vicino alla porta un barattolo pieno di chicchi di grano o una falce dentellata.
In questo modo la strega avrebbe passato la notte a contare e ricontare i maniera compulsiva il numero dei chicchi o dei denti presenti sulla falce fino al sopraggiungere dei primi raggi del sole che l' avrebbe costretta  a scappare.
Ma esistevano anche delle preghiere utilizzate per l'occasione.
Preghiere segrete, tramandate da generazioni e riportate oralmente, i brebus -questo il loro nome- erano fondamentali non solo contro le streghe, ma contro tutte le manifestazioni del demonio.
Questo facevano le donne, ma gli uomini? I padri cosa facevano?
Agli uomini toccava il"lato pratico"della situazione. A loro spettava il continuo riparare di tutte le fessure sulla porta o sui muri, il sostituire tutti i vesti rotti, sprangare tutte le porte e le finestre.
Perfino l'intervento fisico contro sa coga nel caso riuscissero a scoprirla in quegli attimi in cui la magia delle difese l'aveva lasciata sprovvista della sua forza.



Infelice poi il destino del gatto randagio che fosse arrivato nel territorio di in un paese dopo un nuovo parto.
I più fortunati venivano scacciati malamente, gli altri invece.....
Sovente si attaccavano fuori delle porte delle immagini religiose.
Una in particolare.
Quella di San Sisinnio.
L'uomo che secondo la tradizione scacciò il diavolo e le streghe dal paese di Villacidro.

- VILLACIDRO.

Quello di Villacidro è un borgo molto antico, situato nel Sud della Sardegna, nel territorio del Medio Campidano, il luogo è stato abitato sin dall'età del rame, anche la civiltà nuragica ha lasciato forti testimonianze del suo passaggio. Numerosi sono stati i popoli che si sono avvicendati, infinite le generazioni che si sono succedute; il nome stesso Villacidro deriverebbe dal latino "villa citra" cioè "villa oltre il fiume" in ricordo di una villa romana che -forse- sorgeva sulle rive dei piccoli fiumi Linas e Villascema.
Ufficialmente il patrono locale è Santa Barbara, ma provate a chiedere ad un qualsiasi villacidrese su quale sia il santo può amato e la maggior parte di loro vi risponderà che, oltre alla patrona, il vero beniamino locale è Sisinnio.
Il nemico giurato delle Cogas.
 O di Sa Cogas, se preferite.



Scarse sono le notizie su di lui, molto probabilmente si tratta di un giovane  martirizzato sotto Commodo imperatore nell'aprile del 185 D.C. La tradizione parla anche di lui come di una persona dotata di una voce bellissima, quasi quanto quella di un cigno e che sarebbe morto per l'appunto cantando per farsi coraggio durante il martirio.
E in dialetto villacidrese, cigno si pronuncerebbe proprio sisini.
Numerosi sono i canti popolari che gli attribuiscono un potere esorcista e di patrono dei bambini minacciati dalla stregoneria, sull'isola questi canti vengono chiamati "coggius", uno più poetico e straziante dell'altro.
Numerosi sono i miracoli attribuiti, ma i più famosi sarebbero due: l'aver salvato un bambino dai morsi di un nugolo di mosche velenose e l'aver ripetuto lo stesso gesto nei confronti di un secondo infante minacciato stavolta da un serpente.
In entrambi i casi cogas nascostesotto altre forme.


Ogni prima domenica d'agosto si teneva (e si tiene ) una festa in memoria delle sue gesta ed in passato si chiedeva protezione contro il Male; quattro giorni di festa durante i quali - tutte le testimonianze concordavano- all'interno della chiesa non si sentiva volare e non si vedeva nemmeno l'ombra di un insetto, mosca o moscone che fosse.
Ma dopotutto quella contro le mosche deve essere una idiosincrasia molto diffusa a Villacidro visto che invece molto rispettati sono anche i ragni e le loro ragnatele.
Queste sono le leggende.
Vediamo ora la matrice storica.

-UNA PROBABILE SPIEGAZIONE.

Secondo molti studiosi la figura di is coga, della coga potrebbe derivare dai resti un ancestrale culto pagano, in particolare ricorderebbe una  divinità sumera divenuta anche un demone abraico.
Lilith.
E forse c'è qualcosa di vero dato che in Sardegna giunsero anche i fenici ed i loro discendenti cartaginesi, che con quel tipo di mondo avevano più di un contatto. Senza contare gli stessi romani, notoriamente molto curiosi nei confronti dei culti orientali.
Potrebbe essere vero.
Dopotutto molte caratteristiche fisiche coinciderebbero, molti lati del comportamento delle Cogas anche.



Ma c'è anche altro.

A Villacidro storicamente qualcosa è realmente accaduto.
Ci sono documenti risalenti all'inquisizione spagnola (già, anche gli spagnoli sono passati da queste latitudini) risalenti al 1700 D.C. relativi ad un processo nei confronti di sette streghe, sette donne del luogo accusate di praticare arti magiche. Sette persone condannate dall' inquisizione.
In seguito nel corso dello stesso secolo altre tre donne furono imprigionate perché tacciate di aver causato con i loro malefici la morte di diversi neonati.
E sappiamo tutti come si comportava l' inquisizione spagnola, vero?
La situazione perdurò fino al'inizio del 1800.
Rimangono altre testimonianze in proposito.
Preoccupate Missive inviate a Roma dall' Arcivescovo di Cagliari dell'epoca, un certo Falletti o Faletti, in merito ad un eccessivo ricorso a pratiche superstiziose nella parte meridionale dell'Isola.
La Santa Sede rispose creando una Congregazione, quella di San Filippo Neri inviata in seguito in loco.
Cosa successe dopo non è dato saperlo, ma è facile immaginare l'impatto che l'intervento della Chiesa dovette avere in quel mondo rurale, fatto di poche sicurezze e tante difficoltà.
Fatto sta che in quel periodo si assistette ad uno dei periodici incrementi della popolarità e della devozione nei confronti del locale San Sisinnio

- FINE DELLA STORIA.

  Rimarrebbero tante altre cose da dire.
Ma quelle attengono agli Storici e agli Studiosi.
Ed io non sono nessuna delle due cose.
Vi ho solo raccontato-spero nel miglior modo possibile- un' altra Storia.
Villacidro oggi è uno splendido comune di quasi 15.000 anime, dove ancora  si celebra una sfilata in costume in memoria del Santo ScacciaStreghe.
E per quanto riguarda la Sardegna tutta, forse un giorno racconterò qualche altra Storia nata in quella meravigliosa terra.
Siamo sempre stati portati ad immaginare che la superstizione, la paura nei confronti di ciò che non conosciamo o anche il più semplice sospetto verso i diversi siano il risultato di società chiuse ed isolate, di realtà rurali con pochi contatti col resto del mondo
Eppure c'è stato un tempo in cui praticamente tutto il pianeta era costituito quasi esclusivamente da società isolate le une dalle altre.
Quello era un mondo che per quanto ci sforzeremo, per quanto proveremo non riusciremo mai a comprendere fino in fondo.
Ma è da là che veniamo, lì sono le nostre radici.
Radici che, come abbiamo detto più volte in questa nostra serie di post sono straordinariamente comuni, non importano le differenze di etnia, di lingua, di religione o di sesso.
Rappresentano la nostra razza.
Quella degli homo sapiens.

-PER CHI VOLESSE APPROFONDIRE:

Prima di tutto desidero ringraziare lo scrittore Luigi Musolino che nel corso di una conversazione private mi ha fatto scoprire per la prima volta l'esistenza della figura della Cogas.
In secondo luogo ecco alcuni link interessanti in rete che  narrano le stesse vicende e che, in parte, mi hanno aiutato a trovare notizie in proposito:

http://www.contusu.it/i-mostri-sardi/

http://www.villacidro.net/zzz/paesedellestreghe/streghe2.htm

http://www.contusu.it/le-donne-vampiro-sarde-is-cogas/

http://giurtalia.blogspot.it/2012/08/villacidro-il-paese-delle-streghe.html

NEW HORROR : TALKING ABOUT VINCENT SPASARO

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Nelle prossime settimane, prima della chiusura estiva avrò modo di presentarvi quattro interviste ad altrettanti artisti italiani, due in questo mese e due a luglio, certo non sarà la versione 2016 del mese della fantascienza italiana (operazione che ho praticato con molto successo nel marzo dell'anno scorso) ma un modo per proporvi un ulteriore punto di vista su quanto avviene nel nostro paese; quattro diversi operatori (passatemi questo termine poco "artistico" e molto "aziendale") : due scrittori, un editore ed una piccola sorpresa.
A settembre con la riapertura riprenderanno anche le interviste internazionali, per adesso valorizziamo quanto di bello avviene a casa nostra.
Comincio questo mini tour con Vincent Spasaro

Se volessimo limitarci alle scarne note biografiche che circolano in rete dovremmo limitarci a dire che  Vincent Spasaro è nato a Roma (città che ama visceralmente) nel 1972, ha vissuto per un certo periodo anche in Calabria mentre da anni risiede a Piacenza assieme alla moglie e al figlio.

Certo nessuna biografia vi racconterà mai che la passione per l'insolito ed il fantastico nasce nel giovane Vincent grazie a serial quali le produzioni inglesi e gli sceneggiati Rai degli anni '70s, ma a colmare questa lacuna ci penserà per fortuna, il futuro scrittore che non perde occasione per omaggiarle ogni volta che può.

Le note biografiche vi diranno anche che è stato finalista per ben tre volte al premio Urania ed una al Solaria (aggiungo io, visto che le note non lo dicono, che le tre finali al premio Urania furono consecutive e vanno situate cronologicamente tra fine anni 90s e l'inizio del XXI° secolo.)
In seguito dalla fantascienza è passato all'Horror, grazie all'intuizione di un editor molto intelligente quale Gordiano Lupi, che chiama Spasaro ad occuparsi delle collane dedicate al perturbante e al fantastico delle edizioni Il Foglio
Grazie a quell'incontro e a quella collaborazione non solo il nome di Vincent Spasaro inizia a farsi conoscere stabilmente nell'ambiente ma tramite la loro attività vengono scoperti e  lanciati molti autori interessanti

Spasaro non rinuncia comunque a continuare a scrivere e nel 2011 arriva la svolta. quando  Mondadori, all'interno della collana Segretissimo, pubblica Assedio il primo romanzo di Vincent. Per la verità, nelle intenzioni iniziali del direttore dell'epoca, il bravissimo Sergio Altieri la pubblicazione del romanzo viene prevista per un altra collana, ma la contrazione del mercato di quel periodo e la chiusura di molte pubblicazioni spingono la scelta verso Segretissimo in una versione dello scritto depurata di tutti gli elementi soprannaturali, che comunque ottiene un buon  successo (ed in questo caso bisogna riconoscere il merito di Altieri e la sua correttezza nel voler mantenere gli impegni presi nei confronti di un giovane autore)

Assedio si rivela un romanzo importante, duro, che non fa sconti; partendo dalla recente storia del mediterraneo e da avvenimenti controversi come l'assedio realmente subito dalla città di Sarajevo e le guerre nella ex Jugoslavia, l'autore immagina uno scenario cupo ed apocalittico.
 Sullo sfondo di una cittadina accerchiata fantasmi ed entità sinistre sembrano essersi dati convegno, i morti perseguitano e si nutrono delle sofferenze dei vivi, Assedio si dimostra quindi un opera profondamente dark, con  personaggi decisamente non stereotipati quali un negromante conosciuto da tutti semplicemente come il Cieco, una osservatrice dell'ONU e l'agente Stefan Weiss.
Durante le pagine del romanzo alcuni di questi personaggi dovranno rivedere le proprie convinzioni.
Ed i lettori assieme a loro visto che Assedio unisce Thriller, horror, fantascienza ed hard boiled in una summa decisamente molto matura e personale.

Nel 2013 esce una nuova opera scritta da Spasaro, un romanzo intitolato Il Demone Sterminatore ( l'editore è la trevigiana Anordest) nel quale l'autore si diverte a variare tema e genere trattato.
Se in Assedio infatti a farla da padrone erano tematiche più vicine al perturbante in questa seconda opera i topoi sono più ispirati al fantasy, certo si tratta di unfantasy molto cupo, quasi lovecraftiano, una sorta di viaggio d'iniziazione, di romanzo di formazione a tinte forti e fosche.
Una diversità di temi ed ambientazioni che finisce per spiazzare (piacevolmente) più di un lettore, anche se va detto che entrambi i romanzi, sia Assedio che Il Demone Sterminatore ( ma l'autore preferisce ancora il titolo iniziale Fiume senza Rive) nelle loro  stesure originarie risalgono al 2000 e al 2002.

Il rapporto con Edizioni Anordest si rinforza nel 2014 quando la CE di Villorba (TV) decide di ristampare Assedio stavolta nella versione completa e dotata di tutte le scene più specificamente soprannaturali e macabre.
Il resto è storia di questi giorni, recentemente Spasaro ha collaborato con i suoi racconti a diverse antologie (una su tutte è quella ALIA 2.0 di cui ho parlato anche io), più altri progetti in corso.
A breve vi proporrò l'intervista realizzata con lo scrittore.

INTERVISTA CON VINCENT SPASARO

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La scheda sull'autore la trovate QUI.

Lunedì è arrivato ed una nuova settimana comincia. Per rendervi più gradevole il ritorno al lavoro vi propongo l'intervista con lo scrittore Vincent Spasaro.
Ringrazio Vincent per la sua gentilezza e per la sua disponibilità.
A tutti voi auguro una buona lettura, attendo i vostri commenti.


Nick:  Benvenuto su Nocturnia, Vincent è un vero piacere averti ospite delle interviste di questo blog. Come prima domanda ti chiedo di raccontarci dei tuoi inizi e del momento in cui hai deciso di diventare uno scrittore.

Vincent Spasaro: Ciao, Nick, e grazie per questa tua bella intervista.
Da che ricordi mi è sempre piaciuto molto leggere. A un certo punto ho semplicemente creduto di aver qualcosa da dire. Quasi per scherzo ho inviato un romanzo al Premio Urania alla fine degli anni novanta e, avendo ottenuto un certo riscontro fra alcuni appassionati, non ho più smesso. Non mi sono mai identificato con il personaggio dello scrittore preferendo il gioco, la sperimentazione, il lavoro creativo. Provare e riprovare, affinare la tecnica.


Nick:  Sei da tutti considerato come un autore weird o dark fantasy, e infatti le tue opere sono un misto di horror, fantasy e alle volte fantascienza. Cosa ti ha avvicinato al genere fantastico e cosa ami di questo tipo di  letteratura?

Vincent:  Principalmente fortuna. Le inclinazioni di mio padre, gran lettore, sono passate a me tramite l’esempio. Lui ha sempre preferito la fantascienza ma acquistava di tutto, dai contemporanei americani agli autori d’oltre cortina. In più a metà anni 70 trasmettevano in televisione sceneggiati italiani molto ben strutturati e con una chiara impostazione gotica. Più o meno in quel periodo la Rai è stata invasa da produzioni inglesi ancora più oscure. La stagione dei cartoni animati giapponesi mi ha solo sfiorato e l’ho sempre osservata da lontano con diffidenza. Gli sceneggiati italiani e inglesi erano molto complessi, spesso privi di quella tendenza al lieto fine e alla semplicità che poco dopo avrebbe messo radici in televisione grazie alle serie americane attraverso le reti private. Non sottovaluterei poi i fumetti. Leggevo tutte le pubblicazioni della Corno, compresi i racconti dell’ orrore, e quelle della Bonelli. Ricordo Tex fin da piccolissimo, Zagor, i primi Martin Mistère e poi Dylan Dog. E prima ancora Il Gruppo TNT, Nick Raider, Strurmtruppen eccetera.
Inutile negarlo: il fantastico è una specie di droga. Ti fa viaggiare, ti fa stare bene, vivere avventure in mondi sconosciuti, sfuggire a mostri o perire per gioco nel tentativo, esplorare ed esorcizzare le tue paure. Dopo un po’ resti pure in crisi d’astinenza. Il fantastico è una droga molto buona e io non posso farne a meno.

Nick:  In particolare, quali sono stati gli scrittori e le opere che ti hanno maggiormente colpito e formato come lettore prima ancora che come scrittore?

Vincent:  Troppe per citarle tutte. Da piccolissimo adoravo Verne, London e Poe. Poi la Bronte, Tolkien che scoprii a quattordici anni, Lovecraft di cui ricordo ancora il primo racconto letto (“La Ricorrenza”), gli italiani del dopoguerra che narravano la resistenza, i grandi scrittori russi, Marquez, Vance, Bradbury, Dick, molte scrittrici di sf degli anni 70, Eco, Calvino, Bachman che fu il primo King che lessi. Se devo tirare fuori un nome su tutti, James G. Ballard.

Nick:  Come autore prima di giungere alla pubblicazione hai seguito un lungo percorso artistico e formativo, vediamo se ricordo bene: sei stato finalista alla seconda ed ultima edizione del Premio Solaria e poi hai concorso spesso all'Urania piazzandoti in finale per ben tre volte. In seguito hai anche diretto la collana "weird" per le edizioni "Il Foglio" . Ti chiedo quindi nell'ordine: quanto è importante, secondo te la gavetta per uno scrittore e, in seconda battuta, se ti va di indicarci i momenti migliori ed i peggiori di tutto questo percorso artistico e cosa ti hanno insegnato questi momenti.

Vincent:  Ho partecipato a tre finali consecutive del Premio Urania e a un Solaria fra la fine degli anni 90 e l’inizio dei 2000, sempre con romanzi diversi. Poi mi resi conto che quello che scrivevo, indipendentemente dalla qualità, era troppo complesso per rientrare in un genere e quindi essere adatto ai premi di fantascienza. Avevo un esempio in Valerio Evangelisti ma compresi che era stata un’eccezione e non si sarebbe ripetuta. Lasciai perdere.
In quel periodo Gordiano Lupi mi chiese di diventare direttore di collana per il fantastico e l’orrore delle Edizioni Il Foglio. Fu un’avventura che mi diede molte soddisfazioni perché lanciammo autori di grande qualità come l’indimenticabile Giovanni Buzi, Maurizio Cometto, Luca Barbieri il cui “Five Fingers”, ristampato recentemente da Odoya, è un capolavoro dell’horror made in Italy, Lorenza Ghinelli (scoperta da Gordiano, non da me!), Fabio Lastrucci eccetera. Ovviamente io, in quanto direttore di collana, non pubblicai più nulla per Il Foglio- chi avrebbe controllato il controllore?
Lupi è sempre stato un editore illuminato e ha dato opportunità a una quantità enorme di talenti. Mi ha sempre lasciato campo libero nelle scelte e più di una volta ho posto il veto alla pubblicazione di autori abbastanza famosi perché giudicavo le opere non all’altezza, creando dei problemi seri a Gordiano e facendomi più di un nemico. Ora mi rendo conto di come fossi  fin troppo duro, eppure, se tornassi indietro, rifarei tutto alla stessa maniera. E Gordiano non ha mai battuto ciglio. Un grande senza se e senza ma.
Quel periodo mi ha dato tanto e mi ha permesso di crescere. Un’esperienza assolutamente amatoriale e underground ma dichiarata come tale e per questo vitale e fresca.
Se però devo dirti la verità, Nick, non credo che questa gavetta di vent’anni e passa sia servita per davvero. Alla fine ti sfianca soltanto. Come fai a resistere? Quanta gente valida si è ritirata per non aver trovato sbocchi? Se penso che pochi ancora conoscano gente come Clelia Farris o Maurizio Cometto, mi faccio qualche domanda. Se permetti, qualche domanda aperta vorrei farla anche ai blogger, ai giornalisti, ai recensori. Ragazzi, più spirito critico.

Nick:  Mi sembra di aver letto alcune tue dichiarazioni in cui sostenevi che in questa fase alcune persone tra cui Marzio Biancolino, all' epoca redattore della Mondadori, ed il grande Sergio Altieri ti abbiano sempre spronato a non arrenderti ed è grazie a loro che tu hai continuato a scrivere. E vero questo particolare?

Vincent:  Senza alcun dubbio. Non solo loro: anche persone come Daniele Barbieri o lo stesso Gordiano Lupi, e più avanti Sabina Guidotti e Danilo Arona. A Sergio Altieri devo moltissimo perché mi ha pubblicato quando avevo ormai perso le speranze.  “Assedio” sarebbe potuto uscire nei primissimi anni duemila quando Gaiman, Ruff e Mieville si andavano ancora affermando in Italia: credo di poter tacciare l’editoria italiana di una certa miopia senza esagerare troppo.

Nick:  L'anno della svolta è il 2011, quando il tuo romanzo "Assedio", viene pubblicato sul #1576 della collana "Segretissimo" della Mondadori.  "Assedio"è uno dei frutti  proprio di quel periodo di gavetta di cui parlavamo prima. Raccontaci come il romanzo arrivò alla pubblicazione e le sensazioni che provasti quando vedesti il tuo primo romanzo pubblicato.

Vincent:  In realtà “Assedio” sarebbe dovuto essere pubblicato in Epix che però chiuse i battenti prima che avessi in mano il contratto. Altieri disse che avrebbe tenuto fede alla parola data e lo piazzò in Segretissimo. Stiamo parlando di una persona che non avevo mai visto in vita mia e con cui avevo scambiato solo un paio di mail. Non aveva alcun dovere nei miei confronti. Non so se mi spiego.
Chiaramente fui felicissimo. Senonché, appena pubblicato il romanzo, la Mondadori rimase stranamente in silenzio. Venni a scoprire più tardi che, nonostante Assedio avesse venduto molto bene, il nuovo direttore aveva deciso (legittimamente: una giusta scelta di conservazione) di dare un corso più canonico alla testata di spionaggio, per cui io non sarei stato della partita. Amen.

Nick:  Leggendo "Assedio" mi sembra di riscontrare una unione tra tematiche Lovecraftiane (l'impreparazione a comprendere ed affrontare l'ignoto), impressioni ballardiane ( le mostruosità dell'animo umano) e per finire temi apocalittici con ispirazioni tratte da serie inglesi anni 70 (sarà una combinazione ma mi sono venute in mente il Doctor Who con Tom Baker, I Sopravvissuti di Terry Nation e Zaffiro ed Acciaio di P.J. Hammond)
Sono impressioni sbagliate le mie?

Vincent:  Hai centrato in pieno le influenze confluite nel romanzo. Sono comunque umori che io stesso ho colto solo a posteriori. Gli sceneggiati inglesi, soprattutto, devono essersi sedimentati profondamente poiché non pensavo certo a Spazio 1999 mentre scrivevo! Eppure qualcosa di quelle atmosfere si percepisce. Aggiungo anche l’hard boiled più cupo e un certo amore per la sceneggiatura per il cinema. Il romanzo è molto veloce e denso, cinematografico.

Nick: Sempre in "Assedio" lo scenario dei fantasmi che imperversano in una città assediata è mutuato- nemmeno troppo velatamente ai giorni tragici del vero assedio di Sarajevo. Da cosa deriva l'interesse per questo evento storico?

Vincent:  L’averlo vissuto. Voglio dire: le guerre, gli assedi, li abbiamo studiati a scuola. Ci capita di osservare al telegiornale luoghi esotici che stanno dall’altra parte del mondo: i bombardamenti sono simili a quelli dei film. Non c’è purtroppo alcuna vera immedesimazione. Sarajevo fu la prima guerra alle porte di casa nostra, una guerra che alla mia generazione è mancata nel bene e nel male. Vidi da vicino la viltà politica italiana, la pochezza della sinistra e il pelo sullo stomaco della destra. Le ideologie cadevano a pezzi di fronte alle atrocità, eppure a nessuno pareva importare nulla. Una situazione simile a quella dei migranti di oggi, se ci pensi. Tanti proclami ma i disperati continuano ad affogare a poca distanza dalle spiagge dove noi facciamo il bagno.

Nick:   Con il tuo secondo romanzo, "Il Demone Sterminatore" uscito nel 2013 cambi decisamente registro, al punto che le due opere sembrano quasi scritte da due persone diverse. E' stata una scelta voluta?

Vincent:  Sì. Ne “Il Demone Sterminatore”, ovvero”Fiume Senza Rive” che è il vero titolo, volevo creare un gioco di scatole cinesi in cui confluissero epica e lirica, e, se mi permetti, dimostrare che anche noi italiani possiamo scrivere fantasy a un certo livello. Se possibile “Il Demone” è ancora più orrorifico, spaventoso e cupo che “Assedio”, ma in una maniera differente, più letteraria. Sono molto orgoglioso di quel romanzo che continua a vendere e a mietere consensi inaspettati a distanza di anni nonostante il silenzio assordante della critica paludata. Il tempo alle volte è galantuomo.

Nick:  Il Demone Sterminatore" parte da un presupposto molto interessante, quello di una creatura, un'entità che compie un deicidio. Come ti è venuta l'ispirazione per questo romanzo?

Vincent:  Bella domanda. Probabilmente più di ogni altra cosa ha influito il mio essere meridionale, aver vissuto la nostra religiosità cupa e sanguinaria che contrasta fortemente col sole delle piazze; l’ombra buia e gelida delle cripte, i contrasti a volte cruenti delle nostre regioni dove boschi aggrovigliati e monti impervi rendono possibile rapimenti e feste primordiali. Nel romanzo cercavo di sperimentare un connubio inedito fra fantasy, fantascienza e orrore cosmico. Spero di essere stato originale e soprattutto di aver dipinto luoghi credibili e personaggi di spessore, cosa abbastanza difficile nel fantasy.

Nick:  Al centro dell'opera sembra essere molto forte anche il tema del viaggio, della caccia e della trasformazione. Possiamo definire "Il Demone Sterminatore" come un romanzo di "formazione" in chiave dark ed apocalittica?

Vincent:  Se di romanzo di formazione si tratta, sta’ sicuro che una simile formazione in alcune nazioni odierne garantirebbe la condanna a morte al suo autore. È un romanzo di dubbi ancestrali, di paure, come smuovere cose morte in luoghi proibiti. Penso che riesca a scuotere il lettore a livelli profondi, al di là del semplice intrattenimento. Secondo me quando lo finisci non ti senti benissimo. Magari devi andare a prepararti una camomilla. E allora ho vinto io.

Nick:  Dicevamo prima che sei considerato uno scrittore  "Weird" o di "Dark Fantasy”. Ti ritrovi in questa descrizione o la ritieni riduttiva ? E nel caso come definiresti le tue opere?

Vincent:  Mah. Non sono un critico. Spetta a loro tirare fuori definizioni.
Probabilmente sono uno scrittore horror. Solo che il pubblico spesso per horror intende un romanzo dove c’è un tizio che ammazza tutti o un sacco di zombie affamati, così come identifica la sf con distopie cinematografiche che romanzi come The Drowned World hanno reso preistoria da più di mezzo secolo. Quello è stato già fatto, gente. Un po’ di fantasia!
Mi piace piace narrare storie pazzesche, renderle credibili pensando sempre a un pubblico internazionale, mettere il lettore in un tritacarne e farlo divertire così. Spero di riuscirci. That’s all, folks.

Nick:  Sei sempre stato molto attento alla caratterizzazione dei personaggi e allo scenario. Quale dei due elementi -per te - conta di più ai fini della riuscita del romanzo?

Vincent:  Domanda seria, di peso. Ai fini di un romanzo conta più l’idea di una città in guerra dove i fantasmi perseguitano di notte i sopravvissuti o prevalgono le scelte e le personalità delle donne e degli uomini che lottano contro queste entità maligne? È più interessante descrivere un mondo costituito da un fiume senza rive né fondo o coloro che vi navigano sopra? Alla fin fine ciò che risalta secondo me è sempre il personaggio. O corri a perdifiato dietro a Stefan Weiss nella notte di Sarajevo o lo lasci andare incontro al suo destino, qualunque sia. O decidi di navigare insieme al centauro Onnau in mezzo a nebbie o lo lasci affogare dentro al grande fiume. Se preferisci, contano il dramma, l’identificazione o la repulsione del lettore. Il romanzo d’idee non regge se non ha dietro dei grandi personaggi a supportare queste idee. Se non hai buoni personaggi, meglio lasciar perdere e metterti a dipingere.


Nick:  Secondo le tue impressioni di addetto ai lavori Qual è lo stato di salute della narrativa di genere fantastico in Italia?

Vincent:  Ne parlavo l’altro giorno col mio amico Daniele Barbieri che mi dice esserci molto fermento e tanti bravi autori. Non ho però una conoscenza tale da poter dare un giudizio informato. Noto che oggi ci si fa le ossa pubblicando e forse vent’anni di gavetta sono troppi ma zero sono troppo pochi. Forse gli editori dovrebbero fare il proprio mestiere e gli autori pure. Forse i traduttori dovrebbero essere pagati il giusto, gli autori denunciare le case editrici che li truffano e non restare in silenzio per paura di non avere più mercato, gli editor e i correttori di bozze essere portati sugli scudi e non marcire lavando i piatti.

Nick:  Si parla sempre di una sorta di prevenzione da parte dei lettori verso gli scrittori italiani, in passato probabilmente sarà stato anche così, ma secondo te come attualmente come stanno le cose?

Vincent:   Parliamo di vendite. Anni fa ci fu l’exploit di Evangelisti, poi la Ghinelli, ora Carrisi. Non mi pare che si portino dietro una valanga di nomi. Vendono sempre Camilleri e Saviano: ottimo, ma mi pare un po’ poco. Credo che di diverso oggi vi sia semplicemente internet che può aggregare più facilmente gli autori. Ma i lettori mi paiono ancora più intimiditi di prima.

Nick:  Tra i tuoi colleghi scrittori italiani e stranieri quali sono quelli che segui con maggiore attenzione ed interesse?

Vincent:   Fra gli stranieri, il mio vero e proprio mito rimane sempre Dan Simmons. Inarrivabile. Lo considero uno spirito affine e un maestro, fatte sempre le debite proporzioni. Poi Barker, King, Straub, Deaver, Lansdale, Harris, la Prantera, Mieville eccetera.
Per quel che riguarda gli italiani, i mostri sacri sono sempre Evangelisti, Arona, Nerozzi, Sclavi, Catani, Curtoni (purtroppo scomparso qualche anno fa), lo stesso Altieri. Una o più generazioni di grandissimi scrittori dal valore internazionale.
C’è sicuramente una nuova schiera di eroi che vuole uscire allo scoperto. Non mi sento in grado di dare giudizi assoluti perché ho ancora tanto da leggere, ma credo che compito dei critici sia guardare sempre a chi abbia qualcosa di nuovo e personale. Vuoi dei nomi? Okay. Nella fantascienza credo che Clelia Farris abbia davvero una marcia in più grazie al suo sguardo personalissimo che ricorda le scrittrici della sf sociologica come la Le Guin, la Tepper, la Van Scyoc eccetera. Nel fantastico senza alcun dubbio Maurizio Cometto che ogni buon fan di Ligotti dovrebbe leggere e adorare senza riserve: sorta di punto d’incontro fra realismo magico e fantastico colto italiano del dopoguerra, ma con un’impronta dark, gotica che lo rende un grande del presente. Mi piacciono molto i gialli orrorifici di Cristiana Astori per la loro freschezza che rinnova il genere e anche per il profumo della cinematografia degli anni 70 che gli americani c’invidiano: in qualche modo è lei l’erede del grande Danilo Arona. Nell’ horror trovo divertenti i vampiri zombie di Claudio Vergnani, coi suoi protagonisti sempre indecisi fra l’hard boiled e lo humour nero. E poi lasciami dire di una grande autrice come Lorenza Ghinelli, partita con un horror tesissimo come Il Divoratore e poi approdata a un mainstream maturo e drammatico.



Nick: Torniamo per un attimo alle influenze d'infanzia, se non erro sei un grande appassionato dei vecchi sceneggiati RAI, vero? Su Facebook ho visto che a Roma sei stato a Via Margutta e negli altri luoghi dove è stato ambientato il Segno del Comando....

Vincent:   Ah, ah, ah! Quando abitavo a Roma facevo spesso dei veri tour dei luoghi del Segno del Comando. Quello sceneggiato dipingeva una Roma magica, molto vicina a come la vedo io e ben diversa dai film comici o sentimentali che impazzano e danno della città un’immagine provinciale e becera. Probabilmente grazie alla pessima, limitata visione che abbiamo del nostro mondo, stiamo riuscendo a imporre ai nostri figli un luogo sempre peggiore e più angusto. Possiamo dire che la fantasia forgia la realtà.

Nick:   Recentemente sei stato tra gli autori che hanno aderito all' antologia ALIA EVO 2.0. Parlaci di come è nata questa tua collaborazione e svela qualcosa del tuo racconto ai lettori di Nocturnia.

Vincent:  Il colpevole è Fabio Lastrucci, amico fin dalle esperienze con la Malatempora e autore raffinatissimo, dotato di un humour raro che stempera le atmosfere gotiche di molte sue opere (pensa ad esempio a “L’Estate Segreta di Babe Hardy”, romanzo estremamente originale). Con Fabio abbiamo fra l’altro scritto un racconto horror a quattro mani che trovate qui: http://www.terrediconfine.eu/lodore-dellombra/
Insomma, Fabio mi ha presentato alle due eminenze grigie di Alia, Silvia Treves e Massimo Citi, che hanno creato una rivista-capolavoro capace negli anni di lasciare il segno grazie anche a traduttori illuminati come Massimo Soumaré. Da quella rivista sono passati e passeranno probabilmente molti autori di punta del fantastico nazionale. Sul racconto scelto, “Navigatori delle Lunghe Distanze”, ho per te un bell’aneddoto. Doveva apparire su rivista moltissimi anni fa ma ne bloccai la pubblicazione dopo che su quelle pagine era apparso un articolo in cui si sosteneva che l’omosessualità fosse una malattia da curare. Il racconto è pura sf spaziale, ovviamente condita di sangue come potete aspettarvi da Spasaro. Sono molto orgoglioso anche del racconto uscito nella precedente edizione di Alia, “L’Arsenale dei Cuccioli”, già uscito nel 2009 sulla rivista Pollicino. Secondo me è uno dei miei racconti migliori e ho visto che in seguito l’idea è stata “ripresa” in un film canadese. Anche questo fa piacere.

Nick:   Progetti futuri. di cosa ti stai occupando adesso e cosa dobbiamo aspettarci da Vincent Spasaro nel prossimo futuro?

Vincent:  Vari progetti su cui preferisco non sbottonarmi fino alla completa realizzazione. L’unica precisazione che voglio fare è: aspettatevi sempre qualcosa di nuovo. Sono qui per spaventarvi e stupirvi.

Nick:  Bene, è tutto, nel ringraziarti per la tua disponibilità e per la tua gentilezza ti chiedo se esiste una domanda alla quale avresti risposto volentieri e che io invece non ti ho rivolto?

Vincent Spasaro:  Sei stato gentilissimo ed esaustivo, Nick. Grazie e complimenti per il tuo bellissimo blog!

ACCADE IN ITALIA # 16 - Le Altre Segnalazioni di Giugno !

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Seconda parte delle segnalazioni di giugno (la prima la trovate QUI) in attesa della chiusura estiva del blog. A settembre tutto il comparto italiano potrebbe subire delle trasformazioni. Per ora riprendo una bella tradizione, quella di accompagnare la rubrica Accade in Italia con delle immagini  di giovani talentuosi e promettenti illustratori italiani, in questa puntata ritroviamo la brava Paola Cocchetto, una valente artista trevigiana che abbiamo già ospitato in passato.

"Bubbles" di Paola Cocchetto
Copyright e diritti dell'artista.

Bella immagine, vero?
Cominciamo con le segnalazioni.

1) "STRINGS", UN FILM DI FANTASCIENZA ITALIANO.

La prima segnalazione non riguarda un libro, quanto piuttosto l'ambiente cinematografico.
Ed è anche una segnalazione che parte da lontano.
Due anni fa venni contattato da un gruppo di filmakers di Bolzano riunitisi in una vera e propria casa produttrice professionista: la FrabiatoFilm
All'epoca il motivo del contatto fu un proetto ben preciso, il tentativo di realizzare un lungometraggio di fantascienza, il titolo del film che stavano producendo era Strings.


Trovai il progetto interessante, meritevole di citazione e pubblicità, di conseguenza decisi di intervistare Alessio Vasarin, il giovane presidente e lead director della Frabiato.
L'intervista uscì sulla blogzine Il Futuro è Tornato, le cose poi andarono come sono andate: Il Futuro è Tornato ha  chiuso, io sono andato per la mia strada e gli altri autori per la loro, recentemente poi il materiale è andato offline ( e quindi almeno di avere l'invito non è più visionabile) compresa quella mia intervista.
A febbraio di questo anno però Alessio Vasarin mi ha ricontattato annunciandomi della fine del lavoro e della avvenuta realizzazione di Strings.
L'occasione mi permette di poter riparlare di questa produzione indipendente (anzi mi scuso con i ragazzi di Frabiato per non averlo fatto nei mesi scorsi.
Cercherò quindi di riproporvi l'intervista con l'aggiunta di nuove domande realizzate per l'occasione e presto vi darò altre informazioni in merito.



Nel frattempo Strings ha circolato per vari festival internazionali vincendo anche qualche premio.
Quindi per ora vi lascio i link della Frabiato ( QUI e QUI ) e la scheda del film (contenente trama, clip, cast e foto della pellicola)
In più, qui trovate il trailer ufficiale.
Ne riparleremo presto.


2) " UN COLPO ALLA SPERANZA" DI MARCELLO GAGLIANI CAPUTO


Torniamo a parlare di editoria
Mi contatta Marcello Gagliani Caputo, per segnalarmi l'uscita della sua nuova opera.




Dopo il racconto “Protocollo 19”, Marcello Gagliani Caputo torna a raccontare l’apocalisse zombie nel romanzo “Un colpo alla speranza”, disponibile in esclusiva su Amazon in ebook e cartaceo.

TRAMA - In seguito a delle misteriose aggressioni avvenute durante un corteo di protesta nel centro città, in pochi giorni Roma piomba nel caos, in mano a orde di folli cannibali che uccidono e saccheggiano le strade della Capitale. Dopo due settimane dai tumulti, in una città ormai distrutta e abbandonata, Marco e Pietro, la cui amicizia è nata proprio durante i disordini, decidono di lasciare Roma nella speranza di congiungersi con la sorella di Marco, a Sabaudia. Il loro sarà un viaggio pieno di insidie, in cui incontreranno altri sopravvissuti, ma grazie al quale scopriranno, soprattutto, che fine ha fatto il mondo che conoscevano.


Ebook: http://www.amazon.it
Cartaceo: http://www.amazon.it


L'AUTORE: Marcello Gagliani Caputo è nato a Palermo il 30 ottobre 1974 e vive a Roma con la famiglia. Ha pubblicato diversi saggi di cinema, tra cui le guide al cinema di Stephen King e della coppia Bud Spencer e Terence Hill e “Universal Monsters - L'epopea dei mostri in bianco e nero”. Agli zombie ha dedicato gli ebook “Zombie al cinema” e “Zombie in TV”, mentre alla Juventus la collana “Almanacco Juventino”, “Da Platini a Pogba - La Juventus dei campioni francesi” e “Paulo Dybala. La Joya argentina”. Ha raccontato la storia della Champions League in “Champions Italia - Le italiane e la coppa dei Campioni” ed è autore dei racconti “L'ultima corsa”, “Il gioco”, “Protocollo 19” e “L'uomo col papillon”.
Il sito dell'autore è http://marcellogaglianicaputo.blogspot.com

3) NOVITA' NERO PRESS IN EDIZIONE DIGITALE.

Mi scrive anche la Nero Press per informarmi riguardo alle loro ultime uscite.


Giugno comincia con il thriller! Che voi preferiate l'avventura bizzarra di Rin Tin Tin Tabasco (Vol. 1) – Si muore soli a Meow York City, con i suoi personaggi antropomorfi e la versione felina del detective Marlowe, o il soprannaturale di Note rosso sangue (Apollinare Neiviller’s story), nel quale l'ispettore Apollinare Neiviller deve districarsi tra riti satanici e demoni, il thriller e il noir sono i protagonisti delle novità digitali di Giugno della Nero Press Edizioni.


Meow York City, 1920. I ratti tramano, i cani vivono reclusi in un quartiere-ghetto, i felini sonnecchiano. Il Detective Privato Rin Tin Tin Tabasco è un gatto color carbone che si guadagna da vivere ficcando il naso nei loschi affari di una città lasciva e sonnolenta, tra una sbronza al bancone dell’Hell’s Kitten e uno spuntino a base di pesce. Una gattina calico verrà a scuoterlo dal suo cinico torpore, trascinandolo in una vicenda di sangue e cemento. Tabasco si lascerà coinvolgere, nonostante sappia bene che “le calico portano solo guai”.





Rin Tin Tin Tabasco (Vol. 1) – Si muore soli a Meow York City
di Manuel Crispo
Prezzo: € 0,99
Collana: Intrecci
Link per l'acquisto.



L’ispettore Apollinare Neiviller non è una persona qualunque. Alla morte dell’unica figlia tenta il suicidio al Black Sabba, che non è un locale qualsiasi, ma il destino ha ben altro in serbo per lui. Precipitato in un’indagine di riti satanici e demoni, scopre che la sua condanna di parlare e vedere i morti può diventare un vantaggio. Con l’aiuto di Caronte, il nano titolare di un negozio bizzarro quanto il suo padrone, di sua figlia Giulia, tornata dall’aldilà per non lasciarlo solo, e di Cristina, vittima del caso su cui sta indagando, vivrà la sua prima avventura da Cacciatore. Scoprirà che il mondo è molto diverso da quello che ha sempre immaginato…

Note rosso sangue (Apollinare Neiviller’s story)
di Salvatore Stefanelli
Prezzo: € 0,99
Collana: Insonnia
Link per l'acquisto.

4) "ARMA INFERO II - I CIELI DI MUAREB".

Se nella precedente puntata di Accade in Italia avevo parlato del primo volume della serie scritta da Fabio Carta, adesso è giunto il momento di affrontare il secondo capitolo

Presentazione del romanzo

I Cieli di Muareb è il secondo tomo della stupenda saga di fantascienza ARMA INFERO che, con il primo volume Il Mastro di Forgia, ha saputo catturare l’interesse di moltissimi lettori sia appassionati del genere che non. Un romanzo epico, che riporta il genere della fantascienza alle sue origini con protagonisti carismatici in tutti i loro tratti, mezzi tecnologici di distruzione terrificanti, guerre planetarie, storie coinvolgenti ricche di gesti estremi e disperati alla ricerca di una speranza ormai perduta.
Anche in questo volume Fabio Carta riesce a condurre il lettore durante tutti gli avvenimenti ed i colpi di scena della sua stupenda storia, coinvolgendolo con le gesta, gli amori, i drammi, i dubbi e le scelte difficili che affrontano quotidianamente i suoi protagonisti.
Arma Infero - I Cieli di Muareb è un romanzo pubblicato e sviluppato da Inspired Digital Publishing. Potete trovarlo nei formati eBook, ePub e Mobi in tutti gli store digitali consultabili dal vostro smartphone, tablet o e-reader.



Sinossi

Lakon e Karan sono divisi. Karan, con l'amata Luthien, si trova a sud nell'esotica e rigogliosa Gargan mentre, Il Mastro di Forgia, prosegue la sua ricerca nelle remote lande boreali. Pur così lontani i nostri protagonisti vedranno intrecciarsi nuovamente le loro storie sullo sfondo di una guerra civile dove, la furia cieca dell’uomo, scatena il potere di nuove e terribili armi. Contro queste barbarie, la cavalleria coloniale, è costretta ad evolversi crescendo e diventando qualcosa di diverso e migliore.
Tra intrighi e lotte interne, la Falange, potrà trovare la forza di levarsi sopra le bassezze e i tradimenti del nemico solo grazie a Lakon e alla sua arcana sapienza che la porteranno su in alto fino a solcare i cieli di Muareb.

Biografia

Carta Fabio, classe 1975; appassionato di fantascienza ma anche dei classici della letteratura, come i romanzi del ciclo bretone e cavallereschi in generale; laureato in Scienze Politiche in indirizzo Storico - Politico, ha scritto “I Cieli di Muareb” dopo il fortunato esordio con il suo primo romanzo, “Il Mastro di Forgia”, primo volume della saga di Arma Infero.
Impiegato, marito e padre di due figli; nei ritagli di tempo concessi dal lavoro e dalla famiglia - abituata a tollerare pazientemente i suoi momenti di evasione nel remoto spazio siderale - Fabio prosegue indefesso nella stesura della sua saga, gettando complotti, guerre ed eroi dalla tastiera sullo schermo del pc, fantasticando sul giorno in cui potrà eleggere la sua passione a professione.

https://store.kobobooks.com/it-it/ebook/arma-infero-ii

https://www.bookrepublic.it/book/9788894182002-arma-infero-ii/

http://store.streetlib.com/arma-infero-ii

https://play.google.com/store/books/details/Fabio_Carta_Arma_Infero_II?id=KbMuDAAAQBAJ&hl=it

https://itunes.apple.com/it/book/arma-infero-ii/id1114845976?mt=11

https://www.amazon.it/Arma-Infero-II-Cieli-Muareb-ebook/dp/B01FTA2260/ref=pd_rhf_gw_p_img_1?ie=UTF8&refRID=3CQKBVEGKC5HXDBVRF3W


E con questo è davvero tutto per questo intenso (in tutti i sensi) mese di giugno.

Illustrazione di Paola Cocchetto
Copyright e diritti dell'artista.
Non ho ancora deciso se a luglio ci sarà un' altra puntata di Accade in Italia, staremo a vedere....
Prima di lasciarci vi propongo un'altra splendida immagine di Paola Cocchetto, bella anche questa vero?

TALKING ABOUT ANDREA "JAROK" VACCARO

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La settimana prossima vi proporrò una nuova intervista.
Stavolta a sottoporsi alle domande di Nocturnia sarà Andrea Vaccaro, il fondatore e direttore della casa editrice Hypnos, un editore che si sta dando molto da fare principalmente nel settore weird

Andrea Achille Vaccaro, ma spesso il nome viene anche accompagnato anche dal nick name Jarok ( e nell'intervista verrà spiegato anche l'origine di questo soprannome) è uno di quegli operatori del settore nati e formatisi nel campo delle fanzine , un mondo ormai scomparso, un ambiente fertile quello delle riviste cartacee amatoriali realizzate spesso in fotocopia -e prima ancora in ciclostile - e distribuite in piccolissime tirature.
Un fenomeno spesso sottovalutato, troppe volte dimenticato ma dal qual si sono fatti le ossa molti appassionati ed esperti, comprese molte persone che oggi pubblicano in maniera professionale.
Ma andiamo per ordine.


Andrea Vaccaro nasce a Milano il 21/10/1970 e grazie al padre appassionato di SF il giovane comincia ad appassionarsi di letteratura di genere fantastico. Certo ci sono alcuni autori che formeranno maggiormente il futuro esperto: Lovecraft; Borges; Ballard.... in seguito arriverà anche il britannico Aickman ma in pratica Jarok comincia a conoscere tutti gli aspetti del fantastico.
Nel corso degli anni il giovane alternerà gli studi universitari in Lettere (indirizzo classico) al'attività nel fandom
Il vero debutto avviene nel 2000, grazie all'incontro con un altro appassionato: Luka Kermo Baroncinj
L'occasione è una proposta di collaborazione su una fanzine
Il nome della pubblicazione è Avatar, una delle migliori del settore.
E dopo alcuni articoli il passo all'organizzazione editoriale della stessa è breve.



Ma Andrea Vaccaro non si limita a questo, poco alla volta comincia a diversificare le sue attività: sempre a partire dal 2000 il "nostro" comincia a gestire lo shop online Il Bazaar del fantastico, probabilmente il primo negozio on line dedicato ai libri sf; fantasy ed horror


Così come continua la stesura di ottimi articoli stavolta scritti per riviste professionali.
In particolare per, l'appena rinata, rivista Robot Vaccaro (sempre in compagnia dell'amico Baroncinj) scrive tutta una serie di interventi relativi all'universo degli appassionati dal 2003 al 2009.
Sono anni di grandi trasformazioni che riguardano i settori del fandom e dell'editoria: gli anni della quasi definitiva scomparsa delle fanzines; del progressivo passaggio dalla carta al digitale; della sempre maggiore importanza dei club di appassionati di serie televisive
Tutti fenomeni che  Jarok e Baroncinj  finiranno per documentare.

Ma c'è una cosa che continua ad interessare Andrea Vaccaro, una cosa che finirà per diventare l'attività della sua vita
Ed è l'amore per il weird e l'horror.
C'è tutto un universo di autori, di romanzi e di racconti che non sono mai arrivati nel nostro paese: autori non tradotti, autori dimenticati sia italiani che stranieri,  scrittori delle origini, precursori de genere che meriterebbero di essere coperti o riscoperti, presentati o ripresentati ai lettori di oggi
Stiamo parlando di autori classici come Robert W. Chambers con il suo fondamentale classico Il Re in Giallo; il già ricordato Robert Aickman, ma anche di contemporanei come Thomas Ligotti o il canadese Simon Strantzas
Piano piano Vaccaro si occuperà di tutti loro e di altri ancora.
Si comincia ancora una volta con una fanzine, nata quasi per gioco nel 2007 e chiamata Hypnos.
Quasi un nomen omen.
Hypnos rivista amatoriale dura nove numeri ma ancora non basta.
Ben presto (nel 2010 precisamente) nasce una vera e propria Casa Editrice con il medesimo nome mentre nel 2013 arriva una nuova e definitiva incarnazione di Hypnos rivista, tutt'ora in corso con il meglio del perturbante e del weird internazionale
Nel corso di questi ultimi tempi Hypnos si rivela una delle più belle realtà nostrane nel campo del perturbante ( altre sono sicuramente laCut Up Publishing; la Indipendent Legions, la Nero Press; la Dunwich e la Acheron ognuna con le sue giuste differenze e specificità). Sono nate diverse collane, iniziative interessanti come il Premio Hypnos dedicato a scrittori italiani, la traduzione delle antologie Year's Best Weird Fictione tanto altro ancora di cui parleremo nel corso dell'intervista.
Parlare di Vaccaro significa parlare di una parte importante dell'editoria di genere italiano ( tra le altre cose, il nostro  attualmente oltre alle questioni Hypnotiche si occupa delle bibliografie per la collana di Mondadori Urania Collezione)



Presto vi proporrò l'intervista con Andrea Jarok Vaccaro, che tra le altre cose , uscirà in contemporanea sia su Nocturnia che su TrueFantasynell'ambito del progetto Pax Fantascientifica)
Per il momento è tutto.
Dimenticavo? Cosa state dicendo? Non sapete bene cosa è il weird?
Non c'è problema vi ripropongo la definizione che diedi a suo tempo in una mia precedente recensione:

-IL WEIRD

Il "Weird" non è un genere unico ed univoco che si possa catalogare facilmente ma un qualcosa di contiguo ai generi del' Horror e al Fantasy, in cui vengono inseriti tutti quei racconti e romanzi talmente "strani" ( e "strano"è infatti la traduzione italiana di "Weird" ) o macabri, soprannaturali, bizzarri o semplicemente ambigui e stravaganti da non poter essere iscritti negli altri generi.
Anche un racconto di fantasmi o di entità aliene può essere "Weird" l'importante è comunicare un determinato stato d'animo o quella certa sensazione di straniamento rispetto ad orrori così enormi (o semplicemente così "altri") da non poter essere compresi a livello razionale.

INTERVISTA CON ANDREA "JAROK" VACCARO

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Questa intervista nell'ambito del Progetto di collaborazione tra bloggers denominato "PaxFantascientifica" uscirà in contemporanea sia su Nocturnia che sulla blogzine TrueFantasy ( qui )
L'intervistato di oggi è l'esperto ed editore Andrea "Jarok" Vaccaro, grazie a lui poniamo i riflettori su uno degli aspetti del fantastico più indefiniti e meno catalogabili: il weird!
Ringrazio Andrea per la sua gentilezza e per la sua disponibilità (ed anche per alcune chicche ricevute in anteprima riguardo alle future attività della Hypnos)
A tutti voi auguro, una buona lettura e vi ricordo che QUI trovate la mia scheda su Andrea Jarok Vaccaro

Nick:   Benvenuto Andrea, sono molto felice di  averti ospite di Nocturnia (e di TrueFantasy)  Anche se quest'intervista verterà molto sul tuo lavoro come fondatore e direttore della Casa Editrice Hypnos vorrei dedicare anche ampio spazio all' Andrea Vaccaro appassionato e al tuo lavoro come saggista e articolista. Cominciamo dunque con l'Andrea Vaccaro  appassionato. Mi piacerebbe sapere quando è nata in te l' amore per la narrativa fantastica e perché? 

Andrea Jarok Vaccaro:  Ciao Nick! Innanzitutto grazie per avermi voluto come ospite di Nocturnia. La mia passione risale a ormai molti anni fa. Come per molti tutto è nato dall’incontro con la biblioteca di casa. Mio padre era, ed è tuttora, appassionato di fantascienza, e il mio primo incontro con il genere è stato un numero di Urania, Mitologie di un Futuro Prossimo di Ballard. Un buon inizio, non c’è che dire! Da lì mi sono immerso nei vari volumi della collana della Nord, Cosmo Argento, dove ho scoperto uno degli autori che più mi hanno coinvolto quand’ero ragazzino, ovvero Robert Silverberg. Brivido Crudele, Mutazione, Torre di Cristallo, sono tra i romanzi che più mi hanno segnato. Da lì la passione si è estesa a tutto il fantastico, e poi è arrivato Lovecraft


Nick:  In particolare tu sei conosciuto edassociato al genere  "weird". Cosa ti ha spinto ad appassionarti proprio di quel settore particolare del fantastico? E soprattutto, ci daresti una tua definizione su cosa possiamo intendere quando si parla di "weird"?


Andrea Jarok:  Premetto che la mia passione coinvolge fortemente anche la fantascienza e una certa parte del fantasy, ma è vero che a un certo punto i miei interessi e la mia passione sono convogliate sul weird. Definire il “weird” è impresa non semplice, e come potrai immaginare è una domanda piuttosto ricorrente. Ci sono diverse definizioni interessanti, come quella di Giuseppe Lippi (cito a memoria) che così recita: “Prendete un racconto fantastico: se non è fantascienza, non è horror e non è fantasy, allora è weird!”. Secondo Joshi il racconto weird deve fondersi su una concezione della realtà strutturata. Nel volume Nuovi Incubi il curatore Laird Barron parla di come sia quasi impossibile dare una definizione univoca del weird e di come sia un genere estremamente fluido. In realtà non mi sento di dare una vera e propria definizione, è più qualcosa che si… fiuta, che si percepisce. Questo suo essere in un certo qual modo indeterminato forse ne è la sua stessa essenza. Credo che nel weird classico un aspetto fondamentale sia il senso di mistero, la curiosità e la paura verso l’ignoto, di cui parla Lovecraft.

Nick:  Si nota subito che tra le tue maggiori influenze letterarie ci sono autori -sia pur diversissimi tra loro come Lovecraft e Borges. Cosa ti ha affascinato della loro opera e perché? A parte i due che ti ho citato Quali sono gli autori che ti hanno più colpito come lettore?

Andrea Jarok:  Hai perfettamente ragione. Lovecraft e Borges sono stati senza dubbio due pilastri per la mia formazione. Entrambi sono caratterizzati da un punto comune, comunicare che la realtà intorno a noi può essere diversa da quella che i nostri sensi percepiscono. Lovecraft ci prende per mano e ci porta pian piano a questa scoperta. Confesso che Lovecraft non mi ha mai fatto paura, mai veramente inquietato. Anzi, la sua visione “cosmica”, in cui l’uomo è solo una particella quasi insignificante, è rasserenante. Le sue opere in realtà affascinano, non spaventano, e credo che questo sia un aspetto che abbia influito sulla sua diffusione e popolarità. Il mondo da lui creato in un certo senso, ci da sicurezza, ci fa sperare che non tutto sia come sembra.

Per Borges il discorso è diverso. La profondità delle opere di Borges è come un pozzo senza fondo. La densità e la ricchezza delle sue opere sono ineguagliabili. Si tratta di una “realtà aumentata”, ma senza l’intervento della tecnologia. “Il giardino dei sentieri che si biforcano”, “La Biblioteca diBabele”, “Pierre Menard autore del Don Chisciotte”, esprimono delle “realtà”, non sono semplicemente racconti fantastici. Potrei stare a parlare (e a scrivere) ore su Borges. Per farti capire la mia passione per Borges recentemente, a una festa a tema letterario, il “personaggio” da me interpretato è stato proprio lui!


Passando alla seconda parte della domanda, sono molti gli autori che mi hanno colpito come lettore, rischierei di occupare tutto lo spazio dell’intervista con questa sola domanda! Di certo non posso non citare Robert Aickman, un maestro assoluto dell’arte del racconto, e non solo all’interno del genere fantastico. Un altro mio grande amore è Fritz Leiber, un autore che ha saputo affrontare tutte le sfaccettature del fantastico, e diventare punto di riferimento in ognuna di esse: ricordo con particolare affetto due racconti che mi hanno immediatamente conquistato “ I sogni di  Albert Moreland” e “La nave salpa a mezzanotte”. Rimanendo nel campo del fantastico apprezzo moltissimo la folle genialità di Raphael Lafferty, mentre tra gli autori contemporanei, per il weird  Thomas Ligotti, uno scrittore di un’intensità unica, e per la fantascienza  Greg Egan e Ted Chiang. Uscendo dal campo del fantastico ho una grande passione per uno scriba, come si autodefinisce lui stesso (anche se non macabro, come Ligotti) ma di grande finezza e intelligenza, Gianni Clerici. Chiudo questa bizzarra carrellata con l’autore che senza dubbio mi ha più conquistato da diversi anni a questa parte, di cui aspetto con ansia ogni nuovo romanzo, saggio o racconto che sia: Michele Mari, uno dei più grandi scrittori italiani contemporanei, autore di racconti e soprattutto di romanzi strepitosi (a volte anche con forti componenti weird).

Nick:  Se non ricordo male, cominci a debuttare e a farti notare nell'ambiente grazie a Lukha Kremo Baroncinj che all'inizio degli anni 2000 ti coinvolse nella fanzine Avatar. Ricordo male? 

Andrea Jarok:.  Ricordi benissimo! Eravamo a una cena a Milano, un incontro di membri della mailing list di fantascienza (mailing list tuttora esistente, ma all’epoca anche molto attiva). Se non sbaglio fu il mio primissimo incontro con il fandom e gli addetti ai lavori del mondo fantascientifico. C’era anche Giuseppe Lippi a quella cena. Lì conobbi Kremo, parlammo un po’, lui cercava collaboratori per Avatar, e subito capimmo che eravamo sulla stessa lunghezza d'onda e lui intravide in me un possibile collaboratore. Credo che all'epoca fosse già uscito il primo numero, e forse anche il secondo. A partire quindi dal terzo numero ho cominciato a collaborare con Avatar, inizialmente contribuendo con degli articoli, poi entrando in merito anche ad altri aspetti della rivista (scelta del materiale, grafica e via dicendo). Tuttavia, se Avatar era una creatura interamente di Kremo, gli speciali di Avatar sono stati un progetto comune, scritti e pensati da entrambi. Dal mio punto di vista l’esperienza con Avatar è stata fondamentale, sia perché ha segnato a tutti gli effetti la mia prima esperienza editoriale, sia perché ho avuto la possibilità di lavorare con una persona eclettica e preparata come Kremo. E soprattutto è stato molto divertente!

Nick:  Veniamo adesso al Vaccaro articolista e saggista, in particolare io da lettore ti ho scoperto grazie ad una serie di articoli scritti da te e da Baroncinj per la rivista Robot a partire dal 2003 . In quegli articoli, esploravate le trasformazioni del fandom, quelle delle fanzine (destinate a trasformarsi sempre più in clubzine e a perdere la versione cartacea) ricordo ad esempio titoli come "2002: L' odissea della carta"; "Fandom nel kaos" (2004) e "Fandomheit 451" (2005). Come vi dividevate il lavoro tu e Baroncinj?

Andrea Jarok:   La mia memoria non è certo elefantiaca, però mi sembra di ricordare che io mi occupassi principalmente delle segnalazioni delle fanzine pubblicate, e Kremo della parte più generale (a volte c’erano dei box con dei focus su un argomento specifico). Altre volte le parti si invertivano, in ogni caso poi ce le scambiavamo, ognuno metteva le sue riflessioni e poi veniva fatta una revisione finale. Non ricordo se fu Vittorio (Curtoni) o Silvio (Sosio) a chiederci di occuparsi della rubrica. In quel momento con Avatar eravamo un po’ gli “esperti delle fanzine”, sia per il numero speciale di Avatar dedicato alle fanzine, sia perché io mi stavo occupando all’epoca del Fondo Sandrelli, che raccoglieva diverse centinaia di fanzine. Inizialmente il materiale su cui lavorare era molto ricco, c’erano diverse uscite da segnalare, poi pian piano il mondo delle fanzine e del fandom ha cominciato la sua frenetica evoluzione, e a un certo punto il materiale su cui lavorare è diventato sempre più scarno, tanto che negli ultimi tempi ormai la rubrica si era ridotta a dissertazioni generali sull’argomento vista la mancanza di nuove uscite. Fu allora che di comune accorto con l’editore la rubrica è stata chiusa.

Nick: Questa domanda è contestuale alle due precedenti: negli anni in cui ti sei occupato dell'argomento (ed anche rispetto ai tempi in cui TU ne facevi parte) come hai visto cambiare il mondo del fandom e quello delle fanzine? Quali sono le tue sensazioni e opinioni in proposito ?

Andrea Jarok:  Il cambiamento è stato profondo, sia nel fandom che nelle fanzine. Ora le possibilità per incontrarsi (virtualmente), pubblicare riviste amatoriali, creare luoghi di discussione è infinitamente maggiore. Il cambiamento più grande, però, riguarda il ”gap” tra fan e professionista, tra pubblicazione amatoriale e quella professionale, che ormai sotto molti punti di vista, è diminuito notevolmente. I vari social hanno permesso innanzitutto un avvicinamento tra appassionato e professionista. Molti sono gli scrittori che hanno pagine facebook, account twitter, e con cui è possibile parlare direttamente, funzione un tempo affidata quasi esclusivamente alle convention. Infine, in particolare per le pubblicazioni on line ormai è quasi impossibile trovare un confine netto tra pubblicazione professionale e amatoriale. Un tempo la distribuzione, la periodicità, c’erano diversi aspetti che differenziavano le une dalle altre, oggi è sempre più difficile fare una distinzione netta.


Nick:  Il tuo nome è da sempre associato alla rivista Hypnos, che però ha avuto due diverse incarnazioni, in particolare con questa domanda m'interessa approfondire la fase meno conosciuta : quella della fanzine .Se non ricordo male Hypnos intesa come fanzine nasce nel marzo 2007 ed ha avuto un percorso interessante. Ti chiedo di raccontare questo percorso ai lettori di Nocturnia che ancora non la conoscono

Andrea Jarok:  Sì, Hypnos nasce come fanzine, quasi per gioco, frutto di un personaggio (Andrea Giusto) facente parte del club dei “Vedovi neri” (ricorda qualcosa?), interpretato durante dei ritrovi conviviali con alcuni amici. Il personaggio fittizio, editore di una rivista di nome Hypnos, si è presto trasformato in realtà (mantenendo però il nome del personaggio stesso). Così nel 2007 nasce Hypnos. Alla base c’era ovviamente una grande passione e il desiderio di condividere questa passione. Come detto l’esperienza con Avatar (che proprio in quegli anni si stava esaurendo) è stata fondamentale, ed è stata messa a frutto con la creazione di Hypnos. Per la fanzine, tranne che per le traduzioni e le illustrazioni, mi occupavo di tutto io: tranne in casi rarissimi, la scelta dei testi è stata esclusivamente mia, e mi sono occupato persino dell’impaginazione, campo su cui ero del tutto a digiuno, con risultati direi più che accettabili. Il riscontro è stato per me sorprendente, facendomi capire come la “fame di weird” fosse questione non solo privata. Hypnos fanzine è uscita per nove numeri tra il 2007 e il 2011, con un’impostazione ben definita: pubblicazione di racconti di autori classici perduti, per lo più inediti, una parte critica o comunque di presentazione dei vari autori, riferimenti bibliografici, attenzione alla parte grafica, la presenza di un racconto italiano ogni numero, tutti elementi che poi si ritroveranno nella rivista. So che ora sono diventate delle vere rarità nel mercato del collezionismo.

Nick: Veniamo ora alla tua attività editoriale vera e propria: i due momenti di svolta  sono arrivati nel 2010 quando hai fondato la Casa Editrice Hypnos e nel 2013 quando hai riproposto una nuova incarnazione di Hypnos come rivista. Lo scopo dichiarato da te e dai tuoi collaboratori è quello di portare alla luce  autori ed opere (sia classiche che contemporanee) rimaste inedite e sconosciute nel mercato italiano. A che punto pensate di essere con la vostra opera di diffusione? 

Andrea Jarok:  Fortunatamente c’è ancora molto materiale da scoprire e riscoprire. Da questo punto di vista credo che il mercato sia potenzialmente molto ricco. Molti sono ancora i progetti in cantieri, e molti sono gli autori che mi vengono anche proposti dai miei collaboratori o semplicemente dagli appassionati. Il primo volume pubblicato fu Il Re in Giallo, di Chambers, allora ancora una curiosità per gli appassionati e non trainato dal successo televisivo. Quando ho cominciato ad appassionarmi al weird e al fantastico uno dei miei punti di riferimento fu la collana di Theoria (1)Biblioteca di Letteratura Fantastica”, caratterizzata da una veste grafica sobria (colore rosso, con spesso un disegno nero molto essenziale in copertina), che presentava omnibus dei classici del fantastico insieme alla scoperta di autori meno noti. La mia intenzione con la collana “Biblioteca dell’Immaginario” era di creare qualcosa di simile, e spero, anche se in minima parte, di essere riuscito nell’intento. Mentre la casa editrice era già avviata uscirono gli ultimi due numeri della fanzine Hypnos, e poi nel 2013 Hypnos ha ripreso le pubblicazioni come rivista a tutti gli effetti grazie soprattutto al prezioso e fondamentale contributo di Ivo Torello. La pubblicazione della rivista ha poi inaugurato una nuova strada della nostra casa editrice, setacciare il terreno, sino a quel momento inesplorato in Italia, del weird contemporaneo: Laird Barron, Simon Strantzas, John Langan, Nathan Ballingrud, Scott Nicolay (nel sesto numero in uscita a breve) sono tra i più importanti autori contemporanei di questo genere, vincitori di svariati premi e riconoscimenti, e siamo molto fieri di poterli ospitare sulle nostre pagine.

Nick:  Come editore vi state dedicando (tra le altre cose) alla proposizione dell'opera omnia dell'inglese Robert Aickman. Aickman è stato un autore fondamentale della letteratura fantastica internazionale ma in molti paesi come il nostro è stato ingiustamente dimenticato (o sottovalutato) . Ti va di dedicare due righe su questo autore per i lettori di Nocturnia?


Andrea Jarok:  Va bene, mi limiterò a poche righe, eh eh. Inglese, erede della tradizione degli autori di ghost stories, Aickman è stato autore quasi esclusivamente di racconti (solo due romanzi brevi, uno dei quali privo di alcun elemento fantastico), oltre che curatore per anni delle celebri Fontana Book of Great Ghost Stories. I racconti di Aickman non sono facilmente classificabili e sono spesso spiazzanti per il lettore. Diversamente dalla maggior parte dei racconti fantastici, nelle sue storie si attua quasi un ribaltamento dei canoni delle storie di fantasmi: nelle ghost stories tradizionali la vicenda evolve sino ad arrivare a una soluzione più o meno sovrannaturale, in Aickman invece a un estremo realismo dell’ambiente si accompagna progressivamente la percezione di “stranezze” che minano le convinzioni dei protagonisti (e dei lettori), situazioni che poi nella maggior parte delle volte, non trovano spiegazione alcuna, lasciando il lettore con un senso di spaesamento e insicurezza, come pochi altri autori del fantastico hanno saputo fare. Tra i punti di riferimento troviamo sicuramente Walter De La Mare, maestro del weird psicologico. Inoltre credo che a livello di scrittura Aickman sia il più grande autore weird del dopoguerra. Di certo non lascia indifferenti, spesso irritante, ai limiti della sopportazione, è un autore che si ama o si odia. Inutile dire quale sia la mia posizione.

Nick:  Da sempre per le tue pubblicazioni collabori con bravissimi illustratori come Ivo Torello (che se non erro è anche l'art director della Casa editrice), Gino Andrea Carosini e Cristiano Sili. Ti propongo un gioco: un aggettivo o una frase per descrivere lo stile di ognuno di questi illustratori

Andrea Jarok:  Risposta molto difficile! Vediamo… Ivo direi “geniale”, Ginus passionale”, Cristiano raffinato”. Sono tre artisti molto diversi tra loro, ma sono senza dubbio tre grandi professionisti.

Nick:.  Questa domanda è legata alla precedente: Ai fini del coinvolgimento e dell'immedesimazione del lettore, quanto conta il connubio tra narrazione e immagine?

Andrea Jarok:   Forse ti stupirò con questa risposta, ma a mio parere credo che non conti poi tanto, e ti spiego il perché.  Attenzione, non sto dicendo che non do importanza all'illustrazione, anzi; il discorso è un altro. Un buon scrittore è quello che stuzzica l’immaginazione del lettore, ed è in grado di coinvolgerlo, di far “vedere” al lettore attraverso le sole parole (la centralità del testo rispetto a tutti i corollari è, come puoi immaginare, l’assunto base della grafica della nostra collana “Biblioteca dell’Immaginario”). Non per nulla abitualmente romanzi e racconti non sono supportati da illustrazioni, se non dall’immagine di copertina. Per me un’immagine, un’illustrazione è in primis un momento creativo, una manifestazione artistica di per sé, e, anche se in questi casi è stimolata da una storia narrata, l’illustrazione (quando ha una sua forza interna) è in grado di suscitare emozione e raccontare. Ti faccio un esempio: l’illustrazione di Cristiano Sili per il racconto di Oliver OnionsBenlian”, pubblicato sul primo numero di Hypnos, descrive sì un personaggio presente nella storia, ma è così forte, così emozionante che potrebbe cominciare a vagare e diventare essa stessa “storia”. Da tempo mi stuzzica l’idea di proporre una serie di storie ispirate da una singola illustrazione, non so bene se sotto forma di concorso o che altro, però credo possa essere molto stimolante.

Nick:  Pur essendo una CE relativamente giovane, la Hypnos ha al suo attivo diverse pubblicazioni interessanti, come la già ricordata Hypnos rivista,  o le collane "Modern Weird" ( di cui in passato ho recensito il volume "Nuovi Incubi"), "Biblioteca dell'Immaginario" e "Mirabilia".Quali sono le collane che vendono di più e quali i singoli volumi che potete considerare come i più venduti?

Andrea Jarok:  Non è facile paragonare come vendita le varie collane, anche semplicemente per il numero di uscite differenti. “Biblioteca dell’Immaginario” è la nostra collana principale, con all’attivo al momento undici titoli, ed è certamente quella che ha dato i risultati migliori. Per quel che riguarda “Modern Weird” non è facile fare delle statistiche, essendo sinora usciti solo due titoli, però i primi risultati sono stati incoraggianti, considerando anche il fatto che si tratti di autori totalmente sconosciuti al pubblico italiano.

Tra i singoli volumi, oltre al Re in Giallo, di Chambers, in assoluto il nostro titolo più venduto, uno dei titoli più venduti è stato, sempre nella collana Biblioteca dell’Immaginario, Il Villaggio Nero, di Stefan Grabinski, un risultato veramente sorprendente per un autore mai pubblicato in Italia sino a quel momento. Anche la rivista ha buone vendite, e questo personalmente mi fa molto piacere, perché ritengo che sia, in un certo qual senso, la “bandiera” della nostra casa editrice.

Nick:  Un' altra iniziativa che avete attuato come casa editrice è stata l'istituzione dell Premio Hypnos, ormai giusto alla terza edizione. Raccontaci Quali sono stati i motivi che vi hanno spinto a creare questo premio e tracciaci un bilancio di questa esperienza.

Andrea Jarok:  Parto da una considerazione. Uno dei grandi problemi dell’editoria contemporanea (e non mi riferisco sono alla situazione italiana) e della diffusione dei nuovi talenti nel campo del fantastico è la mancanza di criticità. Grazie alle nuove tecnologie ormai pubblicare testi sia digitali che cartacei è molto semplice, e qualsiasi scrittore può pubblicare il proprio testo, diffonderlo, e via dicendo. Questo fenomeno a mio parere va a detrimento della persona che è per me il punto di riferimento in un progetto editoriale, ovvero il lettore. Al di là del fenomeno dell’autopubblicazione, purtroppo (e questo invece è un grosso problema soprattutto italiano) molte case editrici si occupano di soddisfare più le esigenze proprie e degli scrittori rispetto a quelle dei lettori, che una sola esigenza devono avere: leggere testi validi e ben curati. La mancanza di un punto di riferimento e di uno spirito critico è forse la più grave lacuna sotto questo punto di vista. Proprio per questo sono sempre stato molto cauto nella pubblicazione di autori italiani, per un senso di rispetto verso il lettore. Quando ho pubblicato volumi di autori italiani è stato perché ero convinto dell’altissima validità di quei testi, che non avevano nulla da invidiare a quelli di autori stranieri.

L’idea del premio Hypnosè nata dalla convinzione duplice della presenza di autori validi nel panorama italiano, da una parte, e della necessità di uno strumento critico di valutazione, per poter offrire ai lettori opere (in questo caso racconti) di valore assoluto. Io, Ivo Torello e Danilo Arrigoni, i tre membri della giuria, abbiamo spesso gusti e visioni differenti in fatto di weird e fantastico, e questo ci permette di mantenere una certa varietà nelle scelte.

Il bilancio direi che è molto positivo, sia da un punto di vista numerico, che, soprattutto, da un punto di vista qualitativo, con una qualità sempre maggiore di anno in anno. La buona riuscita del progetto è testimoniata anche dalla nascita di una collana digitale dedicata interamente ad autori italiani, SpiraglItalia, e a un progetto in lavorazione, con un volume, sia cartaceo che digitale, in cui sarà presentato il meglio dei racconti delle prime tre edizioni.


Nick:  Come mai il weird ha avuto poca diffusione in Italia? 

Andrea Jarok:   Domanda da un milione di euro. Credo più che altro che in Italia non ci sia consapevolezza di cosa sia il weird (cosa comprensibile se noi stessi abbiamo difficoltà a definirlo), e che su questa strada si debba lavorare ancora molto.

Nick: Più in generale come vedi lo stato di salute della narrativa fantastica nel nostro paese ?

Andrea Jarok:  In un mercato, quello dell’editoria, in crisi a livello mondiale, la situazione italiana non è certo rosea. Tuttavia come detto le potenzialità ci sono, a partire da autori talentuosi. Forse dovremmo avere più consapevolezza, soprattutto di una tradizione letteraria molto ricca (Landolfi, Buzzati, Calvino, per citare solo i nomi più importanti) e toglierci di dosso quel senso di “sudditanza”, sia come autori di letteratura fantastica che come autori italiani.

Nick:  Quali sono, secondo te, gli autori italiani su cui puntare?

Andrea Jarok:  Ho come l’impressione che sia una domanda trabocchetto! È chiaro che qualsiasi nome non fatto si sentirà offeso, ah ah ah. Scherzi a parte, non è semplice, perché autori con grande potenzialità ci sono. Ho letto diversi racconti molto belli, il problema è quando si passa ai romanzi. Al momento sono pochi gli autori che hanno scritto romanzi di livello, almeno per quel che riguarda il weird. Nicola Lombardiè un autore che ha scritto tanto, e tutto quel che ho letto l’ho trovato di grande qualità. Tra i romanzi più corposi, Pan di Francesco Dimitriè stata una vera rivelazione, passando su un fronte più squisitamente horror ho trovato eccezionale Il Diacono, di Andrea Colombo.

Tuttavia se devo fare un nome, pensare alle qualità e alle potenzialità di mercato di un singolo autore, malgrado non sia di “primissimo pelo” e abbia già scritto romanzi e racconti, quel nome è Ivo Torello. Predatori dall’Abisso (tra l’altro titolo che ha venduto molto bene) è a mio avviso (ma non solo mio) il miglior romanzo weird italiano degli ultimi decenni, una storia che unisce al meglio le principali caratteristiche del weird classico, e che sa coinvolgere il lettore magistralmente. Tieni conto che il libro è stato acquistato e letto da un pubblico molto più eterogeneo rispetto ad altri titoli della nostra casa editrice, e il responso non solo positivo, ma addirittura entusiasta, è provenuto dalle più diverse fasce di pubblico; una garanzia questa delle sue potenzialità.

Nick:  Invece all'estero -come abbiamo detto- esiste un mare magnum di autori, case editrici e pubblicazioni di cui noi non sappiamo quasi niente. Qualche indicazione per orientarsi nelle letture in lingua inglese?

Andrea Jarok:  Nella primi cinque numeri della rivista Hypnos Andrea Bonazzi ha curato la rubrica Weird New World, un panorama sulle uscite weird in lingua inglese. A partire dal prossimo numero della rivista questa rubrica verrà sostituita con recensioni di testi inediti in Italia, proprio con l’intento di offrire un seppur ristretto panorama su quanto accade all’estero. È un po’ quello che stiamo cercando di fare con la collana Modern Weird e con la presenza costante di autori contemporanei su Hypnos. Inoltre ultimamente è nato un blog, legato alla nostra casa editrice, Weirdiana, che, tra le altre cose, segnala le principale uscite weird anche in lingua inglese.


Nick:  Ho aspettato di essere arrivati quasi alla fine dell'intervista per rivolgerti questa mia domanda, più che altro è una curiosità personale: precisamente qual è il significato di quel "Jarok" che accompagna il tuo nome ?  :)

Andrea Jarok:  Ah ah ah…È una curiosità che hanno in molti, e la cui risposta poi spesso delude. Devi sapere che io sono un grande fan di Star Trek, e Alidar Jarok era il nome di un Romulano in una puntata di Star Trek TNG, protagonista di una delle mie puntate preferite. Facendo parte di un club trekker, necessitavo di un nick, e così è nato Andrea Jarok. Cosa ti avevo detto? Meglio il fascino del mistero, del weird   :)

Nick:  Progetti futuri: a cosa stai lavorando adesso e cosa ci dobbiamo aspettare da Andrea Jarok Vaccaro e della Hypnos nei prossimi mesi?

Andrea Jarok:  Progetti in lavorazioni ce ne sono tanti, fortunatamente. Oltre al già annunciato secondo volume dedicato ai racconti marini di Hodgson, ecco un paio di novità in esclusiva per questa intervista  :)   È in lavorazione sempre per la collana “Biblioteca dell’Immaginario” un secondo volume di racconti inediti di Stefan Grabinski, sempre curato da Andrea Bonazzi. Poi è prevista per il 2017 la tanto attesa ristampa dopo oltre un secolo di “La Mandragora” di Hans Heinz Ewers, con una nuova traduzione di Alessandro Fambrini, già curatore di Der Orchideengarten. Si tratta di un’operazione molto impegnativa, ma che potrebbe darci molte soddisfazioni. Danilo Arrigoni sta curando invece un volume, in uscita dopo l’estate, con il meglio dei racconti pervenuti nelle prime tre edizioni del premio Hypnos, un progetto che speriamo possa dare ancor maggior forza al movimento italiano. E non sarà l’unica sorpresa su questo fronte. Infine per la collana “Impronte” stiamo lavorando a un volumetto su Erckmann-Chatrian, autori francesi di fine ottocento di cui in Italia sono usciti sinora solo pochi racconti sparsi. Infine è in progettazione una nuova collana, dedicata ai romanzi brevi, alla novella, per dirla all'americana, la dimensione a mio parere più adatta per la narrativa weird.

Nick:  Bene, Andrea è tutto, ti ringrazio per esserti sobbarcato questa lunga intervista. Nel salutarti ti rivolgo l'ormai classica domanda finale di Nocturnia: esiste una domanda alla quale avresti risposto volentieri e che io invece non ti ho rivolto?

Andrea Jarok:  Moltissime, ma so che le tieni in serbo per la prossima volta! :) Grazie per la bella intervista e un saluto a tutti i lettori!


NOTE:
(1) Theoria: era un editore con sede sia a Roma che a Napoli specializzato nel riproporre classici del fantastico e del romanzo gotico di fine ottocento ed inizio novecento. Era specializzato nel produrre volumi di piccolo formato, dei veri mini-libri. L'editore nato nel 1982 ha chiuso i battenti nel 1995
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