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INTERVISTA CON KRISTINE KATHRYN RUSCH !

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Ciao gente!
Vi presento l'intervista con la scrittrice ed editor Kristine Kathryn Rusch ( QUI il suo sito e QUI la scheda che ho dedicato alla scrittrice), a lungo direttrice della prestigiosa rivista F& SF e  vincitrice dei Premi Hugo e Sidewise come autrice.
Io ci tengo a ringraziare Kristine per la sua gentilezza, per la sua disponibilità e anche per la sua rara professionalità (ha voluto rispondere a quest'intervista nonostante fosse convalescente per causa di un brutto incidente, fortunatamente in via di soluzione)
A tutti voi auguro una buona lettura, come sempre vi ricordo che alla fine della versione in italiano potrete trovare la versione originale in inglese!

(For english version, please scroll down )

Nick:  Benvenuta su Nocturnia è un onore averti ospite. Come prima domanda ti chiedo di narrarci dei tuoi inizi. In particolare qual'è del momento in cui hai deciso di diventare una scrittrice?

Kristine Kathryn Rusch:  Penso di essere nata con la voglia di scrivere. Non riesco a ricordare un momento nella mia vita in cui non abbia scritto. Se ci penso dal punto di vista di un adulta, però, devo dire che questo dipende dal fatto io ero davvero la più piccola in casa. I miei fratelli sono tutti più grandi di me  di circa venti anni, così sono cresciuta in una famiglia piena di adulti che leggevano. Uno dei miei primi ricordi che ho al riguardo, è quello in cui tutti a casa erano seduti in salotto, a leggere. Io andavo da persona a persona, chiedendo loro di giocare con me, e tutti dicevano: "No, sto leggendo." Così forse sono diventata una scrittrice per attirare l'attenzione. :-)


Nick:   Cosa ti ha avvicinato alla fantascienza e cosa ami di questo genere letterario?

Kristine:  Amo le possibilità di questo genere. Con la fantascienza posso fare qualsiasi cosa. Quanto a ciò che mi ha attirato nella sf, è difficile da dire. Non sapevo cosa fosse un genere fino a quando non sono andata al college, dove ho letto di tutto. Scrivevo anche storie. A volte erano sf, a volte mystery, a volte  Storie romantiche, a volte  invece erano inclassificabili in quanto a genere. Fu  Kevin J. Anderson, che conobbi al college, che mi disse che stavo scrivendo fantascienza. Ero sorpresa.  E Chi lo sapeva? Io no di certo.

Nick:  Quali sono stati gli scrittori, i romanzi e i racconti che ti hanno maggiormente formato e colpito come lettrice prima ancora che come scrittrice ?
Naturalmente puoi citare anche film, serie televisive, comics e tutto quello che ti viene in mente.

Kristine:  Parte di ciò che mi ha formato come scrittrice di SF é stato Star Trek. L'ho guardato in repliche e  l'ho amato, amato, amato. Lo stesso si può dire con il primo film di Star Wars. Ho amato anche L'Impero Colpisce Ancora, ma non mi sono piaciuti né Il Ritorno dello Jedi n[ gli altri tre. (Non vedo l'ora di  vedere quello nuovo, però.(1)) Per quanto riguarda i libri è difficile da dire. Mi è piaciuto tutte le opere di Andre Norton, in particolare Il Mondo delle Streghe. Ho amato F. Scott Fitzgerald, in particolare Il grande Gatsby. Rebecca di Daphne du Maurier. Ricordo di aver pensato che fosse brillante. Lo stesso   vale per Fiori per Algernon di Daniel Keyes. Ho letto un sacco di racconti, e un sacco di romanzi gotici, e tutti i tipi di libri. Ognuno di loro mi ha influenzato in un modo o nell'altro.

Nick:   Dal 1991 al 1997 sei stata direttrice della rivista "The Magazine of Fantasy & Science Fiction". Quali son le soddisfazioni maggiori che hai ottenuto nei tuoi anni su "F &SF" , i racconti e gli autori che hai pubblicato o i momenti che ricordi con maggior affetto ?

Kristine:   Una delle cose più belle è stato il poter pubblicare un sacco di grandi scrittori. Ho avuto qualche conflitto con l'editor, Ed Ferman (che pubblicava la rivista). Lui odiava i romanzi brevi (2), riteneva che occupassero troppo spazio all'interno della rivista, mentre io pensavo che fossero la lunghezza perfetta per una storia di fantascienza o fantasy. Così abbiamo comprato più cose di quanto lui avrebbe voluto. Ho combattuto per quasi 2 anni per poter comprare Sulla Strada di Jack Cady e una volta che l' abbiamo pubblicata, ha ottenuto nomination per quasi ogni premio nel settore e ne ha vinto la maggior parte. Però mi piace pensare che in quello che è successo ci sia più di me che combatto con Ed per ottenere una storia, e poi alla stessa storia che vince tonnellate di premi. Mi è piaciuto moltissimo quello che abbiamo fatto, e spero un giorno di ristampare alcune delle storie classiche che mi piacevano, dal momento che le successive raccolte del Best of F & Sf hanno deliberatamente ignorato i miei anni come editor.


Nick:  So che ci sono stati anche momenti meno piacevoli durante la tua direzione di "F &SF" non ti chiedo di parlarne per forza ma c'è qualcosa che avresti voluto fare durante quel periodo e che invece non ti è riuscito di realizzare?

Kristine : Non ho avuto molta autonomia. E 'stato estremamente frustrante. Ho ridisegnato la rivista con il design che ancora oggi Gordon (4) utilizza, e non ne ho ricevuto nessun riconoscimento. Ho aumentato la diffusione del 50% e diminuito le spese dei 2 / 3, praticamente ho salvato la rivista durante  i difficili anni 90s, e non ho ottenuto il credito (o un aumento) per farlo. Quello che non sono stata in grado di realizzare? Troppe cose per parlarne qui. Sono stata felice di lasciare, purtroppo. Era un buon lavoro visto dall'esterno, ma piuttosto infernale standone all'interno.

Nick: Volendo affrontare la situazione più  in generale: tutti noi sappiamo che negli ultimi anni il mondo  ed il mercato della fantascienza è molto cambiato. Di conseguenza, riviste come F & SF; Analog e Asimov's sono ancora importanti come lo erano anni fa?

Kristine:  Credo che le riviste siano molto importanti.  Creano la possibilità di trovare nuovi scrittori e nuove idee. E per fortuna, adesso ci sono così tante riviste! Da Clarkesworld a Lightspeed 
fino ad Analoge la  Asimov's . Un sacco di splendide possibilità. E noi stiamo facendo un po ' la stessa cosa con il nostro lavoro nella WMG Publishing e con cose come Fiction River(5). Gli scrittori possono sperimentare in forma breve, e di influenzare il campo allo stesso tempo.

Nick : Parliamo adesso della tua attività di scrittrice, sei un' autrice molto prolifica e spesso hai spaziato e mescolato tra loro diversi generi i generi, dalla fantasy delle "The Fey Series ((1995-1998) fino al mix tra poliziesco e Space opera della serie del "Retrieval Artist" ( nata con "The Disappeaed" del 2002 ) eppure mi sembra che ci siano delle costanti nella tua opera: per cominciare un grosso rispetto degli autori e dei temi classici della narrativa fantastica, la fascinazione per lo Spazio ed una grande attenzione nella costruzione dei personaggi. E' una ricostruzione sbagliata la mia ?

Kristine:  Io credo che la narrativa senza buoni personaggi non sia niente, così che cerco di tener sempre presente questo particolare nel mio lavoro. Lo stesso si può dire di una  una buona ambientazione. Amo lo Spazio, amo il passato, e mi piace scrivere. Tutte queste influenze sono presenti. Mi piace giocare con le idee, e penso che questo si noti parecchio. Lascio che le storie siano quello che vogliono essere. Questo è in parte il motivo per cui scrivo di tutto. (E ho letto di tutto, come ti ho detto prima.)

Nick:  Un esempio di quello che dicevamo prima  è il tuo romanzo breve " Il Recupero dell'Apollo 8"del 2008 ( e tradotto anche in Italia ) . "Il Recupero dell'Apollo 8" mi è sembrata infatti una storia molto nostalgica, carica di rimpianto per il periodo degli anni 60-70 in cui l'esplorazione spaziale, la cosiddetta "corsa verso lo Spazio" veniva considerata fondamentale da popoli e governi e che contenga quasi una sorta di critica per aver a lungo abbandonato l'esplorazione spaziale.  Per la seconda volta ti chiedo se la mia è una analisi sbagliata?

Kristine:  Quella nostalgia  è davvero là tra quelle pagine . Io ho amato l'avventura dello spazio, e sono cresciuta con essa. Avevo 8 anni quando è sono avvenuti i fatti dell'Apollo 8, e  mi hanno influenzata notevolmente. Me lo ricordo vividamente, quindi penso che questa cosa sia stata sempre dentro di me.


Nick: Torniamo un attimo alla serie del "Retrieval Artist". I lettori hanno dimostrato di apprezzare molto personaggi come Miles Flint. Com'è nata l'ispirazione per quel personaggio?

Kristine:  Miles Flintè un detective noir tradizionale  che opera in un ambiente non convenzionale. Lui si è rivelato una persona talmente interessante che ha attirato tutta l'attenzione  su di lui. :-) Scherzi a parte, ad un certo punto, per quanto riguarda la sottoscritta, i personaggi prendono sempre il sopravvento su di me che non riesco a più a capire da dove provengano tutte le buone idee.

Nick:  Oltre agli scritti firmati col tuo nome Kristine Katryn Rusch però usi spesso pseudonimi: cito tra gli altri i romanzi gialli scritti come Kris Nelscott e i paranormal romance scritti col nome di Kristine Grayson. Come mai questa scelta di "differenziare" così la tua attività?  E' stata una scelta voluta ?

Kristine:   Sì, è stata una scelta deliberata, che ho compiuto negli anni '90s , quando il mondo dell'editoria statunitense era differente rispetto a quello attuale. A quell'epoca, gli editori vendevano i libri sulla base dei dati di vendita dei libri precedenti. Il problema era che i diversi generi avevano  misure del successo diverse. La SF non vendeva molto bene da noi, il mystery vendeva già molto meglio, e il romanzo rosa *vendeva più di tutti. Quindi un buon successo nell'ambito della fantascienza veniva considerato come un fallimento nel settore del romanzo rosa*. Ho usato i diversi nomi per proteggere tutto il mio lavoro, in modo da non dovermi mai preoccupare delle differenze di genere nelle vendite.

Nick:  Sempre leggendo le tue opere ho la sensazione che la dimensione narrativa in cui ti trovi maggiormente a tuo agio, quella in cui ti diverti di più sia la "novella" (6 ) . Molti -compreso il sottoscritto- ritengono che quella della novella sia la formula in cui la fantascienza dà il meglio di sé. Qual è la tua opinione in proposito?

Kristine:  Io sono stata più che altro una giornalista, quindi ritengo che la definizione potrebbe essere appropriata. Io non analizzo mai il mio lavoro, di conseguenza preferisco che lo facciano gli altri.

Nick: Scrivi spesso anche novellizzazioni e  tie-in di "Star Trek" e  di "Star Wars" spesso in collaborazione con tuo marito Dean Wesley Smith. Cosa ti piace di quegli Universi narrativi e quali personaggi apprezzi maggiormente ? ( O comunque quelli di cui ti diverti più a scrivere?) E Quali sono invece le maggiori difficoltà nel lavorare su Universi letterari creati da altri ?

Kristine: Per scrivere dei   mondi creati da altri, devi amare quei mondi.  E come ho già detto, io amo Star Trek e Star Wars. Il mio personaggio preferito in Star Warsè Han Solo. Il mio preferito in Star Trekè James T. Kirk. Adoro quei bad boys estremamente competenti.  :-)

Nick:  Sempre a proposito della tua collaborazione con tuo marito Dean Wesley Smith, come vi dividete il lavoro? Ognuno di voi due si occupa di qualcosa di specifico oppure siete intercambiabili?

Kristine:  Dean scrive un centinaio di pagine di trama e storia. Io "coloro" il tutto, aggiungendo l'ambientazione, i personaggi e il dialogo.

Nick:  Ci dai una tua definizione di fantascienza?

Kristine:  Perché sia fantascienza bisogna che abbia  ben saldo al suo interno un elemento speculativo. Se si riesce a rimuovere l'elemento speculativo, allora non è fantascienza.


Nick:  Se dovessi consigliare qualcosa scritto da te a qualcuno che non ha mai letto le tue opere cosa gli consiglieresti ?

Kristine:   In primo luogo, dovrei scoprire che genere preferiscono. Se a loro piace la fantascienza consiglierei quindi The Disappeared. Se a loro piace il mystery, consiglierei  A Dangerous Road. Se a loro piace il romanticismo, la scelta verterebbe o su The Death of Davy Moss ( che ho scritto come K.K. Rusch) o su Completely Smitten (che ho scritto come Kristine Grayson). Un sacco di possibilità ...

Nick:  Quali tra i tuoi colleghi segui con maggiore attenzione ed interesse?

Kristine:  Connie Willis. Tutte le riviste. Robert Crais nel mystery. Joyce Carol Oates. E tanti altri.

Nick:  Progetti futuri: a cosa stai lavorando adesso e cosa dobbiamo aspettarci da Kristine Katrhyn Rusch (e dai suoi pseudonimi ) nel prossimo futuro?

Kristine:  Ho un libro di past sf  che esce per l'editore Baen, intitolato Women of  Futures Past, che ho curato per dimostrare che le donne sono sempre state una parte significativa della fantascienza. Sto finendo un nuovo libro con il mio pseudonimo Kris Nelscott. E preparerò nei prossimi 2 o 3 anni un nuovo capitolo della saga del The Fey Universe . Sto per iniziare un nuovo libro del Diving Universe, e ho da terminare un progetto su una storia d'amore. E poi ci sono tutti quei racconti ...

Nick:   Ti ringrazio ancora per aver accettato questa intervista. Nel salutarti, ti rivolgo la classica domanda finale di Nocturnia: esiste una domanda alla quale avresti risposto volentieri e che io invece non ti ho rivolto?

Kristine: No, penso che l'intervista sia abbastanza completa!

Grazie, Nick!

NOTE:
(1) Al momento in cui è stata rilasciata questa intervista Il Risveglio della Forza non era ancora uscito.
(2) (6) In inglese col termine "novella" si intende in corrispondente del nostro "romanzo breve"
(3) In originale The Night We Buried Road Dog, tra la altre cose ha vinto un meritato Premio Nebula
(4)Gordon Van Gelder, il successore di Kristine Kathryn Rusch alla guida di F & SF, anni dopo Van Gelder ne sarebbe anche diventato il proprietario rilevandola del precedente editore.
(5) Fiction Riverè una serie di Antologie americane curate dalla Rusch assieme a suo marito Dean Wesley Smith per l'editore WMG.
(2) (6) In inglese col termine "novella" si intende in corrispondente del nostro "romanzo breve"

INTERVIEW WITH KISTINE KATHRYN RUSCH- THE ENGLISH VERSION!


Hello people!
I present the interview with the writer and editor Kristine Kathryn Rusch (his site is  HERE and HERE the dossier that I have dedicated to the writer), former director of the prestigious F & SF and winner of the Hugo and Sidewise Awards as an author.
I really want to thank Kristine for her kindness, for his availability and also for its rare professionalism.
Good reading to all! Waiting for your comments!

Nick:  Welcome on Nocturnia is an honor to have you as guest. As a first question I ask you to tell us about your beginnings. In particular, what is the moment when you decided to become a writer?

Kristine Kathryn Rusch: I think I was born wanting to write. I can't remember a time when I didn't. If I think about it from the perspective of an adult, though, I would guess that I must have been very little. My siblings are all twenty years older than I am, so I grew up in a household filled with adults who read. One of my earliest memories is of my family, sitting in the living room, reading. I went from person to person, asking them to play with me, and everyone said, "No, I'm reading." So maybe I became a writer as a bid for attention. :-)

Nick:  What did close you to science fiction and what do you love about this genre?

K.K. Rusch:  I love the possibilities of this genre. I can do anything in sf. As for what drew me to sf, that's hard to say. I didn't know what a genre was until I went to college, so I read everything. I just wrote stories. Sometimes they were sf, sometimes mystery, sometimes romance, sometimes unclassifiable. Kevin J. Anderson, who I met in college, is the one who told me I wrote sf. I was surprised. Who knew? I certainly didn't.

Nick:  Which were the writers, novels and short stories that have formed and hit you as a reader more than as a writer?
Of course you can also mention movies, TV shows, comics and everything you can think of.

K.K. Rusch:  Part of what formed me as an sf writer was Star Trek. I watched it in reruns and loved, loved, loved it. Same with the very first Star Wars movie. I loved Empire too, but didn't like Jedi or the other three. (I am looking forward to the new one, though.) As for books—hard to say. I loved all of Andre Norton, particularly Witch World. I loved F. Scott Fitzgerald, particularly The Great Gatsby. Daphne Du Maurier'sRebecca. I remember thinking it brilliant. The same with Flowers for Algernon by Daniel Keyes. I read tons of short stories, and lots of gothic romances, and all kinds of books. All of them influenced me in one way or another.

Nick:   From 1991 to 1997 you were editor of the magazine "The Magazine of Fantasy &Science Fiction." What are the greatest satisfaction that you've got in your years of "F &SF", the stories and authors you have published or moments you remember with most affection?

K.K. Rusch:  Publishing lots of great writers. I had some conflict with the publisher, Ed Ferman (who used to edit the magazine). He hated novellas, thought they took up too much space, and I thought they were the perfect length for sf/f. So we bought more than he wanted. I fought him for nearly 2 years to buy Jack Cady's"The Night We Buried Road Dog," and once we published it, it got nominated for almost every award in the business and won most of them. That happened more than I like to think about—me fighting with Ed to get a story, then the story winning tons of awards. I loved a lot of what we did, and hope some day to reprint some of the classic stories that I liked, since the later Best of F&Sf deliberately ignored my years as editor.


Nick:  I know there were also less pleasant moments during your direction of "F &SF" not asking you to talk about it necessarily, but is there something that you should wanted to do during that time and that instead you were not able to accomplish?

K.K.Rusch:  I did not have much autonomy. That was extremely frustrating. I redesigned the magazine—a design Gordon still uses, by the way—and got no credit. I increased circulation by 50% and decreased expenses by 2/3rds, pretty much saving the magazine during tough years in the 1990s, and did not get credit (or a raise) for doing so. What wasn't I able to accomplish? Too much to mention here. I was happy to leave, unfortunately. It was a good gig from the outside, somewhat hellish on the inside.

Nick:  In recent years the world of science fiction is changed. magazines such as F &SF; Analog and Asimov's are still important as they were years ago?

K.K. Rusch:  I think the magazines are very important. They provide opportunities for new writers and new ideas. And luckily, there are so many magazines now! From Clarkesworld to Lightspeed to Analog and Asimov's. Lots of wonderful choice. And we're doing some of that at WMG as well with Fiction River. Writers can experiment at the short form, and influence the field at the same time.

Nick:   Let's talk now about your business as a writer, you are a very prolific author and often have mixed and ranged different genres , from fantasy of "The Fey Series ((1995-1998) to the mix of crime and the work of the Space series of "Retrieval Artist" (born with "The Disappeaed" 2002) and yet it seems to me that there are constant in your work: to begin a big respect of the authors and classical themes of fantastic fiction, the fascination for space and a great care in the construction of the characters. Is it my rebuilding wrong?

K.K. Rusch:   I believe that fiction is no good without good characters, so that's always present in my work. The same with good setting. I love space, I love the past, and I love writing. All of those influences are present. I love to play with ideas, and I think that shows up too. I let the stories be what they want to be. That's partly why I write all over the map. (And I read all over the map, as I mentioned above.)

Nick:  An example of what I said before is your short novel "Recoveing ​​Apollo 8" in 2008 (translated into Italian with the title "Il recupero dell' Apollo 8"). "Recoveing Apollo 8" seemed indeed a very nostalgic story, full of regret for the period of 60-70 years in which space exploration, the so-called "race to the Space" was considered essential by the peoples and governments and contains almost a kind of critical for long-abandoned space exploration. For the second time I ask if is my analysis wrong?

K.K. Rusch: That nostalgia is there. I loved the adventure of space, and grew up with it. I was 8 when Apollo 8 happened, and it influenced me greatly. I remember it vividly, so I think that was always in there for me.

Nick:  Let's back a moment to "Retrieval Artist". Readers have demonstrated to appreciate people like Miles Flint. Where did the inspiration for the character?

K.K. Rusch:  Miles Flint is a traditional noir detective in an unconventional setting. That he turned out to be such an interesting person is all on him. :-) Seriously, at some point, for me anyway, the characters take over and I can't figure out where all the good stuff comes from.

Nick:   In Addition to the writings signed with your name Kristine Kathryn Rusch but often use pseudonyms: I quote among others the novels written as Kris Nelscott and paranormal romance written under the name of Kristine Grayson. Why did you choose to "differentiate" so your business? It 'was a deliberate choice?

K.K. Rusch:  Yes, it was a deliberate choice, made in the 1990s when the U.S. Publishing world was different. Back then, the books sold to publishers based on sales figures of previous books. The problem was that different genres had different measures of success. SF didn't sell very well here, mystery sold much better, and romance sold the best. So a good seller in sf was considered a failure in romance. I used the different names to protect all of my work, so that I wouldn't have to worry about the genre differences in sales.

Nick:   Reading your works, I have the feeling that the narrative dimension in which you are more at ease, the one where you enjoy the most is the "news". Many-including myself- believe that the novel is the formula in which science fiction gives the best of itself. What is your opinion about it?

K.K. Rusch:   I was a journalist, so I think that might be accurate. I never analyze my work, so I leave that to others.

Nick:  You write novelizations and tie-in of "Star Trek" and "Star Wars" often in collaboration with your husband Dean Wesley Smith. What do you like about those universes narrative and which characters do you value most? (Or at least the ones that you enjoy writing the most?) And what are the biggest difficulties in the work of literary universes created by others?

K.K. Rusch:  To write in worlds created by others, you have to love those worlds. As I mentioned above, I love Trek and Star Wars. My favorite character in Star Wars is Han Solo. My favorite in Trek is James T. Kirk. I love those extremely competent bad boys. :-)

Nick:   Again, about your collaboration with your husband Dean Wesley Smith, how do you divide the work? Is each one responsible for something specific or are you interchangeable?

K.K. Rusch:    Dean wrote 100 pages of plot and story. I "colored" adding setting and characters and dialogue.

Nick:  Give us your own definition of science fiction?

K.K. Rusch:   You need to have a speculativeelement that's very firmly there. If you can remove the speculative element, it isn't science fiction.

Nick:  If I were to recommend anything written by you to someone who has never read your works, what would you recommend?

K.K. Rusch:   First, I'd find out what genre they like. If they like sf, then The Disappeared. If they like mystery, A Dangerous Road. If they like romance, either The Death of Davy Moss (Rusch) or Completely Smitten (Grayson). Lots of choice…

Nick:   Which of your colleagues follow with greater attention and interest?

K.K.  Rusch:  Connie Willis. All of the magazines. Robert Crais in mystery. Joyce Carol Oates. And so many more.

Nick:  Projects Future: what are you working on now and what do we expect from Kristine Kathryn  Rusch (and its aliases) in the near future?

K.K. Rusch:  I have a book of past sf coming out of Baen, called Women of Futures Past which I edited to show that women have always been a significant part of sf. I'm finishing a new Kris Nelscott book. I'll have a new Fey in 2 or 3 years. I'm about to start a new Diving book, and I have a romance project I need to finish. And there are all those short stories…

Nick:  Thanks again for agreeing to this interview. In saying goodbye, I address the classic final question of Nocturnia: is there a question that you would have responded willingly and yet I have not given?

K.K. Rusch: No, I think you covered it.

Thank you, Nick!

Jacques Spitz: Vita di uno Scrittore.

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Quest'articolo nasce come forma di collaborazione tra appassionati.
Nello specifico tra i blog  Nocturnia e  Cronache di un Sole Lontano.
 In occasione dell'uscita su Urania Collezione del romanzo La Guerra Mondiale n°3 dello scrittore francese Jacques Spitz, l'amico Arne Saknussemm ha scritto da par suo un bel post ( lo trovate QUI) che non è solo  una splendida ed informata recensione del romanzo attualmente in edicola, ma anche una sorta di carrellata delle opere tradotte in italiano dello scrittore d'oltralpe quasi tutte uscite su UCZ ( tranne - se non erro- L'Uomo Elastico) . Mentre io faccio uscire questa piccola scheda sulla vita ( quel poco che si trova sullo scrittore) e sulla sua narrativa vista in generale.
Se questa collaborazione avrà successo non è detto che non si possa replicare anche con qualche altro scrittore in futuro.
Nel frattempo oggi io e Arne inseriamo un altro mattone al' edificio della "Pax Fantascientifica" tra i blogger e gli appassionati italiani di fantascienza.
Chi lo dice che siti che parlano della stessa materia debbano per forza farsi la guerra?
Buona lettura!

La narrativa fantastica è il regno dell'immaginazione e, che ci crediate o meno, risulta essere un mondo molto più ampio e complesso di quanto ci si possa immaginare.
Così come complesse possono essere le vite degli scrittori.
Perché quello che dimentichiamo spesso, è che dietro ad ogni libro c'è la persona che lo ha scritto: le sue conoscenze, la sua filosofia di vita e perfino le idiosincrasie o i suoi peggiori difetti e per quanto possa sembrare strano più lo scrittore è bravo più questi aspetti, si, perfino i suoi difetti, risaltano tra le pagine delle sue opere.

Per questo, in alcuni casi, la vite degli scrittori sono quasi altrettanto importanti dei libri che scrivono.
Prendiamo, ad esempio, il caso di Jacques Spitz ....

Spitz è una figura molto interessante all'interno del panorama europeo della SF per almeno due motivi: per cominciare è stato  inserito tra i padri della fantascienza francese, però al contempo in maniera quasi paradossale il suo nome è stato a lungo dimenticato 
Jacques Spitz si trova nella paradossale situazione dell'essere uno dei padri della fantascienza francofona e, al tempo stesso, risulta 'essere stato quasi completamente dimenticato per decenni al punto che, perfino in patria non risulta facile trovare i suoi libri.
Mentre per quanto riguarda  il secondo motivo...beh procediamo per ordine.



Jacques Spitz nasce nel 1896, come molti altri francesi del tempo vede la luce nel territorio delle colonie: il luogo è l'Algeria, in una città che i francesi chiamano Nemours, mentre i locali, gli algerini  per ricordare che in fondo si trovano a casa loro preferiscono utilizzare il nome Ghazaouet
Ovviamente andrà a finire che dopo l'indipendenza la spunteranno gli algerini e l'unico nome che rimarrà, quello che verrà adottato ufficialmente sarà quello di Ghazaouet, ma questa è un' altra storia....

Non conosciamo molto dei suoi primi anni, non sappiamo poi granché di quanto l'ambiente di nascita abbia influenzato il futuro scrittore.
Fatto sta che  dopo un po ritroviamo Spitz a Parigi, seguendo in questo la trafila classica degli artisti francesi.
E qui apro la seconda parentesi dell'articolo, una parentesi utile a comprendere le similitudini ma anche le differenze tra la cultura e la società italiana e di quella francese. Entrambi i mondi vivono (anzi si nutrono) di dicotomie a volte anche molto conflittuali, solo che da noi questa dicotomia riguarda rivalità quali quella tra il Nord ed il Sud del paese. O tra  la campagna e la città; o tra la realtà dei luoghi di mare e quella dei luoghi di montagna.
In Francia invece, tutto questa dicotomia è si presente ma in maniera molto sfumata, perché la vera differenza, il vero confronto tra le "piccole patrie" interne risulta sempre  quello tra Parigi e il resto del paese.
Non potremo mai comprendere la cultura (anche fantascientifica) e la mentalità (anche fantascientifica ) di quella nazione se non comprenderemo appieno questo aspetto.
Aspetto che si ritrova anche in alcune delle opere di Spitz, in particolare  dentro le pagine di quello che viene considerato come uno dei suoi capolavori. Sto parlando di quel Le Mosche ( La Guerre des Mouches)  che fu scritto dall'autore a cavallo del 1938,  in cui lo scrittore sembra divertirsi, anche in maniera sornionamente crudele,  ad ipotizzare lo scenario di un conflitto mondiale che oppone l'umanità contro una nuova, intelligente e letale razza di mosche ( chiamata Musca errabunda). In particolare dopo i vari sberleffi alle altre nazioni, che non riescono ad arrestare l'avanzata del piccolo nemico all'interno della nostra penisoletta, quando arriva il momento di descrivere cosa accade in Francia, ebbene lo scrittore quasi ci sorprende.  Infatti
  l'esercito francese dopo aver perso quasi tutto il territorio della nazione, senza nemmeno preoccuparsene più di tanto, pensa solo a difendere la capitale.
Ma quanto una capitale, sia pure una capitale qual'è Parigi, può sopravvivere senza il nutrimento proveniente dall'agricoltura e dalle coltivazioni del resto del paese?
Lo stesso Spitz lo farà amaramente notare nelle pagine successive.

Ecco, la cifra stilistica della letteratura di Jacques Spitzè tutta qui: lontana dalla pomposità di molti suoi conterranei, priva della grandeur spocchiosa degli autori francofoni a lui precedenti ( e anche a quelli della generazione immediatamente successiva).  Anzi in tutte le occasioni in cui l'autore ricorrerà a quel tipo di toni sarà sempre in maniera assolutamente ironica. il tutto su uno sfondo e su idee decisamente surreali.
Ma quella di Spitz è in fondo un'ironia molto cinica, completamente pessimista, senza alcuna speranza di redenzione per il genere umano.

Non deve essere stata certo una persona facile il nostro "Monsieur"Spitz. Leggendo le scarse note biografiche su di lui a nostra disposizione ci viene detto immediatamente come sia morto solo e dimenticato proprio a Parigi il 16 gennaio del 1963, ma ancora di più questo spirito amaro lo si nota leggendo i suoi romanzi, che spesso finiscono male, senza nemmeno l'ombra di un  lieto fine.
Una delle poche eccezioni è rappresentata da Segnali dal Sole (Les Signaux du Soleil) pubblicato nel 1943 in piena seconda guerra mondiale. In questo caso, sarà perché fuori imperversava un conflitto vero e proprio, sarà perché l'autore desiderava fornire qualche ora di distrazione ai suoi lettori, ma  il finale che ci arriva si rivela positivo a tutti i livelli.
Segnali dal Soleè un romanzo che sarebbe piaciuto perfino ad uno scrittore come H. G. Wells così antitetico a Spitz dal momento che descrive una sorta di conflitto interplanetario tra Marte e Venere, con la Terra presa in mezzo, dal momento che una delle due fazioni ( non vi svelo quale) deruba il nostro pianeta della sua atmosfera.
All'interno della storia ci sono molti dei temi ricorrenti dell'opera "spitziana"; ritroviamo gli spocchiosi militari e gli altrettanto alteri baroni universitari che l'autore amava tanto sfottere; c'è  il giovane e solitario studioso che da solo comprende, inizialmente, la reale natura della minaccia. Minaccia completamente singolare ed atipica, anche in questo caso.
E c'è la brava storia d'amore, una volta tanto destinata a concludersi con un gran sorriso.




Ma rimane una eccezione, il più delle volte, l'autore sembra chiedersi se la maggior parte dei suoi contemporanei siano dotati del dono dell'intelligenza.
Basta tornare a quel Le Mosche che abbiamo citato in precedenza in cui tra i personaggi compare un ridicolo e pomposo Mussolini, che dal balcone di Palazzo Venezia incita gli italiani alla guerra moschicida, o  magari leggere di una altrettanto folle battaglia tra le mosche, nuove padrone del mondo, e la wehrmacht hitleriana (con lo scrittore che trova il tempo per definire nuovi e creativi modi per ironizzare sulla passione tedesca per salsicce ed insaccati vari).
Provate a pensare alle reazioni dei lettori contemporanei di Jacques Spitz nel leggere nomi come  quelli di Hitler; Stalin e Mussolini all'interno delle pagine di fantasia dal momento che per quei lettori i succitati nomi non facevano certo parte della storia ma della loro presente e della loro  (brutta) cronaca quotidiana.
Con Le MoscheSpitz sembra quasi voler ballare una sorta di amaro valzer sulla fine del mondo e sull'estinzione della razza umana.
Non pensate di trovare però toni deprimenti o uno stile angosciante.
Tutt'altro.

Lo stile dello scrittore francofono è scorrevole, lineare, accattivante e perfino divertito e divertente.
Una strizzata d'occhio rivolta ai suoi lettori sulla fatuità e stupidità delle vicende umane, con toni che non solo ricordano il surrealismo, ma anche scrittori come o filosofi come Kant e Valery
Temi alti ma con una scrittura decisamente popolare.
Ed è questo il secondo motivo di interesse: con le sue opere Jacques Spitz, sembra volerci dire che niente nella vita è così definitivo, che alla è un'unico infinito processo di rinnovamento.
Ed è per questo che non possiamo prenderci troppo sul serio, perché tanto alla fine è un lusso che non ci spetta, che non ci meritiamo.


Basta poi andare a vedere altri due romanzi: L'Occhio del Purgatorio ( L'Oeil du Purgatoire) del 1945, il suo lavoro più emblematico e conosciuto e L'Uomo Elastico ( L'homme Elastique )per il quale bisogna andare più indietro essendo stato scritto e pubblicato nel 1938
Entrambi a loro modo parlano di mutazioni, il primo narra di un uomo che comincia a vedere il futuro per colpa di un batterio che altera la natura ed i poteri della sua vista.
Inutile dire che niente andrà per il verso auspicabile.

La seconda opera, beh....è un altro racconto sulla fine dell'umanità, perlomeno come la conosciamo noi ( Jacques Spitz sembrava molto interessato da questo tema). L'Uomo Elasticoè la storia di uno scienziato, il dottor Flohr che inventa un modo ( la florizzazione )  per far superare alla carne dei corpi tutte le sue barriere fisiche soprattutto per quanto riguarda forma e altezza. Quello che ne consegue è una sorta di conflitto tra quella parte via via sempre più minoritaria di popolazione mondiale che vuole rimanere così com'è e le nuove specie che ne vengono fuori. Ovviamente intervengono anche gli eserciti desiderosi di ottenere un nuova arma (ancora una volta sono esemplificative le righe dedicate alla Germania e alle sue ridicole ossessioni ariane), mentre la Chiesa condanna vigorosamente la nuova eresia.
Purtroppo però il cambiamento fisico-ed è questa la morale della trama- alla fine non coinciderà con una effettiva evoluzione morale, i lati peggiori degli esseri umani rimarranno gli stessi anche dopo la trasformazione.
Sopra ogni altra cosa risalta la figura di questo dottor Flohr, del quale sicuramente vengono spiegate le motivazioni apparentemente nobili ma di cui altrettanto sicuramente viene lasciato intendere che il vero motivo per cui si cimenti nel suo procedimento di trasformazione della razza umana sia solo perché in fondo, può farlo e perché gli piace farlo!



Il tutto è narrato in una maniera talmente umoristica che quando si arriva sul finale non rimane nemmeno troppo amaro in bocca, si rimane consci di star solo godendo un apologo nero con tutte le conseguenze del caso.
E questo vale per tutti i romanzi di Spitz.
Romanzi che l'autore compone con un buon ritmo per quasi una dozzina di anni, in un arco temporale che va tra il 1935 ed il 1946/ 47
Prima di questa data quello che compone lo scrittore o non è fantascienza o comunque rimane inedito. Dopo questa data lo scrittore semplicemente, salvo pochi racconti come L'An 3000 uscito su rivista nel 1950, smette di non tanto di scrivere quanto di essere pubblicato.
E' il caso ad esempio del romanzo Guerre Mondiale n°3, a lungo rimasto inedito.
Semplicemente il suo nome cade nel dimenticatoio ed è significativo vedere come Spitz scelga di ritirarsi proprio nel momento in cui nel suo paese stava sorgendo una nuova generazione di scrittori, quasi come se l'uomo volesse dimenticare la presenza degli altri e farsi dimenticare dagli altri.
E la cosa funzionerà anche perché il nome e l'importanza di Jacques Spitz nel mondo della fantascienza francofona verranno spesso dimenticate, almeno fino agli anni '70 s del secolo scorso, periodo in cui cominceranno ad uscire diverse ristampe delle sue opere dotate di adeguato corredo critico.

Però, ed è qui che giunge un ulteriore sorpresa, anzi quasi un paradosso: se infatti  in Francia molte opere dello scrittore continuano ad essere di difficile reperibilità è forse grazie alle traduzioni estere (qualcosa tramite traduzioni svedesi greche ma in primis tramite  quelle italiane (*), di cui ricordo ancora una volta che ne parlerà Arne nel suo articolo,  che qualcosa di più si è potuto conoscere.
Un paradosso che sicuramente avrebbe divertito Monsieur Spitz.
Magari ci avrebbe anche scritto un romanzo di fantascienza in proposito.

NOTE:
(*) La Mondadori ha infatti tradotto i romanzi:
L'Occhio del Purgatorio [ traduzione più recente ] su Millemondi #39 ( Anno 2004)
Le Mosche e L'Uomo Elastico sul # 1510 di Urania dal titolo Incubi Perfetti (Anno 2006)
Segnali dal Sole sul # 73 di Urania Collezione (Anno 2009)
Nel caso vogliate approfondire, alcune (scarse ) informazioni si trovano su wikipedia edizione francese:  https://fr.wikipedia.org/wiki/Jacques_Spitz


Qui trovate la splendida scheda di Arne sulle pubblicazioni italiane, nel fondamentale blog Cronache di un Sole Lontano

MIDNIGHT CLUB #3:IL CAVALIERE NERO!

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"Questo è il Midnight Club!
Benvenuti!
mettetevi comodi e raccontateci la vostra storia.
Questo è il Midnight Club!
Benvenuti!
Sentitevi a casa vostra.
Questo è il Midnight Club!
Benvenuti!
I bambini lasciati incustoditi saranno venduti come schiavi"




Non invitata, assolutamente inaspettata giunge una nuova puntata del Midnight Club e cioè uno di quei brevi post per brevi storie, in alcuni casi dei semplici flash.
 Storie macabre, fantastiche, dedicate a figure particolari della storia, eventi e personaggi "strani," a volte semplicemente fuori dalla norma ma incastonati in vicende troppo brevi da inserire nei normali Dossier Mysteri Notturni 
Questo post come tutti quelli futuri contrassegnati con questo banner  andrebbe letto sul finire del giorno, quasi verso la mezzanotte, un po come quei racconti sui fantasmi che i nostri nonni raccontavano  attorno ad un fuoco; figurine di un album,  tessere di un antico domino, ospiti non invitati delle vostre serate, desiderosi di raccontarvi la loro vicenda umana.

Ed anche le loro vicende inumane.
Chiudete bene la porta, assicuratevi di aver serrato correttamente le finestre e soprattutto lasciate accesa la luce.
Andiamo a cominciare.

- IL " BLACK KNIGHT".

Tutto comincia con Nikola Tesla.
Forse.
Ci avete mai fatto caso che molti misteri o presunti tali finiscono sempre col tirare in ballo la controversa ma intrigante figura del fisico ed inventore serbo?
Quasi come se fosse un modo per nobilitare un segreto più plebeo.
Bene tra le molte cose attribuite a torto o a ragione a Tesla ce n'è una che ci riguarda da vicino.
Si tratta di una dichiarazione.
Secondo il controverso ma intrigante fisico ed inventore serbo, dallo Spazio arriverebbero dei segnali radio e Tesla li avrebbe rilevati ripetutamente durante tutto il corso dell'anno 1899.
Certo come la maggior parte delle cose riguardanti Tesla è difficilmente verificabile, però in molti ci credono.
E per buona parte degli anni  20s e '30s  altri radioamatori specialmente nel Nord Europa dichiarano di aver ricevuto segnali esterni al nostro pianeta.
Il clima di paranoia raggiunge il suo apice quando nel 1954 un ufologo (nonché presunto maggiore dell' aviazione statunitense) rispondente al nome di Daniel Keyhoe sostiene di avere le prove della scoperta, da parte della US Air Force, di due satelliti di origine ignota.
Anche in questo caso qualcuno ci crede.
Sopratutto alcuni giornali.
E stiamo parlando sia di riviste serie come Aviation Week che quotidiani come il San Francisco Examiner o il St.Louis Dispatch.


Solo che nel 1954 nessuna nazione sulla Terra ha a sua disposizione la tecnologia per poter mandare un satellite nello Spazio.
Sicuramente non la possiedono gli Stati Uniti, sicuramente non la possiede l'eterno nemico, l'Unione Sovietica.
Logicamente in molti cominciano a sospettare un origine "extraterrestre". 
Da quel momento le voci di avvistamento si moltiplicano.

Un esempio?
E' il  1957 e l' URSS riesce a compiere un passo storico: lo Sputnik I supera la barriera dell'atmosfera diventando il primo oggetto umano ad orbitare nel Cosmo
Ebbene, più di qualcuno crede di individuare dalle immagini un altro oggetto che veleggia nell'orbita polare del nostro pianeta.
Per tutti, ormai da tempo, l'oggetto misterioso che si crede di vedere è chiamato il Black Knight Satellite
Il Cavaliere Oscuro.

Nel corso dei decenni le segnalazioni si ripetono, si arriva a sospettare che diversi tra astronauti e cosmonauti vengano costretti dai rispettivi governi a tacere su misteriosi avvistamenti, Il caso più eclatante riguarda lo statunitense Gordon Cooper che nel 1963 sostiene di aver intravisto una infuocata sagoma di colore verdastro avvicinarsi alla sua capsula.
 In seguito verrà fuori che Cooper è stato vittima di allucinazioni dovute ad una fuoriuscita di biossido di carbonio.

Dieci anni dopo qualcuno prova ad effettuare dei calcoli.
Quel qualcuno è uno sconosciuto scrittore scozzese che risponde al nome di Duncan Lunan.
Lunan,  basandosi su quelle vecchie trasmissioni rilevate da quegli altrettanto vecchi radioamatori europei degli anni 20S, arriva a sostenere qualcosa di nuovo.
Secondo lo scrittore le onde radio si dirigerebbero verso una Izaar una stella doppia conosciuta anche come Epsilon Bootis.
E l'oggetto che li trasmetterebbe sarebbe in circolazione da qualcosa come 12600 anni.
Tempo dopo Duncan Lunan ammetterà di aver compiuto degli errori nei suoi calcoli e ritirerà la sua teoria. 


Ma come tutte le Teorie complottiste anche la storia del Black Knight non ha più bisogno di niente, né di notizie, né di dichiarazioni e nemmeno di allarmi.
Ormai  si alimenta da sé e a nulla servono le successive smentite o le rettifiche a posteriori.
Però qualcosa in effetti avviene....

E' il 1998, sono passati quasi cent'anni dalla prima presunta dichiarazione di Tesla.
Gli ex nemici USA Russia ormai collaborano tra loro in missioni congiunte per l'assemblaggio della Stazione Spaziale Internazionale ed è durante una di queste missioni, la STS-88, che lo Shuttle Endeavour, invia numerose foto alla NASA.
In sei di queste, ben classificate, ben catalogate compare un oggetto misterioso.
Le foto finiscono tranquillamente nei siti e negli archivi della NASA parla chiaramente di "Space Debris" cioè di Detrito Spaziale.
Però, per i complottisti, per gli ufologi la risposta vera può essere solo una.
Il Black Knight è stato finalmente fotografato.

Anzi in parecchi credono di scorgere anche segnali di combustione uscire dall'oggetto.
Altri, preferiscono ricordare come lo Spazio esterno alla nostra atmosfera sia pieno di tonnellate e tonnellate di spazzatura prodotta da tutte le missioni spaziali.
E le sei foto non fanno altro che ritrarre uno di questi esempi di spazzatura spaziale.

La "querelle" tra le due fazioni, tra le due scuole di pensiero finirà per assumere i toni della farsa quando avviene il penultimo atto della vicenda.

Siamo arrivati praticamente ai giorni nostri.
Nel 2011, su molti siti del settore, viene divulgata la notizia che la NASA ha rimosso le immagini incriminate; molti ufologi si scagliano immediatamente contro l'ente americano, diversi tra loro parlano di tentativi di depistaggio o di insabbiamento.
Quasi subito però si scopre che le cose stanno in maniera leggermente diversa.
Non solo le foto non sono mai state rimosse ma sono ancora oggi tranquillamente visibili sul sito della NASA.
Semplicemente l'ente spaziale americano ha cambiato catalogazione e risoluzione delle medesime immettendole nel server principale con un nuovo codice.
Cosa si diceva prima delle Teorie che si auto-alimentano?

Rimane un unica spiegazione, la più probabile.
E lo dimostrerebbero proprio le foto della NASA come questa.


L'oggetto conosciuto come Black Knight Satellite non sarebbe altro che un vero detrito spaziale perso dagli astronauti nel corso della missione STS-88
Una coperta termica per la precisione.
Di quelle fatte con un materiale  particolarmente scuro e resistente chiamato kapton.
Triste, prosaico forse, ma altamente probabile.
E' la soluzione a tutte le domande di questa bizzarra vicenda?
Forse.

 Certo, in parecchi  continuano a non essere convinti, in molti continuano a scrutare il cielo convinti di poter prima o poi scorgere le prove dell'esistenza di un qualcosa simile al Satellite Black Knight.
Perché in fondo siamo fatti così: noi vorremmo poter credere che ci sia davvero qualcosa che ancora non conosciamo.
Che ci siano davvero altre forme di vita nel' Universo oltre alla nostra.
E forse esistono davvero.
Per questo continuiamo ad alzare gli occhi al cielo.
Forse però dovremmo imparare a farci le domande giuste.
Ed anche però a saper scorgere i fatti nella maniera giusta.
E non solo le cose che ci farebbe piacere vedere.

ANT-MAN (2015)

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Quando Scott Lang viene scarcerato dalla prigione, la sua vita è ormai distrutta: la sua ex si è risposata con un poliziotto, il quale  non vorrebbe nemmeno fargli vedere più la figlia. Inoltre Scott fatica a trovare lavoro dal momento che appena scoprono il suo passato di galeotto. Eppure Scott non è un criminale, non è una persona pericolosa; lui semplicemente seguito la sua coscienza restituendo soldi ai legittimi proprietari. Soldi  che la società per la quale lavorava aveva estorto truffando  gli inconsapevoli risparmiatori . L'unica persona che sembra credere ancora in lui è proprio la figlia Cassie ed è per amore di Cassie che Scott accetta l'offerta dell'amico Luis di tentare un furto dentro un'abitazione.
La casa però si dimostra essere quella dell'inventore Hank Pym e all'interno della cassaforte aperta viene rinvenuta solo una strana tuta.  Pym è infatti un'inventore che si è dimesso dallo S.H.I.E.L.D.S ed anche dalla sua vecchia azienda per evitare che la tecnologia delle sue invenzioni potesse essere sfruttata per usi militari.
Quasi subito si scopre che è stato Hank Pym ad osservare e manipolare Scott per farlo diventare il suo erede. L'ex galeotto, grazie alla tuta, scopre di potersi rimpicciolire, di poter parlare con le formiche ed anche di poter conservare la sua forza nonostante le piccole dimensioni.
Ma le cose sono più complicate di quanto Scott possa mai immaginare: ci sono ancora molti che desiderano impossessarsi delle invenzioni di Hank Pym: dall' HYDRA a Darren Cross, l'ex pupillo dell'inventore e suo successore nell'azienda di famiglia.
E a rischiare di pagare più di tutti la scelta di Scott Lang potrebbe essere proprio la sua famiglia.

Interessante destino quello di Ant-Man, sarebbe potuto essere uno dei primi film del Marvel Cinematic Universe, dal momento che le basi del progetto hanno cominciato ad essere poste nel 2006, invece, una combinazione di circostanze ha fatto si che Ant Man si sia trovato ad essere praticamente l'ultimo film della cosiddetta Fase Due. praticamente dopo tutti i vari blockbuster del ciclo ( QUI)



I motivi sono molteplici, cominciando dal fatto che in fondo il personaggio non fosse proprio uno dei più conosciuti tra quelli dei fumetti della Marvel i(pur essendone stato uno dei primi ad essere stato inventato nei primi anni '60s), ed anche che ci fossero stati ben due personaggi a vestire i panni frl' eroe  nel corso del tempo, il primo, l'inventore Henry "Hank" Pym nato nel 1962  era stato  il classico rappresentante di un America che oggi non c'è più: la cosiddetta America dei W.A.S.P ( White Anglo Saxon Protestants), un brutto modo per definire quella che, all'epoca era la classe dominante degli States.
E non è un caso che sia il Dr. Pym che sua moglie Janet Van Dyne portino  cognomi fiamminghi, anche per richiamare quelli di una delle prime etnie europee a sbarcare sulle coste nord americane e cioè quelli di quei coloni olandesi tutt'ora figure dominanti nel New England.
Così come,  non sarà certo voluto ma è freudiano, il particolare che l'identità da superoina di Janet Van Dyne fosse quella di "Vespa", che in americano si dice, per l'appunto, "Wasp"

Mentre invece il secondo character a vestire i panni del personaggio, era stato, per l'appunto il meno granitico e monolito Scott Lang, creato nel 1979. Un ex ladro con figlia minore a carico, diviso a metà tra l'attività in calzamaglia e la quotidianità come balia.
Meno granitico, ma sicuramente in quanto anti eroe, più adatto ai tempi.


Ci sono però anche altri motivi per spiegare una così lunga tempistica nella realizzazione della pellicola..
Come sappiamo, un film ha sempre diversi padri, tante sono le persone che concorrono alla sua realizzazione. Ci sono casi però in cui è più facile notare le varie "mani" che si sono succedute nel percorso della sua realizzazioni.
Ant-Manè, per l'appunto uno di questi casi.
Mi spiego meglio.
Quando nel 2006, il progetto è stato approvato, il regista  incaricato sarebbe dovuto essere l'inglese Edgar Wright. Responsabile, assieme a Simon Pegg, del fenomenale Shaun of the Dead
Wright, convintosi di poter portare la stessa carica ironica ed irriverente del suo film più famoso, si era occupato di tutta la fase della pre- produzione di Ant -Man  e ne era stato anche l'autore delle prime bozze della sceneggiatura assieme a Paul Cornish.  In seguito però, per divergenze con la produzione il bravissimo regista britannico ha dovuto rinunciato all'incarico, sostituito dopo poche settimane dal mestierante Peyton Reed (anche se, a onor del vero, Wright è stato comunque accreditato come sceneggiatore, assieme a Cornish e a Paul Rudd che nel film interpreta anche il protagonista Scott Lang)
Ed il cambio della mano in regia si vede.
Certo, qualcosa della visione wrightiana rimane, soprattutto nelle sequenze in cui compare il terzetto degli amici-complici di Lang, simpatici e cazzoni quanto basta. In particolare numerose tracce di questo "trattamento" restano nel personaggio di Luis (un esplosivo Michael Peña ) che dipinge un criminale di mezza tacca cialtrone, arruffone, incapace, sfigato e finito in prigione per aver rubato due frullatori ma, al contempo frequentatore abituale di degustazioni di vino e mostre d'arte e talmente tenerone da essere pronto a sfornare waffles in continuazione, per sollevare il morale dei suoi "soci")
Sono questi piccoli particolare che mi fanno chiedere che film sarebbe stato Ant- Man se fosse rimasto nelle mani di Edgar Wright.


Però stiamo parlando di un film Marvel ed è normale che un film della Casa delle Idee non possa e non debba svicolare da determinati paletti. Inoltre c'è da ricordare coma il franchise Marvel da anni sia entrato a far parte della proprietà Disney
E Ant- Manè sicuramente tra tutti i film del MCU uno di quelli in cui più forte si sente l'influenza disneyana.
Questo vale principalmente in alcuni toni da commedia, nell'esaltazione dei buoni rapporti familiari, ma anche nel rapporto che si viene a creare tra l'eroe e le formiche.
E nella quasi antropomorfizzazione delle medesime, trattate nella sceneggiatura quasi come fossero simpatici animaletti da compagnia.

Per il resto il film assolve adeguatamente al suo compito: diverte in maniera garbata battendo strade sicure, certo non aspettatevi una gran coerenza scientifica, aspetto questo che è forse l'unica pecca  di tutta la pellicola; intendiamoci, non sto parlando della normale "sospensione dell'incredulità" tipica di questi film (per intenderci quella che ci fa accettare l'idea che un uomo possa volare solo perché dotato di una tuta o che Luke Skywalker possa essere il figlio di Darth Vader ) ma di continue contraddizioni degli elementi della tecnologia fittizia impiegata nel film e di alcuni svarioni nella trama.
In fondo però, Ant-Man riesce a contrastare queste piccole defaillance, grazie ad un piccolo particolare: perché stiamo parlando di un prodotto, che sin dalla prima inquadratura, dalle scene iniziali, non si prende minimamente sul serio; anzi riesce a rispettare praticamente tutti gli stereotipi del genere in maniera gradevole.


L'appassionato Marvel ritroverà quindi il classico cameo di Stan Lee, così come ritroverà i riferimenti ai precedenti film della serie (cronologicamente Ant-Man si colloca dopo The Winter Soldier e Age of Ultron ) con apparizioni di Falcon e Captain America. In più una scelta intelligente compiuta dagli sceneggiatori è quella di far comparire entrambi i characters che, nel corso dei decenni, hanno vestito i panni del Super Eroe; ritroviamo quindi contemporaneamente  Hank Pym, interpretato da un Michael Douglas che svolge adeguatamente il suo compitino e  Scott Lang, gestito da un perfetto e divertente Paul Rudd (aiutato anche dall'ottimo doppiaggio attuato dal bravo Riccardo Niseem Onorato)

Ancora più intelligente la scelta di tenere fuori il personaggio di Janet Van Dyne, assenza che potrà fornire il pretesto per un, già deciso, sequel.


Non bisogna aspettarsi nemmeno grandi novità;  Ant-Man è un racconto sui conflitti, di conflitti familiari e generazionali , come quello tra Hank Pym e sua figlia Hope ( una Evangeline Lilly, brava ma decisamente poco credibile nella  parrucca a caschetto che le hanno fatto mettere in questa occasione). 
O tra modi diversi di essere padri e figli.
E anche questo in fondo è un concetto molto disneyano
Pensiamo ad esempio al confronto tra le figure di Lang e quello del malvagio del film Darren Cross (l'estroverso Corey Stoll, un attore che riesce a risultare simpatico perfino quando interpreta un ruolo da villain). Cross dà in fondo l'ulteriore chiave di lettura della pellicola, gestendo un personaggio certamente malvagio ma in maniera molto edipica, a dimostrazione ancora una volta che non esistono diversi e numerosi tipi di storie da narrare, ma che ne esiste solo una. Una Storia che ci ostiniamo a raccontare sotto centinaia di varianti.
O di confezioni diverse.
La storia è ovviamente quella eterna della Guerra tra Bene e Male, quello che cambia è solo il modo di raccontarla.
E Ant- Man in fondo  ha una buona confezione, dei buoni attori (cito anche il  Bobby Cannavale veterano di tate serie poliziesche, che qui, tanto per cambiare interpreta l'ennesimo poliziotto della sua lunga carriera) ed una certa freschezza, leggerezza ed auto ironia di fondo.
Tutte cose che messe insieme, riescono a divertirci e a raccontarci l'ennesima ripetizione della stessa storia di sempre senza però farcene accorgere.
Anche questa, in fondo, è bravura.

ADDENDUM ALTRE RECENSIONI:

Per chi avesse voglia di leggere altre opinioni sul film, vi segnalo alcuni pareri di altri blogger, in fondo internet dovrebbe essere diffusione e condivisione, quindi faccio ben volentieri la mia parte:

-LA RECENSIONE DI GLAUCO.

-LA RECENSIONE DEL DOC. MANHATTAN

- LA RECENSIONE DI PISCU.

- LA RECENSIONE DI BABOL.

-LA RECENSIONE DI CASSIDY.

E se volete farne inserire altri (magari il vostro) segnalatemelo pure.

Accade in Italia #9. - Segnalazioni di Febbraio.

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Accade in Italia diventa sempre più corposo e questo indubbiamente è un bene, significa che c'è tanto che si muove nel settore, sicuramente qualcosa in più rispetto alla desolazione degli anni scorsi, quindi visto che la carne al fuoco è davvero molta procediamo subito senza indugio con le segnalazioni delle novità.
Lasciatemelo dire, una più bella dell'altra.

1) XXII TROFEO RiLL, IL MIGLIOR RACCONTO FANTASTICO.

Cominciamo le segnalazioni di questo mese con uno dei migliori concorsi d'Italia, uno di quelli che veramente garantisce la pubblicazione in maniera professionale (anche all'Estero) e sappiamo tutti quanto questo particolare sia importante per chi scrive, ma anche per chi legge.
Credo molto in questo progetto, non a caso in passato ho recensito alcune delle antologie del Premio RiLL ( QUI e QUI) e presto recensirò l'ultima uscita.
Con molto piacere vi rigiro il comunicato ufficiale dell'amico Alberto Panicucci.

Scadenza: 21 marzo 2016

Sono aperte sino al prossimo 21 marzo le iscrizioni per il XXII Trofeo RiLL per il miglior
racconto fantastico, organizzato sin dal 1994 dall´associazione RiLL Riflessi di Luce Lunare,
col supporto del festival internazionale Lucca Comics & Games e della Wild Boar Edizioni.

Possono partecipare al concorso racconti fantasy, horror, di fantascienza e, in generale, ogni
storia che sia, per trama o personaggi, "al di là del reale".
Ogni autore può partecipare con una o più opere, purché inedite, originali ed in lingua
Italiana.
La partecipazione è libera e aperta a tutti (uomini, donne, maggiorenni, minorenni, italiani,
stranieri, residenti in Italia o all´estero). Da quest´anno, però, non possono più partecipare al
concorso gli autori cui RiLL ha dedicato un´antologia personale (collana Memorie dal Futuro,
ed. Wild Boar).

Negli ultimi dieci anni hanno partecipato al Trofeo RiLL 200-250 racconti a edizione, scritti da
autori residenti in Italia e all´estero (Australia, Giappone, Uruguay, USA e altri paesi europei).
Nel 2015 i racconti inviati sono stati 297.


I migliori racconti del XXII Trofeo RiLL saranno pubblicati (senza nessun costo/ contributo
per i rispettivi autori) nella prossima antologia del premio (collana "Mondi Incantati", ed. Wild
Boar).
Inoltre, il racconto primo classificato sarà tradotto e pubblicato, sempre gratuitamente:
- in Irlanda, sulla rivista di letteratura fantastica Albedo One;
- in Spagna, su Visiones, l´antologia annuale dell´AEFCFT (Asociación Española de
Fantasía, Ciencia Ficción y Terror).
L´autore del racconto vincitore riceverà un premio di 250 euro.

La selezione dei racconti finalisti sarà curata da RiLL. I racconti partecipanti saranno valutati
in forma anonima (cioè senza che i lettori conoscano il nome degli autori), considerando in
particolare l´originalità della storia e la qualità della scrittura.
La giuria del Trofeo RiLL sceglierà poi, fra i racconti finalisti, quelli da premiare e pubblicare
nell´antologia "Mondi Incantati" del 2016.
Sono giurati del Trofeo RiLL, fra gli altri, gli scrittori Donato Altomare, Mariangela Cerrino,
Giulio Leoni, Gordiano Lupi, Massimo Mongai, Massimo Pietroselli e Sergio Valzania; gli
accademici Arielle Saiber (Bowdoin College, Boston, USA) e Luca Giuliano (Università "La
Sapienza", Roma); e i giornalisti e autori di giochi Andrea Angiolino, Beniamino Sidoti e
Renato Genovese (quest´ultimo anche direttore del festival internazionale Lucca Comics &
Games).

Tutti gli autori partecipanti al XXII Trofeo RiLL riceveranno una copia omaggio dell´antologia
"NON DI SOLO PANE e altri racconti dal Trofeo RiLL e dintorni", che prende il nome dal
racconto vincitore del XXI Trofeo RiLL, scritto dal veronese Davide Camparsi .
Il volume raccoglie i migliori racconti del XXI Trofeo RiLL e di SFIDA 2015 (altro concorso
curato da RiLL) e i testi vincitori di cinque premi per racconti fantastici banditi all´estero:
l´Aeon Award Contest, Irlanda; il James White Award, Regno Unito; il premio Visiones,
Spagna; il Nova Short Story Competition, Sud Africa; l´Horror Flash Fiction Competition,
Australia.

La cerimonia di premiazione del XXII Trofeo RiLL si svolgerà nel novembre 2016, all´interno
del festival Lucca Comics & Games.

Per maggiori informazioni sul XXII Trofeo RiLL si rimanda al bando di concorso (in attach) e
al sito di RiLL, che ospita ampie sezioni sul Trofeo RiLL e la collana "Mondi Incantati".

Per contattare lo staff di RiLL:
http://www.rill.it
trofeo@rill.it

2) NOVITA' INDIPENDENT LEGIONS.

Ghiotte novità in vista nel nostro paese per quanto riguarda l'horror internazionale per merito della Indipendent Legions la Casa Editrice del bravo Alessandro Manzetti.
Nei prossimi mesi Nocturnia dedicherà abbondante spazio sia alla CE con segnalazioni e recensioni, sia all'attività di Manzetti ( nella duplice veste di autore e di rappresentante italiano della prestigiosa Horror Writers Association) per adesso cominciamo a dare uno sguardo d'insieme al 2016 di IL.
Secondo quanto mi anticipa Alessandro, il programma dei prossimi mesi dovrebbe essere più o meno questo:

Per cominciare sono usciti recentemente per Independent Legions i volumi Danze Eretiche Volume 1 (Dicembre 2015) e Danze Eretiche Volume 2(Gennaio 2016) entrambi in formato eBook. I volumi contenengono racconti di Poppy Z. Brite, Richard Laymon, Ramsey Campbell, Gary Braunbeck, Lisa Morton, Caleb Battiago e Paolo Di Orazio.
Per le imminenti uscite, in questo mese di febbraio sarà disponibile (in lingua inglese, sempre eBook) la raccolta di racconti Poppy Z. BriteSelected Stories.
Un libro cult di una autrice che per scelta non pubblica da più di 10 anni, questo è il suo primo best of di racconti. Ne riparleremo più avanti.
Importanti anche le altre proposte del 2016, tra le quali: il romanzo 'L'Isola' di Richard Laymon (in Italiano, cartaceo ed eBook, data prevista di uscita Giugno/luglio 2016), la raccolta di racconti 'I Giorni della Bestiadi Charlee Jacob (in Italiano,cartaceo ed eBook,  data prevista Luglio 2016), il romanzo 'Disegni di Sangue di Poppy Z. Brite ( in Italiano,cartaceo ed eBook, probabilmente a Settembre 2016), il romanzo 'Io Viaggio di Nottedi Robert McCammon (in Italiano,cartaceo ed eBook, Settembre 2016), il romanzo 'La Casa a Nazareth Hill' del grande Ramsey Campbell (in Italiano,cartaceo ed eBook, Settembre 2016). Inoltre, sempre nel 2016, sono in programma anche titoli in lingua inglese, oltre al citato Poppy Z. Brite Selected Stories usciranno (in eBook) l'antologia di racconti The Beauty of Death (Aprile 2016) con racconti di Peter Straub, Ramsey Campbell, Poppy Z. Brite, John Skipp e tanti altri autori, e l'edizione digitale della nuova raccolta di racconti (una retrospettiva) di Gene O'NeillThe Hitchhiling Effect
Info sulle pubblicazioni e uscite si trovano anche sul sito web, qui: http://www.independentlegions.com/pubblicazioni.html


Ed ecco le schede sulle prime due uscite citate:

DANZE ERETICHE – VOLUME 1


Horror Experience
Racconti di: Richard Laymon, Poppy Z. Brite, Paolo Di Orazio
Independent Legions Publishing
ISBN 978-88-99569-01-3
Pubblicazione: 18 Dicembre 2015
Illustrazione di copertina di George Cotronis
Traduzioni di Alessandro Manzetti
Formato eBook Pagine: 72 - Lingua: Italiano Prezzo di copertina: € 1,99
Disponibile su Amazon http://goo.gl/22thar e sui principali stores online
Una raccolta di racconti horror di alcuni dei più grandi interpreti dello splatterpunk mondiale e nazionale. Volume 1.
Contiene i racconti, mai pubblicati in lingua italiana: 'Un Buon Posto Segreto' di Richard Laymon, 'Risvegli' di Poppy Z. Brite e 'Carousel Raiser' di Paolo Di Orazio.
Sinossi: Tre diverse interpretazioni dell'horror moderno; George è un ragazzino che si trasferisce in un nuovo quartiere, e tenta in tutti i modi di fare amicizia con un paio di ragazzi più grandi, Rick e Jim, che gli faranno conoscere il loro posto segreto, un sottopassaggio che si trasformerà, per tutti, in un orribile teatro di inquietanti vicende di sangue; Suko sbarca a Los Angeles dalla sua Bangkok, dopo anni di risparmi, frequenta i bar e locali gay della città e incontra Justin, l'uomo alto e biondo che lo coinvolgerà nei più profondi recessi della deviazione umana e post-umana; Nel Nuovo Mondo, nella ottocentesca New Orleans, sbarca il Branzini Medical Show con la sua carovana di mostri, freaks e creature deformi che saranno i protagonisti di un incredibile e raccapricciante spettacolo della natura corrotta dal seme di Satana.
Gli autori:

Richard Laymon

Chicago, 1947 – 2001. Vincitore del Bram Stoker Awards e di molti altri premi internazionali, ha pubblicato racconti, raccolte e una quarantina di romanzi (una decina sono stati tradotti in Italiano), tra i quali: The Cellar (1980), Nightmare Lake (1983), Night Show (1984), Beware (1985), The Beast House (1986), Flesh (1987), Midnight’s Lair (1988), Funland (1989), The Stake (1990), Island (1991), Blood Games (1992), Dark Mountain (1992), Endless Night (1993), In the Dark (1994), Quake (1995), Bite (1996), After Midnight (1997), The Midnight Tour (1998), Along the Missing (1999), The Traveling Vampire Show (2000).

Poppy Z. Brite

New Orleans, 1967. Tre volte finalista al Bram Stoker Awards e vincitrice di diversi premi internazionali, ha pubblicato romanzi, rac-conti e raccolte. Tra le sue opere: Lost Souls (1992), Drawing Blood (1993), Wormwood (1993), Exquisite Corpse (1996, tradotto in Italiano col titolo di Cadavere Squisito), Are You Loathsome Tonight? (1998), Wrong Things (2001, con Caitlin R. Kiernan), The Value of X (2002), The Devil You Know (2003), Liquor (2004), Prime (2005), Soul Kitchen (2006).

Paolo Di Orazio

Roma, 1966. Pioniere dello splatterpunk Italiano con l'antologia Primi delitti (1989), denunciata dal Parlamento per istigazione a delin-quere, pubblica racconti, romanzi e fumetti con Granata Press, Addictions, Castelvecchi, Radio Rai, Urania, Bietti, «Cattivik», «Heavy Metal», Coniglio editore, Cut Up, Nicola Pesce, Beccogiallo, Clair de Lune, Rizzoli. Creatore ed editor della rivista cult Splatter. Tra le sue pubblicazioni in lingua Italiana: Madre Mostro, Che hanno da strillare i maiali, Vloody Mary, Debbi la Strana e le Avventure Bipolari del Coniglietto Ribes, Black & Why. Tra le sue pubblicazioni in lingua inglese: Dark Gates (con Alessandro Manzetti come co-autore) e My Early Crimes. Il suo racconto Hell è stato inserito nella lista del Best Horror of the Year – Volume 7, curato da Ellen Datlow.


DANZE ERETICHE - Volume 2

Horror Experience
Racconti di:
Ramsey Campbell, Gary Braunbeck, Lisa Morton e Caleb Battiago.
Independent Legions Publishing
ISBN 978-88-99569-02-0
Pubblicazione: 15 Gennaio 2016
Illustrazione di copertina di George Cotronis
Traduzioni di Alessandro Manzetti Formato eBook
Pagine: 75 - Lingua: Italiano Prezzo di copertina: € 1,99 Disponibile su Amazon http://amzn.to/1Sm2h5g e sui principali stores online
Una raccolta di racconti horror di alcuni dei più grandi interpreti dell’horror e dello splatterpunk mondiale e nazionale. Volume 2. Contiene i racconti, mai pubblicati in lingua italiana: ‘Gli Ospiti’ di Gary Braunbeck, opera vincitrice del Bram Stoker Award 2003, 'Messo alla prova' di Lisa Morton, opera vincitrice del Bram Stoker Award 2006, l’inedito 'Il Re che dorme' di Caleb Battiago e ‘Il Vecchio Crudele’ di Ramsey Campbell. Quattro diverse interpretazioni dell'horror moderno.
Sinossi:
Un figlio deve staccare il respiratore a sua madre, una giornata che si muove sul filo della vita e della morte, ma l’uomo de-ve compiere il suo terribile dovere, per poi espiare i suoi peccati, a casa, ogni volta, dove l’aspettano i suoi Ospiti, attrezzati con i giusti, dolorosi strumenti; Una famiglia raccolta intorno al padre, al capofamiglia, che dorme come se la realtà intorno a lui galleggiasse in una allucinazione di sangue, di interiora che si allungano come serpenti, di teste mozzate nel frigorifero, di liquor di cervello sparso ovunque, un incubo che si rivelerà essere più concreto della stessa realtà; Un uomo si ripara da un improvviso acquazzone in uno strano albergo, pieno di anziani. Più che un albergo sembra una casa di riposo, o forse qualcos’altro ancora. Nell’ ala più buia dell’albergo scoprirà la memoria di se stesso, terribili presenze, una prigione, un labirinto di ragnatele che spazzerà via il suo presente. Se esiste davvero; L’auto di una coppia, dopo una cena fuori città, investe una creatura su una strada di solitaria, affiancata da una inestricabile foresta. L’uomo, con la moglie ferita, sarà messo alla prova e dovrà affrontare lo sconosciuto, l’impossibile, ferito, alto più di due metri e con gli occhi fiammeggianti di rabbia animale.
Gli autori:

Ramsey Campbell

Liverpool, 1946. Autore di romanzi e racconti, vincitore, numerose volte, di moltissimi premi internazionali, tra i quali: il World Fantasy Award, il British Fantasy Award, l’International Horror Guild Award, il Bram Stoker Award e di prestigiosi riconoscimenti come il Bram Stoker Award alla carriera, il World Horror Grandmaster e l’IHG Living Legend. Tra i suoi numerosi romanzi, molti dei quali tradotti in Italiano: The Doll Who Ate His Mother (1976), The Face That Must Die (1979), The Nameless (1981), Incarnate (1983), The Hungry Moon (1986), The Influence (1988), Ancient Images (1989), The Count of Eleven (1991), The House on Nazareth Hill (1996), The Last Voice They Hear (1998), Silent Children (2000), The Darkest Part of the Woods (2003), The Grin of the Dark (2007), The Seven Days of Cain (2010), Ghosts Know (2011), The Last Revelation of Gla'aki (2013), The Pretence (2013), Thirteen Days by Sunset Beach (2015). 
Sito Web: www.ramseycampbell.com

Gary Braunbeck

Newark, 1960. Autore di romanzi, racconti e saggi, vincitore di diversi premi internazionali, tra i quali il Bram Stoker Award, per ben sei volte, e l’International Horror Guild Award, Tra i suoi romanzi: The Indifference of Heaven (2000), This Flesh Unknown (2001), In Silent Graves (2004), Keepers (2005), Prodigal Blues (2006), Mr. Hands (2007), Coffin County (2008), Far Dark Fields (2009). Tra le sue rac-colte di racconti: Escaping Purgatory (2001), Graveyard People: The Collected Cedar Hill Stories, Volume 1 (2003), A Little Orange Book Of Odd Stories (2003), From Beneath these Fields of Blood (2004), Home Before Dark: The Collected Cedar Hill Stories, Volume 2 (2005), Destinations Unknown (2006), Rose of Sharon (2013).
Sito Web: www.garybraunbeck.com

Lisa Morton

Losa Angeles, 1958. Autrice di romanzi, racconti e saggi, vincitrice di diversi premi internazionali, tra i quali il Bram Stoker Award, per ben sei volte, e il Black Quill Award. Presidente della Horror Writers Association. Tra le sue opere: i romanzi The Castle of Los Angeles (2010), Malediction (2013), Netherworld (2014), le novelle The Lucid Dreaming (2009) e The Samhanach (2009), la raccolta di rac-conti Monster of L.A. (2010), i saggi The Halloween Encyclopedia (2003), A Hallowe'en Anthology: Literary and Historical Writings Over the Centuries (2008), Savage Detours: The Life and Work of Ann Savage (2010).
Sito Web: www.lisamorton.com

Caleb Battiago

Roma, 1968. Pseudonimo di Alessandro Manzetti. Finalista al Bram Stoker Award e, più volte, ad altri premi internazionali, tra i quali l’Elgin Award e il Rhysling Award. Ha pubblicato, in Italiano e in Inglese, romanzi, racconti, raccolte, poesie, saggi. Tra le sue opere: Naraka - L'Inferno delle Scimme bianche (2013), Shanti - La Città Santa (2014), Parigi Sud 5 (2014), Venus Intervention (2014), Weird West Blues (2014), Kiki – Sangue a Berlino Brandeburgo (2014), The Massacre of the Mermaids (2015), Dark Gates (2015, con Paolo Di Ora-zio), Tenderloin Sud 5 (2015, con Gene O’Neill), Monster Masters (2015), Eden Underground (2015). In uscita la sua raccolta di racconti Kannibalika (2016). Ha tradotto opere di Ramsey Campbell, Richard Laymon, Poppy Z. Brite, Graham Masterton, Gary Braunbeck, Gene O'Neill, Lucy Snyder, Lisa Morton. 
Sito Web: www.alessandromanzetti.net

Ecco, per il momento è tutto, ma su Indipendent Legions torneremo presto.
Ci sono comunque altre ottime novità per quanto riguarda il mercato italiano e cioé:

3) FERRO SETTE TORNA IN EDIZIONE EBOOK!

Mi scrive anche un altro ottimo amico, il bravissimo Francesco Troccoli per segnalarmi che la sua operaFerro Settesta vivendo una seconda vita ( nel caso, foste interessati QUI trovate la mia recensione del romanzo,QUI invece la mia intervista con lo scrittore)
Vi lascio con le parole del buon Francesco:

È con una certa emozione che posso darVi la notizia: a quasi quattro anni dalla prima pubblicazione, Ferro Sette ritorna in una nuova edizione in formato elettronico, nella collana Odissea Digital Fantascienza di Delos Digital.
Come ho scritto nel libro, senza l'impagabile affetto con cui tutti i miei amici e tutte le mie amiche accolsero e sostennero il primo lancio nel 2012, questa nuova pubblicazione non sarebbe mai potuta esistere.
Perciò a Tutti Voi, di nuovo, va il mio commosso ringraziamento.

La riedizione di Ferro Sette precede quella di Falsi dèi, che arriverà a marzo. Il tutto in preparazione alla pubblicazione del terzo e conclusivo capitolo del ciclo, ovvero Mondi senza tempo, che grazie a Delos Books raggiungerà il mercato, a seguire, sia in formato elettronico che tradizionale cartaceo.
In allegato la copertina completamente nuova di Ferro Sette, mentre il volume elettronico è disponibile qui.

E anche per oggi è tutto, noi ci rivediamo sabato con una (spero) bella sorpresa.
That's all Folks!

NUOVA INTERVISTA CON CLAUDIO VERGNANI.

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"Con un’operazione sicuramente coraggiosa, sulle tracce di HPL torna ora a Innsmouth Claudio Vergnani – o meglio i suoi personaggi Claudio e Vergy, lo strano tandem che in pochi anni gli ha guadagnato un ricco seguito di lettori. Claudio introspettivo, reduce da un tentato suicidio e in faticosa ripresa, voce narrante; Vergy vitalistico e irascibile, intemperante per scelta (cibo, alcool, sesso, turpiloquio) e tuttavia dotato di ruvida saggezza, sempre capace a cavarsi d’impiccio grazie a doti da eroe folklorico, ma anche all’ironia e a un carico dolente di esperienza: due personaggi pronti all’azione, all’uso delle armi, al non tirarsi indietro anche sul piano sessuale, insomma piuttosto distanti dai classici protagonisti di Lovecraft. E infatti – diciamolo chiaro –tributando al Solitario un appassionato omaggio, il romanzo Lovecraft's Innsmouth mantiene però una sostanziale, voluta autonomia."

"Di estremo interesse dunque il ritorno dei due personaggi in questa nuova avventura (almeno virtualmente) teratologica. Li ritroviamo infatti come perplesse guardie del corpo di un professore – tal Franco Brandellini– in visita presso una specie di Disneyland lovecraftiana sulle coste del
Massachusetts: una Innsmouth farlocca dove i turisti assistono a finti rituali e vagano sghembe comparse camuffate da uomini pesce. Possibile che sotto il velo della mascherata ci sia qualcosa di vero?"

Estratti della prefazione a Lovecraft's Innsmouth scritta da Franco Pezzini.

Ho già intervistato in passato il bravo Claudio Vergnani per Nocturnia (QUI), oggi però tentiamo di fare un esperimento nuovo e diverso. Non solo per la prima volta nella storia di questo blog intervisto per la seconda volta un artista (e sono contento di cominciare proprio con Claudio) ma l'intervista apparirà in contemporanea su Nocturnia e su TrueFantasy, il blog di Alessandro Iascy. Inoltre -sempre per la prima volta- l'intervista sarà monotematica. Nello specifico sarà l'occasione per parlare del romanzoLovecraft's Innsmouthuscito recentemente per le Edizioni Dunwich. Un romanzo in cui Vergnani fa incontrare i suoi personaggi più conosciuti, Claudio e Vergy, i  due cacciatori di Vampiri decisamente sopra le  righe nati con il romanzo rivelazione Il 18 Vampiro con i personaggi di Lovecraft.
Con questo modo Nocturnia e TrueFantasy ritengono  di poter far conoscere meglio il romanzo di Vergnani, a tutti i lettori.
Se l'iniziativa avrà successo, niente vieta di poter ripetere e proporre delle Seconde Interviste più tematiche con autori e disegnatori.
Nel frattempo, buona lettura!
Attendo i vostri commenti!

INTERVISTA CON CLAUDIO VERGNANI.



Nick: Ciao Claudio, bentornato su queste pagine virtuali! L'intervista odierna si baserà principalmente sulla tua ultima uscita "Lovecraft 's Innsmouth", in cui fai incontrare i tuoi personaggi più famosi e cioè i cacciatori di Vampiri Claudio e Vergy con l'Universo Letterario di Lovecraft. Quanto è stato difficile unire i due mondi?

Claudio Vergnani:  Grazie a te per avermi invitato :)

Non è stato difficile. I miei due personaggi principali sono abituati da sempre a lottare in primo luogo con la vita e subito dopo con le loro coscienze, e di conseguenza con le difficili scelte che ne derivano. Sono affiatati e abituati a muoversi in coppia. Gli avversari che di volta in volta si trovano ad affrontare (spesso di malavoglia) e che non sempre riescono a vedere come nemici veri e propri, ma più propriamente come compagni di sventura che si trovano a militare su fronti contrapposti) fanno parte, per loro, di quel mondo ostile che portano dentro di sé. Sono quindi visti come mali necessari, o comunque inevitabili, e in ogni caso da non demonizzare. Da eliminare, semmai, in alcuni casi, ma senza condanne ideologiche, che piuttosto vengono riservate ad altro. In questa chiave di lettura si capirà che tra un vampiro e un abominio della cosmogonia lovecraftiana non correranno tante differenze, se non puramente tecniche. Relative, cioè, al come sbarazzarsi di loro. Se è il caso di farlo.

Nick: Soffermiamoci per un istante sui tuoi personaggi. ci eravamo accomiatati da loro al termine della Trilogia Vampirica mentre vivevano una brutta fase della loro vita. Claudio in particolare nelle ultime pagine de "L'Ora più Buia" sembrava pronto a compiere una scelta irrevocabile mentre tu avevi fatto intendere che difficilmente avresti ripreso i personaggi. Cosa ti ha fatto cambiare idea?

Claudio Vergnani:   La società che va a rotoli. Il mondo in preda a una deriva tanto più paurosa perché chiaramente incontrollata. Ai tempi cui fai riferimento ero ingenuamente convinto che le cose sarebbero andate diversamente, che il cambiamento della società, pur con inevitabili passi falsi e incoerenze, sarebbe avvenuto in meglio. Invece ci avviciniamo a grandi passi a un medioevo tecnologico che viene da più parti con forza negato, mentre di contro vengono messi all'indice coloro che lo riconoscono come tale. Questo scenario, che è reale e non un parto di fantasia, è in fondo il loro terreno naturale. Lo conoscono e sanno come affrontarlo, senza quelle ipocrisie che bloccherebbero le persone comuni. Quindi, sono in pratica tornati da soli.

Nick:  Hai sempre dichiarato (lo hai fatto anche con me nella nostra precedente intervista)  che la figura di Vergy si basa su quella realmente esistita, cioè quella  di un tuo ex commilitone. eppure sappiamo bene che sia Claudio che Vergy sono diventati espressioni della tua personalità, del tuo carattere e delle tue passioni. Quanto di tuo c'è in Claudio e quanto c'è in Vergy?

Claudio Vergnani:  Confermo quanto dissi; poi, inevitabilmente, la contaminazione con i personaggi, almeno per me che sono un autore  per il quale l'attenzione al dettaglio e alla verosimiglianza fa parte dello stile narrativo, è quasi inevitabile. I miei due personaggi principali tendono a completarsi a vicenda, un po' come dice Platone nel Simposio, e dunque può essere che veda nel loro agire insieme un possibile sviluppo della mia personalità. Che poi ciò sia auspicabile... be', non mi sento di sostenerlo :)

Nick:  In che momento del tuo percorso di lettore, hai cominciato a subire la fascinazione dell'opera e delle atmosfere lovecraftiane? E cosa ti affascina maggiormente della sua opera?

Claudio Vergnani:  Come ho avuto modo di spiegare nel mio breve articolo (del quale accludo il link) Note e curiosità su Lovecraft's Innsmouth, pur riconoscendone le indubbie doti, non sono mai stato un lettore troppo convinto delle opere di Lovecraft. Lo stile non mi incantava e le soluzioni mi sono spesso apparse "di comodo", con orrori quasi sempre troppo "innominabili" per essere descritti o approfonditi. Il che non sarebbe poi questo gran male se l'indefinito fosse tratteggiato ad arte, cosa che per la maggior parte della sua opera non mi pare accada. Ma gli riconosco una forza visionaria probabilmente senza eguali nella storia della letteratura di genere e la costruzione di un universo immaginativo unico nella storia della letteratura (non “di genere”, in questo caso, ma proprio della letteratura tutta).
 http://www.dunwichedizioni.it/wordpress/lovecrafts-innsmouth-note-e-curiosita/

Nick:  Torniamo a "Lovecraft's  Innsmouth" Tutto nasce con il racconto omonimo. uscito prima del romanzo. Quali sono le maggiori differenze tra racconto e romanzo? E cosa hai invece trasportato dal primo al secondo?

Claudio Vergnani: Il racconto è in pratica l'inizio di quello che sarà poi il romanzo. Nel romanzo tale parte è stata ampliata e rivista. Nel racconto si conoscono i personaggi, si descrive l'antefatto, il viaggio, l'arrivo a destinazione e appaiono... le prime difficoltà. Il romanzo, nelle successive 300 pagine, prende in esame lo sviluppo, il "senso" della narrazione e la conclusione, che ho cercato di non rendere scontata, come troppe volte accade. Anche sapendo che tale scelta può “spiazzare” un lettore, abituato il più delle volte, nella letteratura di genere, a finali o temi ridondanti.

Illustrazione di Luca Pezzini

Nick:  dove nasce l'idea del Parco a Tema?

Claudio Vergnani:  Il parco a tema horror (sia come soggetto/oggetto di trame che come realtà) mi ha sempre affascinato ma anche molto deluso, perché non ne ho mai trovato uno - letterario, cinematografico o esistente - che anche solo si avvicinasse alle mie aspettative e dunque fosse in grado di interessarmi. Solitamente – nella realtà come nella finzione - si tratta di luoghi pacchiani, atti a procurare al cliente frettoloso e distratto e alla propria riluttante famiglia spaventi da due soldi e qualche inevitabile, sarcastico commento sulla natura grossolana dei trucchi messi in campo. E così mi è venuto da pensare che, al contrario, un parco a tema raffinato, calibrato e gestito con cura da appassionati capaci, poteva essere un argomento avvincente per un romanzo (o almeno per l'inizio di un romanzo). Naturalmente, Lovecraft’s Innsmouth non esiste (o almeno non esiste ancora). Esistono invece altri parchi a tema horror, più o meno curati, più o meno convincenti. Di solito, tuttavia, si tratta di realtà che chiedono al fruitore infinita indulgenza nel giudizio di ciò che vedranno e e che, anche nei casi più articolati, si rivolgono a un pubblico di bocca estremamente buona. Non si tratta di strutture “polivalenti” come quelle descritte nel romanzo, e quasi tutte promettono molto e mantengono poco (come dice un personaggio del romanzo: «…un’idea come Lovecraft’s Innsmouth o è perfetta in ogni suo meccanismo oppure è solo ridicola.») Anche perché un luogo del genere non deve “spaventare” (in fondo è pacifico sin dall'inizio che si tratta esclusivamente di trucchi) ma incuriosire e affascinare. Per quel che ne so, ad oggi non esiste nulla del genere. Tuttavia chi volesse appro­fondire l’argomento può andarsi a vedere il seguente link (e poi, eventualmente, spulciarsi i vari filmati su YouTube per farsi un’opinione):
http://www.bonsai.tv/articolo/divertimento-da-paura-i-parchi-a-tema-piu-spaventosi-di-tutto-il-mondo/78671/

Nick: Leggendo molte tue dichiarazioni, sembra di capire che "Lovecraft's  Innsmouth" nasce anche da una sorta di frustrazione, quella tua di lettore nei confronti di altre opere precedenti, che pur utilizzando  gli armamentari lovecraftiani e le sue creature spesso non sono riusciti a comprenderne la vera filosofia di fondo. E' una ricostruzione sbagliata la mia?

Claudio Vergnani:  La tua ricostruzione è giusta, e infatti , come spesso capita, tutto è iniziato appunto da un libro. Si trattava di un’antologia firmata da molti autori, alcuni celebri (King), altri meno. Racconti uniti dal filo conduttore del mondo, delle creature e delle suggestioni create da H. P. Lovecraft. Come ho spiegato, pur riconoscendone le indubbie doti, non sono mai stato un lettore troppo convinto delle opere di Lovecraft, ma quell’antologia mi attirava, perché supponevo offrisse una vi­sione recente di un universo immaginativo unico nella storia della letteratura .Era il libro che avrebbe potuto dirmi come Lovecraft era “sopravvissuto” nel tempo, se era “invecchiato” o meno e come era stato “traghettato” tra i lettori 2.0.
Non senza delusione scoprii ben presto, tuttavia, che tale libro non esisteva. Almeno non quello che avevo cre­duto io. Gli autori (non so se per scelta personale o editoriale) si limitavano a imitare lo stile di Lovecraft con il torto però… di non essere lui.
Poiché volevo anche il parere di un appassionato, ho fatto leggere l’antologia a un amico (un vero talebano degli Old Ones) e anche lui – pur tributando il doveroso e mistico rispetto al suo idolo – ha ammesso che “i racconti non dicono molto”.
E se non dicono molto che racconti sono?
Quantomeno non dicono nulla che Lovecraft non avesse già detto, ma con ben altro piglio e freschezza.
Iniziò la discussione che si può riassumere in poche parole: è possibile oggi scrivere “su”Lovecraft dicen­do qualcosa di nuovo senza tradirne lo spirito?
Si poteva perlomeno tentare. Ecco quindi Lovecraft’s Inn­smouth.

  Naturalmente, io ho descritto una mia personale preferenza del modo moderno di affrontare i temi del Solitario di Providence. Ovvio che si possano vedere le cose in modo differente.

Nick: Secondo te, da scrittore, come mai è così difficile affrontare i Miti ? Come mai spesso chi li ha affrontati ha fallito miseramente limitandosi ad "imitare Lovecraft senza essere lui"?

Claudio Vergnani:  Come dicevo, sono io che ho trovato fallimentare un certo tipo di approccio. A tanti altri lettori forse sarà invece parsa un'idea vincente. Diciamo che io tendo più dalla parte dell'innovazione che da quella (che oggi nel nostro paese pare dettare legge) della ripetizione. Di qui una possibile discordanza di giudizio.

Illustrazioni di Luca Pezzini
Nick: Anche in questo lavoro impieghi il tuo classico stile fatto di humour quasi cinico, horror estremo e azione incalzante. Come è stato accolto dai lettori più "tradizionalisti" o comunque più legati alla visione classica dei Miti?

Claudio Vergnani: Il romanzo è stato accolto molto bene, anche perché sono stati colti il rispetto e l'amore per l'opera di Lovecraft di cui è permeato. Ma c'è stato anche qualcuno (pochi, in verità) che mi ha criticato, sostenendo che avevo mancato di rispetto a un grande autore. Qualcuno mi ha anche accusato di razzismo, e non ho capito il perché, facendo confusione, immagino, tra autore e personaggi. Cosa posso dire? Le grandi passioni smuovono grandi sentimenti, e il fondamentalismo non è solo religioso. Ne esiste un altro – tipico di questi nostri tempi difficili - meno evidente ma forse più pericoloso. Quello che induce tanti a credere di essere gli unici depositari dell'unica Verità.

Nick:  Progetti futuri: a cosa stai lavorando adesso e cosa ci dobbiamo aspettare da Claudio Vergnani nel prossimo futuro? E sopratutto dedicherai altri interventi a Claudio e Vergy? Magari seguiti di Lovecraft's Innsmouth?

Claudio Vergnani:  Uscirà a breve per Nero Press un noir con gli stessi personaggi. Gli avvenimenti di tale avventura si collocano tra la fine de L'ora più buia e Lovecraft's Innsmouth. Anche in questo caso si tratta di un esperimento, di un tentativo di innovare noir e pulp, con rispetto per i classici, ma uscendo dai binari predefiniti che sembrano connotare un certo genere di letteratura. Qualcuno lo apprezzerà, altri meno. In ogni caso rimango convinto che valga la pena di scrivere un romanzo solo se questo si ritaglierà un posto, piccolo o grande non importa, nell'immaginario dei lettori. Se così sarà, allora si tratterà di un libro che continuerà a vivere anche una volta terminato di leggere. In caso contrario avremo solo moltiplicato stilemi e concetti già detti e già visti. Che di questi tempi possono aiutare a vendere in un paese in chiaro regresso come il nostro, ma che appaiono già vecchi appena usciti dalla stamperia. Anche per questo cercherò più spazio all'estero. Inutile cercare di proporre storie nuove a chi preferisce leggerne di vecchie.

Nick: Ci sei già passato e quindi sai che ti tocca: nel salutare i lettori, ci puoi dire se esiste una domanda alla quale avresti risposto volentieri e che io invece non ti ho rivolto?

Claudio Vergnani: Più che di una domanda e relativa risposta ho un desiderio da esprimere. Essere ricordato, un giorno, come un autore, sia pure di modesta caratura, che amò a tal punto la scrittura e la costruzione di storie e personaggi da infischiarsene delle mode e da aver dato un apporto personale e genuino a un panorama troppo spesso orientato alla ripetizione di ripetizioni di ripetizioni.

OSCURE REGIONI - Volume 2 (2015)

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Italia.
La Terra del cielo, del sole e del mare, il luogo dove il mistero, l'occulto, la stregoneria non sono di casa e dove i mostri non esistono.
Ma ne siamo proprio sicuri?
Nascosti tra le pieghe di una realtà che spesso ci rifiutiamo di guardare in faccia esistono entità soprannaturali, tracce di un passato ancestrale che ancora convive con la modernità.
Alle volte queste entità possono entrare nelle nostre vite e sconvolgere le nostre convinzioni.
Che si tratti di una avecchia strega ligure, di una Marroca dell' entroterra aretino o dell' Homo Saurus del Polesine alle volte queste entità possono irrompere nella nostra quotidianità.
E quando lo fanno comincia l'Orrore.
Quello senza ritorno.



Circa un anno fa recensivo Oscure Regioni- Volume 1 e - come fa intuire quel Volume 1- il tutto faceva parte di un progetto molto più grande ed ambizioso, una sorta di tentativo di costruire solide storie horror prendendo come oggetto le creature del folklore e delle leggende territoriali del nostro paese.
Venti racconti quindi, ognuno dedicato ad una diversa e specifica regione italiana.
Un esperimento, una sorta di esempio sul come anche nel nostro paese esistano robuste radici che possano dar vita, non dico ad "una via italiana al fantastico"( strada peraltro abbondantemente auspicata dal sottoscritto) ma quantomeno a delle belle e credibili storie horror.
Il primo volume con gli iniziali dieci racconti  esplorava dieci regioni principalmente del centro e del Sud, mentre con il secondo, uscito verso la metà di ottobre del 2015 sempre per l'editore RiLL lo scrittore Luigi Musolino concludeva il discorso scrivendo ulteriori dieci racconti dedicandoli alle rimaste terre del Centro e del Nord.
Nello specifico, le regioni in cui Musolino ha ambientato le sue storie all'interno di Oscure Regioni- Volume 2 sono state stavolta: la Valle d' Aosta; il Lazio; la Toscana; il Molise; il Friuli Venezia Giulia; L'Umbria; il Veneto; la Basilicata; il Trentino- Alto Adige e la Liguria.
Ma la sfida può dirsi vinta?

Ecco, quando si scrive narrativa utilizzando precise zone geografiche del nostro paese dietro l'angolo ci sono sempre due rischi, il primo è quello dello stereotipo, del finire a parlare sempre degli stessi luoghi comuni, il secondo sta proprio nella diversità del nostro territorio.
E nelle varie specificità che si possono incontrare sia pure attraversando distanze brevi.
In parole povere, può uno scrittore di una data zona risultare riconoscibile e soprattutto credibile nel parlare di una tradizione, di un fenomeno, di una località distante a centinaia o migliaia di km di distanza da dove sta scrivendo ?
Rischio questo che se già in costruzioni mainstream può risultare grave se la costruzione generale non funziona, se applicato ad un' opera di genere un errore può perfino diventare dirompente.

Luigi Musolino
Sono discorsi fatti tante volte, anche su questo blog, discorsi che fanno parte di un processo  ben più grande che da tempo riguarda un po tutti gli addetti seri del settore sul "cosa" sia l'horror italiano.
Molti sono gli scrittori che hanno utilizzato principi del folklore regionale  all'interno delle loro opere letterarie riconducibili al perturbante e molti tra loro sono passati su queste pagine, stiamo parlando di gente come Eraldo Baldini; Fabrizio Borgio e Danilo Arona, altri invece hanno utilizzato elementi delle rispettive specificità territoriale, e sto parlando invece di gente (tra gli altri) come Samuel Marolla; Claudio Vergnani e Carlo Lucarelli e Simonetta Santamaria.
Stavolta, con le due antologie scritte da Musolino si compie quel famoso passetto in più.
Ma nello specifico com'è questo Oscure Regioni- Volume 2
E sopratutto, Luigi Musolino riesce a far proprie quelle specificità e quelle differenze territoriali di cui parlavo prima? Riesce ad essere convincente e credibile nell'affrontare un' opera ambiziosa come questa?
Indubbiamente si.

Comincio subito col dire che sarei tentato di riproporre paro paro la recensione che scrissi l'anno scorso per la prima uscita, dal momento che le sensazioni positive di quel caso vengono tutte riconfermate. Luigi Musolino confeziona altri dieci ottimi racconti del perturbante,  scritti con uno stile immediato ed accattivante. Anche in questo caso ci sono un paio di momenti nei quali il primo dei due rischi di cui si parlava sopra - e cioè quello dello stereotipo incombente - sembrerebbe lì lì pronto per arrivare, ma si tratta di brevi istanti e di piccoli passaggi (e comunque presenti in misura minore rispetto alla prima antologia)

Musolino riesce anche nel secondo compito, quello della credibilita, lo scrittore piemontese affronta in maniera plausibile i vari incontri con l'altrove, con le varie mitologie regionali nei suoi racconti.
Nel farlo sceglie sia figure conosciute non solo a livello locale ma nazionale (come le bagiùe, le streghe liguri nel racconto Soltanto una Povera Vecchia o i benandanti frulani di Nato con la Camicia) ma anche creature e leggende poco conosciute come l'Om Pelos trentino della novella Un Selvaggio, la Marroca toscana (una sorta di lumacone mangiafeti) protagonista di Vagiti e la Pantasima ( un essere nella tradizione laziale in particolare del frusinate) della storia Febbre.
L'Horror classico e classicheggiante di Musolino s'innesta bene nella struttura dei vari racconti, trovando definitivamente una propria dimensione narrativa. Dimensione che è quella di un orrore quotidiano,rurale, perfino ancestrale. Di un qualcosa che fa parte  delle nostre radici culturali ma che abbiamo voluto forzatamente rimuovere.
Oscure Regioni ci mostra una Italia "altra", parallela a quella ufficiale.
E nel farlo  comunica al lettore tutte le sensazioni e le emozioni che una buona storia tout court dovrebbe narrare.
Sto parlando di letture piacevoli, di quelle che non annoiano e che non sviliscono né l'intelligenza del lettore e nemmeno il suo tempo.
Non importano quel paio di stilizzazioni e di semplificazioni, forse immancabili in un prodotto del genere e presenti anche qui.
Perché quello che importa è che alla fine in ogni racconto, ogni particolare viene posto al momento giusto e la materia viene trattata con profondo rispetto.

Oscure Regioni- Volume 2, si dimostra un prodotto non solo maturo ma anche rinfrancante.
Certo,  non sto parlando di un tentativo organico di analisi di tutte le varie sfaccettature di quanto contiene e di quanto possa offrire il complesso del panorama regionale italiano alla letteratura horror, tanto rimane ancora da fare.
Tanto rimarrebbe ancora di cui scrivere.
Però questa doppia antologia  rappresenta un buon inizio, una bella base di partenza da cui non si potrà non tenerne conto.
Non solo a livello "locale" ma anche in ambito più propriamente internazionale.
Non è un caso che uno dei racconti presenti e cioè Il Carnevale dell'Uomo Cervo sia stato già pubblicato all'Estero, in Irlanda e Sud Africa per la precisione, (dopo esser stato trionfatore di una passata edizione del Trofeo RiLL)
Per concludere, come nel precedente volume, anche in questo caso la  cover  è stata realizzata da Jessica Angiulli Lucio Mondini il duo di artisti conosciuto come Diramazioni, cover che finisce per fornire un valore aggiunto ad un già buon libro

Quella linea da seguire di cui parlavano ad inizio del post in fondo c'è.
Ed è ancora tanto ricca.

OSCURE REGIONI di LUIGI MUSOLINO.
Racconti dell’orrore (volume 2)
158 pagine, euro 10,0.

Wild Boar Edizioni ( link per l'acquisto QUI)
ISBN 978-88-95186-49-8.
Illustrazione di copertina di Jessica Angiulli e Lucio Mondini - DIRAMAZIONI.
Grafica di copertina di Valeria De Caterini

IL BATMAN DI ANDY WARHOL: STORIA DI UN FILM PERSO E (PARZIALMENTE ) RITROVATO.

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Nocturnia, si prende il week end lungo per esigenze familiari, mettiamola così: quest'anno non ho voglia di far niente. Ci rivediamo mercoledì.
Nel frattempo: buona lettura e buon fine settimana.

Film perduti, film ritrovati.
Pellicole scomparse per sempre e lungometraggi riapparsi improvvisamente dalla polvere di vecchi armadi o forzieri.
Andy Warhol dietro la macchina da presa.

Ne abbiamo parlato spesso in passato (infatti gli articoli precedenti della serie li potete trovare QUI.)
Eppure rimane ancora molto da dire, specie per alcune produzioni di confine, difficilmente inquadrabili.
Produzioni di nicchia che definiamo "artistiche" solo perché probabilmente non conosciamo altro modo per definirle.
Tuttavia ci sono state anche loro, specie in periodi come gli anni '60s, quando tutto sembrava possibile, specie quando "l'arte" s'intersecava con generi quali l'horror e i comics.
Eccone un esempio.

- BATMAN DRACULA   Anno: 1964    Origine : USA    


E' un oggetto molto strano questo Batman Dracula, tanto per cominciare non è nemmeno un vero e proprio film e non è stato pensato per essere proiettato al Cinema.
Però nondimeno la sua storia è legata a doppio filo alla storia della settima arte.
Ed è anche una delle pellicole più misteriose, una delle più bizzarre, una delle meno viste.
Cominciamo però a svelare qualche arcano.
Tanto per cominciare,il film è conosciuto anche come il Batman ( o il Dracula ) di Andy Warhol.
E questo dà vita a gran parte del mito.
Grande appassionato di fumetti l'artista realizzò infatti diverse scene come sorta di omaggio al supereroe fungendo sia da regista che da produttore.
Warhol non ebbe mai l'autorizzazione da parte della DC Comics e fece proiettare il film solo in occasione delle sue mostre o all'interno della sua factory.

Chi all'epoca ebbe modo di vedere la pellicola lo descrive come un film sperimentale, molto underground,  una folle cavalcata senza senso e quasi senza fine, ma anche un pellicola che preannunciava   i toni camp che un paio di anni dopo avrebbe seguito la serie televisiva con Adam West e Burt Ward
Si è sempre saputo poco della(scarsa) trama, non si sapeva nemmeno se fosse mai stato realmente terminato. Si conoscevano solo pochi elementi come la durata (circa 120 minuti), il particolare che fosse in b\n edil fatto che fosse stato girato tra i tetti di New York e le spiagge di Long Island. Così come si conoscevano i nomi degli interpreti coinvolti, quasi tutti artisti o gente del "giro" dello stesso Warhol


Tanto per dirne uno, i ruoli di Batman ed anche quello di Dracula (che, praticamente vennero fusi tra loro) furono affidati a Jack Smith, uno dei pionieri dell'underground.
Le immagini non circolarono a lungo e dopo poco il montato venne considerato come "un film perduto".
Molti vociferavano che almeno una gran parte del girato fosse nella mani dello stesso Smith, che purtroppo era famoso per non parlare mai troppo dei suoi lavori, restio com'era a pubblicizzare perfino le proprie foto.
Le ultime residue speranze andarono deluse nel momento della morte di Smith avvenuta nel 1989.
Però poi qualcosa avvenne, anche se si dovettero aspettare ancora molti anni.

Fu infatti nel 2006 quando Mary Jordan, un'altra artista decise di realizzare un documentario sulla vita di Jack Smith lavorando sia su interviste che su immagini dei suoi lavori, molte prese dagli archivi privati del regista.
Il risultato fu un' opera intitolata Jack Smith and the Destruction of Atlantis
E venne proiettata in anteprima nello stesso anno al Festival di Tribeca.

Jack Smith.

Per la sorpresa di molti  il documentario conteneva molte scene del Batman di Andy Warhol.
Il finale della ricerca non è ancora stato scritto, la ricerca di tutto il girato non può dirsi conclusa, anche perché in tutti i casi di ricerca di opere d'arte il cammino non è mai lineare, così come non sono mai attuate da una persona sola.
Così come nascono anche percorsi paralleli, se provate  a cercare notizie di questa pellicola in rete troverete poche immagini sgranate e sovraesposte, spesso accompagnate dalla musica dei Velvet Underground Immagini che non fanno altro che aumentare la confusione sul film.
Singolare destino anche quello dei film su Batman realizzati negli anni Sessanta, dopo il perduto film filippino di cui abbiamo parlatoin una delle puntate precedentiè quantomeno strano il ritrovarsi di fronte ad un altra pellicola nata negli stessi anni e con una base, quale l'incontro \ scontro tra Batman e Dracula, apparentemente simile.
Si vede che la cosa faceva parte della zeitgeist, del clima culturale  del periodo.
Un clima che abbiamo sempre mitizzato, ma che forse non siamo mai riusciti a capire fino in fondo.

I SERIAL DI BATMAN DEGLI ANNI 40- Prima Parte

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Il post sul Batman di Andy Warhol ha riscontrato un certo interesse, questo mi permette di poter continuare il discorso sulle versioni cinematografiche dell'uomo pipistrello, partendo però da un presupposto differente da quello che di solito si affronta.
Non parlerò del Batman di Tim Burton e nemmeno della recente trilogia di Christopher Nolan anche se, per motivi diversi, considero entrambe delle grandi esperienze cinematografiche.
Ci sono però aspetti meno conosciuti riguardanti la vita  del personaggio e del suo mondo sul grande schermo.
Aspetti di cui si parla e di cui se ne conosce poco, ma che vale la pena approfondire.
Ma per farlo dovremo tornare molto indietro nel passato
Da dove molte cose sono cominciate

Siamo negli anni 40s e in'America  il Cinema rappresenta una delle maggiori (e più economiche) attrattive per far distrarre l'uomo della strada dal conflitto in corso. Se ne producono tanti di film, pellicole per tutti i gusti, produzioni spesso usa e getta ma tutte quante ottengono la loro porzione di pubblico e di incassi.
Tuttavia esistono anche dei modi, dei veri e propri"trucchetti"per fidelizzare ancora di più gli spettatori e per costringerli a tornare e a ritornare tutte le settimane al Cinema.
Il più popolare tra questi trucchetti è rappresentato dai "serial"


- I "SERIAL": ETIMOLOGIA DI UN GENERE.


Veri e propri antenati cinematografici delle future serie televisive i "serial" non erano altro che lunghe storie a puntate ( realizzate con poche spese e mezzi ridicoli) frammentate in episodi lunghi al massimo una ventina di minuti. Le sale cinematografiche trasmettevano queste produzioni al ritmo di una puntata a settimana  immediatamente prima oppure in coda ai film in proiezione. I Serial possedevano anche un 'altra peculiarità, un espediente narrativo tornato oggi di gran moda, quella cioè di far terminare ogni episodio sempre invariabilmente con un cliffhanger, cioè con l'eroe in una situazione di forte e mortale pericolo (l'esempio classico è quella dell'eroina legata sui binari con un treno in arrivo nelle vicinanze). Situazione pericolosa da cui il protagonista finiva per liberarsi in pochi secondi all'inizio della puntata successiva.
Molto popolari durante tutto il periodo tra gli anni '40s e 50s, specie prima che nascesse la televisione, i "serial" spesso avevano come protagonisti figure estremamente popolari.
E  per popolari in quegli anni significava personaggi nati nei fumetti.
Nacquero serial imperniati su Dick Tracy, Superman; Captain America; Phantom; Flash Gordon....
Logico quindi che prima o dopo si arrivasse anche a Batman.


Lewis Wilson interpreta Batman nel 1943

Il personaggio era relativamente giovane, essendo stato creato solo nel 1939 dai fumettisti Bob Kane e Bill Finger, ma in poco tempo era assurto al rango di icona per la maggior parte dei lettori.
Certo, bisogna ricordare che l 'Uomo Pipistrello delle primissime avventure era un personaggio molto diverso da quello che poi sarebbe diventato: non si faceva remore ad usare armi, a perseguitare in maniera sadica i criminali.
E perfino ad  ucciderli.
In più, ricordatevi, che quelli erano anni di guerra, anni in cui non si guardava troppo per il sottile.
Ed ecco quindi che i "serial" su Batman portarono avanti fino alle estreme conseguenze la violenza insita nel personaggio.

- "BATMAN "   (1943)



Il primo ad essere prodotto fu questo Batman. Si era in pieno 1943  allorquando la casa di produzione Columbia mise in cantiere una produzione di quindici episodi settimanali.

Per l'epoca si trattò di uno dei maggiori sforzi pubblicitari e distributivi per questo tipo di realizzazioni, la serie venne infatti diffusa per tutto il territorio degli States fu anche un buon successo.
Nonostante tutti i limiti ed i difetti che il budget e le tecnologie del periodo comportavano

Ad interpretare Bruce Wayne \Batman venne scelto Lewis Wilson, uno sconosciuto attore di New York. Wilson era abbastanza simile al miliardario play boy dei comics, ma decisamente poco credibile nelle vesti dell'eroe mascherato ( e lo stesso costume dalle lunghe protuberanze più simili a corna che ad orecchie bisogna dirlo calzava male rischiando di scivolare dal volto dell'attore in diverse occasioni) mentre un diciassettenne originario di Seattle chiamato Douglas Croft  interpretò  Dick Grayson \ Robin.  Croft che, nella vita reale aveva appena firmato come soldato volontario avrebbe  poi alternato questa attività durante il periodo bellico a quella di artista.
Per la verità, nessuno dei due attori avrebbe avuto una gran carriera, Croft in particolare sarebbe morto a soli trentasette anni nel 1963 dopo essersi ritirato dall'attività recitativa.
I quindici episodi di Batman rappresentano in fondo il loro momento, l'unica forma per entrambi per bloccare il tempo e farsi ricordare.

Douglas Croft e Lewis Wilson in una scena del serial
Ben diverso il destino di un altro degli attori coinvolti. Stiamo parlando del caratterista inglese William Austin; la sua interpretazione del maggiordomo Alfred Pennyworth, il  fisico asciutto, i tratti patrizi e i folti baffi avrebbero convinto la D.C. ad adattare in seguito la figura dello stesso personaggio ( già presente nei comics ma con un aspetto diverso,  molto più grasso) sulle fattezze dell'attore europeo.

La trama della serie, molto semplice secondo gli standard dell'epoca, racconta delle investigazioni  di Batman e Robin contro uno scienziato che ha creato un apparecchio in grado di trasformare le persone in individui senza una propria volontà, in pratica dei veri e propri zombie.
Ci sono alcuni elementi gotici, visto che la base dello scienziato risulta essere all'interno di un vero e proprio Luna Park degli orrori
Ma è nella figura dell'antagonista, del villain che si comprende il vero e proprio segno dei tempi nei quali fu realizzata la serie cinematografica. Non si tratta di una figura complessa e psicologicamente sfaccettate, come siamo abituati oggi ma di un vero e proprio "cattivo" sgradevole che compiva cose sgradevoli. Una di quelle figure tagliate con l'accetta, creato esclusivamente per beccarsi i fischi del pubblico in sala.

Il Dottor Daka e la sua macchina crea "zombie"

Nel corso di questo post ho insistito più volte su un dettaglio che Batman sia stato girato in piena Seconda Guerra Mondiale, e l'ho fatto per un motivo molto semplice.
Gli anni della Seconda Guerra Mondiale hanno rappresentato un periodo buio in cui la propaganda era presente in praticamente tutti gli aspetti della comunicazione, tempi in cui il cittadino medio americano doveva ricordare di essere in un conflitto tenendo sempre ben presenti chi fossero i nemici.
E sopratutto che dovesse provare per loro un profondo odio.
Così,  il personaggio di Batman, viene introdotto non come l' eroe solitario a cui i lettori di fumetti erano ormai abituati, ma come un Agente Segreto alle dipendenze del Governo degli Stati Uniti, l'eroe quindi finisce per affrontare non i soliti criminali ma gli agenti e le spie nemiche dell'Asse.
Lo stesso antagonista, lo scienziato malvagio della storia, il dottor Tito Daka, altro non è che una spia giapponese, al soldo dell'imperatore Hirohito.

Inoltre, ed è un' avvertenza importante, dimenticatevi ogni parvenza di politically correct,
perché non ne troverete per niente all'interno di nessuno dei quindi episodi.

Il serial è per questo pieno di commenti razzisti e di frasi anti - tedesche e  anti-giapponesi; più volte ad esempio Batman e Robin nell'interloquire contro il dottor Daka si rivolgono a lui chiamandolo " Dirty Jap!" e cioè "Sporco Giapponese!", in altri momenti vengono fatti riferimenti poco lusinghieri verso il colore della pelle degli orientali.
Pearl Harbour era ancora troppo vicina nella memoria collettiva.
Troppo era l'odio e come sappiamo la Guerra fa sempre venire fuori i lati peggiori dei popoli. Non si tratta di giustificare e nemmeno di comprendere- cosa che non faccio- semplicemente di contestualizzare.
Il Serial Batman è semplicemente un prodotto dei suoi tempi.
Presi sia negli aspetti positivi che in quelli negativi.

Per semplice curiosità va anche detto che il ruolo del Dottor Daka venne affidato a J. Carrol Naish un attore anglosassone, semplicemente truccato in maniera tale da sembrare orientale.

Ovviamente non poteva mancare l'elemento sentimentale con la presenza di Linda Page, una delle tante "fidanzate" attribuite a Bruce Wayne durante i primi anni di vita del personaggio, incarnata qui da Shirley Patterson, una delle tante starlette di serie B ( se non addirittura di serie Z) che animavano il sottobosco delle produzioni minori della Hollywood di quegli anni

Ogni episodio aveva il suo bravo titolo, godeva di un certo battage pubblicitario, la sua dose di avventure, anche se bisogna dire che il budget per le scenografie e per gli effetti era particolarmente ridotto.

Ad esempio, non sono presenti molti dei gadget tipici del Batman fumettistico, così come non è presente la classica Batmobile, sostituita per risparmiare da una più semplice Cadillac nera
Anche i titoli erano molti "fumettosi", anzi decisamente "pulp":
 1 The Electrical Brain
2 The Bat's Cave
3 The Mark of the Zombies
4 Slaves of the Rising Sun
5 The Living Corpse
6 Poison Peril
7 The Phoney Doctor
8 Lured by Radium
9 The Sign of the Sphinx
10 Flying Spies
11 A Nipponese Trap
12 Embers of Evil
13 Eight Steps Down
14 The Executioner Strikes
15 The Doom of the Rising Sun

Nonostante tutto, nonostante il basso budget, nonostante le evidenti ingenuità della trama,  il "serial" ebbe successo. La rigogliosità di un genere in fondo sta anche nelle sue produzioni minori, nella diffusione e nell'auto alimentazione dei vari topoi che viene effettuata anche dai registi, dagli attori e dai film di serie B.
E questo piccolo serial, riuscì a creare un qualcosa che in precedenza non c'era: la prima apparizione cinematografica di Batman e di Robin, un qualcosa su cui avrebbe potuto lavorare chi sarebbe arrivato dopo.
 Qualcosa del genere avvenne anche con il Cinema Horror italiano dei decenni passati che è diventato grande anche grazie ai vari artigiani che lo animarono.
Nel momento in cui sono scomparsi gli artigiani e le produzioni minori è stata smarrita quella grandezza.

La Columbia qualche anno dopo avrebbe replicato mettendo in cantiere un seguito con una seconda produzione ad episodi.
Ma questa è un' altra storia e la racconteremo più avanti.
Per quanto invece riguarda questo Batman, non scomparve anzi venne riproposto diverse volte nel corso degli anni; una prima volta fu nel 1965 quando venne riproposto col titolo An Evening with Batman and Robin : tutti e quindici gli episodi vennero accorpati e riproposti in una unica soluzione nel corso di una vera e propria maratona. L'occasione dell'evento era l'annuncio della nuova serie televisiva con Burt Ward e Adam West.
A fine anni ottanta ne uscì anche una edizione in VHS, però depurata da tutti i commenti razzisti, l' americana Columbia era appena stata acquisita dalla giapponese Sony.
I nemici di un tempo si erano trasformati negli alleati del presente ed anche questo, alla fine è un segno dei tempi.
Oggi sono in circolazione sia versioni integrali che quelle censurate, ogni tanto qualche rete tematica replica le varie puntate in occasioni speciali e celebrative.
Pensando a come nel 1943 il serial venne pensato come un qualcosa "usa e getta", come ad una produzione destinata a scomparire nell'oblio quasi subito viene da pensare sul come cambino veramente i tempi.

INTERVISTA CON ALESSANDRO MANZETTI (CALEB BATTIAGO)

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Ho parlato spesso di Alessandro Manzetti su Nocturnia, ne ho parlato per segnalare alcune sue uscite sui vari Accade in Italia, o per dare la notizia della sua nomina ad Italian Rappresentative della Horror Writers Association (ne riparliamo più in dettaglio più sotto) o ancora prima ai tempi della Mezzotints quando ho parlato degli eBooks del suo alter ego Caleb Battiago. Mancava però un articolo più organico, l'incontro definitivo per poter mettere a fuoco le varie iniziative dell'artista.
L'occasione è arrivata adesso con questa intervista, che serve a poter sviscerare tutte le sue varie attività in Italia come all' estero, ma anche le varie iniziative della casa editrice Indipendent Legions e dei programmi della Horror Writers Association Italy.
Al termine dell'intervista potrete trovare come Bonus Card una scheda biografica sullo scrittore.
Ringrazio Alessandro, per la sua disponibilità e per la sua gentilezza, a tutti voi invece auguro buona lettura.
Attendo i vostri commenti.

Nick: Ciao Alessandro. Benvenuto! È un piacere averti ospite. Come prima domanda ti chiedo di presentarti ai nostri lettori e di parlarci del primo momento in cui hai deciso di diventare uno scrittore. In particolare, cosa ti ha avvicinato a generi come l'horror, il soprannaturale ed il weird?

Alessandro Manzetti:  È sempre un piacere essere tuo ospite, Nick
Dunque, la passione per il genere horror è vecchia come me, mi ha sempre accompagnato fin da ragazzo, sono stato preso nella ‘rete oscura’ leggendo i primi racconti di Poe e Lovecraft. Avevo sedici anni, e una grande sete di cose.
Ho coltivato questa passione col tempo, leggendo di tutto e scoprendo cose fantastiche, lo faccio ancora oggi. Sono stato fortunato a trasformare questa passione in un lavoro a tempo pieno, prima come editor ed editore, poi addirittura mettendomi a scrivere. Ma senza l’arroganza di credermi uno scrittore vero, ho letto troppi grandissimi autori, non solo di genere horror, così inarrivabili, e ho tentennato molto a propormi nelle vesti di narratore (come è naturale che sia) fino a qualche anno fa. 
Mi ha convinto a scrivere Sergio Altieri, questo glielo devo, dopo aver letto qualche bozza delle mie prime follie. Un altro grande curioso come me. 
Non immaginavo di poter ricevere i riscontri che mi hanno portato dove sono oggi, come autore, a una visibilità di livello internazionale. Ecco, dev’essere accaduto qualcosa di soprannaturale.




Nick:   Hai sempre dichiarato che uno degli autori per cui provi maggiormente ammirazione è il purtroppo scomparso Richard Laymon.  Laymon è stato uno dei grandi maestri dell'horror ma ultimamente (specie in Italia) è caduto un po’ nel dimenticatoio. Quindi ti chiedo, nell'ordine di parlarne ai lettori italiani e successivamente di raccontarci quali elementi o romanzi apprezzi nella sua opera?

Manzetti:  Sono molto legato alla narrativa di Richard Laymon e, personalmente, anche alla sua famiglia; alla moglie Ann e alla figlia Kelly, con le quali collaboro in modo continuativo con grandissimo piacere. 
Laymon è uno di quegli autori di genere che può insegnare molto a chi vuole intraprendere la carriera di scrittore. Semplicità, idee, ritmo, linearità della struttura narrativa, caratterizzazione dei personaggi, uso sapiente dei dialoghi. 
Laymon fa scuola ancora oggi, e quando affronta (come accade spesso) il vorticoso mondo dell’adolescenza, si rivela davvero un grande maestro. 
Per fortuna è stato uno scrittore estremamente prolifico, e ci ha lasciato moltissime opere, diverse delle quali (romanzi e racconti) ancora non tradotte in Italiano, delle quali mi sto occupando. 
In Italia sono stati pubblicati una decina dei suoi romanzi, ma c’è ancora tantissimo da scoprire, e mancano le cose migliori, a mio avviso. Romanzi come ‘Island’ o ‘Midnight’s Lair’ è davvero strano che non siano già stati tradotti in Italiano. Ma li leggerete presto (insieme ad altri inediti) grazie a Independent Legions, la casa editrice che ho fondato recentemente, che sta diventando un contenitore ‘vintage’ del meglio dell’horror internazionale, specie per le opere cult mai tradotte. 
Parlo principalmente degli anni ‘80 e ‘90, periodo d’oro dell’horror. Sono un reazionario e un nostalgico, in questo senso. Il mio lavoro come editore è principalmente quello di far riscoprire le grandi gemme dell’horror.
Tornando alla tua domanda, di Laymon ammiro la sua immediatezza narrativa, i suoi vividi ragazzi e ragazze, le virate improvvise verso l’horror più crudo, che spesso spiazzano, i suoi plot originali e ambigui. 
Ma come autore sono piuttosto lontano dal suo stile, lo prendo come scuola, ma poi seguo una strada diversa, più marcatamente splatterpunk, una via aperta da autori straordinari come Poppy Z. Brite o Edward Lee, con i quali ho diversi punti di contatto, e amo usare un’alchimia di maggiore caratterizzazione letteraria, riprendendo sentieri battuti da ‘big’ come Ramsey Campbell e Peter Straub, o, parlando di autori meno celebrati (in Italia) da penne ispirate (che sanno essere anche liriche) come quelle di Gary Braunbeck, Caitlin Kiernan e Sarah Langan. E, non stupitevi, uso volentieri anche i variopinti tasselli del mosaico psichedelico della poesia moderna, con particolare predilezione della scuola della Beat Generation, che ha rivoluzionato (sul serio) tanti vecchi canoni.
Inutile scomodare altri big di genere (vedi King, Ketchum, Ligotti o Palahniuk) che possiedono un impronta diversa e caratteristica, o i classici che hanno influenzato me come l’intero immaginario horror e fantastico stesso, e le grandi opere della narrativa moderna, che dovrebbero essere fondanti a prescindere dal genere che si affronta.
Laymon resta un fondamentale mattone della mia formazione ‘oscura’, ma ciò che si ama si deve presto superarlo per trovare nuovi accordi.

Nick:  A parte Laymon, quali sono state le tue maggiori influenze letterarie ? Quali sono stati gli autori che ti hanno influenzato maggiormente, come lettore più che come scrittore? Lo stesso vale naturalmente per i film, serie televisive, musica e tutto quello che ti viene in mente.

Manzetti:  Ho già anticipato sopra la risposta, allargando il discorso su Laymon. Ma c’è ancora da dire, da aggiungere, in questo senso. Ne approfitto per uscire dal genere horror, che ho già trattato prima. 
Autori come Henry Miller mi hanno influenzato profondamente, a vari livelli, le sue dieci o venti improvvise pagine di narrativa vertiginosa, che troviamo spesso incastonate nei suoi romanzi, così creative, sono uniche, è come trovarsi davanti un magnifica cattedrale, dopo essere passati per strette viuzze che nulla del genere lasciavano immaginare. Come ‘scuolaHemingway è sempre una fortezza di cui tener conto, da cui imparare continuamente. Borges mi ha sempre affascinato, e qualcosa penso di doverglielo, come visioni e come approccio quasi mistico a certe realtà culturali. Ho sicuramente rubato pezzi dei fantastici personaggi di John Fante, come alcuni momenti di brutalità narrativa e quotidiana dei racconti di Bukowski. A William S. Burroughs devo molto, mi ha aperto gli occhi, mentre in poesia ho sempre ammirato le visioni di Gregory Corso, ancora oggi leggo i suoi versi in alcuni momenti. 
Poi ci sono libri che da ragazzo hanno sicuramente cambiato le mie traiettorie, prima di tutto come persona e come lettore, che dire di magnifiche opere come ‘Il Maestro e Margherita’ di Bulgakov, ‘Memorie dal Sottosuolo’ di Dostoevskij o dell’’Immoralista’ di André Gide. Tra gli autori italiani, non posso non citare Pier Paolo Pasolini, basta lui per tutti. Ma sono solo esempi tra i tanti. In alcune pagine di questi libri si accende la meraviglia, il carburante degli scrittori. 
Mi fermo qui, per la letteratura, altrimenti dovrai pubblicare questa intervista a puntate. 
Ma altre arti sono fondamentali per la mia formazione, più che al cinema (ma mi prendo volentieri Kubrick e Tarantino, giusto per citare due visioni molto diverse e contrapposte) penso alla pittura, alla purezza delle linee di Ingres come ai colori di Gauguin, fino ad arrivare alle spontanee magie di Pollock. Anche la musica è una di quelle muse da non sottovalutare, se Prokofiev sa smuovere le radici più profonde, almeno le mie, I Metallica, Johnny Cash o Lou Reed (per citare quelli che alcune volte hanno fatto da sottofondo, da virtuosa vibrazione, nei miei racconti) parlano linguaggi che creano piccoli intensi mondi da cesellare. Pezzi di quotidiano con cui sporcarsi le mani. 
Ma, mi ripeto, sono solo pochi esempi, tutti eterogenei, di quello che mi ha cucinato per anni, e continua a farlo. Bisogna guardare in tante direzioni, senza fossilizzarsi. 
Occorre essere continuamente provocati.


Nick:  Vorrei suddividere questa intervista in blocchi, in modo da poter dedicare spazio sia all'Alessandro Manzetti scrittore che al Manzetti operatore del settore in Italia e all'estero. Cominciamo a parlare dello scrittore: in questa tua attività da sempre impieghi lo pseudonimo di Caleb Battiago, anzi si può dire che lo utilizzi talmente spesso che col tempo è diventato una sorta di tua seconda pelle. Da cosa deriva questa scelta e, soprattutto, ha un significato particolare per te questo nickname?

Manzetti:  Caleb Battiagoè lo pseudonimo che uso quando firmo opere di narrativa in lingua Italiana (eccetto per la poesia e la saggistica), mentre sul mercato internazionale, per le opere in lingua inglese, uso il mio vero nome, ormai abbastanza conosciuto. Chissà che un giorno non riuscirò a usare il mio pseudonimo anche all’estero, ormai iniziano ad essere molti, negli Stati Uniti e Inghilterra (mercati dove trovo maggiore spazio) che conoscono la mia doppia ‘anima letteraria’. 
Non mi piace usare il mio nome, specialmente il cognome, per motivi che affondano nella mia storia personale. Credo di aver già raccontato l’aneddoto della ‘invenzione’ dello pseudonimo di Caleb Battiago: Sergio Altieriè stato il fautore del nome (che è quello di un personaggio a lui caro, che trovate spesso nelle sue opere) mentre il cognome lo ha scelto mia figlia Maja
Il significato del mio nickname Caleb Battiago non è semplicemente quello di assecondare motivi di marketing o di opportunità, ma risiede nella sfera personale, in abissi nei quali è meglio non entrare. 
Il mio vero nome, in un certo senso, è un peso e lo uso malvolentieri.

Nick:  Come lettore ti ho scoperto all'epoca di "Naraka - L'Inferno delle Scimmie Bianche" (Mezzotints) e della raccolta di 14 racconti "Parigi Sud 5" (Kipple Officina Libraria) collegata allo stesso universo. In entrambi descrivi un crudele mondo alternativo (se non ricordo male,  le opere sono rispettivamente del 2013 e 2014) E sempre in entrambe le opere sono presenti elementi costanti che poi ritorneranno nelle tue opere, quali le perversioni dell'animo umano, le visioni apocalittiche e un evoluzione della razza umana in cui si sviluppano principalmente i lati negativi della nostra razza. Da dove deriva l'interesse per questi temi?

Manzetti:  ‘Naraka’ è stato il mio primo romanzo, firmato proprio come Caleb Battiago, ed è la radice primordiale da cui si dirama un mondo futuro (non troppo lontano) distopico e brutale, che viene poi raccontato e approfondito in altre mie opere, tra le quali la raccolta di racconti ‘Parigi Sud 5’, che hai citato, il romanzo ‘Shanti La Città Santa’, il racconto ‘Kiki – Sangue a Berlino Brandeburgo’, le raccolte di racconti ‘Limbus – Trilogia di Scarafaggi’, ‘Mictlan – Doppio Inferno’, ‘I Giorni della Gallina Nera’ ‘Tenderloin Sud 5’ (scritta con Gene O’Neill). Dalla Parigi (e dal suo ‘Iper-BronxParigi Sud 5) e dal penitenziario spaziale di Naraka questo mondo immaginario, aggressiva caricatura del mondo moderno, si dipana in varie direzioni, raccontando le realtà delle future megalopoli di Berlino – Brandeburgo, della Repubblica Mesoamericana, e di una Apocalittica Roma dominata da una Papessa transgender. 
Ci si muove avanti e indietro nel tempo, e a livello geografico, si incontrano di nuovo realtà, temi e medesimi personaggi; leggendo tutte queste opere si riesce a ricostruire l’intero universo ‘narakiano’. Manca solo l’ultimo tassello, il terzo romanzo della serie (quando avrò il tempo per scriverlo) che di fatto concluderà questa sorta di ‘saga distopica’.
Come ti dicevo l’universo ‘narakiano’ rappresenta l’evoluzione peggiore del mondo moderno, non così pessimista come visione, se non per i toni e le immagini pulp e splatter volutamente caricaturali, pensando alle dinamiche attuali, ma anche alla storia che abbiamo dietro le spalle. La lunga coda che spiega tante cose, anche l’eterno ritorno di istinti primordiali. La sopravvivenza allo stato puro. 
Quest’universo è fondato da alcuni virus che io ho semplicemente ‘ingrassato’, come l’estrema sovrappopolazione del pianeta, la carenza di risorse alimentari (in particolare le proteine animali), le multinazionali che organizzano business creativi approfittando di una estrema guerra di sopravvivenza, metropolitana e non. La deriva è generale, umana; riguarda l’etica, la morale, i tabù come il sesso promiscuo e la diffusione del cannibalismo. Questo, sicuramente, è un eterno ritorno alle nostre origini.
L’alienazione, la perversione, la crudeltà del mondo moderno e le terrificanti prospettive, le medicine per la solitudine (sorprendenti super-droghe) e nuove armi e metodi (super-organizzati) per sfogare la proprie pulsioni, frustrazioni o per gestire la detenzione, sono temi attuali che ho ritenuto di sviluppare e interpretare con una prosa molto diretta, senza filtri, che vuole provocare il lettore, fargli sporcare le mani a tutti i costi, toccare alcuni nervi scoperti. Insomma, non sono storie da leggere per rilassarsi, pensando di essere dei semplici estranei, osservatori di fantasiose vicende. Tutt’altro. 
L’Apocalisse sa vestire panni molti moderni, è già tra noi. Io ho suonato la carica con i tamburi dell’horror, del pulp, del weird e della fantascienza. Ma, come dicevo in precedenza, i lettori attenti o curiosi troveranno tra le righe moltissimi riferimenti letterari e artistici. 
C’è una seconda lettura, sotto traccia.

Nick:  Possiamo dire che per te come autore il mostro peggiore è l'essere umano, la sua coscienza sporca ed i lati nascosti dell’animo?

Manzetti:  Ne sono convinto, nelle mie opere sono molto rari gli interventi del soprannaturale, di creature mostruose, di fantasmi, demoni e altra roba del genere. La realtà è molto più creativa dell’immaginazione del lettore, basta guardarsi intorno. Spingersi magari oltre i nostri piccoli confini nazionali e culturali. 
Il lato oscuro dell’uomo (che cerchiamo di tenere sotto controllo, a volte fallendo) crea i più straordinari mostri che si siano mai visti o scritti, quelli che fanno davvero paura, perché possiamo incontrarli davvero, da un momento all’altra, nel nostro semplice (e terribile) quotidiano.

Nick:   Molti lettori hanno apprezzato la killer Kiki Leger da te creata per "Naraka", da dove ti è venuta l'ispirazione per quel personaggio?

Manzetti:  Sono molto legato a Kiki, la mia splendida e contraddittoria killer professionista protagonista di due romanzi e di un lungo racconto. La racconto in diversi momenti della sua vita, il lettore può seguire le sue evoluzioni, e comprendere alcune scelte (e personali visioni) che possono sembrare estreme. 
Qualche lettore ha trovato delle similitudini col personaggio cinematografico di ‘Nikita’, ma conoscendo meglio le vicende di Kiki la sua natura, e la sua esperienza di vita, è molto diversa e ben più profonda. Non c’è un modello che mi ha ispirato il personaggio di Kiki, se non per il nome, che deriva da Kiki De Montparnasse, personaggio celebre e originale legato al movimento surrealista. Léger, il suo cognome, è invece un omaggio al grande pittore Fernand Léger
Kiki vive in un mondo parossistico, e sopravvive a suo modo. Come solo le donne sanno far fronte ai problemi, alle difficoltà Nelle mie opere, per chi mi conosce, molto spesso uso delle donne come protagoniste delle mie storie, sono le migliori muse per me per raccontare di sensibilità, di contraddizioni, di creatività, di passione, di rabbia, di incertezze e di scelte. Sentimenti che si scontrano nel nostro animo, che creano eventi, che muovono la vita. 
A livello narrativo è stata una bella sfida narrare e pensare con voce e animo femminile, molte lettrici (proprio loro, in particolare) hanno apprezzato Kiki e altri personaggi femminili che ho messo in scena. Nessuno stereotipo, le mie donne spesso sono ‘tigri’. Ma non solo. 
Perché le donne sanno essere molte cose tutte insieme.

Nick:  Leggendo un altra tua opera e cioè la raccolta di dieci storie "Malanima -Storie di Lame e di Presenze" (Kipple Officina Libraria), si ha come la sensazione che la tua narrativa sia, fondamentalmente, un amalgama di horror e di weird mescolati al bizzarro, e che tu ti diverta spiazzare i lettori distruggendo tutti i canoni prestabiliti e di rompere con le tutte le standardizzazioni. E' un'impressione sbagliata la mia?

Manzetti:  Malanima rispetto alle altre mie opere ha una natura e caratterizzazione diversa. All’epoca dell’uscita del libro ancora non era nota l’identità di Caleb Battiago (rivelata poi dopo qualche mese) e in questa raccolta, che ho firmato col mio nome, ho cercato di differenziare lo stile e gli obiettivi. 
In questo caso la presenza del soprannaturale (anche se come metafora) è più evidente, il fil rouge della raccolta è rappresentato dalla Mietitrice, dalla Morte che interviene nelle vicende attraverso tante diverse maschere, che si porta via le vittime, magari dopo averle usate. Lo stile di queste storie, eccetto alcuni passaggi, è meno diretto e crudo, forse più tradizionale, anche se è sempre di difficile catalogazione, come genere, come tu stesso hai notato. 
Credo poco nei generi, nelle classificazioni, per cui percorro strade diverse e parallele; in questa raccolta, come in altre opere, si trovano varie contaminazioni di generi e sottogeneri: thriller, weird, horror, splatter e pulp
In Malanima manca la componente SCI-FI che spesso è protagonista, come sottofondo tecnologico e sociale, di molti miei libri, come anche il bizzarro, il gore e gli ingredienti di epic-horror con cui ho condito alcuni racconti a sfondo storico, divertendomi a ribaltare il vecchio west, l’impero azteco, le crociate ecc.
Dunque, sì, niente standardizzazioni, non servono allo scrittore e tantomeno al lettore.


Nick:   Nel 2015 esce "Monster Masters – I Segreti dei Maestri dell’Horror" (Cut UpPublishing) una raccolta di interviste che hai realizzato con ai grandi scrittori maestri dell'horror contemporaneo, completata da racconti inediti in Italiano (da te tradotti) di Ramsey Campbell, Richard Laymon, Graham Masterton e Gary Braunbeck e da altri contributi saggistici. A tutt'oggi "Monster Masters"è una delle tue opere più conosciute, inoltre come sai l'argomento interviste m'interessa molto, quindi vorrei soffermarmi un attimo su questa raccolta. Com'è nato questo volume?

Manzetti:  Questo progetto, per la parte relativa alle interviste, ha lontane radici. 
Gran parte delle interviste contenute in Monster Masters sono state pubblicate, anni fa, in Inglese e Italiano, sul mio blog Il Posto Nero (oggi non più attivo, manca il tempo per occuparmene). 
Stefano Fantelli, curatore della nuova collana di saggistica ‘Suture’ di Cut Up Publishing, si è mostrato interessato a pubblicare questi contenuti, e abbiamo creato un nuovo progetto, includendo le interviste, aggiungendone altre, integrando il format del saggio con alcuni racconti inediti in Italiano di alcuni grandi maestri (che ho personalmente tradotto) con miei interventi di approfondimento, una sezione dedicata alle opere perdute o non pubblicate di Stephen King, con la pubblicazione di un capitolo del saggio ‘Stephen King – Uncollected Unpublished’ di Rocky Wood, saggio pubblicato integralmente da Kipple Officina Libraria nel volume dal titolo ‘Stephen King – Le Opere Segrete del Re’. 
Completano il libro una selezione di 66 libri horror da salvare in caso di un nuovo Diluvio Universale (non si sa mai), fantastiche illustrazioni a colori di Vincent Chong e alcune illustrazioni di Paolo Di Orazio, che ha curato anche il progetto grafico del saggio (molto innovativo nella forma e nella struttura). Si tratta di una pubblicazione molto particolare, credo non ci sia nulla di simile in commercio, in Italia. Monster Masters ha un approccio assolutamente non scolastico, come saggio, mi piace dire che è a ‘presa diretta’, ossia lascia grande spazio ai protagonisti, sia attraverso le interviste che i racconti inclusi; io mi sono semplicemente preoccupato di stimolare gli autori con domande ficcanti, e di selezionare i contenuti di narrativa da leggere, analizzandone in sintesi le caratteristiche stilistiche e di struttura narrativa per una lettura analitica dei testi di fiction. 
Il protagonista di un saggio a mio avviso non dev’essere il curatore, ma i contenuti stessi che esso raccoglie e analizza; nel caso di Monster Masters si tratta di contributi straordinari e inediti, di aneddoti e riflessioni di maestri del genere come King, Straub, Campbell, Lansdale, Ketchum, Keene, Laymon, Maberry, Masterton, e tantissimi altri, testimonianze che a partire dalla horror fiction sforano anche verso il cinema e il fumetto di genere. 
Un libro bellissimo, in formato cartaceo, da collezione, che consiglio a tutti gli appassionati. 
Scoprirete molti segreti dei vostri autori preferiti, e vi divertirete a leggere i racconti e gli altri particolari contenuti di questo atipico saggio, che Paolo Di Orazio ha voluto generosamente definire come ‘la nuova Bibbia dell’horror, ammesso che ce ne sia mai stata una’


Nick:  Tra tutte le interviste realizzate per "Monster Masters" quali sono quelle che più ti hanno soddisfatto? Quali ti hanno più sorpreso? Quali sono state le più difficili da realizzare? E quali sono stati gli aneddoti nel bene o nel male che ti senti di condividere con noi al proposito?

Manzetti: L’intervista con Brian Keene non è stata facile da ottenere, ho dovuto usare una creativa escamotage che non posso rivelare, ma poi ne è venuto fuori qualcosa di straordinario; praticamente si ripercorre l’intera carriera dell’autore, con approfondimenti sulla sua completa produzione, con aneddoti e informazioni davvero gustose. Fatto sta che lui stesso, quando finimmo l’intervista, scrisse sul proprio blog (molto seguito dai suoi fans), un post che più o meno diceva questo: ‘per tutti quelli che continuano a farmi domande sul mio lavoro, seguite questo link e troverete tutto quello che vi serve’
Tra le altre interviste, ho trovato molto interessante quella con Ramsey Campbell, fuori dai soliti standard, straordinaria e, a livello affettivo, una delle nuove interviste aggiunte al progetto con Cut Up Publishing, quella con Ann Marshall Laymon, moglie dello scomparso Richard Laymon, che mi ha consentito di pubblicare toccanti ricordi della carriera di questo grande autore, informazioni preziosissime; da dove ha tratto ispirazione per molti suoi romanzi (scoprirete che la realtà è una delle migliori Muse, anche per Laymon), come organizzava la sua giornata di lavoro, e tante altre chicche.
Ma ogni intervista che troverete in Monster Mastersè ricca di spunti inediti di grande interesse per gli appassionati. E non dovete perdervi il comparto fiction, con racconti molti diversi l’uno dall’altro.

Nick:  Pubblichi spesso pubblichi direttamente in lingua inglese e questo ha fatto si che alcune tue opere (cosa rara per uno scrittore italiano) fossero pubblicate su riviste ed antologie internazionali arrivassero in finale di premi prestigiosi: in particolare la tua raccolta di poesie dark "Venus Intervention" (Kipple Officina Libraria, 2014 scritta assieme a Corinne De Winter) è stata nominata per il Bram Stoker Award 2014, per il Rhysling Award 2015 ed anche per l'Elgin, mentre la raccolta di poesie ‘Eden Underground’ (Crystal Lake Publishing, 2015), insieme al racconto ‘The Massacre of the Mermaids’, ha raggiunto il Preliminary Ballot del Bram Stoker Award 2015, ed ha ricevuto anch’essa una nomination all’ Elgin Award2016 e al Rhysling Award 2016. Raccontaci di queste esperienze.

Manzetti:  Il mercato statunitense e inglese mi ha dato molto spazio e attenzione, miei racconti e poesie sono stati pubblicati su diversi magazines e antologie, tra i quali (più volte), The Horror Zine, Dark Moon Digest, Devolution Z Magazine, Disturbed Digest, Illumen Magazine, Rhysling Anthology, Bones III Anthology
Per quanto riguarda i premi internazionali, naturalmente è stato una grande soddisfazione arrivare alla finale del Bram Stoker Awards 2014 con la mia raccolta di poesie dark (scritta insieme a Corrine De Winter) Venus Intervention (Kipple Officina Libraria, 2014). Si tratta della prima nomination di un autore Italiano dal 1987, anno della prima edizione di questo prestigioso premio, organizzato dalla Horror Writers Association. Ho avuto occasione di partecipare alla cerimonia premiazione del Bram Stoker Awards ad Atlanta, nel maggio scorso, durante la World Horror Convention 2015, durante la quale mi è stato concesso l’onore di presentare e premiare, insieme a Yvonne Navarro, una delle categorie dello Stoker, la ‘Fiction Collection’. 
A questa importante affermazione se ne sono poi aggiunte altre, come la doppia nomination per il Rhysling Award 2015 e l’Elgin Award 2015, che ho raggiunto anche quest’anno, per l’edizione 2016 con la nuova raccolta di poesie dark Eden Underground’ (Crystal Lake Publishing, 2015) che, mentre rispondo alla tua intervista, come hai anticipato, ha già raggiunto il Preliminary Ballot alla nuova edizione del Bram Stoker Awards in corso (insieme al mio racconto ‘The Massacre of the Mermaids’, dalla raccolta omonima, Kipple Officina Libraria, 2015). Entrambe le opere, nelle categorie short fiction e poetry collection, ora si giocheranno la finale. Le nuove nominations per lo Stoker Awards saranno rese pubbliche il 23 Febbraio. Tra pochissimi giorni.
Un’altra grande soddisfazione è stata quella di avere ottenuto ben sei recommendations (per sei miei diversi racconti pubblicati durante il 2015) per il celebre The Best Horror of The Year Volume 7, una long-list annuale selezionata dalla più nota e influente editor del mercato anglosassone, Ellen Datlow.
Non è tanto importante o così essenziale ottenere nominations o affermazioni in prestigiosi premi internazionali; quello che conta, per un autore, è avere l’occasione di confrontarsi con i migliori e poter avere un riscontro ‘serio’ sul proprio lavoro, da parte di veri professionisti, editor, editori e colleghi da ogni parte del mondo. Serve questo prima di poter decidere seriamente (mai a cuor leggero, viste le grandi difficoltà e incertezze di questa attività) di portare avanti la propria attività autoriale come professionista, investendoci tempo e tutto quello che serve. Sacrificandosi e mettendo in conto molti momenti difficili. Fare lo scrittore come semplice hobby è tutt’altra cosa.
Un altro riscontro che ho avuto recentemente, che mi ha confermato di poter godere della stima del mercato internazionale, è rappresentato dall’essere stato chiamato a far parte della giuria del Bram Stoker Award in corso per il premio più prestigioso, nella categoria denominata ‘Lifetime Achievement’, ossia il Bram Stoker Award alla carriera. Sono stato onorato di aver lavorato in questa giuria, insieme a colleghi di grande fama internazionale. Ma non posso rivelarti il vincitore, naturalmente, deve ancora essere annunciato. Riscontri seri sul proprio lavoro, per uno scrittore, sono fondamentali. Il mercato editoriale Italiano di genere, purtroppo totalmente scollegato dalle dinamiche internazionali, ad oggi non è in grado di offrirli a nessuno, per vari motivi. Questo impedisce il vero confronto e la crescita per i nostri autori.

Nick:  Hai recentemente fondato la casa editrice  Independent Legions Publishing. In rete già circolano corposi programmi (e qualcosa ho detto anche io in proposito) Ti andrebbe di raccontarci qualcosa di questa CE, delle sue finalità, e di condividere con i lettori di Nocturnia  qualche programma o qualche pubblicazione a cui tieni particolarmente?

Manzetti:  Il programma editoriale di Independent Legions, più che circolare in rete, come semplice indiscrezione, è già stato da tempo annunciato e ufficializzato sul sito internet www.independentlegions.com e copre un lungo periodo, dal 2016 al 2019
Questo fa capire che si tratta di un progetto, non di un tentativo. 
Sono già in vendita tre eBook in lingua Italiana (le antologie di racconti ‘I Sogni del Diavolo’, ‘Danze Eretiche Volume 1’ e ‘Danze Eretiche Volume 2’, con racconti di Laymon, Campbell, Morton, Braunbeck, Snyder e altri) e due in lingua inglese (le raccolte retrospettive ‘Poppy Z. Brite – Selected Stories’ e ‘The Hitchhiking Effect’ di Gene O’Neill), e stati annunciati oltre venti nuovi titoli in lingua Italiana, più altri in lingua inglese, tra edizione cartacee (per la maggior parte) ed eBook..
Gran parte del catalogo dobbiamo ancora pubblicarlo, siamo partiti a Settembre 2015; cito alcuni titoli in uscita in lingua italiana, per pubblicazione sia in formato cartaceo che digitale nel 2016: il romanzo ‘l’Isola’ di Richard Laymon (Luglio 2016), la raccolta di racconti ‘Dread in the Beast’ di Charlee Jacob (Giugno 2016), il romanzo ‘Disegni di Sangue’ di Poppy Z. Brite (Settembre 2016), il breve romanzo ‘I Travel by Night’ di Robert McCammon (Settembre 2016) e il romanzo ‘La Casa a Nazareth Hill’ di Ramsey Campbell (Dicembre 2016). 
In lingua inglese usciranno altre pubblicazioni, in questo caso solo digitali, tra le quali: l’antologia ‘The Beauty of Death‘ (con opere di Straub, Campbell, Skipp, Poppy Z Brite, Edward Lee,O’Neill, Monica O’Rourke, Rena Mason e tantissimi altri), in uscita ad Aprile 2016, e la raccolta di racconti ‘The Ushers’ di Edward Lee (in uscita a Luglio 2016).
Tutto questo riguarda il solo 2016, nei prossimi anni abbiamo già pianificato molte altre opere, tre romanzi di Laymon, altri due di Poppy Z. Brite, un romanzo della coppia Skipp & Spector, un romanzo di Edward Lee, uno di David J. Schow e un altro di John Skipp
Potete trovare maggiori informazioni, e la lista degli autori che hanno pubblicato e pubblicheranno con noi, sul sito web www.independentlegions.com
Dai nomi citati, è evidente come la strategia editoriale di Independent Legions sia quella di proporre opere mai tradotte in Italiano dei più grandi maestri dello splatterpunk mondiale, in totale esclusiva.
Per quanto riguarda gli autori italiani, i migliori saranno proposti nelle varie antologie in programma.
Una proposta specializzata e caratteristica, dedicata ai grandi appassionati della horror fiction di alto livello.
Vista la pubblicazione anche di opere di autori anglosassoni in lingua inglese, Independent Legions si pone come nuova realtà del mercato internazionale, non solo come attore del mercato italiano.


Nick:  Torniamo un attimo a parlare della tua attività all'estero: pochi mesi fa sei diventato l'Italian Rappresentative della Horror Writers Association (in parole povere l'associazione che raccoglie a livello mondiale tutti gli scrittori horror e che, tra le altre cose organizza gli annuali premi Bram Stoker Awards) In cosa consiste questa carica nello specifico e quali iniziative intendi lanciare o applicare per il nostro paese? Più in generale, ci puoi raccontare qualcosa sui piani e sulle attività che intende praticare la HWA? Da più parti si vocifera di un generale rinnovamento e mi piacerebbe capire se è vero o meno.

Manzetti:  Anche questo è un nuovo progetto. La HWA Italy, la filiale Italiana (chiamata Chapter) della Horror Writers Association, è stata formata a Dicembre 2015, e ne sono responsabile come Italy Representative, come per le altre attività in Italia che riguardano la Horror Writers Association. Ad oggi contiamo 27 membri, abbiamo creato un programma di servizi e opportunità riservate agli associati Italiani davvero concreto, consultabile online sul sito web www.horroritaly.org che, grazie alla partnership con diversi Editori Partner Italiani (Independent Legions, Cut Up Publishing, Kipple Officina Libraria, Acheron Book, il Magazine Splatter, Edizioni Hypnos) offre submissions riservate per pubblicazioni in antologie, premi per romanzi inediti, gift pack (quattro libri di grandi maestri internazionali che i nostri associati riceveranno ogni dicembre in omaggio), e tanti altri servizi innovativi, che completano quelli standard (anch’essi molti) già offerti dalla HWA Corporate
Saremo presenti con stand e spazi espositivi alle principali manifestazioni editoriali Italiane (con le pubblicazioni dei nostri associati esposte), e presto organizzeremo la prima convention annuale, in Italia naturalmente. Presto sponsorizzeremo anche eventi non organizzati da noi. Tutto questo grazie ai finanziamenti di cui possiamo fruire da parte della Horror Writers Association corporate, la più antica, grande e influente associazione di autori e professionisti di genere, che oggi conta oltre 1.400 membri in tutto il mondo.
Posso dirti che pur essendo partiti da poco, già oggi la filiale Italiana, per la comunicazione, le attività organizzate e il programma di servizi dedicati innovativo, viene già ritenuta dalla Horror Writers Association un modello per le altri filiali internazionali. 
Capita, alle volte, che l’Italia sia all’avanguardia, questo è uno dei casi, e suggerisco a scrittori, professionisti del settore e appassionati di consultare il nostro sito web, informarsi su ciò che stiamo facendo e contattarci per avere maggiori informazioni. Prima di rendervi conto che potreste essere esclusi dalle tante opportunità, che presto vedrete concretizzate a favore dei nostri associati.



Nick:  Cosa conoscono all'estero della nostra narrativa di genere (se la conoscono) e che idea se ne sono fatti?

Manzetti:  Purtroppo all’estero la nostra narrativa di genere è piuttosto sconosciuta, le traduzioni sono pochissime. 
Ma negli ultimi tempi si sta muovendo qualcosa; alcuni autori Italiani, oltre me, stanno iniziando a proporsi in lingua inglese, tra i quali Paolo Di Orazio e Stefano Fantelli e Nicola Lombardi, che hanno partecipato alla edizione in corso del Bram Stoker Awards.
Le attività della HWA Italy, essenziali, stanno creando interesse e molti contatti tra gli autori Italiani e il mercato anglosassone. Credo che la situazione sarà molto diversa nel giro di due o tre anni, quando alcuni autori Italiani, quelli dotati di maggior talento, potranno competere in ambito internazionale offrendo alla nostra narrativa riconoscibilità e caratterizzazione; servono tre o quattro autori in grado di trainare poi il resto della truppa italica, aprendo tante altre opportunità. 
Il tallone di Achille è sempre quello della lingua e delle necessarie (e costose) traduzioni sulle quali gli editori Italiani sono restii ad investire, non conoscendo bene il mercato estero. Ma le nuove leve, i nuovi autori Italiani che appariranno sullo scenario dell’horror tra qualche anno, probabilmente supereranno molto più facilmente il gap della lingua; oggi l’inglese è senz’altro molto più diffuso (e utilizzato) in Italia rispetto a dieci o venti anni fa. 
Questo gruppo di nuovi intepreti, insieme ai pionieri che saranno riusciti ad aprire qualche importante breccia, rappresenteranno la nuova frontiera dell’horror italiano, quello con visibilità internazionale. Posso assicurarvi per esperienza diretta che il mercato estero è molto più aperto del nostro, e che gli autori italiani, se ben tradotti e dotati di talento e personalità, sono molto appetibili. 
Insomma, purtroppo adesso si tratta di lavorare partendo da zero, l’eredità del lavoro fatto (o non fatto) finora è pari allo zero, grazie alla scarsa capacità e visibilità di editori italiani e operatori del settore che hanno creato il falso mito dell’impossibile, in riferimento a mercati importanti per il genere come quello statunitense o inglese.
Ma la strada intrapresa oggi è quella giusta. Ne riparleremo presto.
Io, da parte mia, sto offrendo il massimo supporto possibile a diversi colleghi Italiani, approfittando dei canali e delle relazioni che sono riuscito a crearmi sul mercato internazionale in questi ultimi anni.

Nick:  Dal tuo punto di vista di addetto ai lavori qual'è lo stato di salute della narrativa e dell'editoria di genere italiana e quale sarebbe la ricetta, se ne hai una, per migliorare lo stato delle cose?

Manzetti:  L’editoria Italiana è malata, terminale, e tale resterà, col respiratore ficcato in gola, almeno finché non cambieranno le persone che spingono i bottoni (parlo dei manager super-pagati delle case editrici major ma anche dei piccoli baroni e feudatari della media editoria) la salute non potrà migliorare. 
Ci vuole un ricambio totale, idee nuove, persone con competenze specifiche, ma anche le regole e l’etica del lavoro dovrebbero essere totalmente riviste. 
L’offerta dell’editoria Italiana è ai minimi termini, questo è sotto gli occhi di tutti, sia in termini di qualità della proposta che di vendite (a parte i soliti pochi casi), e la cosa sembra una contraddizione. 
Eppure è proprio così, ‘schiacciare’ la qualità per allargare al massimo l’audience potenziale continua (ovviamente) a non pagare, e così si stanno allontanando anche i buoni lettori, stanchi della seriale ripetitività di format letterari commerciali senz’anima. 
Si dovrebbe fare letteratura, non hamburgers in serie.
Figuriamoci i giovani lettori, che non vengono presi in considerazione, ai quali non viene dedicata un’offerta qualitativa che possa poi farli crescere e trasformare nei buoni o forti lettori di domani, che invece sono facilmente catturati da altre forme di intrattenimento. Questo trend non potrà che peggiorare. 
Gli investimenti delle major sono più che altro dedicati a pagare i lauti stipendi di una generazione vorace di baroni, editor e curatori di collana, che fanno del nepotismo la loro migliore competenza. 
E quando si devono ridurre i costi, perché le vendite calano, vengono fatti fuori editor, traduttori, personale specializzato e giovane. Vengono fatte fuori le nuove idee.
Per l’esportazione di titoli di nostri autori all’estero, ormai i nostri editori di punta non riescono più a fare affari nelle fiere, sono comprimari che cercano solo di trovare l’autore giusto, naturalmente straniero, per fare il colpaccio di vendite nell’immediato, magari replicando qui da noi le idee e i format editoriali che hanno funzionato all’estero. Senza programmazione, senza strategie, senza pensare a domani.
Servono nuove risorse, idee, competenze, regole e etica del lavoro. 
Non conosco altra ricetta che questa.
Il problema è nella proposta, non nel formato digitale o cartaceo, anche se oggi naturalmente contano molto anche le nuove dinamiche di distribuzione, elettronica e non, per le quali servono risorse specializzate e un nuovo approccio.

Nick:   Progetti futuri: di cosa ti stai occupando adesso e cosa ci dobbiamo aspettare da Alessandro Manzetti, nelle sue plurime attività di autore, traduttore ed editore nel prossimo futuro?

Manzetti:  Dunque, i miei progetti autoriali sono molti ed eterogenei. Tra le nuove uscite, tra pochi giorni sarà in distribuzione (librerie, fumetterie e stores online) la mia nuova raccolta di racconti ‘Kannibalika’, pubblicata da EUS Edizioni, firmata con lo pseudonimo di Caleb Battiago, che contiene un’ampia selezione di racconti, anche quelli più recenti pubblicati in varie antologie. Parliamo di formato cartaceo, 320 pagine, con tante illustrazioni a colori di grandi artisti internazionali come Vincent Chong, Ben Baldwin e George Cotronis. Subito dopo sarà disponibile in distribuzione, sempre in formato cartaceo, la raccolta ‘Mar Dulce – Acqua. Amore. Morte’ (pubblicata da Cut Up Publishing) che includerà il mio lungo racconto ‘Midnight Baby – Horror Lolita’ (già pubblicato in inglese da Kipple Officina Libraria nella collection ‘Stokholm Syndrome’) insieme a una novella di Peter Straub e a racconti di Paolo Di Orazio e Stefano Fantelli. Ad aprile è in programma un’altra pubblicazione in cartaceo (per Cut Up Publishing), che dividerò con il grande maestro Richard Laymon. Due novelle zombie che vi sorprenderanno. Il titolo sarà ‘Carne Cruda’ (fai finta che non ti ho detto niente, che l’hai scoperto con le tue attività di intelligence) 
Per quanto riguarda invece le pubblicazioni in lingua inglese, ad aprile uscirà, in formato cartaceo per Kipple Officina Libraria, una raccolta di racconti western-horror insieme a Paolo Di Orazio, dal titolo alla Sergio LeoneThe Monster, the Bad and the Ugly’, illustrata da Paolo stesso (oltre a diversi racconti conterrà anche una innovativa graphic novel) che presenteremo a Maggio, a Las Vegas, allo StokerCon 2016 organizzato dalla Horror Writers Association.
A giugno invece è in programma una nuova pubblicazione di poesia, con la nuova raccolta ‘Sacrificial Nights’ (per Kipple Officina Libraria), scritta a quattro mani con il grande Bruce Boston, plurivincitore del Bram Stoker Awards. Abbiamo lavorato insieme per sette mesi su questo libro, che sarà illustrato da Ben Baldwin. Un format di poesia e flash fiction molto particolare, con personaggi ricorrenti.
A settembre, se tutto va bene e riesco a tenere il ritmo, è in uscita, sempre in lingua inglese, una mia raccolta di racconti inediti per Crystal Lake Publishing
A livello autoriale direi che siamo più o meno a posto, per il 2016, a parte una sorpresa per Natale.
Come traduttore invece sto attualmente lavorando al romanzo ‘The Island’ di Richard Laymon (in uscita per Independent Legions a Luglio 2016) e questa estate lavorerò alla traduzione del romanzo ‘Drawing Blood’ di Poppy Z. Brite (in uscita per Independent Legions a Settembre 2016). Entrambe queste fantastiche opere non sono mai state tradotte in Italiano. Oltre questo dovrò lavorare alla traduzioni di alcuni racconti.
Come editore, ti ho già risposto in precedenza, parlando del programma editoriale di Independent Legions.
Come editor invece ci sono altri progetti che sto curando. Come curatore della collana K-Noir di Kipple, dopo la recente nuova uscita (‘Sex and the Zombie’ di Stefano Fantelli) stiamo lavorando a un romanzo vincitore del Bram Stoker Awards che uscirà, in lingua Italiana, alla fine di marzo. 
Come responsabile dei diritti esteri per Cut Up Publishing, sto selezionando vari titoli che l’editore metterà sul mercato quest’anno, tra narrativa e saggistica, tra i quali anche un progetto dedicato a una nuova collana di narrativa young-adult di livello. 
Insomma, mi fermo qui, temo di aver approfittato fin troppo della tua pazienza.

Nick:   Bene Alessandro, siamo arrivati alla fine, ti ringrazio ancora per esserti sobbarcato questa lunga intervista. Nel salutarti ti rivolgo la classica domanda finale di Nocturnia: esiste una questione di cui avresti parlato con piacere, una domanda alla quale avresti risposto volentieri e che io invece non ti ho rivolto?

Alessandro Manzetti:  Grazie a te per l’ospitalità, Nick. Mi hai già dato modo di rispondere a tutte le domande possibili.
Sei stato originale a non propormi una domanda che mi fanno spesso: Ma riesci a trovare il tempo per dormire?

BONUS CARD:  BIOGRAFIA DI ALESSANDRO MANZETTI.

Alessandro Manzetti (aka Caleb Battiago)
Autore di narrativa horror e weird, poesia dark, editor e traduttore. Ha pubblicato, in Italiano e Inglese, col proprio nome e con lo pseudonimo di Caleb Battiago, varie opere di narrativa e poesia, tra le quali due romanzi, Naraka - L'Inferno delle Scimme bianche e Shanti - La Città Santa, vari racconti e raccolte di poesie dark, in formato ebook e paperback, tra le quali LimbusWeird West BluesParigi Sud 5, I Giorni della Gallina NeraVesselMictlan,Tenderloin Sud 5 (con Gene O'Neill come coautore), Midnight Baby. Tra le opere in lingua inglese ha pubblicato raccolte di racconti, tra le quali The Massacre of the MermaidsThe ShamanDark Gates con Paolo Di Orazio come co-autore, Stockholm Syndrome con Stefano Fantelli come coautore, e le raccolte di poesie dark, Venus Intervention ed Eden Underground. Diversi suoi racconti e poesie sono stati pubblicati su magazines e antologie in Italia, Stati Uniti e Inghilterra, tra i quali The Horror Zine, Dark Moon Digest, Devolution Z Magazine, Disturbed Digest, Illumen Magazine, Rhysling Anthology, Bones III Anthology.  La  sua raccolta di poesie dark Venus Intervention, con Corrine de Winter come co-autrice, ha ricevuto una nomination per il Bram Stoker Awards 2014 e per l'Elgin Award 2015. Sue poesie hanno ricevuto la nomination al Rhysling Awards 2015 e 2016. La sua nuova raccolta di poesie Eden Uderground ha ricevuto una monination per l'Elgin Award 2016, ed è arrivata al ballottaggio preliminare del Bram Stoker Awards 2015 (insieme al racconto 'The Massacre of the Mermaids). Sei dei suoi racconti hanno ottenuto una recommendations da Ellen Datlow per il Best Horror of the Year 2014. Ha tradotto opere di Ramsey Campbell, Richard Laymon, Poppy Z. Brite, Graham Masterton, Gary Braunbeck, Lucy Snyder, Lisa Morton e Gene O'Neill. E' fondatore ed Editor in chief di Independent Legions Publishing, Italian Representative per la Horror Writers Association, curatore della collana K-Noir di Kipple Officina Libraria, e responsabile dei diritti esteri per Cut Up Edizioni. Sito Web:www.alessandromanzetti.net 

REGINA DEL SOLE ( 2015)

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Dalla Sinossi Ufficiale:

"Venera aveva visto la superficie esterna del mondo, aveva guardato gli iceberg staccarsi da quelle pareti nere e fredde. Aveva visitato il luogo di calore e vita meccanica che era Candesce. Il mondo era un manufatto, ed era fragile." Venera Fanning: dispersa nel cielo infinito di Virga, ignara della sorte dei suoi compagni, lontana da Slipstream e senza alcuna speranza di ritorno. La sua pericolosa attitudine all’intrigo sarà sufficiente a riportarla a casa? Spyre: una delle più antiche, potenti e temute nazioni di Virga. Paranoia, sospetto e complotto sono le caratteristiche che distinguono le sue classi dominanti abbarbicate dietro tradizioni millenarie e chiuse in eterni conclavi con pochissimi contatti l’una con l’altra, nel tentativo di conservare un potere che rischia di disintegrarsi come il mondo in cui vivono. Quando Venera Fanning piomba inaspettata nei cieli della città, scatenando una feroce caccia alla chiave di Candesce, Spyre è una polveriera pronta a esplodere. È solo questione di tempo prima che lo scontro diventi inevitabile. Riuscirà Venera Fanning a sopravvivere agli intrighi di Spyre o sarà quest’ultima a cadere preda dell’irrefrenabile tenacia e del desiderio di rivincita della Regina del Sole? "

Uscito nell'ottobre dello scorso anno, Regina del Soleè il seguito deIl Sole dei Soli, un romanzo di cui ho abbondantemente parlato in passato. Così come ho parlato del suo autore, il canadese Karl Schroeder (la sua intervista la trovate QUI)
Con Regina del Sole, Schroeder affronta un nuovo capitolo della sua serie dedicata a Virga, il mondo cavo e riscaldato da Candesce e da decine altri di soli artificiali.
Ora, come sapete, i capitoli 2 di qualsiasi saga, che sia letteraria, cinematografica, televisiva o....(aggiungeteci quel che volete) sono sempre quelli che più di tutti finiscono per attirare le attenzioni, le speranze ma anche le riserve e i pregiudizi di chi ha già cominciato a seguire la vicenda.

Anche per l'artista più scafato non è mai semplice riuscire a mantenere alto l'interesse e la qualità generale. In linea di massima anche quando c'è la maggiore preparazione e professionalità è sempre difficile mantenere la stessa qualità in tutti i capitoli di una stessa serie e, come detto, di norma, la seconda uscita è sempre quella che rischia di essere la più deludente.
Certo ci sono le dovute eccezioni: gli appassionati della saga di Star Wars considerano L'Impero Colpisce Ancora come uno dei capitoli più riusciti di tutta la serie. 



Karl Schroeder.
Ma lì c'era una delle rilevazioni più sorprendenti ed epiche di tutta la storia della fantascienza (e quello del colpo di scena è di norma una delle strade più battute dagli autori nei capitoli 2)
In altri casi si è praticata la via dello stravolgimento totale, in parole povere la distruzione di tutto quello che nel primo capitolo veniva dato come acquisito, ma si tratta di una via "furbetta", che viene praticata in casi di assoluta mancanza di idee.
E che finisce, sempre, inevitabilmente, per allontanare i lettori.
C'è però un'altra strada, un' altra alternativa. che è quella che in fondo decide di percorrere Schroeder, che consiste nel sparigliare le carte sul tavolo senza però alterare le regole di base della partita.
In parole povere la strada è quella di affrontare la stessa vicenda sotto una chiave diversa.
Schroeder non fa altro che cambiare alcuni elementi, senza stravolgere le caratteristiche, le regole di quel mondo e le informazioni di base che il lettore ha già compreso nel precedente libro.

Insomma, per parafrasare un' altra famosa saga cinematografica ( un premio per chi indovina la citazione) il primo capitolo detta le regole, il secondo ne approfondisce solo alcune.

 Se infatti ne Il Sole dei Soli, pur senza essere un romanzo corale, lo scrittore presentava diversi punti di vista, differenti storie individuali e diversi protagonisti, in Regina del SoleSchroeder, accantonate momentaneamente tutte le altre sottotrame, compresa quella dedicata ad Hayden Grififn, il protagonista del romanzo precedente, decide di soffermarsi solo su Venera Fanning, la figura più complessa tra i sopravvissuti alla mattanza finale de Il Sole dei Soli . Se il primo libro in pratica era una lunga ed appassionante cavalcata attraverso molte delle numerose nazioni e degli ambienti di Virga, in questo caso l'autore si concentra su un' unica porzione di questo mondo (la già ricordata sezione di Spyre)


Con Regina del Sole, Schroeder confeziona un romanzo che decisamente risente molto dell'influenza di scrittori come Jack Vance e Philip José Farmer, veri e propri creatori di esotiche società umane evolutesi in maniera autonoma e peculiare sui mondi alieni descritti nei loro scritti di fantascienza, dimostrando di aver pienamente compreso la lezione e di averla fatta sua. Le varie comunità (alle volte grandi appena pochi chilometri, o pochi caseggiati di uno stesso condominio) che compongono la nazione di Spyre, si rivelano un coacervo di peculiari riti, di antica burocrazia, di  paranoia e di complotti. Una situazione quasi da guerra fredda, dove ognuno complotta contro l'altro e nessun giocatore è davvero quello che sembra. Un  equilibrio precario che si regge da secoli e dove la nazione più potente sta subdolamente prendendo il potere sopra le altre.

In questo ottovolante va ad innestarsi ben presto, l'elemento di rottura, rappresentato da Venera Fanning, lungi dall'aver imparato la lezione dalle passate sconfitte, la donna si rivela un personaggio ancora più tagliato con l'accetta rispetto al primo volume; un vero e proprio schiacciasassi umano, che assieme ai sassi, nel suo desiderio di vendetta finisce anche per schiacciare qualche piede di troppo.

Sono queste le pagine migliori, quelle in cui la donna, assieme al numero sempre maggiore dei suoi alleati mette in mezzo i suoi piani per fuggire e per poter poi ottenere la meritata vendetta.
Buone anche le varie figure di comprimari, per una volta non troppo stereotipate, ma assolutamente funzionali alla trama.
Ma la vera protagonista di tutta la vicenda rimane la sfera di Virga con i suoi scenari, la sua peculiare conformazione e gravità, di cui finiamo per conoscere un poco di più del suo frammentario passato e del nemico cibernetico che vive nello spazio esterno.

Regina del Sole si dimostra così un ottimo romanzo, un libro realizzato con intelligenza e passione, un piacevole romanzo di passaggio pronto a condurci presso il terzo capitolo che, come nelle migliori tradizioni, raccoglierà tutti i fili e condurrà a conclusione le avventure di Hayden; Venera e Chaison. (1)


REGINA DEL SOLE.  Karl Schroeder
Edizioni ZONA42
VERSIONE CARTACEA
320 pagine, Euro 15,90.

ISBN 978-88-98950-14-0 
VERSIONE DIGITALE
Formato epub e mobi, Kindle compatibile. Euro 5,99


Note
(1) Karl Schroeder in tutto ha dedicato cinque romanzi al mondo di Virga,dei quali i primi tre sono collegati tra loro in una sorta di trilogia con eventi collegati tra loro. Mentre il quarto ed il quinto, raccontano eventi scollegati dalla sequenza principale ma che mantengono la stessa ambientazione ed alcuni dei personaggi secondari.

Accadein Italia #10 - Altre Segnalazioni di Febbraio.

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L'inizio dell'anno rappresenta uno di quei momenti nei quali gli editori e gli autori rivelano i loro programmi per l'anno che comincia. Per questo motivo ho separato in due l'abituale articolo mensile delle segnalazioni, dal momento che ci tenevo a dare lo stesso spazio a tutti.
Con il mese di marzo riprenderò a pubblicare un unico post della serie Accade in Italia, non perdiamo quindi tempo, diamo spazio agli autori e agli editori nostrani e partiamo.
Come sempre cominciamo con i programmi recenti di un editore.

1) ZONA 42 PRESENTA "SELEZIONE NATURALE"; DI TRICIA SULLIVAN.

Mi scrive Giorgio Raffaelli di Zona 42  per segnalare la loro ultima uscita:


Zona 42 è orgogliosa di presentare ai lettori italiani Selezione naturale, di Tricia Sullivan
Selezione naturale si sviluppa su due piani narrativi con una storia avvincente scandita da un ritmo travolgente, in cui l’azione incessante si mescola a riflessioni mai scontate sui rapporti tra i sessi, sulla nostra idea del mondo, sulle conseguenze delle nostre scelte.
Tricia Sullivan gioca con i luoghi comuni, pone i rapporti tra uomini e donne al centro di una narrazione spericolata, infarcita di riferimenti pop, violenza e politica, e costruisce una storia in cui sesso e distruzione vanno di pari passo con satira e riflessione.
Selezione naturale è il titolo scelto per l’edizione italiana di Maul, considerato dalla critica britannica uno dei più importanti romanzi pubblicati da un’autrice di fantascienza negli ultimi quindici anni (per approfondire, in inglese: Torque Control: SF by Women 2001-2010).
L’edizione Zona 42 di Selezione naturale è arricchita da un’introduzione scritta dall’autrice appositamente per i lettori italiani. Le parole di Tricia Sullivan offrono una perfetta chiave di lettura per avvicinarsi al romanzo: “[…] lo spirito di Selezione naturale è uno spirito giocoso: che si tratti di idee, di realtà o della sostanza stessa della vita. È tutto molto semplice, fin dalla prima pagina: le ragazze vogliono solo divertirsi.
Selezione naturale è tradotto da Chiara Reali che per Zona 42 ha già lavorato su Desolation Road di Ian McDonald e sui romanzi di Jon Courtenay Grimwood.



Tricia Sullivan:
Originaria del New Jersey, Tricia Sullivan è una delle più importanti nuove scrittrici della scena anglosassone.Ha vinto il Premio Arthur C. Clarke nel 1999 ed è stata in lizza per la vittoria dello stesso premio con altri due romanzi. Le sue opere sono state segnalate come finaliste anche al Premio BSFA (Premio della fantascienza britannica), al Premio Tiptree e a quello dedicato alla memoria di John W. Campbell.A metà degli anni ‘90 si è trasferita in Inghilterra, dove vive con il marito e tre figli. Ha studiato musica, astrofisica e praticato karate. Le sue opere sono state tradotte in otto lingue.Selezione naturale è il suo primo romanzo a essere tradotto in italiano.
Maggiori informazioni sul volume le trovate QUI.

2) "SCHEGGE DI UNA CITTA' DI PLASTICA", DI DARIO TONANI.

Segnalo anche una uscita di Dario Tonani, un altro degli amici di Nocturnia

Sinossi Ufficiale:




Misha è uno dei tanti derelitti che lavora nel Sottomondo. Si occupa della manutenzione dei cavi che tengono sospesa, tra i picchi innevati, l’immensa città di Nuova Crysia, dove ogni cittadino è soggetto a un rigidissimo regime di controllo del proprio peso. Il suo permesso di soggiorno è in scadenza, così come stanno per essere azzerati i chilogrammi di franchigia concessi a lui e alla sua famiglia per continuare a vivere in città. 
La notte prima dell’ultimo giorno di lavoro, un losco trafficante di uomini gli offre una soluzione destinata a prolungare la sua permanenza, a patto che accetti di diventare un Buio, un clandestino disposto a non vedere più la luce del sole fino a quando il sistema non gli concederà di nuovo una franchigia di peso.
Scoprirà così che cosa nasconde il terribile Quadrante Cremisi, sospeso a oltre mille metri d’altezza dalle macerie velenose dell’insediamento abbandonato da cui tutto ha avuto inizio. Una cupa distopia su un futuro atroce e possibile, ma anche una storia attualissima sul traffico di esseri umani…

Dario Tonani:

Milanese, una laurea alla Bocconi, Dario Tonani si divide tra l’attività di giornalista professionista e la scrittura; ha pubblicato diversi romanzi e un centinaio di racconti in antologie, quotidiani nazionali e nelle principali testate di genere italiane (Urania, Giallo Mondadori, Segretissimo, Millemondi, Robot). Nell’aprile del 2007, su Urania, è uscito Infect@, un noir fantascientifico giunto secondo all’edizione 2005 dell’omonimo premio; due anni più tardi, ancora per Urania, è stato pubblicato L’algoritmo bianco, mini ciclo dell'Agoverso composto da due romanzi brevi, incentrati su uno stesso personaggio: il killer Gregorius Moffa. A marzo 2011, per la Delos Books, ha pubblicato, in cartaceo e digitale, l’antologia Infected Files, che raccoglie il meglio della sua produzione breve di fantascienza. A settembre 2011, Urania ha ospitato Toxic@, secondo capitolo del Ciclo dei +toon, seguito di Infect@. La mini saga steampunk di Mondo9, suddivisa originariamente in quattro storie, è stata pubblicata in versione digitale da 40k Books tra il 2010 e il 2102 ed è poi proseguita con cinque nuovi episodi per Delos Books. Il primo capitolo Cardanica è stato tradotto in inglese e portato negli Stati Uniti, con il sostegno entusiastico del padre dello steampunk, Paul Di Filippo. A fine 2012, il fix-up - riveduto e ampliato - è uscito in volume cartaceo per Delos con il titolo di Mondo9 e ha vinto il Premio Cassiopea e il Premio Italia. A febbraio 2014 il volume è stato pubblicato in Giappone e nell’agosto 2015 Millemondi ha ospitato la saga completa, con il titolo Cronache di Mondo9, primo volume della celebre collana di Mondadori interamente dedicato a un autore italiano. Convinto sostenitore della contaminazione tra generi, con le sue storie ha vinto numerosi concorsi, tra i quali nel 1989 il Premio Tolkien, due volte il Premio Lovecraft (1994 e 1999), il Premio Robot (2013) e sette volte il Premio Italia (1989, 1992, 2000, 2012, 2013, 2014 e 2015).


Maggiori informazioni le trovate QUI.

3) "ANCIENTS: IL GRANDE FREDDO" DI LUIGI VIAGRANDE.

Passiamo adesso ad uno scrittore esordiente, mi contatta Luigi Claudio Viagrande, un giovane autore di Catania, per chiedermi di segnalare il suo romanzo (in versione eBook) di fantascienza post apocalittica


Sinossi Ufficiale:

In un mondo gelido devastato da un virus letale, Liam Cooper è un ragazzo di appena 27 anni che vive un’esistenza mediocre ma al riparo dal virus all’interno della città-cupola di Nuova Yermo. La sua vita cambierà quando il Professor Graham, Leader della congrega dei Sapienti, decide di trasferirlo nella prestigiosa Università di Pahrump, luogo dove si formano le menti che in un futuro ancora distante e incerto riusciranno a debellare il virus dalla faccia della terra. Per sempre. Qui, Liam viene a conoscenza di una inquietante verità; il virus sta rapidamente conducendo il globo verso un tragico epilogo: una glaciazione. Il processo non è irreversibile e Liam affronterà un viaggio crudele e pericoloso nell’estremo tentativo di salvare le poche persone ancora in vita. Conoscerà un mondo dominato dalla malvagità e dalla crudeltà dell'uomo e scoprirà che la verità è ancora più agghiacciante di quanto sembri. Fuori c’è ben altro, una realtà ancora più oscura e terribile del virus stesso.

Luigi Claudio Viagrande


Luigi Claudio Viagrande nasce a Catania il 14/06/1987. Da giovane presenta un forte interesse per le arti creative fino al raggiungimento dell’autopubblicazione, nel 2004, del testo “Colonne sonore per videogiochi”, una raccolta di colonne sonore e spartiti musicali autoprodotti. Successivamente comincia ad affinare la sua tecnica narrativa scrivendo brevi romanzi fantasy. Da sempre appassionato di studi scientifici, dopo il diploma frequenta il corso di laurea in Informatica all’Università degli studi di Catania, conseguendo con successo la laurea triennale e, successivamente, quella magistrale. Attualmente lavora come sviluppatore di videogames e applicazioni presso una ditta privata nel catanese. Tra le sue passioni si citano la scrittura, la lettura, le arti marziali e i balli caraibici.

Maggiori informazioni le trovate QUI.

4) "UN ALTRO FUTURO" DI LUIGI MILANI.

Last but not least, chiudiamo alla grande per questo mese con un' antologia di racconti di fantascienza. scritta da Luigi Milani, un nome piuttosto conosciuto nell'ambiente.

Sinossi Ufficiale:

Alcuni dicono che la fantascienza italiana è lenta e pesante, altri che un disco volante non atterrerà mai nella provincia del nostro paese (anche se poi di avvistamenti ce ne sono stati tanti). Tuttavia la nostra fantascienza, da generazioni, tiene la testa alta e non ha nulla da invidiare a quella più celebrata anglosassone. Anche l’autore di questa antologia, quindi, non ci fa mancare nulla, dai robot, ai viaggi nel tempo, fino alla più ardita ucronia, tocca i grandi temi della fantascienza mondiale, ma ci aggiunge qualcosa in più, come solo i nostri scrittori possono fare. E quel qualcosa è la tipica disincantata saggezza di chi ha alle spalle una civiltà millenaria, grandissima, ricca di arte e di storia; dove anche ciò che è piccolo, tranquillo o apparentemente banale, profitta dell’esperienza di fasti imperiali. 


 Luigi Milani: 


Luigi Milani è nato a Roma nel 1963. Tra i soci fondatori di Edizioni XII, cura la collana eTales per  Graphe.it Edizioni e ha collaborato con Kipple Officina Libraria. Ha pubblicato racconti e romanzi per vari editori e su diverse riviste letterarie. Ultimi libri pubblicati come autore: Nessun Futuro(Casini Editore, 2011 e Dunwich Edizioni, 2015 ), SeasonsCi sono stati dei disordinieL’estate del diavolo (Delirium Edizioni, 2011-2012), Eventi BizzarriLo studio in verde(con Alexia Bianchini, La Mela Avvelenata Edizioni, 2013),La notte che uccisi Jim Morrison(DunwichEdizioni, 2014) e L’isola senza morte(Nero Press Edizioni, 2015). È spesso presente nelle iniziative letterarie di Edizioni Scudo. 
Maggiori informazioni le trovate : 
Info: 

E per febbraio è davvero tutto, ci vediamo il mese prossimo con altre segnalazioni, tra le quali una grande sorpresa!
Come sempre fatemi sapere quale vi interessa di più tra le varie uscite segnalate in questo giro.

CLOVERFIELD (2008)

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E' la sera del 22 Maggio e il giovane Rob Hawkings si sta preparando per partire verso il Giappone, un nuovo e prestigioso incarico di responsabilità lo attende in quel paese. Jason il fratello di Rob, la sua fidanzata Lily e il miglior amico del gruppo "Hud" decidono di organizzare una festa a sorpresa per l'evento. Nell'appartamento di Manhattan si presenta anche Beth, una ragazza di cui Rob è sempre stato innamorato e con cui ha recentemente trascorso una notte assieme, ma che dopo quella notte il giovane non ha più chiamato per dedicarsi al nuovo lavoro.
I due finiscono per litigare con che Beth abbandona la festa precipitosamente. Ed è proprio in quel momento che le cose cambiano nettamente.
Una esplosione danneggia la Statua della Libertà ed una strana enorme e mostruosa creatura semina panico e distruzione per le strade di New York e niente, nemmeno l'esercito sembra fermarla.
I sopravvissuti alla festa assieme a Marlena, una ragazza oggetto delle attenzioni di Hud decidono di recarsi proprio nel centro del conflitto.
In cerca di Beth.


Prima di cominciare debbo fare una confessione: io i mockumentary, i found footage li ho sempre cordialmente detestati. Li ho sempre trovati un sistema furbetto da parte di registi e produttori con poco talento e ancora meno fantasia per realizzare con quattro soldi produzioni spesso di scarsa qualità.
Certo sto semplificando di brutto, ci sono le debite eccezioni, una è questo film, un altro è Diary ofthe Dead di Romero, un altro ancora può essere il primo Rec e sicuramente ce ne saranno tante altre.
Però è indubbio che ci fu un periodo in cui questo peculiare modo di fare spettacolo si diffuse in maniera virale nell'industria del Cinema, anzi possiamo dire che diventò proprio di moda.



Il responsabile del fenomeno è facile da individuare, è stato  il gran successo di  film come Paranormal Activity di Oren Peli a dare inizio alla proliferazione delle pellicole in stile mockumentary.  I generi dei Mockumentary o dei found footage avevano già cominciato a far parlare di sè attorno alla fine del secolo scorso grazie a precursori o progenitori come il The Blair Witch Project della coppia Myrick & Sanchez a dare inizio al fenomeno, ma è solo negli anni attorno al 2007 (orientativamente) che si è assistito alla proliferazione eccessiva di questo tipo di pellicole. Uno dei più famosi, ed uno dei maggiori responsabili del fenomeno, rimane ancora proprio Paranormal Activity, che -anche se aveva cominciato a circolare nelle sale in maniera compiuta nel 2009, era stato girato da Peli, nel 2007 ed era già abbondantemente conosciuto da addetti del settore, spettatori e fan essendo stato proiettato in diversi festival del settore ( dati wikipedia)
E quindi si può tranquillamente considerare precedente a Cloverfield.
Qualsiasi appassionato di Cinema di genere ricorda quel periodo in cui un film horror su tre era girato con quella tecnica (anzi con quella mancanza di tecnica)
Il fenomeno,  non può dirsi del tutto esaurito, ma di certo rispetto ai quei primi anni dopo il 2007 si è sicuramente molto sgonfiato.
Come dicevamo prima però Cloverfield è una delle meritevoli eccezioni al piattume generale dei mockumentary,  dal momento che le immagini sgranate, le inquadrature sfocate ed il montaggio spastico tipici di questo tipo di produzioni sono quasi totalmente assenti e quelle rare volte che compaiono vengono impiegate cum grano salis, con cognizione di causa


Al timone della regia c'è un regista vero, quel Matt Reeves, che in tempi più recenti è stato incaricato di seguire la ripresa della saga del Pianeta delle Scimmie, la sceneggiatura è opera del veterano Drew Goddard,  responsabile di tanti episodi di Lost;  Buffy ed Angel e -cosa più importante- come produttore troviamo uno dei Re Mida di Hollywood,  J.J. Abrams, ed anche questo risulta evidente da come viene condotta tutta la realizzazione della pellicola.

Non solo perché, come già detto, si avverte una maggiore cura nelle scene e nei dettagli, ma per tutto il marketing virale rilasciati prima e durante la messa in onda della pellicola, campagne quali un sito ufficiale con titolo fittizio, giusto per sviare la fuga di notizia oppure l'immissione in rete di di finti account su vari social network a nome dei protagonisti del film  nei quali mano a mano venivano fornite informazioni (inutile dire che ultimo aggiornamento di stato è avvenuto il giorno del rilascio nelle sale della pellicola, giorno corrispondente anche -negli eventi narrati nel film- allo sbarco su New York del mostro alieno)
Perché questo è in definitiva Cloverfield: un perfetto monster movie, debitore di tante pellicole orientali alla Godzilla & Co,  anzi forse un po troppo debitore, dal momento che  l'artigiano Neville Page, creatore delle fattezze del mostro per conto dello Studio Tippett, ad un certo punto è stato accusato di plagio da parte dei realizzatori del film coreano The Host, però, sì, abbiamo la letale ed apparentemente invulnerabile creatura aliena, abbiamo perfino i suoi ancora più letali parassiti golosi di carne umana, abbiamo uno scontro con l'esercito che cerca di impedirgli in tutti i modi di radere al suolo la città di New York, così come abbiamo l'immancabile gruppo di protagonisti che percorre il territorio devastato dallo scontro.

Non viene spiegato cosa ci faccia la bestia sul nostro pianeta, anche se nelle parti speciali dei DVD commercializzati Abrams e collaboratori spiegano che "Clover", questo il nome dato alla creatura potrebbe non essere altro che un cucciolo di una razza aliena perdutosi nello Spazio.
Inoltre, ma questo è solo un mio pensiero, lo stesso nome Clover potrebbe essere un omaggio ai fumetti horror e Sci Fi che la Marvel realizzava a cavallo tra gli anni '50s e '60s, ben prima di specializzarsi nel genere supereroistico e che brulicavano di mostri ai quali venivano sempre, invariabilmente assegnati nomi che cominciavano con la lettera C o con la lettera G.
Questa però rimane solo una mia idea.
Quello che è certo è che Abrams, Reeves e Goddard riescono a fondere la novità del momento, cioè la telecamera a mano con la più classica delle trame.

C'è inoltre tutta la prima parte, quella preparatoria, quella di prima della catastrofe, in cui non sembra nemmeno di assistere allo stesso film. ma ad una pellicola diversa, quasi ad una sit com (scherzando con mia moglie ho detto che sembrava di assistere ad una puntata di Friends) sensazione acuita dal fatto che molti membri del giovane cast all'epoca o provenissero effettivamente da quel mondo o fossero coinvolte in quel tipo di produzioni: Lizzy Caplan, l'attrice che interpreta il ruolo di Marlena in contemporanea stava lavorando anche nella sits The Class- Amici per Sempre, vista anche da noi; T.J. Miller che si occupa del ruolo di Hud, in seguito si sarebbe specializzato nelle commedie. Discorso diverso per l'ex modello Mike Vogel ( Jason Hawkins) che in Cloverfield veste uno dei suoi tanti ruoli di contorno (e, perdonatemi lo spoiler: di vittima sacrificale) in film o serie horror e fantasy.



Nei minuti iniziali assistiamo quindi all'usuale sarabanda tipica delle commedie romantiche o delle opere esistenziali: il gruppo di personaggi fighetti e con tutta la vita davanti, la loro combriccola di amicizie ancora più fighetta ed interraziale, la storia d'amore contrastata, con un lui (il Rob interpretato da Michael Stahl-David) che ama riamato la bella Beth ( Odette Yustman) ma che la lascia per seguire la carriera (è un dato di fatto che la mentalità americana sia portatrice di una cultura molto competitiva e carrierista, al punto che se non si fanno almeno tre lavori, magari sottopagati, magari ultrastressanti o se non si possiedono minimo cinque carte di credito, magari vuote, magari cariche di transazioni contestate in quel paese si viene considerati dei losers, degli sfigati).
I personaggi durante tutte le scene della festa danno vita alla loro  pantomima, alle proprie piccole storie ed esistenze ignari di quanto verrà dopo.


Ed è l'effetto straniamento che si viene a verificare tra le due parti, tra la fiction sentimentale delle prime scene e il monster movie della seconda metà della pellicola a rivelarsi interessante.
Sotto questo punto di vista Cloverfield si rivela quasi un guilty pleasure e per una volta tanto l'aspetto mockumentary risulta quasi azzeccato, non dico credibile ma azzeccato sicuramente si.


Ma se il panico dei personaggi, le scene delle evacuazioni di massa degli abitanti di Manhattan, le comparse delle creature aliene una volta tanto ben dosate- né troppo abusate né eccessivamente trascurate - risultano scelte vincenti, altrettanto non si può dire del comportamento e delle motivazioni  della coppia principale che in più occasioni con il loro tira e molla, i reciproci comportamenti  risultano stopposi e stucchevoli.
Forse però tutto questo risulta una scelta voluta da parte del regista e del produttore per condurre le direzioni dei personaggi verso l'unico finale possibile per un tipo di film come questo
Un film dove il doppio binario  tra storia d'amore e storia di distruzione scorre parallelo dalla prima all'ultima inquadratura.
Cloverfield si è dimostrato uno dei film campioni d'incasso della stagione cinematografica 2007/ 2008, per anni si è vociferato su potenziali sequel ma solo ora dopo tanti annunci ed il doppio delle smentite sta arrivando un secondo capitolo: 10 Cloverfield Lane che dovrebbe debuttare tra poco.


Un primo trailer già è in circolazione da tempo, quello che si può  intuire dalle prime poche scene disponibili è che stavolta non  sarà utilizzata la tecnica del finto documentario.
Forse l'epoca dei mockumentary e dei found footageè davvero tramontata definitivamente.

Fun Cool X!: Arriva la Friûl edition!!!

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Non è stato un buon febbraio per il sottoscritto, troppi piccoli e grandi problemi ( ne parlerò in un altro post). Tuttavia a fine mese arriva un piccolo raggio di sole.
Torna infatti uno dei più vecchi concorsi della rete: il Fun Cool!
Creato da gelostellato, uno dei miei più vecchi amici della rete, il Fun Cool!è un modo per concorrere divertendosi: in passato io stesso ho partecipato più volte, traendone sommo piacere (vedi QUI)

Quest'anno poi, per festeggiare la decima edizione, il concorso si evolve inventandosi la Friûl Edition!
Ma in cosa consiste il Fun Cool ?

Oltre a taggare il post di gelostellato (QUI) lascio la parola a quel ragazzaccio, che sicuramente vi spiegherà meglio di me.
                                       
                                                                    FUN COOL!
Un racconto in una frase!
X edizione
Friûl edition



IL REGOLAMENTO:
Si partecipa con UN RACCONTO IN UNA FRASE, nel senso che il racconto può essere lungo quanto volete, potete metterci tutte le virgole che volete, i punti e virgola, persino, ma non potete metterci punti fermi (compresi quelli esclamativi, di sospensione ecc, che sono punti fermi e non tentate di imbrogliare). 
Aggiungo che il racconto deve avere un titolo e raccontare una storia (eh lo so, lo so, voi siete dei poeti e accostate parole a caso in modo sublime ci dite che sono flussi di coscienza ma noi qui, scimmie che vivono all'interno del cervello di gelo, amiamo ascoltare le storie, e quindi raccontateci una storia, che ci piace di più).
Si partecipa inviandolo alla mail di geloche trovate qui alla pagina dei contatti, se me lo messaggiate sulla pagina del blog, o su what's up, o salcats quale altro mezzo di comunicazione avete inventato, va bene lo stesso. Come dite? Lo volete mettere come commento al blog? Va bene, ma ricordate di firmarvi e venire a leggere se avete vinto qualcosa o meno.
Potete mandare un solo racconto, e per questo giro lasciamo perdere la regola del doppio racconto se fate pubblicità alla cosa. So che se siete persone che amano le cose belle e pazzerelle come il fun cool! vi divertirete lo stesso a condividere.
Qui trovate l'evento facebook a cui potete invitare i vostri amichetti
Qui trovate la pagine del blog di gelo in cui troverete gli aggiornamenti
Qui trovate il twitter del blog di gelo per boh, a voi che vi piace l'uccellino
La scadenza per l'invio... io direi DOMENICA 13 MARZO 2016.
Dovreste farcela a produrre un racconto in una frase.

Cosa si vince
Bene, come sapete invece di pubblicare i libri in italiano che tutti da anni mi chiedono, io pur di fare dispetto ai miei lettori, ne ho pubblicati due in italiano. Contis di Famee eSoreli jevât a mont.
Ecco perché questa sarà una Friûl edition, e partecipando si vince già la traduzione del proprio racconto in una frase in lingua friulana, così vi potrete bullare di essere autori che hanno visto le loro opere tradotte anche in altre lingue :)
Come dite? Il racconto lo volete scrivere già in friulano? No problemo, vincerete la traduzione in italiano. 
E i premi veri? Guardate... sono stufo di avere libri da spedire e blablabla.
Do ai primi tre classificati la facoltà di scegliere uno dei due libri che ho scritto in friulano, quelli linkati là sopra. Se non lo vogliono meglio per me, proporrò un altro libro. E do al popolo del web (ahahaha, mi faccio schifo da solo) la facoltà di mettere in palio dei premi in formato digitale che si fa prima a spedirli. Fatevi avanti, che li aggiungo qui sotto.

Altre cose da sapere
I racconti saranno pubblicati su un post appost, come al solito, e ve li potrete leggere via via che arrivano. Alla fine ci sarà la classifica finale, dove potrete vincere come al solito alcuni premi immaginari.
Se volete condividere il concorso parlandone a tutti, compreso l'estetista del vostro furetto, fate bene. 
Il banner lo dona come al solito il mio scudiero fedele per i lavori de grafica, Gian de Steja, e potete rubarlo, condividerlo e usarlo liberamente come bandiera per uno Stato di nuova creazione.
Se cliccate sul tag funcool scoprite tutto delle edizioni precedenti e potete farvi un'idea
Potete anche offrirvi per fare da giurati, se non vi va di partecipare o non siete in grado di scrivere un racconto in una frase... sarete ben accetti e accettati :)
Direi che è tutto. Aspetto i vostri racconti in una frase!

Beh, cosa ne dite? Cosa aspettate ! Correte a partecipare!

Dedico questo post ad un altro amico friulano, ora scomparso: il mitico Frank Spada!

MIDNIGHT CLUB #4: LA RAGAZZA CONGELATA!

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"Questo è il Midnight Club!
Benvenuti!
mettetevi comodi e raccontateci la vostra storia.
Questo è il Midnight Club!
Benvenuti!
Sentitevi a casa vostra.
Questo è il Midnight Club!
Benvenuti!
I bambini lasciati incustoditi saranno venduti come schiavi"



Non invitata, assolutamente inaspettata giunge una nuova puntata del Midnight Club e cioè uno di quei brevi post per brevi storie, in alcuni casi dei semplici flash.
 Storie macabre, fantastiche, dedicate a figure particolari della storia, eventi e personaggi "strani," a volte semplicemente fuori dalla norma ma incastonati in vicende troppo brevi da inserire nei normali Dossier Mysteri Notturni 
Questo post come tutti quelli futuri contrassegnati con questo banner  andrebbe letto sul finire del giorno, quasi verso la mezzanotte, un po come quei racconti sui fantasmi che i nostri nonni raccontavano  attorno ad un fuoco; figurine di un album,  tessere di un antico domino, ospiti non invitati delle vostre serate, desiderosi di raccontarvi la loro vicenda umana.

Ed anche le loro vicende inumane.
Chiudete bene la porta, assicuratevi di aver serrato correttamente le finestre e soprattutto lasciate accesa la luce.
Andiamo a cominciare.

- LA DONNA CHE FINI' SOTTOZERO.


Ci sono storie che risultano difficili da credere, perfino per un blog che parla di (anche) di Misteri, la prima cosa a cui si pensa al loro proposito è che possa trattarsi di un qualche fake.
Eppure si tratta di racconti interessanti, di vicende che sollecitano la nostra curiosità.
Tutto comincia la notte del 20 dicembre del 1996. Il luogo è una cittadina chiamata Lengby nello stato del Minnesota.

Jean Hilliard ha appena 19 anni e quella notte non vede l'ora di tornare a casa.
Fuori sta nevicando, la temperatura esterna è attorno ai 22 gradi sotto zero non certo il clima giusto per spostarsi.
Tuttavia Jean Hilliard non ha voglia di lasciarsi condizionare.
Né dal tempo né da altro.
Così quando la macchina deraglia uscendo dalla strada la diciannovenne non ci pensa un attimo e decide di continuare la strada a piedi.
Vestita leggera , le fonti parlano di jeans, stivali e cappotto, abbandona la macchina e si avvia verso la casa di una sua amica.
In fondo sono si tratta solo di percorrere tre chilometri, non è poi una gran distanza; arrivata a casa della sua amica Jean chiederà di farsi accompagnare dalla sua famiglia.
O nella peggiore delle ipotesi passerà la notte da lei.
Fuori però sono sempre ventidue gradi sotto zero con tendenza ad un ulteriore abbassamento.
E l'abbigliamento della ragazza non è esattamente quello più adatto per affrontare una tempesta di neve.
Jean Hilliard non ci pensa nemmeno, con la sicurezza della sua età scompare nel buio tra le fronde degli alberi e le buie ed innevate stradine di provincia.

Alle 07:00 del mattino del giorno dopo a nemmeno quindici metri dalla sua destinazione la ritrovano così.


Il vicino che la ritrova la porta subito in ospedale. Il dottor Sather, un uomo che fino a quel momento è convinto di averle viste tutte, stenta a credere ai suoi occhi: Jean Hilliardè un unico intero blocco di ghiaccio, la sua temperatura corporea non supera i 22 gradi, gli occhi non reagiscono alla luce, non si riesce nemmeno a bucarle la pelle per farle una siringa.

Il consiglio che Sather da ai parenti accorsi è quello di pregare perché la scienza può far ben poco.
Tuttavia dopo qualche ora il corpo comincia a scongelarsi, si avvertono anche i primi battiti del cuore.
Ancora poca roba, si tratta di dodici battiti al minuto e la norma sarebbe tra i 60 ed i 100 battiti, già meno di 40 comporterebbero rischi di infarto.
Ancora qualche ora ed il corpo comincia ad avere forti convulsioni, quasi come se l'intero organismo si volesse risvegliare.
Ed ancora una volta i medici si dimostrano scettici: nella migliore delle ipotesi -dicono- si rischia di dover amputare intere parti del corpo.
Nella peggiore, la persona che si sveglierà da questa sorta di ibernazione forzata rischia seri traumi cerebrali.
Queste le previsioni.

Le cose vanno in maniera diversa: Jean Hilliard passa qualcosa come 49 giorni in ospedale, riprendendosi poco alla volta. Ma quando esce dall'Ospedale di Fosston ne esce con le sue gambe, nel pieno possesso delle sue facoltà fisiche e mentali.
Ancora oggi non ci sono spiegazioni razionali riguardo al suo caso.
Se non una buona dose di fortuna.

Link per chi vuole approfondire:

http://www.ara21.org/jean-hilliard-la-donna-di-ghiaccio/

http://paranormalzone.it/il-mistero-della-donna-congelata/

Ho cercato un po ovunque in rete, ma stavolta continuo ad avere dubbi su questo caso, e voi cosa ne pensate,  per voi si tratta di una storia vera o di un fake?

Qualche Programma per Marzo!

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Ciao gente!
Ne approfitto per buttare giù qualche anticipazione sui programmi di Nocturnia per questo mese.
Dico subito che per questa settimana il blog rimarrà fermo.
Non ci sono grossi motivi, semplicemente il trascinarsi delle vecchie situazioni e per il bisogno di dedicarmi a me ed alla mia famiglia.

Melinda Snodgrass

Non starò comunque con le mani in mano, mi dedicherò ad un paio di progetti collaterali ed alla stesura di un paio di interviste importanti.
Il blog riprende la settimana prossima con la proposizione del post sulle Migliori Letture del 2015 (c'è un motivo per cui lo presento a marzo ). In seguito troverete una bella intervista alla scrittrice e sceneggiatrice statunitense Melinda Snodgrass con cui si parlerà in particolare delle sue sceneggiature per serie televisive come Star Trek Next Generation; Profiler; SeaQuest DVS e della  serie di antologie Wild Cards

Jose Fonollosa

Con la seconda intervista di Marzo riprendiamo le fila delGiro d'Europa a Fumetti, con l'intervista al disegnatore spagnolo José Fonollosa con cui si parlerà dei suoi meravigliosi fumetti, compresi quelli bellissimi ( e tradotti anche da noi ) dedicati alle sue gatte.
Ad aprile invece chiudiamo il discorso con il fumetto portoghese con l'ultima intervista ( l'ospite sarà la giovane e brava fumettista Marta Patalaò) e poi si cambierà nazione.
Per la verità, già da tempo sto provando a contattare fumettisti francesi, ma -a parte il gentilissimo Christophe Arleston- finora è stato un buco nell'acqua ed un giorno qualcuno mi dovrà spiegare come mai da realtà come la Spagna, il Portogallo o la Germania arrivino sempre risposte positive, feedback entusiasti e proposte di collaborazione mentre da parte degli artisti francesi ( non parlo degli scrittori di fantascienza, gente in gamba che mi ha dato molte soddisfazioni ma dei disegnatori)l'unica risposta sia quasi sempre un assordante silenzio.

Marta Patalao in compagnia del super esperto Geraldes Linoalla manifestazione Tertulia BD di Lisbona.
In ogni caso non mi arrendo  e da buon testardo continuo ad insistere.
Per adesso però mi tocca lasciarvi.
Spero sinceramente che sia l'ultima volta prima dell' Estate.

Arcani Tour #6 – La Papessa (Guest-Post di Marco Lazzara)

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Il blog riparte, diciamo che non è ancora tutto a posto, ma un giorno alla volta si riprende a bloggare.
Si ricomincia con una sorpresa, il primo guest post di Nocturnia.
Come sapete, non amo molto i guest post, però in questo caso faccio volentieri un' eccezione dal momento che l'iniziativa serve a festeggiare -e a presentare - sia pure con un pizzico di ritardo il nuovo blog di Marco Lazzara.
Consideriamo la cosa, come una sorta di capitolo "spurio" del Midnight Club, come un modo per rinsaldare legami, collaborazioni ed amicizie nel web, per contribuire a parlare del nuovo libro di Marco ed anche per divertirci un poco.
Sigla:

-MIDNIGHT CLUB: L'OSPITE INATTESO. - Il CAPITOLO "SPURIO"

"Questo è il Midnight Club!
Benvenuti!
mettetevi comodi e raccontateci la vostra storia.
Questo è il Midnight Club!
Benvenuti!
Sentitevi a casa vostra.
Questo è il Midnight Club!
Benvenuti!
I bambini lasciati incustoditi saranno venduti come schiavi"

Lascio la parola a Marco. Per il prossimo guest post, se ne riparlerà molto più avanti, magari tra qualche anno.

Arcani Tour #6 – La Papessa (Guest-Post di Marco Lazzara) 

L’Arcani Tour è un giro promozionale del mio secondo libro, Arcani, per i blog che decidono di ospitare l’iniziativa. Il blogger che partecipa deve scegliere una carta dei Tarocchi, ognuna delle quali nel mio libro è rappresentata da un racconto, e riceve in cambio da me un guest-post correlato. Nick Parisi (che ringrazio dell’adesione) ha scelto la carta de La Papessa.





La Carta: “La Papessa, conosciuta anche come La Sacerdotessa, rappresenta la conoscenza segreta, da un lato dei misteri della fede, dall’altro di quelli del mondo, in ogni loro forma: il passato, il presente e il futuro, la legge e la scienza.”

Il racconto nel mio libro: Si tratta diConcorso di Bellezza, dove un pubblicitario si deve occupare suo malgrado del Concorso di Miss 2200...



Kasuya Oshiire Yūrei – Il Fantasma di Kasuya


Vi è mai capitato di avvertire l’inquietante sensazione di non essere soli in casa, nonostante sappiate benissimo che oltre a voi non c’è nessun altro? Un brivido che corre lungo la schiena, un’impressione appena afferrata con la coda dell’occhio, rumori repentini che non si sa come interpretare... E non appena si volge la testa, si fa attenzione e se ne cerca la fonte, niente. Tremiti, un aumento della sudorazione, il respiro che si fa teso... Non era niente, ci diciamo per rassicurarci. Continua però a permanere in noi la sensazione che qualcosa, una presenza, in effetti ci sia, nonostante quello che ci dice la nostra parte razionale. Forse alle volte bisognerebbe invece dare
ascolto a quell’altra nostra parte, quella irrazionale, ma al contempo più sensibile e intuitiva, oltre che più antica...
È il 2008 e siamo a Kasuya, Giappone, nella prefettura di Fukuoka, dove il protagonista della nostra storia vive da solo nella sua abitazione (vedi foto).



Da qualche tempo l’uomo ha la sgradevole sensazione che in casa sua stia succedendo qualcosa di molto strano. Capita spesso che dopo aver acquistato alcune cose per la spesa, queste spariscano. Per esempio il cibo nel suo frigorifero sembra essere meno di quanto ricordi. Inizialmente pensa forse di essersi sbagliato, di ricordare male, ma quando comincia ad annotarsi le quantità, si rende conto che il cibo sparisce per davvero. Immaginatevi la situazione: nella vostra casa, dove vi sentite al sicuro, gli oggetti spariscono nel nulla. Quale può essere il vostro primo pensiero? Che qualcuno sia entrato in casa vostra. Eppure non può trattarsi di un ladro, perché la cosa va avanti da parecchio tempo e si tratta sempre di cibo. Ma soprattutto c’è dell’altro, che fino a quel momento non aveva mai ammesso a livello cosciente: ovvero la sensazione che lì in casa sua ci sia qualcuno, una presenza che si mantiene invisibile e che si riesce ad avvertire solo a tarda notte, quando i timori di ognuno di noi vanno a diluirsi nel buio e tutto ci sembra più spaventoso. Passi. Rumori soffocati. Ombre in movimento. A questo punto l’uomo comincia ad avere paura: se è pur vero che siamo nel Terzo Millennio, il timore degli yūrei, i fantasmi della tradizione giapponese, è comunque difficile da sradicare.
Sempre più terrorizzato, l’uomo decide di installare un antifurto con telecamera, di quel tipo che se rileva un’intrusione, manda una foto sul cellulare. Solo allora potrà finalmente sapere se non sta impazzendo o se davvero in casa sua c’è qualcuno. O forse qualcosa. Dopo essere uscito di casa, l’apparecchio si attiva e gli manda una foto. Una volta osservata con attenzione, l’uomo comprende
che i suoi timori erano assolutamente reali. Ma non avrebbe mai immaginato di cosa si sarebbe trattato...
Decide quindi di rivolgersi immediatamente alla polizia. Gli agenti mandati sul luogo trovano che la porta della casa non è stata forzata e che le finestre sono tutte chiuse. Allora entrano e iniziano a perlustrare l’intera abitazione palmo a palmo, finché trovano una stanzetta usata unicamente come sgabuzzino. Aprono l’oshiire, l’armadio a muro, e dentro, nella parte alta, vi trovano stesa su di un materasso, raggomitolata nervosamente sul fianco, una donna.



Si tratta di una senzatetto, Tatsuko Orikawa, che viveva in casa dell’uomo, nascosta nell’armadio, da oltre un anno, dopo esservi riuscita a entrare un giorno che aveva trovato la porta aperta. Quando lui era fuori di casa, lei usciva dal suo nascondiglio per usare la cucina e il bagno. Era ovviamente lei a prendere il cibo dal frigorifero. Alle volte lo faceva di notte, mentre l’uomo dormiva nella propria stanza, illuso dell’inviolabilità della propria dimora. La donna è stata arrestata, mentre il protagonista di questa storia, forse più triste che inquietante, ha dovuto cambiare casa, non riuscendo più ad abitarvi con la stessa serenità di un tempo.
E voi? Siete certi di essere soli in casa? Avete guardato per bene dappertutto? Forse è meglio controllare anche gli armadi, sapete...
Per seguire gli altri post dell’iniziativa, vedi:
http://tinyurl.com/hap3fs3
Link al mio libro:
http://tinyurl.com/zwtwq9j

Adesso è lo Zio Nick che riprende la parola, piaciuto il post?
A presto con I Migliori Libri del 2015!
Nel frattempo: Buon 8 Marzo a tutte le lettrici di Nocturnia e alle loro famiglie

QUALI SONO STATI I VOSTRI LIBRI PREFERITI DEL 2015?

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Vorrei che questo diventasse un altro appuntamento fisso per Nocturnia: una bella chiacchierata sulle letture preferite.
Già a fine 2014 feci uscire quello che possiamo tranquillamente definire come il post capostipite della serie ( QUI) per tutta una serie di motivi, non sono riuscito a replicare a fine 2015. Non tutto il male viene per nuocere però,  dal momento che la cosa mi consente di fare un esperimento, cioè quella di affrontare le uscite dell'anno scorso a bocce ferme, in maniera più ragionata. Magari anche rivedere la propria opinione rispetto ad un giudizio dato qualche mese fa.
In futuro cercherò comunque di far uscire sempre i post sul Meglio dell' Anno sempre a fine annata.


Luna 
By Alessia H.V del blog Sicilianamente

Cominciamo e proviamo a parlare tra noi delle letture di questo anno 2015 che ci ha lasciato da poco, vi va?
Dimentichiamo per qualche giorno delle statistiche che descrivono uno scenario sempre più scoraggiante, dimentichiamoci anche del fatto che gli italiani leggono sempre di meno al punto che ormai una la definizione di "lettore forte" viene utilizzata per indicare una persona che legge 12 libri l'anno.
12 libri vi rendete conto?


E se il panorama è desolante per il mainstream cosa dovremmo dire della letteratura di genere?
Ma di questo è un discorso che affronteremo un altra volta, quello che m'interessa oggi è parlare delle letture che abbiamo fatto in questi dodici mesi, lo scopo è sempre quello ruffianissimo e dichiarato di conoscere e far conoscere titoli ed autori interessanti.


- LE REGOLE 



Io personalmente ho letto un po di tutto, ma essendo Nocturnia un blog che si occupa di horrorfantasy Science-fiction queste sono le cose di cui parlerò oggi.

M'interessa anche farmi i "fattacci vostri" quindi mi farebbe piacere conoscere anche qualcosa delle vostre letture: segnalate quindi volumi degli stessi tre generi di cui parlo io, se volete aggiungeteci anche il noir, graphic novels, riviste di genere come possono essere Nocturno o Fumo di China o testi sul Cinema o sulla musica. 
Non sarò fiscale quindi se avete letto solo libri mainstream fatemi pure conoscere qualcosa che pensate possa interessare me o i lettori di Nocturnia.

Un' ultima regoletta: mi piacerebbe che privilegiaste libri, antologie o raccolte pubblicati  o comprati nel corso del 2015, ma mi rendo conto che non sempre questo possa essere possibile, quindi anche in questo caso non sarò fiscale, se volete potete anche inserire quelle letture che avete intrapreso in questi primi mesi del 2016. Stessa cosa se vorrete inserire cose, anche se uscite in passato, ma che avete letto durante il 2015.
In questo ultimo caso, vi prego però di limitare le segnalazioni ad un numero massimo di una o due.
Come sempre comincio io

- I MIEI PREFERITI: GLI ITALIANI.

Anche quest'anno nonostante le difficoltà sono riuscito a leggere molti libri, non tanti quanti ne avrei voluto, ma abbastanza per potermi dichiarare soddisfatto. Quest'anno - ma forse l'ho notato solo io- rispetto al passato abbiamo assistito ad un minimo in più di attenzione nei confronti degli autori di casa nostra. E' ancora presto per poter parlare di inversione di tendenza, però sicuramente si tratta di un segnale incoraggiante. Due però sono stati i libri che, per quanto mi riguarda, hanno catalizzato maggiormente l'attenzione dei lettori, due sono stati gli scrittori che, fatti i debiti confronti e ricordata la differenza di mezzi degli editori di riferimento, hanno ottenuto il maggior numero di recensioni, segnalazioni e di cui si è parlato di più nell'ambiente.
Sto parlando di :

-Dario Tonani         Cronache di Mondo9   Mondadori 

- Andrea Viscusi      Dimenticami Trovami Sognami     Zona42.

Fossimo all'interno di uno di quei falsi reality che spopolano su Cielo; DMax  o Real Time e fossi io lo speaker di uno di quei programmi divertenti ma farlocchi avrei potuto ribattezzare i due autori sarebbero con soprannomi quali "il Veterano" e "Il Giovane Leone" o  come "Il Maestro" e "la Promessa", per fortuna però non siamo all'interno di uno di quei programmi, ma su Nocturnia quindi mi limito a dire che entrambi gli scrittori con le loro opere -sia pure con qualche imperfezione - dimostrano come il fantastico italiano abbia molte carte da giocare, molte strade da seguire, tanto da dire ai lettori nonché sono la prova dei passi in avanti che la narrativa di genere ha compiuto nel nostro paese.
Insomma alla fine i dischi volanti sono davvero atterrati su Lucca?
Ritengo proprio di si, anche perché questi due volumi non sono stati i soli meritevoli.
Infatti ottime uscite sono state anche :

-Luigi Musolino     Oscure Regioni II    RiLL.

-AAVV   Non di Solo Pane     RiLL   (ne parlerò presto)

- Italo Bonera &Paolo Frusca  Cielo e Ferro   La Ponga Edizioni

Per la verità Cielo e Ferroè stato pubblicato nel corso del 2014, però  il sottoscritto lo ha letto solo quest'anno. Naturalmente ci sono stati tanti altri scrittori e libri interessanti. Così come ci sono (oltre a quelli citati) editori quali Della Vigna; Dunwich; Future Fiction; Nero Press; Vaporteppa e tanti altri che stanno compiendo un lavoro meritevole e di cui parlerò ancora più abbondantemente nei prossimi mesi. Così come ci sono editori quali Indipendent Legions o Acheron che praticano un respiro internazionale, pur rimanendo fieramente attaccati alle loro  radici italiane  Così come ci sono autori validissimi auto pubblicati


Insomma, il discorso è ancora solo all'inizio  e piano piano lo approfondiremo assieme.
Veniamo ora a:

- I MIEI PREFERITI: GLI STRANIERI.

Prima di tutto un chiarimento :La separazione tra italiani e stranieri serve semplicemente a me per far contenta la mia natura di collezionista\ catalogatore compulsivo ma per quanto riguarda voi, nel momento in cui compilerete le vostre liste potrete anche non tenerne conto mescolando il tutto (che poi, probabilmente, è la cosa migliore)
Per quanto riguarda le mie letture segnalo:

-Charles Stross     Arresto di Sistema     Ed. Zona42

-AAVV      Nuovi Incubi.I Migliori Racconti Weird      Ed. Hypnos

- AAVV   (A cura di D.G. Hartwell  e K. Kramer)     Infiniti    Urania#1625    Ed.Mondadori

-Alastair Reynolds    Absolution Gap   UraniaJumbo  #42     Ed. Mondadori

- AAVV             Steampunk!        Ed. Elara.

Anche in questo caso,c'è un volume, Steampunk! nello specifico che è uscito prima, ma che ho letto solo nel 2015.  Mentre invece, per quanto riguarda Infiniti, si tratta della prima parte dell'antologia americana Year's Best SF 15 (la seconda metà, dal titolo Orizzonti Infiniti, è stata pubblicata a gennaio 2016).  Devo ammettere di aver comprato solo due numeri della serie regolare di Urania nel 2015, oltre ad Infiniti, l'unica altra eccezione è rappresentata da il Sangue e l'Impero, il  volume che conteneva i due romanzi vincitori del Premio Urania, che però causa i miei soliti ritardi , sto leggendo adesso e sul quale mi riservo di tornare in un futuro apposito articolo.
Non si è trattato di una scelta voluta...semplicemente beh...è capitato che tra le proposte inedite di Urania non ce ne sono state molte che mi hanno interessato al punto di comprarle, mentre tra le ristampe è capitato che o non m'interessassero o che si trattasse di titoli che già possedevo in edizioni precedenti e che quindi non valesse -  per me- la pena ricomprarle solo per avere un doppione.
Vedremo come andranno le cose in questo 2016....

Nel corso di questi ultimi anni abbiamo assistito a segnali positivi,  ad esempio il ritorno in maniera più consolidata della Fanucci alla fantascienza (anche se sinceramente la traduzione di Ancillary Justice di Anne Leckie mi ha lasciato perplesso ) e segnali meno positivi ( qualcuno ha notizie sulla Gargoyle?) 
E per voi quali sono state le uscite editoriali migliori del 2015 ?


-  RIVISTE E MAGAZINES.

Prima di andare avanti vorrei parlare di un paio di riviste che mi è capitato di scoprire nel corso degli ultimi mesi.
Troppo spesso vengono date per scontate eppure le riviste rappresentano la spina dorsale del mercato e anche un tentativo per mantenere vitale il settore dei racconti e dei romanzi brevi (che, per quanto riguarda il sottoscritto, spesso hanno rappresentato il meglio dell'horrordel fantastico e della fantascienza.
Le due riviste che citerò fanno parte di realtà meno conosciute, ma ottime.
E che vale la pena conoscere.

-PARALLAXIS.

- HYPNOS.

Ma ricordiamocelo,  quando si parla di editoria non si parla solo di libri e di riviste, ma anche di fumetti.


-FUMETTI; GRAPHIC NOVELS E TRADE PAPERBACK.


Pur avendo letto un po di tutto come fumetti, riconosco che anche stavolta il perturbante ha fatto da padrone nelle mie scelte e nei miei acquisti.
Mi piace segnalare in particolare il volume conclusivo di una delle più belle saghe di questi ultimi anni:

Locke & Key #6 : Alpha & Omega  Ed. Magic Press

Si conclude col botto la serie horror orchestrata dal bravissimo Joe Hill (in arte figlio di Stephen King) e con i pennelli del sud americano Gabriel Rodriguez.
Tutte e dico tutte le sotto trame aperte nei numeri precedenti vengono portate alla loro naturale conclusione in una doppia avventura che definire apocalittica sarebbe quasi un tentativo di minimizzare. Le vicende dei fratelli Locke si concludono con molte lacrime e qualche redenzione mentre Lovecraft Island ed i suoi abitanti finisce per pagare un prezzo alto nella guerra  interdimensionale che da secoli interferisce con la vita dei discendenti della famiglia Locke.
Il mio consiglio?

Se potete permettervi solo l'acquisto  di un paperback all'anno, fate un pensierino su questo.

C'è stato però spazio anche per i miei amati morti viventi con:

ZOMBIES          Ed.Saldapress

Questo volume iniziale raccoglie i primi tre capitoli dell'omonima serie francese.
Certo, il formato scelto dall'editore italiano sacrifica un po i disegni dell'ottimo Sophian Cholet, però il risultato finale rimane sempre di ottimo livello.
In attesa che in Francia escano i nuovi episodi, se siete amanti del genere, un'occhiata la si può sempre dare alla prima uscita.
Sperando sempre che "Monsieur" Cholet si decida a lavorare all'intervista che gli ho mandato più di un anno fa.  ;)

- L'OPINIONE DI URANIAMANIA.

Come l'anno scorso ho chiesto anche il parere dei membri del gruppo UraniaMania, uno dei migliori forum esistenti in rete, di cui faccio parte anche io.
Rispetto allo scorso annoho fornito loro indicazioni più stringenti e regole più rigide, chiedendo ai vari membri, ad esempio, di citare solo i volumi pubblicati nel corso dell'anno solare 2015 e non più i libri letti nel corso dell'anno ( l'unica deroga consisteva nel citare, se si voleva, al massimo, anche qualche libro uscito negli ultimi tre\ quattro mesi del 2014)
Sarà probabilmente per via di  questi limiti imposti che la partecipazione è stata un poco minore rispetto all'anno scorso, nondimeno mi dichiaro soddisfatto lo stesso e ringrazio tutti i partecipanti.
La discussione completa la trovate QUI.
Le categorie da me proposte erano:

- IL Miglior Libro Uscito in Edicola

Hanno ottenuto segnalazioni i romanzi o le antologie:


Cronache di Mondo9   Dario Tonani   Millemondi #72                Ed.  Mondadori

Il Libro dello Spazio  Fritz Leiber       Millemondi # 71       Ed. Mondadori


Uomini in Rosso       John Scalzi      Urania #1610            Ed. Mondadori




-Il Miglior Volume ( o i migliori volumi ) di Fantascienza del 2015


Hanno ottenuto segnalazioni i romanzi, le serie o le antologie:

Leviathan          James S.A. Corey                  Fanucci


Arresto di Sistema     Charles Stross              Zona42

Caliban                      James S.A Corey                          Fanucci

Regina del Sole          Karl Schroeder                                       Zona42


Dimenticami Trovami Sognami    Andrea Viscusi                               Zona42


Trainville                       Alain Voudì                                  Delos

Fratello della Nave Aliette de Bodard   Delos \BDUSL

Mercenario          Mack Reynolds    Delos \BDUSL

Storie dal Futuro   AAVV     Future Fiction

Il Villaggio delle Sirene  C. Mellick III  Vaporteppa

La Marcia Carnale       C. Mellick III   Vaporteppa

Abadoon   Giuseppe Menconi     Vaporteppa

Nel caso di Trainville, ricordo che sono usciti diversi tra racconti e romanzi brevi, quindi considero il voto ricevuto come indicativo all'intera saga, mentre per quanto riguarda le opere di Mellick III le ho inserite (arbitrariamente, lo ammetto) nella categoria Fantascienza , dal momento che il voto per queste opere era arrivato senza specificare la categoria, comunque la Bizarro Fiction, il genere praticato da Mellick III,  e di cui lo scrittore è considerato uno dei creatori, è un'amalgama di SF, Fantasy; horror uniti a punte di satira, surreale e grottesco. Di conseguenza potevano essere inserite tranquillamente in  tutti i generi.


-Il Miglior Volume ( o i migliori volumi ) di Fantasy del 2015

Parole di Luce Brandon Sanderson   Fanucci

Il Mezzo Re    Joe Abercrombie   Mondadori


Il Signore della Torre  Anthony Ryan    Fanucci


Red Country  Joe Abercrombie      Gargoyle


I Segugi dell'Ombra Steven Erikson     Armenia Srl


-Il Miglior Volume ( o i migliori volumi ) Horror del 2015

Lo Scriba Macabro     Thomas Ligotti   Ed. Elara


Terrore dagli Abissi. Tutti i Racconti di Mare Vol. 1    William H. Hodgson    Ed. Hypnos


La Cosa Marrone Chiaro ed Altre Storie dell' Orrore  Fritz leiber   Ed. Cliquot


-Il Miglior Volume di Autore Italiano del 2015

Hanno ottenuto voti, segnalazioni o menzioni d'onore i romanzi, le serie o le antologie:


Cronache di Mondo9  Dario Tonani       Ed. Mondadori   (votato da più persone)

Dimenticami Trovami Sognami   Andrea Viscusi     Ed. Zona42


Trainville          Alain Voudì       Ed. Delos.


Pianeti Proibiti   Alessandro Bani   Ed. Della Vigna     (Menzione d' Onore)


-Il Miglior Volume di Autore Straniero del 2015


Hanno ottenuto segnalazioni i romanzi o le antologie:

Leviathan   James S.A Corey   Fanucci    (votato da più persone)

Revival    Stephen King     Sperling &Kupfer


I Segugi dell'Ombra  Steven Erikson    Armenia Srl.


Il Viaggio di Tuf    George R.R. Martin     Mondadori



Con questo colore ho segnato quei volumi segnalati da più di un commentatore.




Ci sono stati anche voti per le case editrici:  per il commentatore dal nick bibliotecario le migliori case editrici dello scorso anno sono state Della Vigna e Zona42. Anche ciccio nomina Zona42 come miglior casa editrice. Rammstein invece ci ha tenuto a parlare di fumetti segnalando la ristampa completa delle Sturmtruppen bonviane effettuata da Mondadori e il memento per serie chiuse anticipatamente come Adam Wild e Saguaro ( entrambe Bonelli). 
C'è stato legittimamente spazio anche per le delusioni ( o comunque per "il non apprezzamento") come ha fatto l'utente Waferdi per entrambi i volumi della  Leckie.
Hanno partecipato gli utenti: Fedmahn Kassad; AleK (che conoscete bene); ciccio; mishita; Miles Vorkosigan; Rammstein; bibliotecario; Waferdi;  (Cletus; Lucky e Maxnaldo hanno partecipato solo con commenti o ringraziamenti)

La discussione, ricordo ancora una volta, non ha e non pretende di avere un valore assoluto, ma semplicemente di esprimere dei legittimi pareri personali in merito ad una materia tanto amata. Così come non possiede nessuna pretesa di assolutezza questo post, le mie sono semplicemente le preferenze di un appassionato e di un lettore.
M'interessa conoscere anche le vostre opinioni, che siate lettori come me, autori, editori, recensori ditemi le vostre impressioni riguardo all'anno appena trascorso. Se avete letto qualcosa che vi è piaciuto particolarmente e volete condividerlo questo è il post giusto per voi.
In parole povere: quali sono stati i vostri libri preferiti del 2015?

TALKING ABOUT MELINDA M. SNODGRASS!

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La prossima intervista farà sicuramente felici gli appassionati di Star Trek: Next Generation e di altre serie televisive.
Tutto comincia con una ragazza appassionata di musica e di danza finita però a fare l'avvocato e che ad un certo punto della sua vita si rende conto che quel tipo di vita non la rende felice.
Cominciamo dall'inizio.

Tutto comincia infatti a Los Angeles, il 27 novembre del 1951 quando la famiglia Snodgrass festeggia l'arrivo di un fiocco rosa; la giovane Melinda Marilyn però non rimarrà a lungo in California.
Dopo pochi mesi infatti la famiglia a causa degli impegni lavorativi del padre si trasferisce nel New Mexico, lì la ragazza impara quello che tutte le ragazze del posto imparano a fare e cioè cavalcare, nuotare, sparare e pescare come se non ci fosse un domani. Ma per Melinda arriva anche qualcosa d'altro.
Un qualcosa che le condizionerà in meglio la vita.
La famiglia ha una gran predilezione per l'arte, il padre in particolare ama molto le musica di conseguenza la giovane figlia comincia immediatamente a praticare  danza, canto e studio del pianoforte.

Per un breve periodo iniziale la Snodgrass recita anche nella locale New Mexico Sinphony Orchestra la strada sembra quindi ben delineata, il futuro pare completamente definito. Proprio per questo per poter migliorare professionalmente Melinda M. Snodgrass decide di continuare i suoi studi di canto nel luogo dove l'arte è ancora considerata cosa seria.
In Europa.
Gli anni successivi vedono la Snodgrass impegnata come studentessa  di Canto a Vienna, al prestigioso Konservatorium der Stadt Wien, le capita anche di viaggiare in Italia paese da lei molto amato, tuttavia sono proprio quegli studi che le fanno comprendere una cosa importante e che la costringe a dover rivedere le sue scelte.
Infatti confrontandosi con i suoi colleghi provenienti da tutto il mondo Melinda Snodgrass si rende conto di possedere si una buona voce ma di non poter competere con gli autentici talenti con cui divide i corsi

La strada quindi non è più così ben delineata.
La Snodgrass torna così a casa e pur non rinunciando del tutto a studiare Canto si laurea in Storia prima ed in Legge poi. Anche in questo caso la ragazza ama quello che fa, in particolare si entusiasma sui grandi principi e sui grandi ideali del Diritto Costituzionale e sulla Storia del Diritto.
I principi e gli ideali sono una cosa, la pratica quotidiana però si dimostra cosa ben diversa.
In seguito per spiegare la sua decisione di abbandonare  la pratica Legale la Snodgrass dichiarerà di aver compreso di amare la Legge ma di detestare profondamente gli Avvocati.

Per fortuna anche nei momenti di crisi si può contare sugli amici.
Ed è proprio un primo amico, lo scrittore Victor Milan, che le consiglia di provare a scrivere mentre un secondo amico anche lui scrittore, un certo George R.R. Martin, le propone invece di scrivere sceneggiature per Hollywood

Siamo arrivati così alla prima parte degli anni '80s e cominciano ad uscire i primi volumi scritti dalla Snodgrass, in molti di essi la scrittrice riversa le sue conoscenze legali, tra gli altri cito la cosiddetta Circuit Trilogy pubblicata a partire dal 1986, basata sulle avventure di un giudice nello Spazio mentre l'anno successivo esce il primo volume di un' altra serie, l'amatissima Wild Cards, una serie di antologie create da George R. R.Martin e curate con l'assistenza della stessa Snodgrass, che scrive anche diversi racconti.
Wild Cards si rivela sin da subito un progetto di enorme successo: un  Universo Condiviso ambientato in un mondo, il nostro, che è stato alterato profondamente da uno Xenovirus, il Takis-A, responsabile  della nascita di un folto gruppo di Supereroi (eh si, in narrativa niente si crea e nulla si distrugge, al massimo si rielabora). Numerosi scrittori parteciparono alla stesura dei vari racconti, oltre alla stessa Snodgrass possiamo ricordare Walter Jon Williams; Chris Claremont ( lo sceneggiatore storico degli X-Men); Howard Waldtrop; Robert Milan e Lewis Shiner mentre l'idea di un giovanissimo Neil Gaiman venne inizialmente rifiutata da Martin ( per la cronaca, un paio di anni dopo lo stesso Gaiman avrebbe riciclato il concept di quella sua idea rifiutata per creare un nuovo personaggio e una nuova serie a fumetti. Quella serie si sarebbe chiamata Sandman, ma questa è un'altra storia.....)
A tutt'oggi il mondo di Wild Cards ha superato quota ventidue antologie e la cosa non sembra voler finire qui.

Ma, come dicevo, l'attività della scrittrice non si ferma alla narrativa stampata, ben presto arrivano le sceneggiature per diverse serie televisive.
Si parte nel 1989 quando alla scrittrice viene commissionata la stesura di un episodio della serie Star Trek: Next Generation, così giusto per provare.
Il  risultato è l'episodio La Misura di un Uomo
Forse uno dei più belli di tutta la serie.


La trama descrive un processo per stabilire l'umanità o meno di Data, altrimenti l'androide finirà vittima degli esperimenti di uno scienziato decisamente troppo superficiale e narcisista fornisce l'ennesima occasione, la migliore, alla scrittrice per attingere alle sue conoscenze legali e anche per poter imbastire una discussione sui grandi principi etici e filosofici della giurisprudenza.
Programmato come nono episodio della seconda stagione La Misura di un Uomo diventa ben presto uno dei preferiti dai fan permettendo alla sceneggiatrice di poterne scrivere in seguito altri quattro.
Ma non la Snodgrass non si occupa solo di Star Trek, numerose sono le serie per cui la sceneggiatrice scrive almeno un episodio: Oltre la Realtà (Beyond Reality) 1 episodio;  SeaQuest DVS 1 episodio; The Outer Limits 5 episodi; Profiler- Intuizioni Mortali4 episodi così gusto per rimanere solo sulle produzioni legate agli argomenti che interessano Nocturnia.
Per quanto riguarda la serie crime Profiler, inoltre, la scrittrice per un certo periodo (13 episodi) ne diventa anche consulente alla produzione.

Passano così gli anni e la strada ormai risulta quella giusta.

Melinda M. Snodgrass non si è mai fermata: continua a dirigere l' impresa di famiglia, continua ad amare i cavalli (e a partecipare a qualche torneo), ma soprattutto continua a scrivere (alle volte utilizzando lo pseudonimo Phillipa Bornikova)
Non solo racconti e romanzi (alle volte legati a Star Trek), ma anche sceneggiature.
Da tempo la scrittrice è infatti impegnata sull'adattamento di Wild Cards per il Cinema.
Presto vi proporrò l'intervista che l'artista mi ha concesso, nel frattempo se avete voglia di approfondire il suo blog lo trovate QUI.

ACCADE IN ITALIA #11. - Le Segnalazioni di Marzo.

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In attesa di pubblicare l'intervista con la scrittrice Melinda M. Snodgrass ecco una nuova puntata della rubrica di segnalazioni del blog. Le segnalazioni aumentano ogni mese di più, quindi visto che la carne al fuoco è tanta (ed ottima) procediamo senza indugio col menu.
Bon Appetit!

1) NOVITA' FUTURE FICTION

Francesco Mantovani mi comunica le ultime novità e le  recenti iniziative (passate e future) dell'etichetta Future Fiction



Il 2016 l'abbiamo aperto con "Il Quinto Dragone" - lo spinoff di Luna:New Moon, il romanzo di Ian McDonald, nella traduzione di Gabriella Gregori e con la copertina di Federico Bardzki.
Un racconto che strizza l'occhio alle atmosfere classiche della fantascienza spaziale concentrandosi sulla storia di due donne che si amano e che lavorano sulla Luna, la nuova terra di frontiera. La loro relazione è scandita dal tempo: più resteranno sulla Luna, meno opportunità avranno di tornare a casa, sulla Terra, perchè le ossa atrofizzate non glielo permetteranno. Il dramma personale si inserisce in un contesto che ricorda quello della serie "The Expanse", in una Luna sfruttata e colonizzata dove poche famiglie (i Dragoni) si dividono il potere ed incassano il profitto dell'economia di frontiera. Dove può portare l'ambizione personale in un ambiente ostile ma favorevole ai continui cambiamenti e capovolgimenti di fronte? In attesa di gustare la serie "Luna" di Ian McDonald, "Il Quinto Dragone" rappresenta un aperitivo di altissima qualità, da non perdere.  http://www.futurefiction.org/il-quinto-dragone/
A Febbraio ci siamo regalati l'opportunità di mettere in linea un piccolo manifesto di cos'è Future Fiction: "iMate", un romanzo breve scritto a quattro mani da Francesco Verso e Francesco Mantovani.
Il personaggio principale è Janna, una donna del futuro prossimo che vive in una Svezia molto avanzata sia tecnologicamente che socialmente insieme ad un compagno molto malato, Eskin. La malattia del partner è il motivo per cui Janna - esperta ricercatrice nel campo del comportamento e condizionamento delle Intelligenze Artificiali - cerca un lavoro di alto livello (e retribuzione) che le permetta sia di sostenere le spese mediche del compagno che di realizzare il proprio sogno di maternità. Giocata tra Stoccolma e Napoli, la storia è un'opportunità per guardare nel futuro del lavoro e delle relazioni tra intelligenze artificiali ed esseri umani. Forse, per leggerlo, converrà abbandonare qualche stereotipo sulla fantascienza e sul mondo del futuro fatto di robot, silicio e macchine antropomorfe cigolanti... un biobot, dotato di un'intelligenza artificiale e controllato da sottili condizionamenti psicologici potrebbe farci ricredere sul domani che aspetta. La copertina è di Francesco De Aguilar.
http://www.futurefiction.org/imate/ 


La terza uscita è un doveroso omaggio alla propensione della collana ad indagare senza preclusioni geografiche: Nina Munteanu è un'autrice rumena residente in Canada. Con la sua "Natura dell'acqua", ci porterà in un futuro molto prossimo, con multinazionali che controllano l'acqua e la metereologia tenendo in scacco l'intera umanità. La traduzione è di Fiorella Moscatello e la copertina è di Brad Sharp, un nuovo illustratore di casa FF (e anche lui tenetelo a mente... perchè ne vale la pena). Nina Munteanu è un'ecologista, esperta del tema della sostenibilità, tuttavia questo non basta a chiarire la forza della sua narrazione: la Munteanu è una storyteller meravigliosa con una visione molto chiara sul nostro futuro. L'acqua è il sangue della terra, scorre negli alberi come nelle vene di un organismo. Se controlli l'acqua, controlli il mondo... e l'acqua è già oggetto di speculazione economica oggi, la chamano il "nuovo oro". Nel Medioevo la porzione di mondo coperta da foreste rappresentava il settantacinque percento del totale, oggi è di poco superiore al venticinque; e la scarsità è uno dei motori dell'economia, giusto? Cominciamo a raccontare dell'acqua con la Munteanu, e non ci fermeremo.

A Marzo - in onore della sua partecipazione alla DeepCon 17 - usciremo con una raccolta di tre racconti Ken MacLeod tradotti da Gabriella Gregori e Flora Staglianò.
Nello stesso mese torneremo alla carta per il secondo volume di Storie dal domani (che è già pronto, chiuso e "approvato, si stampi) con il meglio della produzione breve di Future Fiction del 2015. Per noi è un altro piccolo traguardo: ogni volta che facciamo una cosa di nuovo ci sembra di aver affermato con più forza che "ci siamo e siamo tremendamente unici". Il secondo volume è quasi migliore del primo - e non era facile - ma è stupefacente vedere quanti futuri si possono narrare tenendo gli occhi e le orecchie aperte in ogni direzione: Ken Liu, Kenneth Schneyer, Clelia Farris, Tom Crosshill, Xia Jia, Olivier Paquet, Pepe Rojo, Liz Williams... e anche di più.

A Marzo si parte con una serie di incontri letterari (e non) presso la Libreria Assaggi di Roma: Francesco Verso incontrerà una serie di personaggi come Sandro Pergameno, storico editor di Editrice Nord e Fanucci, Arielle Saiber, docente di Letterature e Lingue Romanze al Bowdoin College di Portland, Roberto Paura, ricercatore del CERN e membro dell’Istituto del Futuro, Leopoldo Santovincenzo, ideatore e co-autore del programma Wonderland di RAI 4... sarà un'occasione per esplorare temi a cavallo tra fantascienza, letteratura di genere e futuro, andando anche oltre la parola scritta (anche grazie agli interventi di Katiuscia Magliarisi, autrice, regista e performer, partner della Future Fiction Factory e già interprete dell'antologia teatrale di fantascienza The Milky Way).

Poi... poi si vedrà: per ora diciamo che il tour 2016 di Future Fiction prevede puntate in Russia, Cina, Brasile, Corea, Zimbabwe, Grecia, Stati Uniti, Italia e Inghilterra... 


Chiudo con un pezzetto di cuore che appartiene al 2015:"Diario di Un poliorcete pentito", di Ugo Bellagamba, uscito a Dicembre è un gioiellino (non a caso ha vinto il “Prix Rosny Aîné 2012”). Vedere la Primavera araba attraverso gli occhi di un mercenario armato di nanotecnologie è il modo migliore per ricordarsi che nulla è come appare, per fortuna. La sorpresa, animata da una scrittura eccellente, è in agguato ad ogni pagina, ben mixata tra "sense of wonder" e ucronia. http://www.futurefiction.org/diario-un-poliorcete-pentito/


Mi contatta Daniele Picciuti per comunicarmi l'uscita del suo nuovo lavoro come autore. Si tratta di Nero Elfico, edito da Watson Edizioni, un romanzo di genere Fantasy/ Bizzarro Fiction.


NERO ELFICO.
Daniele Picciuti
Pagine: 278 
ISBN: 9788898036424
 Disponibile in libreria e in ebook

Sinossi:

Ponte Spaccato è un villaggio sperduto di quattrocentocinquanta abitanti, un paese di fabbri, muratori, contadini, falegnami e artigiani, gente semplice che conduce una vita tranquilla. Finché non fa la sua apparizione Lacero, un mezz’elfo feroce e astuto, che nel giro di poco tempo riesce a diventare sceriffo. Lui e Violata, la sua donna, una spietata assassina, si trovano presto al centro di una serie di macabri e sanguinosi avvenimenti che sconvolgono la cittadina. Il Male stesso, nelle vesti di alcuni personaggi diabolici e perversi – il demone Scribacchio, la contessa Bianca, il mago Grimorio, il nano Toro-Dai, il Negromante – si abbatte su quella povera gente che, suo malgrado, dovrà fare affidamento, per la propria sopravvivenza, al “male minore” costituito dalla scanzonata coppia di criminali. Della partita saranno le terribili gemelle Coro, il Castigatore muto, il grosso Melmone e sua madre Poiana, e numerosi altri personaggi uno più improbabile dell’altro, fino a scomodare nientemeno che dei viaggiatori stellari. Presto, tutti comprenderanno che l’ago della bilancia in questo scontro è il Trono d’ossa, un antico artefatto che dà, a chi vi siede, il dominio sui morti.


Biografia:
 Nato a Roma nel gennaio del 1974, Daniele Picciuti si appassiona all'horror grazie ai romanzi di Stephen King prima, Peter Straub e Dean R. Koontz poi, fino a scoprire uno dei fondatori del genere: H.P. Lovecraft. Finalista a molti concorsi letterari di genere, tra cui Il Sentiero dei Draghi e Short Kipple, vincitore del Premio NASF 6 (2010), terzo classificato al Premio Algernon Blackwood (2011).
Daniele Picciuti.

È Presidente dell’Associazione Culturale Nero Cafè, co-responsabile del magazine Knife e del marchio editoriale Nero Press. È ideatore di diversi premi letterari, come Minuti Contati, Nero Lab e il Premio John W. Polidori di Letteratura Horror (per Nero Cafè).
È autore de I Racconti del Sangue e dell’Acqua con Bel-Ami Edizioni; Ritorno alla Mary Celeste, con Dunwich Edizioni; Terraluna, con Runa Editrice; La polvere del tempo con Nero Press; R’Lyeh – Dal profondo sempre per Dunwich; Clowns Vs Zombies per Nero Press.


Mi scrive il mio amico Marco Di Giaimo (marco.kapp per chi frequenta il sito di UraniaMania) per parlarmi del suo romanzo breve La Piana del Drago, che nonostante il titolo, è un' opera di Hard Science Fiction:

Marco Di Giaimo e Giuseppe Bono

Quarta di copertina
Sono molti i misteri nella storia dell’uomo che eventi eccezionali hanno contribuito a far nascere.
Racconti, storie, fiabe narrate attorno a un fuoco di notte e tramandate di generazione in generazione potrebbero essere veramente accadute.
La cruenta battaglia tra San Giorgio e il Drago sarebbe stata combattuta nei tempi antichi e diventata leggenda solamente perché non ne rimasero prove.
E se qualcuno ai giorni nostri trovasse queste prove?


Nota biografica:
Marco Di Giaimo è nato a Brescia nel 1969. Ha lavorato come geometra libero professionista a Borgo San Giacomo (BS) fino all’ottobre del 2014. Da più di un anno si è trasferito a Mosca, dove ha trovato impiego in un’azienda italiana di interior design. È un appassionato lettore di fantascienza e possiede un migliaio di libri, molti dei quali della famosa collana Urania. Colleziona anche la serie a fumetti della Bonelli Nathan Never.

Giuseppe Bono è nato a Orzinuovi (BS) nel 1969 e lavora in una ditta di componenti meccanici di precisione a Soncino (CR). Accanito lettore di romanzi fantasy e d’avventura, è amico di Marco Di Giaimo dall’infanzia.

Breve sinossi:
Il romanzo è ambientato nei pressi di un piccolo villaggio della Grecia, Kopanaki, in particolare in una zona arida denominata “Piana del Drago”.
Adibita a discarica dal sindaco del villaggio, la Piana rappresenta un mistero, in quanto risulta essere l’unica area sterile in mezzo a distese di uliveti e macchia mediterranea. Durante i lavori preliminari di scavo vengono rinvenuti i resti di un rettile preistorico, e l’archeologo Dragan Rissas si trova a dover risolvere l’enigma della coesistenza di questi resti con altri che non dovrebbero trovarsi in quel luogo, cioè quelli di un legionario romano. Allo stesso tempo deve vedersela con Mikis Zagaris, il sindaco arrogante e corrotto di Kopanaki, che vuole a tutti i costi chiudere gli scavi e proseguire i lavori per la nuova discarica.
Tra gli studenti e i ricercatori dell’equipe intanto circola la leggenda che i resti appartengano addirittura al mitico San Giorgio.
In seguito alla scoperta di anomalie di carattere geologico, Rissas e il collega Nikos Mallis decidono di interpellare un fisico dell’Università di Atene, il dottor Kostis Dellas, che ipotizza la formazione, duemila anni prima, di una falla spazio-temporale che avrebbe messo in comunicazione il nostro universo con un altro avente un andamento temporale inverso.
Dopo le iniziali perplessità, l’equipe archeologica acconsente a far effettuare a Dellas un esperimento, cercando con un trucco di ritardare la chiusura degli scavi da parte di Zagaris.
Il sindaco però non cade nella trappola e si precipita al cantiere scortato dalla polizia locale per sgomberare il sito.
Scopre che gli scienziati nel frattempo hanno installato una sofisticata macchina che ha lo scopo di riattivare la falla spazio-temporale.
Nasce una colluttazione tra i membri dell’equipe di ricercatori e le forze della municipalità, sotto le nere nubi di un imminente temporale.
All’improvviso un fulmine colpisce l’antenna che avrebbe dovuto generare la falla temporale, e avviene un fatto straordinario: si crea una bolla che all’interno fa intravedere un ambiente di un’altra epoca.
La bolla si ingrandisce sempre più, fino a inglobare Rissas, Zagaris e il professor Dellas, dopodiché scompare lasciando al suo posto un enorme cratere.
Passano tre anni e una ricercatrice di nome Lucia Fermi, invaghitasi di Rissas, cerca in tutti i modi di ricreare le condizioni per formare una nuova bolla spazio-temporale e recuperare i tre dispersi.
Sono necessari sacrifici e grandi investimenti, e Lucia Fermi e il professor Brown del MIT di Boston si trovano sempre più sotto pressione da parte del governo greco che vuole chiudere l’esperimento, ma quando tutte le speranze sembrano perdute, Lucia ha un’ispirazione dettata
proprio dalla visita al museo dove vengono conservate le spoglie del leggendario legionario romano e del rettile preistorico. Grazie a una modifica del dispositivo la squadra di scienziati riuscirà nell’intento di far ritornare i dispersi.


Mi scrive il giovane autore viareggino Alessio Del Debbio per segnalarmi un' uscita in linea con gli interessi di Nocturnia.

Titolo: L’ora del diavolo
Autore: Alessio Del Debbio
Editore: Sensoinverso Edizioni
Vincitore del III concorso Obiettivo Libro.
Genere: Antologia di racconti fantastici
Formato: cartaceo
Pagine: 130
Prezzo: 15 euro
ISBN: 9788867932184
Trama: L’ora del diavolo è un’antologia di racconti fantastici ispirati a leggende e tradizioni lucchesi, rielaborate in forma romanzesca. Tredici storie, tredici strade che ci portano dritti nelle tenebre, nei luoghi oscuri e misteriosi delle Alpi Apuane, in Versilia e nella Piana di Lucca. Leggende e antiche credenze sono amalgamate in racconti dalle sfumature inquietanti e fantastiche, con magia e speranza che si intrecciano facendo luce sugli aspetti più crudi della natura umana.
Il diavolo si insinua nelle vite degli uomini, li tenta e li inganna: ma da sempre è l’uomo stesso a invocarne la presenza per godere di favori altrimenti inappagati e impossibili da soddisfare. L’ora del diavolo rielabora l’eterna lotta tra il Bene e il Male: bontà e forza di volontà contrapposte e furbizia e malvagità.
Numerose le leggende locali utilizzate nella creazione dei racconti, incentrati o legati alla figura del diavolo, come corruttore di anime, mercante di sogni, sobillatore e firmatario di patti che impegnano gli uomini in cambio di qualche servizio reso loro dal maligno. Qualche esempio? La storia di Lucida Mansi, della Busdraga di Camaiore, l’edificazione del Ponte del Diavolo (a Borgo a Mozzano), le figure degli streghi e dei Serpenti Volastri, della Serpe Regola, dell’Omo Selvatico, il gigante del Monte Freddone, le fate di pioggia, le sirene, il linchetto, i buffardelli, l’ombra di fumo e via dicendo.
Il libro è acquistabile dal sito della casa editrice Sensoinverso e sui principali store (Amazon, Ibs, Mondadori Store, Libreria Universitaria). 
Questi i racconti presenti:
-         L’ora del diavolo, racconto di apertura che dà il nome alla raccolta, mette in scena le ultime ore di Lucida Mansi, nobildonna lucchese che strinse un patto col diavolo per rimanere giovane, ma che adesso, poco prima dello scoccare dell’ora fatale, cerca di ritardare la scadenza, correndo per una Lucca nebbiosa, inseguita dal diavolo e dai fantasmi dei suoi amanti assassinati e dei suoi peccati.
-         Il guardiano degli Oceanini: il guardiano del faro di Viareggio ha il compito di sorvegliare il popolo degli Oceanini, sconfitto dalla crociata guidata da Federico II di Svevia e isolato negli abissi sotto la Torre della Meloria. Negli anni però il periglioso popolo di sirene, tritoni e creature marine ha rialzato la testa e adesso il guardiano cerca vendetta.
-         Quando il diavolo abbaia: racconto horror legato alla costruzione del Ponte del Diavolo, a Borgo a Mozzano, con il patto stipulato dal diavolo con il capomastro e il tributo di sangue che richiede ogni anno.
-         La donna di fuoco: racconto incentrato sulla Busdraga di Camaiore, una donna che amava essere circondata di giovani amanti e che ottenne dal diavolo, seducendolo, l’eterna giovinezza. Ma, come tutti i patti, anche questo ha le sue clausole piccole.
-         La luna sul fondo: un pescatore canta e prega la luna (e le sirene che, crede, vi abitino) affinché salvino il figlio da una terribile malattia.
-         La guerra del Fatonero: è guerra aperta tra l’esercito del diavolo e le forze degli Streghi, i Signori dei Boschi e della Natura, combattuta lungo le valli e i pendii delle Alpi Apuane, con un’ampia partecipazione di tutte le creature che dimorano nelle montagne. Dalla parte del diavolo combattono l’Avversieri e i suoi pirati fantasma che terrorizzano la costa Versiliese, i lupi di Compignano, i linchetti, la Gamba Gialla e la Serpe Regola, dalla parte degli Streghi, i Serpenti Volastri, i boscaioli e gli abitanti delle foreste, i folletti buoni (Giosalpino e i suoi fratelli buffardelli), le fate, Lencio Meo e i pescatori di Viareggio.
-         Le voci alla Balza: sopra Camaiore, alla Balza, c’è una casa dove ci si sente. Ci sono gli spiriti di coloro che sono morti, anni addietro, in un incendio. Gianni, Gigi e Ax vogliono passarci la notte ma si ritrovano coinvolti in una macabra danza di fiamme e morte.
-         Il violinista del diavolo: Sandorino trova un misterioso violino, in una grotta presso Levigliani, e inizia a suonarlo senza requie, distraendo, quasi incantando, chi ne ode il suono. Ma un dono del diavolo ha sempre un prezzo.
-         Il mercante di sogni: breve racconto incentrato sul diavolo, sul suo ruolo di tessitore di sogni, che innesta nella mente degli uomini, spingendoli poi a trovare un modo per realizzarsi, anche a costo di stringere patti con lui.
-         Gli uomini della neve: storia e leggenda delle Apuane si mescolano, ricordando le figure degli Uomini della Neve che, da Cardoso, raggiungevano la cima della Pania, per staccare blocchi di ghiaccio e portarli in paese, nonostante le difficoltà dovute al maltempo e al diavolo.
-         Le fate di pioggia: a Basati (nelle Apuane meridionali), Fabio vede le fate, leggiadre, quasi eteree, scivolare nel vento nei giorni di pioggia. Vorrebbe conoscerle, così si fa tentare dal diavolo a raggiungere la cascata dell’Acquapendente, dove si riuniscono, e a prendere la loro rugiada che il maligno usa per sconfiggere le forze dei Boschi e della Natura. Toccherà a Fabio liberare le fate prigioniere e dimostrarsi degno dell’eredità di suo padre.
-         Il risveglio degli Oceanini: gli Oceanini, popolo abissale che viveva sotto il mare al largo di Livorno, si sono svegliati, decisi ad assumere il controllo della terraferma. Spetta ai Dodici fermarli, guidati dal guardiano del faro di Viareggio, ma l’invasione è iniziata e, prima che riescano ad accorgersene, si troveranno a combattere per le vie della loro città.
-         Che fine ha fatto Babbo Natale?: Daniele non si dà pace. Da quando si è trasferito a Levigliani (sopra Stazzema) Babbo Natale non gli ha più fatto visita e non capisce perché. Eppure la verità si cela proprio sotto casa sua.
Pagina Facebook dell’autore: “I mondi fantastici – Alessio Del Debbio”: https://www.facebook.com/alessio.deldebbio/
Sito dell’autore: http://www.alessiodeldebbio.it/
Twitter dell’autore:  https://twitter.com/ADelDebbio
Alessio Del Debbio
Biografia dell’autore: Viareggino, Alessio Del Debbio ha pubblicato il racconto fantasy distopico “L’abisso alla fine del mondo”, nel 2014, il romanzo young adults “Anime contro”, nel 2015, il romanzo new adult “Favola di una Falena”, Panesi Edizioni, nel 2016. Numerosi suoi racconti sono usciti in antologie, come “I mondi del fantasy”, di Limana Umanìta Edizioni, “Racconti toscani” di Historica Edizioni, e le riviste Contempo e Streetbook Magazine.Dal 2015 collabora con il portale di letteratura fantastica “Lande incantate” in cui scrive recensioni di romanzi fantasy contemporanei. Nell’estate 2015 organizza, assieme alla scrittrice Elena Covani, la rassegna “Un libro al tramonto” – Aperitivi letterari presso il Bagno Paradiso di Viareggio, per far conoscere autori toscani. Cura il blog “I mondi fantastici” che promuove scrittori emergenti di letteratura fantastica italiana.
 E anche per questo mese è tutto!  Accade in Italia ritorna ad Aprile con nuove proposte da parte degli autori e degli editori. 
Voi quale preferite?
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