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Channel: Nocturnia
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Impegni Improrogabili

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Cari amici,
 Nocturnia va in ferie ancora per qualche giorno.
Nel caso in cui vi stiate chiedendo i motivi per cui ultimamente capita spesso ebbene, è presto detto.
In questi giorni dovrei andare a firmare per la messa in mobilità, la crisi dell'azienda presso cui ho lavorato per oltre 15 anni ha decisamente avuto il suo finale.
La nuova impresa, quella che ha rilevato quanto rimaneva ha deciso di assumere solo una piccola parte dei vecchi dipendenti ( suo legittimo diritto, comunque ) ed io a quanto pare non sono tra quelli.


Prima che diciate qualcosa, non temete: sto bene, sono sereno e pronto a rimettermi in gioco.

Semplicemente però nei prossimi giorni sarò impiegato tra uffici e pratiche burocratiche, ( anzi buro -cartiche  ) di conseguenza non avrò molto tempo e nemmeno molta voglia di dedicare attenzioni al blog.
Allo stesso modo per la prima ed unica volta nella storia della vita di questo blog, ho disabilitato l'opzione commenti e potrei non avere la possibilità di rispondere a mail o telefonate, ma si tratta solo di mancanza di tempo, non di maleducazione o di poca voglia di parlare con le persone.
Devo solo dedicarmi ad altre cose.

Ci risentiamo tra una decina di giorni.
Un abbraccio a tutti.

Un Piccolo Aggiornamento

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Vi avevo promesso qualche aggiornamento sulla mia situazione, credo che sia il arrivato il momento di mantenere la promessa.

La settimana scorsa sono passato verso quella che adesso è a tutti gli effetti la mia ex azienda a firmare la lettera di messa in mobilità, stamattina invece sono andato alla sede del Centrodell'Impiego più vicino mentre tra un paio di giorni per concludere la mia personalissima tripletta dovrò passare per chiudere le ultime pratiche al patronato.

In mezzo a tutte queste cose,  le ultime assemblee sindacali (che a questo punto lasciano il tempo che trovano, secondo il mio modesto parere forse si sarebbe potuto fare qualcosa di più prima e non adesso...però anche il mio parere ora lascia il tempo che trova), incontri tra ex-colleghi (una minoranza rispetto a quelli che eravamo prima ) assunti dal nuovo gruppo che ha preso le redini ed ex-colleghi a spasso come me ( la maggioranza ) e tante altre amene cose.

Le sensazioni che ho provato in questi giorni sono state infinite, contraddittorie ed altalenanti, sicuramente non è ancora arrivato il momento di esprimerle in senso compiuto però è indubbio come una fase durata più di quindici anni della mia vita si sia conclusa.
C'è tanto dispiacere, però paradossalmente comincio a sentirmi  anche più libero.
E' arrivato il momento di rimettersi in gioco, quindi.
E via con i titoli di coda, con Alberto Sordi che canta " Good bye my Darling" in Fumo di Londra.

Parliamo un attimo di Nocturnia, ancora non mi sento di riprendere in pieno i giochi -la mia testa sta ancora da un altra parte- però nei prossimi giorni dovrebbe uscire una scheda con una intervista per non far diventare troppo vecchia l'intervista stessa però credo che il blog almeno fino a settembre non ritornerà attivo a tempo pieno.
Una cosa però tendo a chiarirla: il blog non chiude, non intendo chiuderlo e nemmeno abbandonarlo.
Nocturnia ha rappresentato una delle poche soddisfazioni di questi ultimi anni, amo quello che faccio e non intendo separarmene.
Semplicemente riprenderò per gradi fino a tornare in pianta stabile solo da settembre.
Nel frattempo, in via sperimentale, sono sbarcato anche su Facebook che utilizzerò per diffondere il più possibile, senza farmene schiavizzare, i post del blog sperando di farli arrivare ad una platea più vasta.

Approfitto di queste righe anche per ringraziare tutte le persone che mi hanno scritto, telefonato e manifestato in tutti i modi possibili la loro solidarietà.
Adesso, come in questi anni vissuti pericolosamente.
Ve l'ho già detto altre volte gente, ma ve lo ripeto perché è assolutamente vero: avete reso migliori questi anni della mia vita.

TALKING ABOUT MIGUEL ANGEL MARTIN

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Sto provando a tornare attivo - lentamente, con i miei tempi - però non mi va di lasciare il blog sfornito del tutto fino a settembre, di conseguenza eccovi quindi una scheda sul disegnatore spagnolo Miguel Angel Martin e prima dell'inizio di luglio cercherò di farvi leggere anche l'intervista (altrimenti non dovessi riuscire a farcela, se ne riparla dopo al 16/07)  
Ci sono alcune persone che desidero ringraziare : lo stesso Miguel Angel Martin (che ebbi modo di di conoscere di sfuggita nel 1998 alla prima Napoli Comicon ) ed anche Michele Nitri della HollowPress che mi ha messo in contatto con lo scrittore, senza dimenticare ovviamente il mio sodale TOM del blog The Obsidian Mirror che per primo mi ha ventilato la possibilità di poter intervistare gli autori collegati alla Hollow Press.
Adesso procediamo con la scheda.  ;)



Miguel Ángel Martín alcuni anni fa venne definito dalla rivista TIME come il maggior disegnatore europeo di fumetti e la posizione di TIME non è certo isolata: infatti quando si tratta di stilare una classifica degli artisti più importanti sono molte le pubblicazioni che inseriscono il nome dell'artista iberico tra i maggiori disegnatori del mondo.

Sicuramente però Miguel Ángel Martínè anche uno degli artisti più trasgressivi e dissacranti dei nostri tempi, un fumettista in grado affrontare con sensibilità e nonchalance anche i temi più scottanti
Non a caso il suo personaggio più conosciuto, il suo fumetto simbolo corrisponde al nome di Brian the Brain.  Brian è un bambino nato nel futuro, sprovvisto di scatola cranica a causa di un esperimento a cui si è sottoposta la madre: il cervello di Brian rimane così esposto in bella vista rendendo il personaggio spesso vittima di gesti di di incomprensione ed emarginazione. Ma Brian riesce comunque a conservare una profonda umanità che lo rende estremamente più sensibile e "normale" della maggioranza delle persone (oltre ad avere poteri telecinetici e telepatici ereditati dall' esperimento, il che decisamente non guasta)



Del resto, la società futura in cui vive, respira ed agisce Brian the Brain si rivela piena di storture, di malattie, perfino di paure. Un luogo dove  parole  come "normalità ed "anormalità"e" non hanno più ragione di esistere e dove l'orizzonte sembra farsi perennemente più scuro.

Ma a voler ben vedere il leit motiv di tutta l'opera di Miguel Ángel Martín sembra consistere proprio in un continuo tentativo di voler  chiarire e definire - prima di tutto agli occhi dello stesso artista ed in secondo luogo nei confronti dei lettori -  quale possa essere  la definizione di patologia ( in tutti, ma proprio tutti i suoi aspetti ) - tentativi che finiscono indubbiamente per spostare l'asticella sempre più in là la stessa definizione del significato di "patologia".

Il tutto comunque con uno stile semplice e lineare ed a suo modo accattivante.

Qualche dato biografico: Miguel Ángel Martínè nato a Leòn nel 1960 ed è proprio nel comune spagnolo che l'illustratore muove i suoi primi passi; nel 1986 il "nostro" pubblica la sua "Cronica Negra" sul giornale La Cronica di Leòn
 mentre negli anni successivi  M.A.Martín comincerà a pubblicare le sue illustrazioni e tavole all'interno di quotidiani spagnoli come El Pais e riviste internazionali come la prestigiosa Rolling Stone. Appaiono anche i primi album (come il già ricordato Brian the Brain il cui primo volume risale al 1995 o Rubber Flesh cominciato nel 1993) mentre le riviste a fumetti internazionali si disputano le sue storie a fumetti.
E sono nomi importanti, dalle iberiche Makoki ed El Vibora passando per la greca Babel fino alle italiane Blue e Selen

Nel corso di queste storie l'autore affina sempre di più il suo personale stile narrativo che mescola cronaca nera, violenza, sesso e finto cinismo.

Giungono anche numerosi premi, impossibile citarli tutti, basta ricordarne tre, che a loro modo raccolgono in linea ideale tutta la carriera del disegnatore. Si comincia infatti nel 1993 quando Martín vince il premio come artista rivelazione al Salon Internacional de Comics de Barcelona, nel 1999 invece arriva il celebre Yellow Kid in qualità di miglior disegnatore straniero all'Expocartoon di Roma. Infine nel 2007 proprio nel corso di una delle sue tanto amate Napoli Comicon giunge un ulteriore premio per festeggiare la raccolta The Complete Brian the Brain

Ma dall' Italia non giungono solo premi: nel 1996 la Procura di Cremona a causa dei suoi contenuti espliciti ordina il sequestro del volume Psychopatia Sexualis edito in nel nostro paese dal piccolo editore Topolin ed anche se alcuni anni dopo arriverà l'assoluzione totale per l'autore e per l'editore Jorge Vacca (proprio quest'ultimo se la vedrà brutta almeno nelle fasi iniziali della vicenda) per un certo periodo il disegnatore spagnolo sarà costretto a girare in lungo e per largo la penisola diventando una sorte di simbolo delle battaglie anti censura.



Ad ogni modo l'autore affronta la questione col sorriso sulle labbra ed ancora oggi ne parla in maniera quasi divertita.

Nel corso degli ultimi anni M.A.Martín ha continuato a disegnare e a collaborare con numerosi editori iberici ed italiani (ma non solo ) In particolare nel nostro paese le sue storie appaiono regolarmente sull' antologico U.D.W.F.G della già ricordata Hollow Press.
Quanto prima vi proporrò l'intervista che mi è stata rilasciata.

INTERVISTA CON MIGUEL ANGEL MARTIN.

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 Prima di andare in vacanza Vi propongo la mia intervista con disegnatore spagnolo Miguel Angel Martin  
Ci sono alcune persone che desidero ringraziare : lo stesso Miguel Angel Martin (che ebbi modo di di conoscere di sfuggita nel 1998 alla prima Napoli Comicon ) che ha dovuto combattere anche con la mia scarsa conoscenza dello spagnolo e con i miei svarioni nella lingua di Cervantes. Oltretutto Miguel si è dimostrato una persona di una simpatia unica e coinvolgente, quindi doppiamente grazie! 
Ringrazio ancora anche Michele Nitri della HollowPress che mi ha messo in contatto con il disegnatore, senza dimenticare ovviamente il mio sodale TOM del blog The Obsidian Mirror che per primo ha sostenuto l'idea di questa intervista. 

Alla fine della versione in italiano troverete anche la versione in castigliano (siate pazienti anche voi e perdonatemi per gli eventuali errori della grammatica e della lingua spagnola che dovessi aver compiuto.
QUI trovate una piccola scheda sul Miguel Angel Martin
Buona lettura a tutti!
Attendo i vostri commenti!!!
Les presento a la entrevista "con Miguel Angel Martin , el genial artista español .
Aprovecho esta oportunidad para agradecer a Miguel Angel Martin por la amabilidad con la que se han presentado a mis preguntas.
Al final de la lengua italiana en los lectores españoles pueden encontrar la versión original en español.
Les deseo una cálida bienvenida a los lectores españoles, con una advertencia: cualquier error cometido debe cargarse sólo a mí mismo.
Que se diviertan!


Nick:  Benvenuto su Nocturnia Miguel Angel Martin. Come prima domanda ti chiedo di raccontarci il momento in cui hai deciso di diventare un disegnatore.

Miguel Ángel Martín: Mi ero iscritto alla Scuola di Legge perché volevo diventare procuratore. Al college però ho incontrato un' amica il cui fidanzato suonava in un gruppo rock chiamato Los Patógenos, attivo a Leon, la mia città. Così ho disegnato la copertina delle loro cassette e un poster per i loro concerti. A quel tempo, eravamo all'inizio degli anni '80 s, ho presentato una mia mostra in un cocktail bar. Ho effettuato anche la prima intervista per un giornale locale, El Diario de León, dove poco dopo ho pubblicato la mia prima collaborazione professionale: un'illustrazione per un articolo sulle miniere. Tutti questi eventi mi hanno incoraggiato ad abbandonare gli studi legali durante il quarto anno e a dedicarmi al fumetto in maniera professionale.



Nick:  Quali sono stati i fumetti ed i disegnatori che ti hanno formato maggiormente come lettore, prima ancora che come disegnatore. Naturalmente puoi citare anche libri, film, serie televisive e tutto quello che ti viene in mente.

Miguel Ángel Martín: Da bambino mi piacevano molto i fumetti Disney, la linea regolare e arrotondata ha rappresentato una grande influenza sul mio stile. Quando avevo 11 o 12 anni ho scoperto il grande Jacovitti  ed il suo Cocco Bill, che è diventato la mia  fonte definitiva d' influenza. A quei tempi già mi piaceva disegnare i miei primi fumetto in puro stile Jac. Da adolescente ho scoperto Will Eisner e negli anni tra il 76 e il 77 poco dopo la morte del dittatore Franco, in Spagna  hanno cominciato a pubblicare una rivista chiamata Totem, [1] che presentava fumetti di Moebius, degli Umanoidi Associati, di Hugo Pratt, Guido Crepax e Robert Crumb. Non sono mai stato un "lettore di fumetti", ma semplicemente un lettore, la cui letture sono anche fumetti, ma di certo i fumetti  non sono la fruizione principale, ma semmai li affianco con la letteratura, giornali e riviste. Letteratura, saggi, film e musica sono state le mie più grandi influenze. Alla fine degli anni 70' s ho scoperto il film di Sam Peckinpah (Il Mucchio Selvaggio)[2] il mio regista preferito, e Cronenberg, uno che ti cambia il modo di vedere le cose. Nello stesso periodo ho scoperto la scena internazionale della musica industriale ed elettronica con artisti come Throbbing Gristle, SPK, Esplendor Geométrico, Maurizio Bianchi e i Whitehouse, un' altra delle mie più grandi influenze: il classico Psychopathia Sexualisè direttamente ispirato dalla sua "musica" . Da qui cominciai a perdere interesse per i fumetti e a trattare di soggetti fortemente influenzati da questi riferimenti al di fuori del mondo del fumetto. La musica di questi artisti era ricca di ispirazioni da Sade, la pornografia, il sesso, psicopatici, la tecnologia, la gestione e il controllo della folla, la brutalità del totalitarismo, etc. Tra gli scrittori che mi hanno influenzato ci sono William Burroughs, che ho scoperto grazie ad Alvin Toffler il chitarrista dei Los Patogenos  (il mio fumetto "Surfing on the Third Wave"è un omaggio nei suoi confronti)  e, influenzato dalla lettura di  Burroughs, anche James G. Ballard, successivamente sono passato a neo- darwinisti come Richard Dawkins, Steven Pinker, Edward O. Wilson (considerato il padre della sociobiologia) o Matt Ridley. Non ho invece ricevuto alcuna influenza della televisione. Le cose che ho visto da bambino, ad esempio mi piacevano serie come Lost in Space,Voyage to the Bottom of the Sea, Night Gallery, The Invaders ... non mi hanno lasciato alcuna traccia e non ho avuto alcun interesse in loro da adulto. Oggi vedo solo sui film per la televisione e documentari, quelli sull'Universo sono i miei preferiti. Non mi appassiona nessuna serie televisiva. Mi interessano solo un poco le serie auto conclusive, come per esempio, Black Mirror.

Nick: Invece il momento in cui debutti professionalmente risale al 1985-1986, quando su "La Cronica de Leon", il giornale della tua città disegni la rubrica "Cronica Negra" in cui illustri avvenimenti di cronaca realmente accaduti. Com'è nata quella collaborazione e cosa ha rappresentato per te in quel momento?

Miguel Ángel Martín: In realtà, come ti  ho detto precedentemente, la mia prima collaborazione è stata con El Diario de León. Nel 1985 ha cominciato ad uscire La Cronica de Leon  ed è lì che io ho cominciato ad avere una collaborazione giornalistica continuativa illustrando una sezione di successo ed anche il supplemento domenicale "Crónica Negra". Tutti i disegni illustravano le notizie di omicidi, furti, calamità, ecc. Li ho effettuati con senso dell'umorismo a cui aggiungevo un tocco di "gore" qualcosa di mai visto in un giornale. E 'stata una sezione molto controversa, ah, ah! Questi disegni sono stati poi pubblicati in forma di libro da Midons, un editore che poi è scomparso. In questo momento sto preparando una edizione più lussuosa e più allargata perReino de Cordelia il mio editore spagnolo. E 'stato un grande momento di libertà dove la disgustosa e fascista correttezza politica non aveva ancora occupato i media e la società in generale. Mi sono divertito a fare questi disegni, non stampabili in qualsiasi giornale oggi come oggi, nemmeno ne La Cronica, che, per inciso, non esiste più. Dopo Crónica Negra ho iniziato a pubblicare a strisce le avventure di  Keibol Black, pubblicate in Italia dalla defunta Coniglio Editore e dopo le nuove strisce del funny animals europeo Kyire .

Nick: All'inizio degli anni 90's crei il tuo personaggio più famoso "Brian the Brain", il bambino dotato di poteri sensoriali ma privo di cranio. Brian è praticamente la summa di tutta la tua opera fumettistica, in quell'opera ricorre spesso uno dei temi centrali della tua opera: il senso della solitudine, la critica sociale e la critica al concetto stesso di "normalità". Da dove nasce l'interesse per questi temi?

Miguel Ángel Martín: E 'parte della influenza nata delle mie letture e della musica elettronica di quel tempo a cui si è unita la curiosità che ho per il mondo in cui vivo e  per la natura umana. Stiamo vivendo in un momento emozionante di cambiamento radicale nella società e del "mondo" e io lo rifletto nei miei comix. Contrariamente a quanto molti pensano, il mondo sta andando decisamente meglio e non peggio.

Nick:  Leggendo le tue opere, osservando i tuoi fumetti mi sembra di osservare altre costanti. In primo luogo il tuo stile di disegno mi sembra una sorta di "Walt Disney incontra Buñuel e l'underground". Inoltre mi sembra che con la scusa di parlare del futuro in opere come "Brian the Brain" tu cerchi di parlare dei mali di oggi. E' una ricostruzione sbagliata la mia?

Miguel Ángel Martín:  Buñuel è un altro dei miei registi preferiti e il surrealismo è stato il movimento artistico più libero e ricco di immaginazione. ci sono molti elementi surreali nei miei comix. Infatti, nonostante il look futuristico dei miei comix non sto parlando del futuro, ma del presente. Il look futuristico è solo una licenza artistica formale (la mia macchina senza ruote) Non parlo dei mali di oggi però. Parlo della natura umana  che oggi è la stessa che era ieri e domani sarà lo stessa di oggi, a meno che non ci sia una mutazione genetica spontanea o un amodifica intenzionale. In questo caso non ci sarebbe più la specie umana, ma qualcosa di estremamente nuovo, ah, ah! Non credo che il "mondo" (infelice espressione per riferirsi a ciò che è  la"natura umana") sia una schifezza,  credo che lo schifo sia il modo di vedere le cose che ha un sacco di gente, ah, ah!


Nick: Una delle cose che colpiscono maggiormente chi legge "Brian the Brain"è come il personaggio di Brian sia spesso più umano e sensibile di tutti quelli che lo circondano. E' stata una scelta voluta la tua?

Miguel Ángel Martín: No, non ho mai disegnato nulla deliberatamente fatta eccezione per specifiche commissioni. Tutti i miei comix sono intuitivi e il mio sviluppo come artista è stato spontaneo, non voluto. Brian the Brain non è più umano rispetto al resto dei miei personaggi è esattamente umano tanto quanto  loro. Per quanto non mi possa far piacere, Stalin (il più grande assassino di massa della storia), Ted Bundy, Jim Jones, lo strangolatore di Boston, un terrorista islamico o Andreas Lubitz sono uomini come te o me. Così è umano mostrare le loro emozioni aperte così come quelle nascoste. E' umano piangere come non il non piangere. Io non giudico i miei personaggi, è una cosa che lascio fare ai lettori, ah, ah!


Nick: Sempre a partire dagli anni 90's vieni spesso in Italia in particolare diventi un ospite abituale del Napoli Comicon ( tra parentesi ci siamo anche incontrati alla prima edizione) Mi sembra quasi che tu abbia un feeling particolare con quella manifestazione e con la città di Napoli. Sbaglio ? E nel caso cosa apprezzi maggiormente delle due cose : città e manifestazione?

Miguel Ángel Martín: Per me Il Comiconè un festival molto speciale. Conosco Claudio Curcio e Alino fin dalla prima edizione, dove ho partecipato con un'esposizione su Psychopathia Sexualis. assieme a Jorge Vacca. Ho avuto l'onore di ricevere lì il Gran Premio Attilio Micheluzzi. Sono stato loro ospite in numerose edizioni e li considero come dei grandi amici. Il Comicon ha un'atmosfera unica differenza di altri festival, soprattutto nei primi tempi, l' epoca in cui il festival si teneva al Castello [3]ed è stato sempre curato molto l'aspetto artistico e il trattamento umano. Amo il Comicon. E, naturalmente, la città di Napoli ha una personalità travolgente come nessun'altra città. Quando sono là sfrutto sempre l'occasione per 'perdermi' per le sue strade e godere della sua atmosfera popolare unica. Senza Napoli il Comicon sarebbe impensabile.

Castel Sant'Elmo a Napoli, sede delle prime edizioni del Comicon
Nick:  In Italia però non vivi solo esperienze piacevoli: Nel 1995-96 la tua opera "PsicoPathia Sexualis" incorre negli strali della censura italiana, in particolare fu il tuo editore dell'epoca Jorge Vacca della Topolin edizioni ad avere i maggiori problemi. Ti va di ripercorrere con noi le tappe di quella vicenda? E In generale, qual è la tua opinione sulla censura?

Miguel Ángel Martín:  Psychopathia Sexualis svenne fatto sequestrare d' ufficio dalla Procura di Cremona nel 1995, con l'accusa di "induzione all' omicidio e alla pedofilia e al suicidio" Dopo cinque anni di contenzioso, la Corte Suprema a Roma ha prosciolto da ogni accusa il direttore e oggi fumetto è legale. L'editore The Purple Press ha pubblicato una edizione speciale con tutte le informazioni sul caso. Durante quegli anni abbiamo viaggiato in tutta Italia partecipando a mostre e a tavole rotonde sulla censura. E abbiamo incontrato molte persone interessanti, con alcune di queste persone abbiamo anche stretto legami di amicizia e ci siamo trovati benissimo! Non ho mai ringraziato abbastanza la Procura di Cremona per aver sequestrato il fumetto e per avermi trasformato in un artista di culto, ah, ah!

Nick:  Nel corso degli ultimi anni hai cominciato a collaborare con la rivista "Under Dark Fantasy Weird Ground" (U.D.F.W.G) edita dalla Hollow Press di Michele Nitri.Ti andrebbe di introdurre ai lettori di Nocturnia di quella pubblicazione?

Miguel Ángel Martín: Ho incontrato qualche anno fa Michele Nitri nella veste di mio lettore e conoscitore del mio lavoro. Il sogno della sua vita è sempre stato quello di diventare editore per pubblicare cose che gli piacevano particolarmente. Lui ama il fantastico in generale. E questa è una cosa che condivido. Gli elementi fantastici sono presenti in tutti o quasi tutti i miei fumetti. Grazie a Michele  ho scoperto la "dark weird fantasy" e Mat Brinkman, considerato il padre del genere. E sempre Nitri mi ha fatto conoscere il geniale Ratigher.  Credo che il suo libro Trama sia  un capolavoro. Mi ha presentato anche altri due grandi artisti cioè il giapponese Tawaray e Paolo Massagli. E bisogna sempre ringraziare Nitri  per il fatto che io abbia cominciato a disegnare un fumetto "weird fantasy" quando mi proposto di creare un progetto per una serie su UDWFG.

Nick:  Su U.D.F.W.G sta pubblicando la serie "The Emanation Machine". Di cosa parla questo fumetto?

Miguel Ángel Martín: Si tratta di una serie enigmatica con le caratteristiche del "dark weirdfantasy", vale a dire, il fantastico, i mostri, gli alieni, personaggi  deformi umani o meno che siano, situazioni strane, il surrealismo (che è una forma di assoluta libertà per scatenare la fantasia) e anche umorismo. Universo "martin" nella sua forma più pura. Ho una base di trama su cui improvviso le diverse situazioni in ogni capitolo.

Nick: Nella tua patria, la Spagna il fumetto ha una lunga tradizione eppure a partire dagli anni 90 del secolo scorso ha subito una lunga crisi (in particolare nel mercato delle riviste ). Ci sai dire invece qual'è adesso lo stato di salute del fumetto in Spagna? Quali sono adesso i personaggi ed i disegnatori più rappresentativi adesso del fumetto spagnolo?

Miguel Ángel Martín: La crisi del fumetto non  avvenuta solo in Spagna ma un po ovunque. Si è accentuata negli anni '90s con lo sviluppo di Internet e la diffusione dei videogiochi. L'interesse per il formato rivista è andato perso causando la scomparsa di queste ultime: Totem, Zona 84, Creepy ... [4] l'ultima a chiudere è stata El Vibora, a  cui ho collaborato dal '93 fino al giorno della sua  chiusura.  La stessa cosa che è successa in Italia con riviste come Blue; Touch, Animals. Questa fase ha coinciso con la nascita di quelle che vengono chiamate graphic novels. Si tratta sempre di leggere fumetti ma in maniera differente. Anche il mercato dei manga e dei supereroi  sta sperimentando un drastico calo delle vendite. Queste sono le condizioni di mercato e il mutare dei tempi. Riconosco, come sottolineato in precedenza, che mi sono staccato dal mondo dei fumetti e ne ho letti troppo pochi, ma l'impressione che ho è che da un punto di vista artistico i comics stanno meglio che mai. Ci sono più stili, temi e edizioni rispetto al passato. E il livello grafico delle nuove generazioni è molto superiore alla media.

Nick: Parliamo adesso del lato tecnico del tuo lavoro: che tipo di carta utilizzi? Preferisci usare il pennino, il pennarello oppure preferisci utilizzare tecniche digitali? E quanto tempo impieghi mediamente per realizzare una tavola?

Miguel Ángel Martín: Utilizzocarta Canson per acquerello e disegno a matita,   sotto questo profilo ora utilizzo una bella  Kaweco tedesca. Inchiostro con le penne Staedtler e coloro con gli Ecoline. Il computer lo uso solo per la scansione e per inviare le immagini via e-mail. Qualche volta aggiungo un colore o una angolatura in base alla mia fonte. Il mio modo di lavorare è completamente manuale e, infine, vendo gli originali alle  mostre.

Nick: Programmi futuri: A cosa stai lavorando adesso e cosa dobbiamo aspettarci da Miguel Angel Martin nel prossimo futuro ? Puoi darci qualche anticipazione sui tuoi prossimi lavori? In particolare tornerai ancora al personaggio di "Brian" oppure consideri chiusa la serie?

Miguel Ángel Martín: In questo momento sto illustrando il Don Chisciotte. Quest'anno ricorre il quarto centenario della pubblicazione della seconda parte del Don Chisciotte. Per celebrare questo anniversario il mio editore spagnolo  www.reinodecordelia.es mio editore spagnolo pubblicherà un'edizione speciale preparata da due autori esperti in Cervantes che sono riusciti a stabilire una versione più vicina al testo originale di Cervantes. L'edizione sarà in due volumi in copertina rigida in una scatola di cartone con 150 illustrazioni a colori. Ho anche appena dato Michele Nitri il terzo capitolo di The Emanation Machine. Per quanto riguarda Brian, le Edizioni NPEpubblicherà in Italia,  la trilogia completa di Brian the Brain includente anche il terzo capitolo "Out of my Brain" (Viaggio senza Ritorno), pubblicata in Spagna l'anno scorso. Questa edizione speciale includerà anche un epilogo e un po 'di nuovo materiale extra. Ho anche un altro progetto cinematografico a portata di mano assieme a Borja Crespo, il regista del cortometraggio Snuff 2000 e del lungo film digitale NeuroWorld basati sui di miei fumetti, cercheremo di lavorare su qualcosa nel corso di quest'anno.

Il grandissimo Miguel Angel Martin

Nick:  Bene, Miguel è tutto. Ti ringrazio ancora per la tua gentilezza. Nel salutarti ti rivolgo, la classica domanda finale di Nocturnia. esiste una questione di cui avresti parlato con piacere, una domanda a cui avresti risposto volentieri e che io invece non ti ho rivolto?

Miguel Ángel Martín: No, nessuna in particolare, fammi tu un altra domanda se ti va.
Grazie!
M A

 [1]: Come ricorderanno i lettori di fumetti miei coetanei all'inizio degli anni 80s ci fu anche una versione italiana della rivista Totem.
[2] : Il titolo spagnolo è "El Grupo Salvaje"
[3]Castel Sant' Elmo, un castello medievale posto sulla Collina del Vomero e da cui si può osservare tutta la città di Napoli. Nei primi anni è stata la location al cui interno si svolgeva il Napoli Comicon.
Negli ultimi anni la manifestazione è stata spostata nei locali della Mostra d' Oltremare nel quartiere di  Fuorigrotta
[4] TotemZona 84Creepy, El Vibora sono storiche riviste contenitore dell'epoca d'oro del fumetto spagnolo.

ENTREVISTA A MIGUEL ANGEL MARTIN- VERSIÓN EN ESPAÑOL


Con esto post que publico la versión original en castellano de mi entrevista con el genial artistaMiguel Angel Martin
Miguel Angel Martin gracias por su amabilidad y disponibilidad.
Este post está dedicado a mis lectores españoles con una advertencia, ya que sólo estoy aprendiendo su lengua hermosa Pido disculpas si hay algún error.
  Espero que disfruten de la lectura.


Nick: Bienvenido Miguel Ángel Martín ! Primera pregunta te pido que decirnos sobre el momento en que usted decide convertirse en un diseñador.

Miguel Ángel Martín:    Estudiaba derecho porque quería ser fiscal. En la universidad conocí a una amiga cuyo novio tocaba en un grupo de rock llamado Los Patógenos, en León, mi ciudad natal. Dibujé la portada de su cassette y un cartel para sus conciertos. Por aquella época, primeros años 80, presenté una exposición en un bar de copas. Me hicieron la primera entrevista en un periódico local, El Diario de León, donde poco después publiqué mi primera colaboración profesional: una ilustración para un artículo sobre la minería. Ambos sucesos me animaron a abandonar la carrera de Derecho en cuarto curso y dedicarme al cómic como profesional.

Nick: ¿Cuáles fueron los cómics y los diseñadores que se han formado más como lector, incluso antes que como dibujante. Por supuesto también se puede hablar de libros, películas, series de televisión y todo lo que viene a la mente.

 Miguel Ángel Martín:   de niño me gustaban mucho los comics de Disney, su linea suave y redondeada ha sido una gran influencia en mi estilo. Con 11 o 12 años descubrí Coco Bill del genial Jacovitti, que fue una influencia definitiva. En aquella época ya me gustaba dibujar mis primeros comics imitando el estilo de Jac. De adolescente descubro a Will Eisner y en el año 76 o 77 al poco de morir el dictador Franco, se publica en España la revista Totem, con Moebius, los humanoidesasociados, Hugo Pratt, Guido Crepax, Robert Crumb. Yo nunca he sido un "lector de comic" sino un lector, entre cuyas lecturas se encotraban los comics, pero no de forma principal, junto a literatura, periódicos y revistas. La literatura, el ensayo, el cine y la música han sido mis mayores influencias. A finales de los 70 descubro el cine de Sam Peckimpah (El Grupo Salvaje) mi director favorito por encima de todos, y el de Cronenberg, que me cambian la forma de ver las cosas. Es esa misma época cuando descubro la escena internacional de la música industrial y electrónica con artistas como Throbbing Gristle, SPK, Esplendor Geométrico, Maurizio Bianchi y Whitehouse, otra de mis grandes influencias: el ya clasico Psychopathia Sexualis está directamente inspirado en su "música". A partir de aquí enmpiezo a perder el interés en los comics y a tratar una temática muy influida por esas referencias ajenas al mundo del comic. El sonido de estos artistas se inspirada en Sade, la pornografía, el sexo, los sicópatas, la tecnología, la manipulación y control de masas, la brutalidad de los totalitarismos, etc. Entre los escritores que me han influido están William Burroughs, que lo descubro gracias al guitarrista de Los Patógenos, Alvin Toffler (mi comic "Surfing on the Third Wave" es un homenaje a él) James G. Ballard, influido por el propio Burroughs y, posteriormente, neodarwinistas como Richard Dawkins, Steven Pinker, Edward O. Wilson (considerado el padre de la Sociobiología) o Matt Riddley. No tengo ninguna influencia de la televisión. Lo que veía de niño en ella, series que me gustaban como Perdidos en el espacio, Viaje al fondo del mar, Galería nocturna, Los invasores... no me dejaron ninguna huella y no he tenido ningún interés en ellas de adulto. Hoy en televisión sólo veo películas y documentales, los del Universo son mis favoritos. No sigo ninguna serie. Sólo me interesan un poco las series autoconclusivas como, por ejemplo, Black Mirror.

Nick:  En cambio, el momento debuta profesionalmente se remonta a 1985-1986, cuando "La Crónica de León", el diario de su ciudad diseña el título "Crónica Negra", donde los eventos noticiosos famosos que realmente sucedieron. ¿Cómo fue que la colaboración y lo que representaba para usted en ese momento?

Miguel Ángel Martín:    En realidad, como conté antes, mi primera colaboración fue en El Diario de León. En el año 1985 se empieza a publicar La Crónica de León y es donde empiezo a tener una colaboración periodística habtiual ilustrando la sección de sucesos y el cuadernillo dominical "Crónica Negra". Todos los dibujos ilustraban noticias de asesinatos, robos, catástrofes, etc. Me lo tomé con mucho sentido del humor añadiendo toques "gore" algo nunca visto en un periódico. Fue una sección muy polémica, ha ,ha! Estos dibujos fueron publicado posteriormente en forma de libro por Midons, una editorial ya desaparecida. En este momento estoy preparando un edición ampliada y mas lujosa con Reino de Cordelia mi editor español. Fue una época fantástica de libertad donde todavía la asquerosa y fascista corrección política no se había apoderado de los medios de comunicación y de la sociedad en general. Me divertí mucho haciendo esos dibujos, hoy impublicables en ningún periódico ni siquiera en ese, que, por cierto, tampoco existe ya. Posteriormente a Crónica Negra comencé a publicar en forma de tiras las aventuras de Keibol Black, publicadas en Italia por la difunta Coniglio editore y después las tiras de funny animals Kyire, nuevo europeo.

Nick:  A principios de la década de los 90 se crea su personaje más famoso "Brian the Brain", el niño tiene poderes sensoriales, pero no cráneo. Brian es más o menos la suma de toda su ópera cómica, en la que el trabajo a menudo se utiliza uno de los temas centrales de su obra: la sensación de soledad, la crítica social y la crítica al concepto de "normal". ¿De dónde surgió el interés por estos temas?

Miguel Ángel Martín:     Es parte de la influencia de mis lecturas y de la música electrónica de esa época unido a la curiosidad que tengo por el mundo en el que vivo y la naturaleza humana. Estamos viviendo una época fascinante de cambio radical de sociedad y de "mundo" y lo reflejo en mis comix. En contra de lo que mucha gente piensa, el mundo está yendo notablemente a mejor y no a peor.


Nick:   Mediante la lectura de sus obras, observando tus cómics parecen observar otras constantes. En primer lugar su estilo de diseño me parece una especie de "Walt Disney cumple Buñuel y el underground." También me parece que con la excusa para hablar sobre el futuro en obras como "Brian the Brain" intenta hablar de los males de hoy. Es una reconstrucción de mi mal?

 Miguel Ángel Martín:   Buñuel es otro de mis cineastas favoritos y el surrealismo ha sido el movimiento artístico más libre y rico en imaginación. hay muchos elementos surrealistas en mis comix. En efecto, a pesar de la apariencia futurista de mis comix no estoy hablando del futuro sino del momento actual. El aspecto futurista es sólo formal y una licencia artística (mis coches sin ruedas) No hablo de los males de hoy. Hablo de la naturaleza humana de hoy que es la misma de ayer y será la misma de mañana, a no ser que haya una mutación esspontánea o una modificación genética intencionada. En este caso lo que surgiera de ahí no sería humano sino nueva especie, ha, ha! Yo no creo que el "mundo" (expresión desafortunada para referirnos a lo que es "naturaleza humanan") sea una mierda, lo que creo que es una mierda es la forma de verlo de mucha gente, ha ,ha!

Nick:  Una de las cosas que más afectan a los que leen "Brian the Brain" es como el personaje de Brian es a menudo más humano y sensible a todos los que le rodean. "Era una elección deliberada tuyo?

 Miguel Ángel Martín:   No, nunca he dibujado nada de forma deliberada, excepto en encargos puntuales. Todos mis comix son intuitivos y mi evolución como artista ha sido espontánea, nunca intencionada. Brian the Brain no es más humano que el resto mis personajes, es TAN humando como ellos. Por mucho que no guste oirlo, Stalin (el mayor asesino de masas de la historia), Ted Bundy, Jim Jones, el estrangulador de Boston, un terrorista islámico o Andreas Lubitz son tan humanos como tú o yo. Tan humano es el que exhibe sus emociones como el que las oculta. Tan humano es el que llora como el que no. Yo no juzgo a mis personajes, eso lo dejo para los lectores, ha ,ha!

Nick:   También desde los años 90 vienem en Italia, en particular, se convertirá en un invitado habitual del Napoli Comicon (entre paréntesis también conocimos la primera edición) A mí me parece que tiene un sentimiento especial con el evento y con la ciudad de Nápoles. ¿Me equivoco?

Miguel Ángel Martín:   El Comicon es un festival muy especial para mí. Conozco a Claudio Curcio y a los Alino desde la primera edición, en la que participé junto a Jorge Vacca con la exposición Psychopathia Sexualis. Tuve el honor de recibir allí el Gran Premio Attilio Micheluzzi. He sido su invitado en numerosas ediciones y son muy buenos amigos. El Comicon tiene un ambiente muy especial distinto a otros festivales, sobre todo en la primera época, la entrañable época del Castello (Castel Sant'Elmo) y siempre han cuidado mucho el aspecto artístico y el trato personal. Adoro el Comicon. Y, por supuesto, la ciudad de Nápoles tiene una personalidad apabullante como ninguna otra ciudad. Siempre aprovecho para 'perderme' por sus callejas y disfrutar de su ambiente popular único. El Comicon es impensable sin Nápoles.

Castel Sant'Elmo in Napoles

Nick:  En Italia, sin embargo, no vive sólo experiencias agradables: En 1995-96 su obra "Psychopathia Sexualis" incurre flechas de censura, en particular, fue su época editor Jorge Vacca ( ediciones Topolin) tener más problemas. ¿Nos gustaría seguir los pasos de esa historia? Y en general, ¿cuál es su opinión sobre la censura?

 Miguel Ángel Martín:    Psychopathia Sexualis fue secuestrado de oficio por la Procura de Cremona en el año 1995 bajo la acusación de "inducción al suicidio, homicidio y pedofilia" Después de 5 años de procesos judiciales, la Corte Suprema en Roma absolvió de todos los cargos al editor y el comic hoy es legal. La Purple Press publicó una edición especial con toda la información sobre el caso. Durante todo ese tiempo recorrimos toda Italia haciendo exposciones y participando en mesas redondas sobre la censura. Conocimos mucha gente interesante, algunos llegaro a se buenos amigos y ¡lo pasamos muy bien! Nunca agradeceré lo bastante a la Procura de Cremona que secuestrara el comic y me convirtiera en un dibujante de culto, ha, ha!

Nick:  En los últimos años  tu has  comenzado a colaborar con la revista "Under Dark Fantasy Weird Ground"(UDFWG) editado por la Hollow Press de Michele Nitri. Yo te pregunto de presentar a los lectores de Nocturnia de esta publicación? 

 Miguel Ángel Martín:   Conocí hace unos años a Michele Nitri como uno de mis lectores y gran conocedor de mi trabajo. La ilusión de su vida era ser editor y publicar cosas que le gustaran muy especialmente. Le gusta mucho la fantasía en general. A mí también. Los elementos fantásticos están presentes en todos o casi todos mis comics. Gracias a él descubro la "dark weird fantasy" y a Mat Brinkman, considerado como el padre del género. El propio Nitri me da a conocer a genial Ratigher. Creo que su libro Trama es una obra maestra. También me introduce a los otros dos grandes artistas que son el japonés Tawaray y Paolo Massagli. Y gracias a Nitri comienzo a dibujar "weird fantasy" cuando me propone crear una serie para su proyecto UDWFG

Nick:  En UDFWG está publicando la serie "The  Emanación Machine".  ¿Qué es este cómic?

 Miguel Ángel Martín:    Se trata de una sere enigmática con las características de la "dark weird fantasy", es decir, fantasía, monstruos, alienígenas, personajes deformes, humanos o no, situaciones extrañas, surrealismo (libertad absoluta para dar rienda suelta a la imaginación) y además humor. Universo "martin" en estado puro. Tengo una base argumental sobre la que voy improvisando las diferentes situaciones en cada capítulo.

Nick:  En su país, España, el cómic tiene una larga tradición y, sin embargo desde los años 90 del siglo pasado ha sufrido una larga crisis (sobre todo en el mercado de las revistas). Ahora sabemos qué decir en lugar del estado de salud del cómic en España? Lo que ahora son los personajes y los diseñadores ahora más representativos del cómic español?

  Miguel Ángel Martín:    La crisis del comic no sólo ha sido en España, sino en general. Se acentúa en los 90 con el desarrollo de internet y el auge de los video juegos. El interés por el formato revista se pierde provocando la desaparición de estas: Totem, Zona 84, Creepy... y la última en cerrar El Víbora, donde estuve colaborando desde el año 93 hasta su cierre. Similar en Italia con Blue, Touch, Animals. Esto momento coincide también con el auge de lo que se llama novela gráfica. Se siguen leyendo comics pero de otra manera. El mercado del manga y del comic de superhéroes también experimenta una bajada espectacular en las ventas. Esto son las circunstancias del mercado y del cambio de época. Reconozco, lo apunté más arriba, que estoy bastantde desconectado del mundo del comic y leo muy pocos pero la impresión que tengo es que desde el punto de vista artístico el comic está mejor que nunca. Hay más estilos, temas y ediciones que nunca. Y el nivel gráfico de las nuevas generaciones es de media mucho más alto.

Nick:  Parliamo Ahora la parte técnica de su trabajo: ¿qué tipo de papel que utilice? Prefiero utilizar el lápiz, marcador, o prefieren utilizar técnicas digitales? Y el tiempo que tarda en promedio para hacer una tabla?

  Miguel Ángel Martín:  Utilizo papel Canson para acuarela y dibujo con portaminas, el que uso ahora es Kaweco uno alemán muy bonito. Entinto con estilógrafos Staedtler y coloreo con Ecoline. El ordenador lo uso solo para digitalizar y enviar dibujos por email. Alguna vez añado un color plano o rotulación con mi tipo de fuente. Mi forma de trabajar es totalmente artesanal y hago exposiciones para vender originales.

Nick:  Los planes de futuro: ¿qué estás trabajando ahora y lo que esperamos de Miguel Ángel Martín en un futuro próximo? ¿Puede darnos una vista previa de su trabajo futuro? En particular, volverá de nuevo al personaje de "Brian" o considerar cerrada la serie?

  Miguel Ángel Martín:   Ahora mismo estoy ilustrando Don Quijote de la Mancha. Este año es el IV Centenario de la publicación de la segunda parte del Quijote. Con motivo de este aniversario mi editor español www.reinodecordelia.es va a publicar una edición especial preparada por dos autores expertos en Cervantes que han conseguido fijar un texto más parecido al original de Cervantes. La edición será en dos volúmenes en tapa dura en una caja de cartón y con unas 150 ilustraciones a color. Acabo de entregar a Michele Nitri la tercera parte de The Emanation Machine. Respecto a Brian, la NPE edizioni publicará en Italia un volument con la trilogía completa de Brain the Brain incluendo la tercera parte "Out of my Brain" (viaggio senza ritorno) publicada en España el año pasado. Esta edición especial incluirá además un epílogo y algún material nuevo extra. Tengo también entre manos otro proyecto cinemátográfico con Borja Crespo, director del cortometraje Snuff 2000 y del largo digital NeuroWorld basadas ambas en comics míos, que intentaremos mover a lo largo de este año.

Nick: Bueno Miguel es todo. Gracias de nuevo por tu amabilidad. En saludarte ti vuelvo, la clásica cuestión final de Nocturnia.
¿existe una cuestión de la que habrías hablado con mucho gusto, una cuestión a la cual habrías respondido de buen grado y que por el contrario ti no volví?

Miguel Ángel Martín: No, no particularmente, me haces otra pregunta si lo desea.
Gracias!
M A

Nel Frattempo a Pescara...

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Nocturnia riaprirà definitivamente a settembre, quando -spero- le mie situazioni di vita e di lavoro si saranno assestate, nel frattempo di tanto in tanto farò uscire qualche post.
Nel frattempo lo Zio Nick ha  cercato per qualche giorno di lasciarsi alle spalle le sue preoccupazioni quotidiane trascorrendo una breve vacanza a Montesilvano in provincia di Pescara
E a Montesilvano il giorno 11 luglio ho potuto aggiungere un nuovo tassello alla mia politica di incontri tra bloggers.
Dopo l'incontro milanese di qualche settimana fa quindi era arrivato il momento di organizzare qualcosa di simile con  i miei contatti di rete in Abruzzo
E chi sono i bloggerabruzzesi che conosco meglio ?
Ma naturalmente l'incommensurabile  bradipo e il sempreverde Miki Moz.
Due vere pietre miliari del web in ogni senso e se il primo l'avevo già incontrato l'anno scorso, il secondo ha rappresentato la new entry assoluta.
Ma con entrambi è sembrato che ci conoscessimo e frequentassimo da sempre.
Così Sabato 11 luglio la blogosfera italiana ha tremato scossa nelle sue fondamenta dall'azione di tre zuzzurelloni criminali incoscienti.
Paura, eh?????
Pronti a continuare a leggere? Pronti a scoprire i più reconditi e nascosti segreti del web?
Insomma.... guardate che facce!

Gli eroi della giornata: da sinistra Miki Moz; Emidio il bradipo,
Francesco Legnini il proprietario diBirra Bottega il locale che ci ha ospitato
 e last but not least il vostro Nick Parisi.

 Una  Piccola Fondamentale Premessa: Per quanto mi riguarda un blogger non è e non deve mai rimanere un animale da tastiera ma una persona profondamente inserita nella realtà e nel proprio tessuto sociale. Il web è un supporto importante ma niente sostituirà mai i sani vecchi rapporti personali. E se nasce una condivisione di gusti e di intenti in rete è sempre importante poi concretizzare la nascente amicizia dal vivo (come avrebbero detto i vecchi presentatori televisivi di una volta)
E poi, parliamoci chiaro, a scattarci dei selfie siamo bravi tutti ma cosa c'è di meglio di chiacchierata davanti ad una buona tavolata imbandita?

La cronaca dell'incontro comincia verso le 11:00 quando assieme a Venusia andiamo a prendere il buon Michele Miki Capuano alla stazione ferroviaria del piccolo comune abruzzese. 
Dopo una settimana di contatti telefonici, mail, sms, piccioni viaggiatori, disegnini sulle lavagnette e segnali di fumo la giornata inizia a concretizzarsi con l'abbraccio con il Moz nazionale.

Il Michele \ Miki che finalmente riesco a conoscere di persona si rivela sin da subito esattamente corrispondente all'immagine che se ne può trarre leggendo i suoi post ed anche i commenti che spamma un po ovunque.
Michele però - e questa è una qualità enorme ai miei occhi - si rivela anche una persona molto "vera", di una gentilezza estrema nonché in grado di spaziare da un argomento all'altro nel corso della conversazione.

Lo stesso si può dire del bradipo che ci raggiunge un'ora dopo assieme a tutta la sua meravigliosa famiglia (moglie, due figli e cane ) al Birra Bottega il locale da me scelto per l'incontro.


Questo è il momento in cui grazie alle nostre alte elucubrazioni
abbiamo scoperto il segreto dell'immortalità.
Peccato che subito dopo ce ne siamo dimenticati!
Ho infatti voluto giocare sul sicuro proponendo uno dei miei locali preferiti delle vacanze.
Un Risto Pub specializzato in birre artigianali ( tra cui molte prodotte stesso dal proprietario del locale.
A quanto  quella dei micro e medio birrifici è una realtà molto importante e fiorente nel territorio della regione adriatica e a me piace molto sostenere le specificità locali ( di tutti i tipi anche agro -alimentari).
La scelta pare abbia riscosso successo tra i miei invitati: Miki anche lui produttore di birra simpatizza subito con il proprietario del locale, i figli di Emidio apprezzano il cibo e sopratutto mentre le nostre mogli si raccontano tutto quello che è accaduto nel corso dell'ultimo anno noi tre blogger impieghiamo il nostro tempo chiacchierando amabilmente di cinema, libri e tutte le nostre altre passioni: Miki si rivela un appassionato di poliziotteschi, io ed Emidio ci scambiamo le reciproche impressioni su Gomorra-La Serie ed il sottoscritto rivela un paio di anteprime sui futuri programmi invernali di Nocturnia ( inutile che chiedete sia Miki che Emidio hanno promesso di mantenere il segreto e di non svelare niente nemmeno sotto tortura).


Qui invece avevamo appena scoperto il segreto per un nuovo
combustibile ecologico assolutamente non inquinante.
Purtroppo però ce lo siamo dimenticato subito dopo.

Il pranzo vola via tra un susseguirsi delle birre della casa e di tante ottime portate: taglieri di formaggi e salumi abruzzesi ( in particolare la ventricina era veramente da urlo !);  mezze maniche al ragù di salsiccia e melanzane; spezzatino cotto nella birra e gli incredibili dolci ( il secondo urlo è scaturito fuori grazie ad una fantastica crema catalana )
Inutile dire che a fine giornata abbiamo deciso di ripetere la giornata l'anno prossimo allargando anche la portata dell'incontro.

Per quanto mi riguarda mi piacerebbe col tempo riuscire a creare una vera e propria rete tra bloggers, il tutto finalizzato alla creazione di una vera e propria associazioni, magari con delle vere e proprie conventions. Però prima di arrivare a quel momento forse si potrà pensare ad altri incontri.
Ecco, una delle cose a cui sto pensando- per l'anno prossimo- è un incontro anche con gli amici piemontesi e liguri,magari da gestire durante il Salone de Libro di Torino in maniera da poter coinvolgere quante più persone possibili.
 Voi cosa ne dite?

Momento Commovente della Giornata: l'abbraccio tra noi che sembrava ci conoscessimo e frequentassimo da una vita.

Momento Splatter della Giornata: quando quei simpaticoni di Trenitalia hanno deciso di rovinare la giornata cancellando all'ultimo momento - senza spiegazioni - il treno che Miki avrebbe dovuto prendere al ritorno.
Poco male! Durante l' ora e mezza che abbiamo dovuto aspettare in Stazione per il treno successivo io e Miki abbiamo avuto modo di trovare la trama per il prossimo grande successo letterario italiano.
Peccato che subito dopo ce lo siamo dimenticato!
P.s.
Per chi fosse interessato ecco il post del bradipo che descrive la giornata trascorsa.

GUARDIANI DELLA GALASSIA (2014)

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Il giovane Peter Quill, subito dopo la morte per cancro della madre viene rapito da un gruppo di predoni extraterrestri chiamati Ravagers.
Quill cresce nello Spazio, diventa uno di loro, ma durante una missione quando ruba una misteriosa sfera chiamata Orb attira troppe attenzioni su di sè.
C'è l'estremista Ronan detto il distruttore che gli sguinzaglia dietro la sicaria Gamora, ci sono due bizzarri cacciatori di taglie: l'albero vivente Groot ed il procione geneticamente modificato Rocket Racoon che cercano di catturare il predone.
C'è però anche l'impero dei Nova che vorrebbe impedire a Ronan d'impossessarsi della sfera Orb.
Ma dietro tutto c'è il tiranno Thanos che soffia sulle braci della precaria pace galattica per scatenare un nuovo e più distruttivo conflitto tra le razze e tra i mondi abitati.
I nemici saranno quasi obbligati a trasformarsi in alleati: catturati dall'Impero Nova e condotti in prigione Peter Quill; Gamora; Groot e Rocket Racoon dovranno unire le forze per cercare di scappare prima e sopravvivere poi.
Con loro ci sarà anche un altro prigioniero chiamato Drax il Distruttore che vorrebbe vendicare la morte della sua famiglia perita per mano di Ronan.
Sono nati i Guardiani della Galassia.

Nei mesi scorsi ne hanno parlato un po ovunque.
Quasi sempre in maniera entusiastica.
PerGuardiani della Galassiasono anche stati scomodati progenitori e confronti illustri, in molti ci hanno voluto vedere una sorta di Star Warsaggiornata agli tempi recenti.
Immagine vera ma sicuramente parziale e non certo conclusiva.
Di sicuro Guardiani della Galassiaè stato una delle pellicole evento dell'anno che si è appena concluso, ma è anche stata quella su cui i Marvel Studios avevano  maggiormente puntato gli occhi all' interno di quella che loro stessi avevano ribattezzato come "fase due".
 Prendere un gruppo di Supereroi  se non minori sicuramente secondari e renderli protagonisti di un  blockbuster non era sicuramente facile.
Non dico una sfida rischiosa, però sicuramente c'era qualche incognita in più rispetto a personaggi  come gli Avengers o ad Iron Man.

Probabilmente per questo si è voluto dotare il film di diverse anime.

C'è il riferimento già ricordato ad un modo per concepire il Cinema avventuroso e l'epica spaziale che possiamo far risalire proprio a Star Wars, ma che almeno secondo me più che come paragone diretto potremmo considerarlo come esempio, come prototipo a cui guardare, come tipologia di temi a cui ispirarsi, al massimo.

Ed ecco quindi che abbiamo uno scenario intergalattico, Imperi in lotta tra loro, infinite razze aliene che convivono più o meno pacificamente tra loro; Pianeti esotici e per finire un villain, un malvagio con la M maiscola come Ronan l' Accusatore (un  Lee Pace fresco reduce dall'aver interpretato l' Elfo Thranduil nella trilogia de Lo Hobbit ) con la volontà di cancellare intere civiltà, così come non mancano le armi di distruzione di massa talmente potenti da risultare inconcepibili.

C'è anche Peter Quill alias Star- Lord  (  interpretato da  un sorprendente Chris Pratt ) il classico l'eroe in cerca del suo passato, così come non ovviamente l' eterogeneo gruppo dei buoni, degli anti eroi, anzi degli eroi per caso che si uniscono a lui  con le loro dinamiche interne, i loro conflitti interpersonali che ancora più ovivamente finiranno per trasformarsi in stima e rispetto reciproci.
Insomma, in Guardiani della Galassia vengono proposti tutti temi usuali della più classica fantascienza cinematografica.
Niente di nuovo sotto il sole, niente che non si sia già visto centinaia di altre volte al Cinema.
Quello che cambia in questo caso non è "quello" che viene descritto, "quello" che viene detto, ma è il "come" viene descritto, il "modo" in cui le cose vengono raccontate.
E' in parole povere l'equilibrio generale  di tutte le componenti del film che funziona, l'alternanza dei tempi comici a quelli epici, dai momenti fracassoni  - che pure non mancano - a quelli drammatici.
Guardiani della Galassiaè uno di quei, sempre più rari, film in grado di non prendersi sul serio senza però mai scadere nel ridicolo. E dove l'utilizzo di tutti gli stilemi narrativi, non si trasforma nell'ennesimo vuoto videoclip, l'ennesimo frullato modaiolo senza anima ma semmai si riesce a trattare cose già dette centinaia di altre volte, in maniera da farle sembrare nuove e fresche senza nemmeno sminuire il risultato finale.



C'è anche ovviamente il legame con l'universo dei personaggi della Marvel - sia quello originale dei comics editi dalla Casa delle Idee, ma anche quello dei film precedenti - ed infatti ci  sono tutta una serie di riferimenti alle altre pellicole ( in primis lo stesso Avengers con la presenza di Thanos e del suo scagnozzo The Other  ed anche di  Thor: the Dark World con la ricomparsa del Collezionista  interpretato da Benicio del Toro )

Ma bisogna considerare anche un terzo aspetto in questo film.
E non possiamo farlo senza considerare l'importanza dell'influenza del suo regista.

La Marvel ha quasi sempre cercato di affidare la regia delle sue produzioni a cineasti veri, non a semplici shooters ma a gente dotata di una propria sensibilità personale, artisti capaci - pur nel rispetto della continuità stilistica della serie - di lasciare la propria impronta personale al girato ( a parte poche eccezioni come l' anonimo Marc Webb dell' orrido The AmazingSpider- Man 2: Il Potere di Electro); finora gli esempi più lampanti a testimonianza di  questa filosofia erano stati Joss Whedon e Kenneth Branagh ma in questo caso la produzione compie un ulteriore passo in avanti designando come regista di Guardiani della Galassia il talentuoso James Gunn.

Gunn proviene  dal mondo dell'horror, per anni ha infatti lavorato per la Troma Entertainment la piccola casa di produzione cinematografica indipendente specializzata in film dall'alto tasso di gore ed umorismo in veste di sceneggiatore e di regista, suo infatti era la responsabilità per quel piccolo gioiello del trash che fu Tromeo and Juliet in seguito lasciata la Troma, James Gunn ha diretto nel 2006 il  capolavoro  splatter intitolato Slither.
Tutte esperienze che il cineasta mette al servizio di questa produzione
Oltretutto, divertendosi un mondo al farlo.

Il film contiene per questo tutta una serie di citazioni e di rimandi ai precedenti lavori del regista.
Ed anche tutta una serie di guest star e di camei spesso però, facilmente riconoscibili solo agli occhi degli spettatori più esperti.
Dai tempi della Troma proviene ad esempio il cameo del patron di quella casa di produzione Lloyd Kaufman a suo tempo mentore proprio di Gunn ed ancora suo grandissimo amico, mentre daSlither arrivano gli attori Gregg Henry ( compare all'inizio del film nel piccolo ruolo del nonno di Peter Quill ) e Michael Rooker ( nella parte ben più corposa del criminale Yondu il capo dei Ravagers), nonché un minuscolo cameo vocale di Nathan Fillon. pearticolare questo - ovviamente - andato perso col doppiaggio italiano..
Quasi come se il regista sentisse il desiderio di chiudere tutti i conti con il suo passato lavorativo.


Non è solo questo comunque.
Guardiani della Galassiacontinua la tendenza, esplosa fin dai tempi del Batman nolaniano-  di far interpretare anche piccoli ruoli ad attori conosciuti, o comunque facilmente riconoscibili al punto che risulta difficile poterli citare tutti, tanti che sono.
 Elemento questo che per il cinephile rimane un valore aggiunto.
Non si può non citare comunque, perlomeno la star Glenn Close. Oppure  Karen Gillan la giovane attrice inglese proveniente dal mondo di Doctor Who  ( in quella serie era stata Amy Pond, una delle companion più amate del Dottore) ma qui risulta talmente truccata da risultare quasi irriconoscibile  nel ruolo della malvagia Nebula. Oppure l'altro attore britannico Peter Serafinovicz, uno dei comprimari di lusso di Shaun of  the Dead

Ma, il merito della riuscita del film deve essere riconosciuto in primo luogo al cast principale.
Se del Peter Quill di Chris Pratt abbiamo già detto, vanno sicuramente ricordati anche Zoe Saldana che veste i verdi panni di Gamora, va detto di come ormai l'attrice di origine dominicano-portoricana sia praticamente abituata a recitare sotto pesante make up sin dai tempi di Avatar.
Molto bravo anche il wrestler Dave Bautista, ultimo di una lunga serie di lottatori che cerca di riciclarsi in veste di attore e che in questo caso dimostra anche di saper recitare il minimo indispensabile per non sfigurare.

Sono però i due personaggi resi in motion capture ad aver attirato la maggior parte delle attenzioni: naturalmente sto parlando dell'uomo albero Groot  con la sua unica espressione tormentone "Io sono Groot" (doppiata nell'originale da Vin Diesel)  ed il burbero procione intelligente Rocket Racoon.
I loro battibecchi, la loro complicità forniscono quello che io chiamo l'apporto della filosofia  disneyana alla pellicola, e per filosofia disneiana intendo la descrizione dell'amicizia tra due esseri che si sentono e sanno di essere profondamente diversi da tutti quelli che li circondano e per questo sviluppano una profonda e sincera simbiosi.

La semplicità che si trasforma in visione epica, l'incontro degli stili che riescono a compenetrarsi tra loro, la rielaborazione della più classica space opera aggiornata agli anni duemila, battaglie spaziali, personaggi ed attori indovinati che riescono ad interagire in maniera ottimale tra loro questo è Guardiani della Galassia.
Niente di nuovo sotto il sole.
Ma la cosa più importante è che, almeno in questo caso, tutte queste cose messe assieme funzionano.



Ma funzionano perché dimostrano che si può realizzare un film commerciale senza sacrificare non dico la qualità ma perlomeno una certa coerenza nella realizzazione.
Guardiani della Galassia non sarà certo il nuovo Star Wars, e del resto, come potrebbe?
Però di sicuro, tra tutti i film prodotti ultimamente è forse quello che si avvicina maggiormente a quella filosofia, a quel modo di fare cinema di fantascienza.

Una Mia Intervista su "Terre di Confine #4" !

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Ciao a tutti!
Rompo per un attimo la mia lontananza dal blog (ma non vi preoccupate a settembre Nocturnia riprende alla grande! Anzi sto già preparando alcune succulente interviste) Nel frattempo, con molto piacere vi segnalo che una delle mie precedenti interviste è stata ristampata sulla rivista online Terre di Confine 
Ritengo di essere in buona compagnia dal momento che in questo numero di TdC è presente la creme de la creme della blogosfera e del fandom italiano, molti li conoscete già se frequentate questo blog, e quindi ho- una volta tanto- spezzato il mio Splendido Isolamento facendo apparire una mia intervista al di fuori dei soliti canali presso cui collaboro.
Il risultato mi sembra ottimo, voi cosa ne dite?
E adesso lascio la parola al comunicato ufficiale di TdC:


E’ online TdC Magazine n. 4!

La rivista di cultura fantastica

Come sempre rilasciata in forma totalmente libera, sfogliabile on-line o scaricabile tramite ISSUU. 
Ecco il link: 
Cari Lettori, ben ritrovati al quarto appuntamento con la vostra TdC Magazine! In questa introduzione ai contenuti è un piacere ringraziare La Bottega del Barbieri, che ha contribuito alla sezione Letteratura con il gustoso articolo su Harlan Ellison e la recensione de La Svastica sul Sole curati, rispettivamente, dall’astrofilosofo Fabrizio Melodia e dal boss Daniele Barbieri in persona. La sezione antologica si avvale anch’essa degli scritti di bottegai DOC come Riccardo Dal FerroFabio Lastrucci e Mauro Antonio Miglieruolo, con l’imprescindibile Andrea Carta (per l’occasione trasmigrato dalla sezione Fumetti) a completare il canonico quartetto di fantaracconti. Gradito l'esordio su TdC dei booksblogger Agnese Mignozzi e Michele Del Vecchio, e di Solange Mela con un nuovo capitolo di ‘Stile e Dintorni’; Nicola Parisi si è adoperato a intervistare un sempre in forma Silvio Sosio, e dalla Colonia Lunare l’immancabile Marco Pulitanò ci parla di una droga virtuale chiamata Snow Crash.
I fan e controfan di Lost si saranno poi chiesti cosa mai contengano i misteriosi cofanetti con la S. cubitale che J.J. Abrams ha disseminato in tutte le librerie del globo terracqueo: ebbene il nostro buon Luca Germano è qui per soddisfare anche questa curiosità.
Nella sezione Cinema e TV, The Obsidian Mirror ci regala stavolta un articolo ricco di approfondimenti sulla saga coreana Whispering Corridors, una pentalogia di film horror accomunati dall’ambientazione scolastica e da un sapore psicologico squisitamente orientale; Lucia Patrizi ci conduce invece alla riscoperta dell’affascinante Dark City. Lo spazio telefilm propone Kronos, grazie al gusto vintage di Cuccu’ssette e all’ormai abituale collaborazione con SerieTV.net. L’anime di turno è l’apocalittico Ideon, trattato con la consueta sagacia dal duo asteroidale Jacopo Mistè e Simone Corà, e sigle gentilmente tradotte da Cristian Giorgi.
Veniamo al doppio appuntamento con i fumetti: incursione di Orlando Furioso in pieno periodo maccartista con Fighting American, e discesa di Leonardo Colombi negli abissi psicanalitici di Homunculus.
Ultime ma non ultime due succose gallerie fotografiche (con la novità del nuovo ‘Cosplay Corner’), a corredo delle interviste curate da Davide Longoni: abbiamo incontrato per voi il talentuoso concept artist messicano Michel Omar B., e l’italianissima NadiaSKbest performance al World Cosplay Summit 2014.
Cos’altro mi resta dunque da aggiungere, se non: lunga lettura e prosperità!
Massimo De Faveri

Ass. Cult. Terre di Confine

Il Ritorno del Blogger Prodigo.

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Detto tra noi, io l'ho sempre odiata la parabola del "figliol prodigo". Mi è sempre sembrata una enorme presa per i fondelli rispetto al figlio che si è sempre comportato bene nei confronti del padre: anni e anni di sacrifici e di duro lavoro e poi in cinque minuti arriva il fratello scapestrato, quello che non solo si è mangiato la sua parte di eredità ma che ha mandato al diavolo la famiglia e che adesso torna solo per bisogno ed ecco che il padre lo perdona, addirittura ammazza il vitello grasso per 'sto debosciato mentre l'altro fratello che si è sempre sacrificato si ritrova praticamente nemmeno cagato di striscio.
Sinceramente, è o non è una grossa presa per i fondelli nei confronti di tutte le persone che si comportano bene?
Però, detto questo, l'occasione era troppo ghiotta per non parafrasare nel titolo quella vecchia parabola.
E ovviamente, la mia situazione non c'entra nulla con quella del figliol prodigo, semplicemente torno dalla chiusura estiva del blog, levo un poco di polvere e di ragnatele da questa mia casa virtuale e torno in azione.


Ora, la mia situazione lavorativa non è cambiata (si ci sono stati dei piccoli passi in avanti ma si tratta ancora solo di palliativi), bisogna insistere e sopratutto: resistere, resistere, resistere come diceva qualcuno prima di me.

Parliamo del blog: in questa lunga estate un paio di miei vecchi articoli mi sono stati richiesti da riviste e altri siti. Inizialmente c'è stata la mia  intervista con Silvio Sosio, ristampata su Terre di Confine. Poi è arrivato il momento di un mio vecchio post apparso già in passato anche su IFET ristampato sul blog collettivo True Fantasy ( in futuro credo che anche altri miei vecchi post saranno riproposti su True Fantasy, niente di inedito perché i miei sforzi  andranno tutti per Nocturnia, però niente vieta la concessione di altri post per quel blog collettivo gestito benissimo da Alessandro Iascy)



In questo periodo estivo inoltre la curiosità mi ha spinto ad iscrivermi su Facebook, social su cui ho ancora dei dubbi ma che servirà a ritrovare vecchi amici, a contattare i miei futuri intervistati e a diffondere e condividere i miei articoli ed anche su Facebook.
Quindi quelli che tra voi vogliono possono trovarmi anche all'account Nick Parisi

Nocturnia riprende quindi, per adesso durante il mese di settembre ci sarà un post ogni tre/quattro giorni per poi aumentare il ritmo con l'autunno inoltrato.

Un piccolo sguardo a quello che ci aspetta adesso è d'obbligo: per quanto riguarda le interviste ripartiamo alla grande con la scrittrice italiana Cristiana Astori, a fine mese continua e termina il mio focus sul fumetto portoghese con l'intervista con la disegnatrice Joana Afonso e, forse, con quella famosa scheda che continuo a promettere e a rimandare da tempo.
Per quanto riguarda i mesi successivi ci saranno altre sorprese succulente, posso già anticipare una bella conversazione in esclusiva con il maestro dell'horror Graham Masterton, ma tanto altro arriverà.
Non mancheranno alcune schede dedicate ad alcuni caratteristi del cinema italiano, un articolo su Jack Vance di cui pochi giorni fa è ricorso l'anniversario della morte e recensioni cinetelevisive ( Warehouse 13; Guardiani della Galassia e Agents of  S.H.I.E.L.D ) e letterarie (Arresto di Sistema per Zona42)
Vi piacciono i misteri? Bene, vi assicuro che ne arriveranno un paio veramente tosti, roba da far impallidire la vicenda della Black Dahlia.

Cristiana Astori.

Questa estate che si sta avviando alla sua malinconica fine è stata un disastro per noi appassionati, gravida di scomparse illustri: abbiamo cominciato con la morte dell'icona Christopher Lee ed abbiamo terminato con quella recentissima e tristissima di Wes Craven, in mezzo un mare di scomparse che ci stanno lasciando soli in un più vasto oceano di nulla dal momento che- sbaglierò- ma al momento non vedo poi così tanti eredi in circolazione.

Per quanto invece riguarda il sottoscritto, oltre alla ricerca di lavoro, ho approfittato dell'estate per leggere (non quanto avrei voluto), guardare film e telefilm (non quanto avrei voluto), rinsaldato vecchi e nuovi legami ( non quanto avrei voluto ), mangiato ( più di quanto avrei dovuto, lo ammetto!) e se le vacanze abruzzesi sono state fantastiche nemmeno i soliti vicini che hanno il mondo in odio sono riusciti a rovinare il ritorno al mio amato Veneto ( e per dirlo un napoletano vuol dire che forse Garibaldi qualcosa di buono l'ha fatta in definitiva!)
Adesso si ricomincia piano piano, giusto qualche altro giorno di pazienza per eliminare tutte le ragnatele e gli spifferi da questo luogo virtuale.
Mi siete mancati tutti quanti gente, ma questo lo sapete, vero?

TUTTO QUEL THRILLER: TALKING ABOUT CRISTIANA ASTORI.

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Cosa ne dite, ritorniamo a bloggare?
Si ricomincia alla grande presentandovi una bella intervista con la scrittrice noir e dark Cristiana Astori. Fedele alla traduzione nocturniana faccio precedere l'intervista da questa scheda. Dal momento che la stessa intervista è stata possibile grazie ai buoni uffici del "blogger senza blog"Marco Lazzara, a fine della scheda troverete come bonus anche un piccolo racconto- omaggio scritto proprio da Marco e dedicato a Susanna Marino, il  personaggio inventato dalla Astori nella sua serie più conosciuta.
Spero che la sorpresa sia di vostro gradimento.

Originaria di Fossano nel cuneese, la Astori - come lei stessa confessa- comincia a immaginare storie sin dalle elementari e dopo la  laurea in psicologia non fa altro che confermare la sua inclinazione. Da quel momento in poi l'arte, la narrativa sarà lo sbocco privilegiato dell'attività professionale di Cristiana.
Un attività diversificata sotto varie forme, ma che avrà sempre un unico comune denominatore, l'incontro tra letteratura e cinema.  Vengono differenziati anche i campi d'intervento: critica cinematografica ( attività per cui nel 1998 vince il premio Ferrero ), sceneggiatrice, traduttrice ma sopratutto autrice di romanzi e racconti con sfumature thriller ed horror.
Tra le prime cose pubblicate, quelle che cominciano a farla conoscereai lettori ci sono diversi racconti pubblicati a partire dal 2004 su M-Rivista del Mistero ed una graphic novel scritta l'anno precedente intitolata L'Amore ci Separerà di cui la Astori scrive i testi mentre Alberto Lingua esegue i disegni per i tipi di De Falco Editore. Però sarà un antologia pubblicata un paio di anni dopo ( nel 2006 precisamente) a consacrare definitivamente il talento della Astori.
L'antologia in questione si chiama Il Re dei Topi e altre Favole Oscure ( Alacran Editore ) ed è un viaggio  verso il cuore nero delle fiabe, un omaggio al confine tra il mondo della realtà e quello dell'irrazionale. La scrittrice piemontese da un lato recupera gli aspetti più antichi della tradizione popolare ( le fate non sono le creature angeliche dei film Disney ma esseri che si divertono a giocare con gli esseri umani e che oltretutto rivelano spesso totalmente indifferenti ai nostri destini; i mostri sono realmente creature che ispirano al tempo stesso fascino e repulsione e così via) dall'altro lato compie un opera a mezza strada tra la modernizzazione dei temi e la citazione delle opere di scrittori come Stephen King; di registi come Pupi Avati e le atmosfere di telefilm come The Twilight Zone.
Si tratta di storie nere in tutti i sensi in cui l'autrice mixa il meglio dei generi fiaba ed horror.

Nel corso degli anni la raccolta verrà ristampata diverse volte, anche in edizione reloaded ottenendo una grande attenzione (ed anche una inedita frase di lancio scritta appositamente per l'occasione dal grande scrittore americano Joe Lansdale,)


La fama della scrittrice si rinsalda ulteriormente grazie ad una manciata di romanzi: si comincia con Tutto Quel Nero uscito nel 2011 sul Giallo Mondadori, il primo in cui compare il personaggio di Susanna Marino, vero e proprio alter ego della scrittrice.
Susanna Marinoè un personaggio credibile, forte e fragile al tempo stesso, spesso vittima di attacchi di narcolessia e dotata di una grande passione per la cinematografia horror, passione che la fa spesso finire al centro di complessi e pericolosi intrighi e che finiscono immancabilmente per far incappare la giovane in pellicole maledette o semplicemente scomparse ( un argomento, che come sapete, qui su Nocturnia siamo molto sensibili)
Infatti,Tutto quel Nero viene incentrato sulla figura della scomparsa attrice iberica Soledad Miranda, compagna e musa del regista Jess Franco e su una pellicola perduta intitolata Un Dia en Lisbona interpretata dalla stessa Miranda.

Particolare interessante: storicamente erano sorte numerose leggende metropolitane su Un Dia en Lisbona, tutte queste dicerie erano imperniate sulla convinzione che il film s contenesse numerosi presagi sulla futura morte dell'attrice avvenuta diversi anni dopo proprio a Lisbona durante un drammatico e misterioso incidente d'auto.  
L'attrice aveva da poco compiuto  27 anni.


Particolare ancora più interessante: grazie anche all'uscita di Tutto quel Nero poco dopo il film è stato effettivamente ritrovato.

I toni quasi onirici e poetici del romanzo, l'effettiva passione per la materia conquistano i lettori facendo in modo che la giovane protagonista Susanna Marino possa essere ripresentata in altre occasioni: nel 2012 infatti viene stampato il secondo capitolo Tutto quel Rosso mentre più di recente giunge l'altrettanto bello Tutto quel Blu che prosegue le avventure della giovane ricercatrice di film.

Ma sarebbe riduttivo limitarsi a considerare l'attività letteraria della nostra ospite parlando solo di questa serie:  meritevole di segnalazione è anche l'eBook  Il Buono, il Bruto e la Bionda
 Più alcuni racconti ospitati in varie antologie tra le quali segnalo Notturno Alieno pubblicata da Bietti nel 2011 e la splendida Eros &Thanatos (SuperGiallo Mondadori ). Senza dimenticare la sceneggiatura della storia a fumetti  Per il Verso Sbagliato uscita sullo speciale Dylan Dog Color Fest # 11 nel corso del 2013 e disegnata dal veterano Ugolino Cossu.



Importante anche l'attività di traduttrice esercitata  per lungo tempo da Cristiana Astori.
Oltre al già ricordato Lansdale, l'autrice ha lavorato alla resa della versione italiana dei romanzi di scrittori come Kim Newman; Douglas Preston e - per finire- anche  del ciclo di Dexter ( si, proprio lui il  Killer dei Serial Killers) nato dalla penna di Jeff Lindsay.
 In definitiva quella della Astori è una figura a tutto tondo, una delle voci più interessanti venute alla ribalta in questi ultimi anni e che merita di essere conosciuta sia dagli appassionati del genere Thriller sia da quelli del perturbante.
Tra pochi giorni vi proporrò la bella intervista che la scrittrice mi ha concesso.

BONUS CARD: UN RACCONTO INEDITO DI MARCO LAZZARA

Tutto Quel...

Susanna sedeva sola nella stanza. Si trovava lì da molto, quanto non avrebbe saputo dirlo. Col tempo, aveva maturato l’impressione di esservi comparsa un po’ per volta, prima di concretizzarsi e manifestarsi in maniera definitiva.
Era una ragazza carina, anche se con un’aria distratta, svanita, da eterna stanca. Era piuttosto magra, con piccoli seni e un sedere asciutto, e le lunghe gambe ne accentuavano queste caratteristiche. I capelli castani, composti da ricci disordinati in maniera a volte seccante, le arrivavano fino al fondo della schiena. Erano governati da una semplice pinza, che aveva l’arduo compito di tenerne assieme la complicata struttura. Il fatto era che non aveva mai molta voglia di tagliarli. Una ciocca sfuggì e le finì davanti agli occhi. Infastidita, la raccolse e se la portò dietro l’orecchio.
Indossava un paio di jeans e una camicetta da pochi soldi, e ai piedi portava scarpe da ginnastica, quasi sempre. Quelle col tacco, mai, se poteva farne a meno: le facevano spesso rischiare di inciampare.
Lanciò un’occhiata all’unica sua compagnia nella stanza: un topo di peluche con una corona poggiata sulla testolina. L’aveva soprannominato il Re dei Topi, come ne Lo Schiaccianoci.
Alle volte Susanna sembrava come addormentarsi e poi sognare. Non sempre però i sogni erano belli. In uno di essi, ricordava, era stata avvolta dal nero, ombre scure la perseguitavano e avrebbe solo voluto gridare e scappare via e nascondersi in qualche luogo sicuro. Un’altra volta era stato il rosso il colore dominante, ma non era stato poi così terribile: sembrava in qualche modo misterioso sfuggire ai suoi occhi, mentre sognava di camminare sopra i tetti, senza vestiti, con la città che le si stendeva ai piedi e nell’aria le note di Love Will Tear Us Apart. E poi ancora nel blu, ma non quello del cielo o del mare: era un blu spento, slavato, invecchiato, che le aveva messo addosso una grande malinconia.
La porta nella stanza si aprì e una figura si stagliò nel riquadro di luce. Susanna alzò la testa e un’espressione di gioia le si dipinse in volto. Era una giovane donna dai capelli rossi. Era di qualche anno più grande di lei, anche se molto più bassa. Corse ad abbracciarla.
«Vieni, Susanna, andiamo» le disse, guidandola con gentilezza fuori della stanza.
Susanna le diede la mano e la seguì. Lungo i corridoi di quel luogo, appesi alle pareti grigie, c’erano dei ritratti. Susanna cercò di osservarne il maggior numero possibile. Una barchetta di carta colta un attimo prima di cadere in un tombino. Un corvo. Una scena surreale con un dinosauro. Un uomo in borsalino e impermeabile che fumava nell’oscurità. Dei libri che bruciavano. E molti altri ancora.
Quando emersero all’esterno, si trovarono all’ombra di un grosso edificio che si innalzava a punta. La gente di quella città lo chiamava affettuosamente Mole.
«Questa volta lavorerai qui» le disse la rossa.
«Guiderò le comitive dei turisti?» chiese speranzosa.
«Non proprio. Vai, Susanna, ti stanno aspettando
Susanna annuì rassegnata e si avviò verso l’ingresso. Si volse un momento indietro e, prima di sparire all’interno, disse sorridendo: «I miei piedi hanno finalmente preso posto sulla terra, ma io mi sono guadagnata un bel posticino tra le stelle. A presto, Cristiana

CRISTIANA ASTORI: L' INTERVISTA COMPLETA!

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Benvenuti!
Oggi vi propongo l'intervista completa con la scrittrice Cristiana Astori.
Ringrazio Cristiana per la gentilezza con cui si è prestata alle mie domande ed anche per la simpatia dimostrata. Nonché per la pazienza dimostrata nell'attesa che l'intervista fosse da me postata.
Ringrazio ancora il BloggerSenzaBlog  Marco Lazzara che ha reso possibile l'intervista, mentre a quelli tra voi che volessero approfondire la conoscenza, QUI trovate la mia scheda sulla scrittrice.
Buona lettura!

Nick: Ciao Cristiana, Benvenuta su Nocturnia! Come prima domanda ti chiedo di parlarci dei tuoi inizi e del momento in cui hai deciso di diventare una scrittrice.

Cristiana Astori: Ciao Nick, e grazie per l'invito! I primi momenti in cui ho cominciato a scrivere risalgono alle elementari: abitavo di fronte a un cinema e mi divertivo a inventare storie prendendo spunto dalle locandine dei film horror vietati ai 14 che esponevano fuori. Mi ispiravano pure le gite di classe: ricordo una volta che ci avevano portati al Museo egizio e obbligati a scrivere una relazione sulla visita: io l'avevo svolta con precisione, ma alla fine avevo inventato di esser rimasta chiusa nel museo al buio ed essere inseguita da una mummia. L'insegnante si era preoccupata, temendo che mi fossi spaventata durante la visita, in realtà mi ero divertita molto, soprattutto a raccontarlo. Riguardo al momento in cui ho deciso di diventare scrittrice, lo ricordo bene: avevo sedici anni e, appena finito di leggere It di King, avevo esclamato: “Io da grande voglio scrivere roba così!

Nick: Quali sono state le tue maggiori influenze letterarie ? Quali sono stati gli scrittori che ti hanno influenzato maggiormente, come lettrice prima e come scrittrice poi? Lo stesso vale naturalmente per i film, serie televisive, musica e tutto quello che ti viene in mente.

Cristiana Astori: Qui l'elenco sarebbe lungo... Comunque tra i principali scrittori che mi hanno emozionato e sono diventati miei modelli cito senz'altro Stephen King, Edgar Allan Poe, Joe Lansdale, Alessandro Manzoni, Joyce Carol Oates, Hans Christian Andersen, Donald Westlake, Raymond Chandler, Emilio Salgari e Ray Bradbury. Sono un'appassionata di fumetto, e devo molto a gente come Frank Miller, Garth Ennis e Neil Gaiman. Se poi si parla di cinema ho un debito enorme con un'infinità di registi, tra cui John Carpenter, Dario Argento, Jess Franco,George Romero,Lucio FulciCronenberg David Lynch. Molte colonne sonore mi ispirano durante la scrittura, ma l'anima delle mie storie risiede nella poetica e nella musica di Bruce Springsteen, oscura e solare nello stesso tempo.

Nick: In un paio di occasioni ti sei definita come una "proto- Nerd". Ce la spieghi questa affermazione?

Cristiana Astori: Ah, possibile! Forse mi riferivo al fatto che da ragazzina quando ancora non esisteva internet ed era più complicato seguire i propri interessi, io lo facevo ugualmente: mi inventavo da sola le t-shirt più strane con scritte sanguinanti o copiando personaggi dei fumetti (non sono mai stata capace a disegnare!) e, pur vivendo in un paesino di poche anime e frequentando una scuola piuttosto chiusa, non rinunciavo a coltivare i miei interessi, anche grazie a un amico come me appassionato del genere con cui ci scambiavamo libri e film introvabili, partecipavamo a festival, provavamo a girare corti eccetera. Ora essere nerd è molto diffuso, ma mi chiedo -ora che è tutto così facile - quanto sia davvero una passione e quanto una moda.

Nick : Si può essere buoni scrittori senza essere buoni lettori?

Cristiana Astori: Assolutamente no. Infatti amo scrivere ciò che amo leggere. La lettura fa nascere quella passione che poi alimenta le mostre storie, oltre che dare forma e profondità al ritmo e allo stile.

Nick: Se non ricordo male i tuoi primi lavori pubblicati sono stati la graphic novel "L'Amore ci Separerà" di cui scrivi il soggetto a cui seguono - nel 2004- alcuni racconti su M-Rivista del Mistero. In quei casi i tuoi ciceroni letterari sono stati Andrea Carlo Cappi ed  AldaTeodorani, vorrei che tu per noi tornassi con la memoria a quei giorni e ci raccontassi di quei due lavori e di cosa hanno significato per te e per la tua carriera.

Cristiana AstoriAlda Teodorani è stata la prima “scrittrice vera” ad apprezzare i miei racconti, e a propormi ad Andrea Carlo Cappi per collaborare a M-Rivista del Mistero: le sono infatti grata per aver creduto nella mia scrittura. “L'amore ci Separerà” è nato infatti dalla collaborazione con il disegnatore Alberto Lingua e dall'idea di inventare una storia incentrata su un'antica leggenda del mio paese riguardo a una ragazzina indemoniata. La storia riunisce due tematiche allora contrastanti, l'amore e l'horror... oggi potrebbe sembrare un'anticipatrice del paranormal romance, anche se è a tinte forti e priva di melensi sentimentalismi. Grazie ad Andrea Carlo Cappi ho poi avuto la possibilità di pubblicare su “M-Rivista del Mistero”, una rivista che era un po' il “Black Mask” del noir italiano e il cui storico marchio è tornato da poco in libreria con una neonata collana editoriale di qualità. Cappi ha deciso di scommettere su di me e ha raccolto alcuni di questi miei scritti nell'antologia “Il Re dei Topi e altre Favole Oscure”, antologia che ha ottenuto il plauso del grande Joe Lansdale.


Nick: Infatti uno dei tuoi lavori più conosciuti è proprio la raccolta "Il Re dei Topi ed altre Favole Oscure" del 2006 in cui accosti horror, thriller e temi sociali ( il racconto "Il Re dei Topi"è una metafora ed al tempo stesso una condanna della violenza sui bambini) . M'incuriosisce molto l'accostamento delle parole "favole" con "oscure", per quali motivi hai voluto effettuare questo accostamento?

Cristiana Astori: In realtà tutte le fiabe sono oscure... la maggior parte, dai fratelli Grimm ad Andersen, contengono tematiche violente e inquietanti, oltre a essere esplicitamente horror: si pensi ad Hansel e Gretel, a Cappuccetto Rosso, a Barbablu ecc. Chesterton diceva che le fiabe raccontano ai bambini dei mostri e dei draghi non per farli crescere nel terrore, ma per dimostrargli che si possono sconfiggere. E questa è la mia idea alla base del Re dei Topi: usare la metafora della favola per calarsi nel buio per poi uscire a vedere la luce.

Nick: Ed è qui che arriva l'apprezzamento di Joe Lansdale, giusto?

Cristiana Astori: Già... avevo incontrato Lansdale al Noir in Festival Courmayeur durante la lavorazione dell'antologia e mi ero fatta autografare la rarissima edizione Urania della Notte del Drive In che custodisco come un cimelio. Dopo una simpatica chiacchierata sui nostri fumetti preferiti non mi sarei aspettata che accettasse di leggere alcuni miei racconti tradotti in inglese e di scrivere lo splendido blurb per la raccolta. Quando ho letto la sua mail per poco non avevo bisogno dei sali! Scherzi a parte, il fatto di ricevere un tale apprezzamento da quello che è uno dei miei scrittori preferiti di sempre, oltre che una persona esemplare, umile, ironica e affatto snob, è stata una grande soddisfazione.

Nick: In questi ultimi anni ti sei specializzata in una serie molto personale, con "Tutto quel Nero" (2011); "Tutto quel Rosso" (2012) e il recentissimo "Tutto quel Blu" Un ciclo ricco di citazioni (anzi, totalmente citazionista, detta nel senso buono del termine) in cui dai sfogo alla tua passione per il Cinema e per la musica. Quanto è importante il lavoro di documentazione ai fini della riuscita di opere come le tue?

Cristiana Astori: La documentazione è importante in ogni romanzo per dare spessore e profondità a vicende che altrimenti apparirebbero di “carta”. In romanzi come quelli della mia trilogia poi, è fondamentale, specie quella relativa a eventi cinefili insoliti e misteriosi in quanto l'idea che sta alla base è l'inquietante effetto di far credere reali fatti inventati e inventati fatti reali.

Soledad Miranda

Nick: "Tutto quel Nero" era impregnato sulla figura della scomparsa attrice Soledad Miranda e sul film "Un Dìa en Lisbona", un documentario considerato maledetto. Cosa ti ha affascinato in particolare nella figura della Miranda (scomparsa a soli 27 anni) e in quel film?

Cristiana Astori: La prima volta che ho visto Soledad Miranda è stata quando impersonava Lucy nel film “Il Conte Dracula” di Jess Franco: la scena in cui Christopher Lee/Dracula la stava baciando mi ha inquietato perché lei non sembrava la vittima, ma la vera vampira, e il suo fascino oscuro mi ha rapito. Di qui le ricerche su di lei, la scoperta del mistero sulla sua morte in un misterioso incidente d'auto e la diceria tra gli appassionati che il film perduto “Un dia en Lisboa” contenesse il presagio della sua fine... Poco per volta la sua figura mi ha conquistato e non ho potuto fare a meno di raccontare di lei, la scrittura di Tutto quel nero è avvenuta come sotto l'impulso di una sorta di possessione...

Nick: E' vero che grazie al critico Carlos Aguilar (1) sei riuscita a far riemergere "Un Dia en Lisbona"?

Cristiana Astori: Sì, avevo contattato Carlos Aguilar in quanto oltre ad aver collaborato in passato con Jess Franco è il più grande esperto del regista. In principio anche lui mi aveva scoraggiato sulla storia dell'esistenza di “Un dìa en Lisboa” dicendo che si trattava di una leggenda metropolitana, e io mi ero rassegnata a scrivere del film inventandone le scene. La mia richiesta aveva però spinto Carlos a effettuare alcune deduzioni e dato input  all'indagine poi culminata con il ritrovamento della pellicola in un polveroso magazzino della Cineteca di Madrid. Appena mi ha avvisato mi sono precipitata in aereo a Madrid e quando ho visionato il film mi attendeva una sorpresa: le immagini erano identiche a quelle inventate per Tutto quel Nero!



Nick:  Invece il  tuo ultimo romanzo "Tutto quel Blu" (sempre della serie di Susanna Marino) tra le altre cose cita, un film perduto del Cinema italiano intitolato "L'Autuomo" risalente al 1984 e poi scomparso. La pubblicazione del tuo romanzo ha innestato una serie di eventi che hanno portato al ritrovamento di questo film. Dal momento che gli argomenti "Film Perduti" e"Film Ritrovati "m'interessano particolarmente e spesso ne ho trattato su Nocturnia ti chiedo di parlarci di questo film e di scriverci qualche riga sulla riscoperta del medesimo.

Cristiana AstoriL'Autuomo” è uscito lo stesso anno di “Terminator” (su cui è anche incentrato “Tutto quel Blu”), ma è stato proiettato soltanto una volta al Festival di Bellaria del 1984, poi il regista Marco Masi ha deciso di ritirarlo ed è diventato uno dei Misteri d'Italia citato anche dalla rivista “Nocturno”. Essendo il motore dell'azione del mio thriller, mi interessava poterlo visionare: non è stato facile né contattare il regista che si era ritirato dalle scene né vedere il film. Infatti l'Autuomo mi è stato soltanto raccontato dall'autore, che ha però deciso in via eccezionale di farlo proiettare in sua presenza durante la presentazione ufficiale di “Tutto quel Blu” al Cinema Trevi di Roma (2), dinanzi allo stupore di critici e appassionati. “L'Autuomo” – nell'ottica di Masi - non è un semplice film di fantascienza, ma una metafora dell'alienazione dell'individuo nella società automatizzata.

Nick : Susanna Marino la protagonista della serie ( che oltre ai tre romanzi è composta anche di alcuni racconti ), è diventata un personaggio molto amato dai lettori. Te lo aspettavi tutto quest'interesse? E quanto di te e della tua personalità sono confluite nel personaggio?

Cristiana AstoriSusanna Marino è nata con “Tutto quel Nero” come protagonista di quello che doveva essere un romanzo one shot, una studentessa di cinema ventisettenne e fuori corso, curiosa, distratta, e con un'innata capacità di cacciarsi nei guai. L'idea era di sostituirla al classico detective d'azione capace di difendersi dai killer grazie alla sua pistola e alle sue abilità: Susanna è una di noi, che non sa fare assolutamente nulla al di fuori del quotidiano, ma viene sbalzata in situazioni straordinarie in cui deve cercare di sopravvivere. Il personaggio è piaciuto parecchio ai lettori che le si sono affezionati e con mia sorpresa mi è stato chiesto da numerose mai di apprezzamento di continuare a raccontare di lei: di qui gli altri due romanzi, Tutto quel Rosso e Tutto quel Blu. Ovviamente sì, Susanna ricalca aspetti della mia personalità: sono cinefila, curiosa e insieme distratta, oltre che amante delle situazioni complicate... ma è vero che sfaccettature del mio essere si manifestano anche negli altri personaggi, come pure nei killer di turno..! Come diceva Stephen King uno scrittore è sincero non tanto se i fatti di cui racconta sono autentici, ma se le emozioni che affida a ogni personaggio lo sono, in quanto per descriverle ha attinto dalla sua anima.

Nick: Una domanda che faccio sempre ai miei intervistati riguarda il loro rapporto con i loro animali da compagnia (anzi, la dico meglio con i "membri pelosi della famiglia"). Ora mi risulta tu sia proprietaria di una splendida gatta chiamata Crudelia rigiro volentieri anche a te la stessa domanda.

Cristiana Astori: In realtà di gatti ne posseggo due: Prince Crudelia, adottati qualche anno fa dal Gattile di CuneoPrince è uno splendido incrocio tigrato/siamese, dal pelo grigio e gli occhi azzurri... un gatto stupendo e regale, ma traumatizzato e che non si fa avvicinare da nessuno: ho deciso per questo di adottarlo, perché con le sue fobie ero certa che nessuno avrebbe avuto la pazienza di accudirlo e sarebbe rimasto per sempre al GattileCrudelia al contrario è una gatta tartarughina buffa ed euberante e, se pur senza coda, con tanta gioia di vivere e voglia di farsi coccolare... senza di loro vicino le mie storie non sarebbero le stesse!

Prince e Crudelia.

Nick: Secondo te com'è lo stato di salute della narrativa di genere italiana e quali sono gli scrittori tuoi colleghi che segui con maggiore attenzione e interesse.

Cristiana Astori: A parte i grandi nomi consolidati nel genere noir thriller, di cui apprezzo in particolare Gianrico Carofiglio e Massimo Carlotto, mi piacerebbe che venisse maggiormente valorizzata la letteratura di genere italiana, così come sta facendo Franco Forte con noi scrittori del Giallo Mondadori. Vorrei che la stessa attenzione venisse riservata dagli editori ad altri generi legati al fantastico, come per esempio il vero horror e la fantascienza, e non quelli di derivazione Twilight-Hunger Games. Riguardo agli autori italiani di genere che seguo cito, tra gli altri, Claudia SalvatoriAndrea G. PinkettsAndrea Carlo CappiDanilo AronaVincent SpasaroAnnamaria FassioPaolo Di Orazio; tra gli emergenti ho invece apprezzato il fantastico di Marco Lazzara e l' horror di Pietro Gandolfi.

Nick: Progetti futuri: di cosa ti stai occupando adesso e cosa ci dobbiamo aspettare da Cristiana Astori nel prossimo futuro?

Cristiana Astori: Per scaramanzia non amo rivelare i miei progetti futuri; posso però anticipare che uscirà a breve la ristampa di un mio precedente lavoro, mentre quest'estate è appena tornata Susanna stavolta in un racconto per un'antologia di autori tutti italiani del Giallo Mondadori intitolata Delitti in Giallo.

Nick:  Bene Cristiana, siamo arrivati alla fine, ti ringrazio ancora per esserti sobbarcata questa lunga intervista. Nel salutarti ti rivolgo la classica domanda finale di Nocturnia: esiste una questione di cui avresti parlato con piacere, una domanda alla quale avresti risposto volentieri e che io invece non ti ho rivolto?

Cristiana Astori: Direi che la tua intervista è stata approfondita ed esauriente, ed è stato un piacere rispondere alle tue domande. Grazie ancora Nick per l'ospitalità sul tuo blog, e un affettuoso saluto ai tuoi lettori!


NOTE:
(1)Lo spagnolo Carlos Aguilar è uno dei maggiori esperti del Cinema iberico, collabora con le più importanti riviste del settore, tra cui la nostrana Nocturno ed è autore di numerosi saggi. Da noi qualche anno fa è arrivato il fondamentale Fantaespanã. Orrore e fantascienza nel cinema spagnolo: un secolo di delirio filmico
(2) Ne hanno parlato anche su Nocturno con  un articolo della stessa Astori.

MARIO PETRI: STORIA E ( POCA ) GLORIA DI UN CATTIVO CON STILE.

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Abbiamo parlato più volte dell'importanza per un film di trovare gli attori con il viso ed il fisico"giusto" oppure forniti del richiesto tono recitativo.
Ora, per quanto si tratta dei protagonisti molto spesso la scelta è facile ma per quanto riguarda gli altri?
Eppure se ci fermiamo a riflettere la riuscita di una qualsiasi pellicola dipende da un nutrito numero di fattori ed elementi, non ultima la scelta degli attori di contorno.
E spesso e volentieri ci sono volti che ricorrono sempre più spesso di altri.
Sopratutto all'interno degli medesimi ruoli.
Oggi parleremo di uno di questi volti.

Vi dice niente il nome di Mario Petri?
Probabilmente no, ma se siete appassionati del Cinema di genere italiano il suo è uno dei volti che avete incontrato più volte, sopratutto all'interno dei film realizzati nel corso degli anni '60S. L'attore, nel corso del decennio apparve infatti in numerosi lungometraggi in cui grazie al suo fisico da palestrato veniva spesso scelto per comparire in film in costume e, per via della sua recitazione misurata ma quasi ironica nella maggior parte dei casi i ruoli che gli venivano assegnati erano quelli dell'antagonista, del personaggio malvagio.
Ma quelli di Mario Petri (1922-1985) - in realtà il suo vero nome era Mario Pezzetta - erano cattivi con stile, figure signorili, eleganti e garbate per cui si finiva quasi per simpatizzare.




Principalmente l'uomo interpretò tanto Cinema peplum, molte avventure in costume sopratutto di genere piratesco, perfino un paio di parodie a fianco del grande Totò e sopratutto un paio di pellicole a cavallo tra i generi: il peplum Ercole alla conquista di Atlantide (1961) realizzato dal grande Vittorio  Cottafavi che contiene venature horror e il bizzarro Sansone ed il Tesoro degli Incas .
Girato nel 1964 Sansone ed il Tesoro degli Incasè uno dei prodotti che ha subito più cambi di sceneggiatura  nella storia della cinematografia di serie B del nostro paese.
E la cosa si vede tutta.
Inizialmente era stato pensato come un peplum, uno di quei film a sfondo mitologico campioni di incassi nei cinema per buona parte di quel decennio.
Sotto questa veste era stata scritto il canovaccio della storia, sotto questa veste erano stati scelti gli attori: il culturista romano Sergio Ciani (meglio conosciuto con l'americanizzante pseudonimo Alan Steel) uno degli abituè di quel genere era stato assunto per riprendere il ruolo di Sansone da lui già interpretato in molte precedenti pellicole mentre come Petri era stato chiamato per assumere le vesti a lui consuete: quelle dell'antagonista, del villain  Jerry Darmon. Un villain raffinato, sornione ma implacabile.

Locandina di Sansone e il Tesoro degli Incas con Mario Petri nel ruolo dell'antagonista.

Sennonchè durante le riprese era accaduto qualcosa si imprevisto: un regista già attivo da tempo ma fino a quel momento poco conosciuto aveva realizzato un imprevisto successo al botteghino con un film che, al contempo aveva reinventato un genere.
Il regista poco conosciuto rispondeva al nome di Sergio Leone, il piccolo film campione di incassi per la stagione fu il celebrato Per un Pugno di Dollari ed il genere (re)inventato altro non era che lo spaghetti- western.
Talmente dirompente fu il successo di Per un Pugno di Dollari, talmente chiaro era ormai a tutti  che il peplum stesse diventando un genere agonizzante che i produttori tedeschi, francesi ed italiani di Sansone ed il Tesoro degli Incas assieme al regista incaricato Piero Pierotti decisero di cambiare le carte in tavola in corso d'opera trasformando la pellicola da mitologica a western.  
Una scena da Sansone e il Tesoro degli Incas
protagonista Alan Steel. Il film è un ibrido tra westermn.e peplum

L'azione venne trasportata nel periodo dell'ottocento americano, i personaggi vennero trasformati in cow boy della frontiera e, dulcis in fundo gli spettatori si ritrovarono un protagonista che era in tutto e per tutto l'eroe mitologico ma che si comportava come un pistolero.
Sansone e il Tesoro degli Incas diventò quindi un singolare esempio di film "ibrido", di crossover tra i generi, uno di quegli incidenti di percorso che finiscono per fare la gioia degli appassionati.
Certo non un film imperdibile ma un qualcosa che tutte le estati continua ad essere replicato sulle reti generaliste e che, a modo suo e nel suo minuscolo, ha contribuito alla Storia del Cinema.

Quello fu anche uno degli ultimi film per Mario Petri, l'uomo interpretò ancora un altro paio di film e poi tornò a dedicarsi alla sua occupazione iniziale.
Già perché Mario Petri non fu per niente un attore professionista (anzi al cinema era arrivato quasi per caso e per lui fu una sorta di "secondo lavoro" ), quanto piuttosto un cantante lirico.
Un baritono ed un basso per la precisione, uno dei migliori del suo tempo.



Il vero sogno di Mario Pezzetta \Petri infatti venne rappresentato dal canto, sin da quando il talento di un giovanissimo figlio di una famiglia di commercianti di carbone di Perugia venne confermato da un maestro di musica ed incoraggiato a continuare. A partire dagli anni '40s l'artista debuttò nei più importanti teatri italiani ed europei, lavorò con talenti come Maria Callas ed Herbert von Karajan e venne spesso impiegato anche dalla nascente  televisione italiana che registrò e conserva tutt'ora molte delle sue incisioni, comprese quelle delle opere rossiniane che Petri prediligeva.
Tuttavia noi oggi lo ricordiamo principalmente per le sue interpretazioni nei film del bis italiano.
Penso che il primo a trovare divertente la cosa sarebbe stato proprio lui.
E magari anche ad esserne segretamente orgoglioso.

ARRESTO DI SISTEMA.

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Quando il sergente Sue Smith in forza alla polizia scozzese viene convocata dalla Hayek Associates in merito ad una rapina in Banca, la prima cosa che pensa, è che si tratti di un caso di routine.
Ma la Banca rapinata si rivela un luogo virtuale situata in all'interno di una  realtà alternativa della rete chiamata Avalon Four, perfino i beni rubati sono virtuali,  a peggiorare le cose ad effettuare la rapina è stata una banda di orchi assieme ad un drago.
Ma nel mondo non esistono più confini tra "reale" e "virtuale", tutto è più sfumato e perfino una rapina in rete può arrecare grossi danni all'economia globale.
Da Londra viene inviata l'advisor Elaine Barnaby per condurre una indagine privata parallela a quella delle forze dell'ordine. Le indagini però si fanno sempre più difficili, la situazione diventa estremamente più confusa. Interi tasselli sembrano mancare al quadro e molti sembrano collegati alla figura di un programmatore scomparso.
In più tutti sembrano minacciosamente interessati ad un altro programmatore: l'esperto di giochi online Jack Reed, un uomo geniale ma che si comporta come un disadattato.
Mentre le ricerche vanno avanti si scorge un complotto perfino più ampio di quello che s'immaginava all'inizio ed i tre protagonisti dovranno lottare per la propria stessa sopravvivenza.
Tutto questo avviene nella Edimburgo del 2017.

Ogni romanzo può avere diverse chiavi di lettura, da quella più semplicemente escapista o di evasione a quella più profonda on cui lo scrittore, consciamente o senza rendersene conto, cerca di esprimere il suo punto di vista su determinati argomenti.
Arresto di Sistema non fa eccezione e per poter parlare delle chiavi di lettura del romanzo, per poterle comprendere , bisogna parlare e comprendere la personalità dello scrittore stesso.


Arresto di Sistemaè un opera che parla della Realtà Virtuale, anzi della sua evoluzione, la cosidetta Realtà Aumentata, che detto così sembra una cosa difficilissima ed incomprensibile, ma in realtà si tratta di un qualcosa in cui siamo talmente immersi nella nostra vita quotidiana da non farci nemmeno più caso: provate a pensare ad uno smartphone, un ebook reader o a un GPS per la navigazione satellitare e alle tecnologie che ci stanno dietro. Si tratta di strumenti che aumentano ed arricchiscono la nostra percezione della realtà tramite informazioni elettroniche.
Ecco queste sono tutte RealtàAumentate.
Tutte cose che ci attorniano senza particolari clamori. Magari qualche anno fa non sapevamo nemmeno cosa fossero, mentre oggi non riusciamo a farne a meno perché intanto sono entrati a far parte del nostro vivere.

Charles Stross, l'autore di Arresto di Sistema, non fa altro che mostrarci le estreme conseguenze di questa evoluzione tecnologica in una maniera talmente spontanea da farle apparire inevitabili.
Stross (nato a Leeds nel 1964 ma scozzese nell'animo dato che da anni risiede ad Edimburgo in compagnia di moglie e svariati gatti ) è uno scrittore che  parla facendo tesoro della sua esperienza da programmatore e da autore di articoli sui giochi di ruolo. Probabilmente, tra gli attuali scrittori di fantascienza è uno di quelli che meglio comprende le dinamiche della rete e dei suoi fenomeni (un altro è sicuramente il canadese Cory Doctorow )  e ne tratta da frequentatore del settore.
E nel suo romanzo, compie più di una strizzatina d'occhi al mondo geek, cioè a quelle figure forse un poco eccentriche che dimostrano una grande competenza nel settore tecnologico-digitale; altro mondo questo che l'autore conosce molto bene; mondo guardato da Stross con estrema simpatia anche senza mai dimenticarsi di mostrare anche gli aspetti meno edificanti di quello stile di vita. Infatti, spesso e volentieri nelle opere di Stross risulta presente almeno un personaggio dichiaratamente geek. Nel caso specifico di Arresto di Sistema il personaggio in questione è  il programmatore Jack Reed, e sono proprio questi personaggi geek ad essere protagonisti delle pagine più umane, coinvolgenti nella narrazione strossiana, in eventi a volte drammatici altre volte ironici ma sempre sintomatici delle sue storie. Sono le figure apparentemente disadattate ma geniali a trovare le chiavi per la soluzione dell'enigma, ma sono anche loro a porre le domande etiche sulle questioni fondamentali su cosa significhi restare umani e restare esseri dotati di coscienza sociale.


Certo, i libri di Stross non sono sempre facili da approcciare a  causa della terminologia tecnica che l'autore impiega, per i neologismi che a volte conia (un mio amico  che lavora anche come traduttore, tempo fa mi raccontava delle sfide che comporta la traduzione delle opere di Charles Stross in italiano). Sfide amplificate in Arresto di Sistema dalla scelta dell'autore di scrivere tutto il romanzo in seconda persona cosa che inizialmente potrebbe causare un minimo di straniamento, però se si supera questo piccolo scoglio iniziale, se si ha un minimo di infarinatura tecnica, andando avanti nella lettura il romanzo risulta non solo godibile e coinvolgente ma si rivela una delle migliori letture che si possano fare sull'argomento.
Indubbiamente però i frequentatori di giochi di ruolo e chi dispone di un minimo di conoscenze informatiche saranno più avvantaggiati nella lettura, questo va detto chiaramente.

C'è anche molto di più nel romanzo, ci sono ad esempio alcune delle questioni politiche che maggiormente hanno coinvolto la società britannica in questi ultimi anni, come il rapporto complesso e contraddittorio tra Inghilterra e Scozia; ed ecco così che Arresto di Sistema ci presenta una Scozia indipendente e sovrana rispetto al Regno Unito (cosa che detto tra noi, riflette le idee politiche dell'autore). Però ci presenta chiaramente anche gli indubbi effetti positivi riguardanti la convivenza tra le due entità come il legame sempre più stretto che si crea tra l'inglese Elaine e lo scozzese Jack, legame affettivo una volta tanto descritto in maniera non banale all'interno di un romanzo di fantascienza.
Così come nel  libro viene descritto anche l'ancora più contraddittorio rapporto che vivono i  cittadini britannici tutti con l'Unione Europea, ed ecco che infatti Stross ci descrive i lati positivi di questo sentimento ambivalente descrivendoci una Scozia indipendente che sembra ben contenta di far parte dell'Unione e che orgogliosamente ha adottato come sua moneta l'euro, mentre l'Inghilterraè rimane ancorata alla sterlina. Al tempo stesso però nel romanzo viene tenuto comunque conto dei dubbi e della sfiducia dei popoli britannici nei confronti delle Istituzioni europee (e penso in particolare alle pagine in cui viene descritto da Stross l'intervento della Europol durante lo svolgersi delle indagini)

Ma Arresto di Sistemaè anche molto di più - e qui torniamo alle diverse chiavi di lettura di cui si parlava all'inizio: è un buon thriller, è una buona opera di fantascienza ed è anche un romanzo divertente costruito su personaggi decisamente ben costruiti.
Ad ognuno dei tre personaggi principali viene dato lo stesso spazio,di ognuno di loro tramite la suddivisione in capitoli viene mostrato, alternandoli nella narrazione, il rispettivo punto di vista, lo spaccato di vita quotidiana e le varie sensazioni e la narrazione si dimostra ariosa e fluida quanto basta per far apprezzare l'affresco complessivo dell'opera.

Dopotutto, sembra dirci Stross la tecnologia in sé stessa non è né Buona né Cattiva, sta semplicemente a noi che la utilizziamo decidere che uso farne.
Sperando di avere una coscienza che funzioni nel modo giusto, ovviamente.

ARRESTO DI SISTEMA.
Titolo Originale: HALTING STATE.
Anno della prima pubblicazione Straniera: 2007
Anno di Pubblicazione Italiana: 2015.
Pagine: 352. Edizioni ZONA42.
ISBN 978-88-98950-08-9
Edizione Cartacea: EURO 15,90
Edizione Digitale : EURO 5,99.

"Settembre" di Massimo Citi - Una Segnalazione

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Infrango per una volta la mia decisione di effettuare un unico post di segnalazioni -per di più cumulative - al mese.
Massimo Citi però l'eccezione la merita tutta, quindi a metà mese troverete la nuova puntata della mia solita  rubrica solita con tre \quattro segnalazione delle uscite nel mercato italiano, auto-prodotte o meno che siano.
Inoltre avverto che il prossimo appuntamento con le segnalazioni potrebbe essere l'ultimo almeno per un paio di mesi, dal momento che desidero concentrarmi solo sulle recensioni.

Ma soffermiamoci un istante su Massimo Citi e sulla sua scrittura.
E' appena uscito Settembre, la sua ultima fatica letteraria composta da quasi duecento il formato è quello .mobi, il prezzo 2,99 Euro, ma chi segue il suo blog sa già di cosa sto parlando, giusto?
Ho già avuto modo di leggere in passato racconti e altre cose create da lui ed ho sempre apprezzato il suo stile  di scrittura  pacato ed empatico, uno stile ricco di sottotesti e di riferimenti alle grandi questioni della contemporaneità che dolcemente porta il lettore a farsi domande, ma che -contemporaneamente- appassiona il lettore. In cui a volte malinconicamente altre volte provocatoriamente ci viene ricordato come rimanere umani sia l'unico modo per non smarrire la nostra strada nell'Universo.
E' una fantascienza, anzi una Space Opera debitrice di esempi alti quella di Max e che anche in questo caso sono sicuro saprà sorprendere, appassionare e perfino (perché no? ) commuovere.

SINOSSI UFFICIALE: Settembre è una superterra quasi interamente coperta di acqua. Vi abita un popolo, i comeniti, discendenti della popolazione ellenica attuale. La Seconda Onda di arrivo sul pianeta è stata formata da popoli del sud-est asiatico e del Pacifico. Il pianeta fa parte di una coalizione di mondi popolati da esseri umani e, quando invasori giunti da un pianeta estraneo alla coalizione attaccano Settembre, i comeniti chiedono aiuto agli altri mondi. Questo il punto di partenza di un romanzo di fantascienza ambientato nei mondi della Corrente, dove i Gioanniti, fanatici religiosi devoti al Cristo Morto, tentano la conquista del pianeta Settembre. Ad aiutare i locali e combattere i Gioanniti interverra un'armata internazionale composta da abitanti di altri pianeti della coalizione, in uno scontro che vedrà gli invasori all'offensiva avanzare e uccidere militari e civili, nel corso di una vera guerra santa. Qualsiasi riferimento all'ISIS è assolutamente voluto e cercato. 
L'unica speranza per i comeniti e gli alleati è legata all'intervento dell'enigmatica Udienza e dei suoi soldati. Ma un altro segreto è contenuto nel pianeta Settembre, come scopriranno i protagonisti, un sergente promosso troppo velocemente capitano e una sergente maggiore decisamente troppo polemica per avere una carriera decente.


Per chi fosse interessato QUItrovate il link per l'acquisto.
Buone letture a tutti!

IL VAMPIRO DI HIGHGATE: IL POST RITROVATO.

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AVVERTENZA E  ANTEFATTO:



No, non c'è nessun errore, tranquilli! ;)
Vi devo però una spiegazione: vedete la cosa risale all'ottobre del 2011 - praticamente per quanto riguarda la mia vita si tratta di una vera e propria era geologica fa - All'epoca avevo aperto Nocturnia da pochi mesi e cercavo una vicenda che potesse essere talmente interessante da poter diventare il mio primo vero "Dossier Notturno".
Decisi di concentrarmi sul mai chiarito caso del Vampiro di Highgate, che dopotutto conteneva al suo interno vari argomenti che mi hanno sempre interessato e affascinato: l'Inghilterra; gli anni '70s, i Vampiri; il Gotico e sopratutto quello che io chiamo "l'elemento umano della vicenda", cioè le vicissitudini delle varie persone che in una maniera o nell'altra si erano imbattute nel fenomeno.


David Farrant negli anni '70s all'epoca
del suo coinvolgimento nel Caso del Vampiro di Highgate.

All'epoca non ero solo io ad interessarmi sullo "Strano Caso del Vampiro di Highgate", c'era infatti anche il mio buon amico Francesco "Fra" Moretta.
Anche lui aveva da poco aperto un blog che aveva chiamato The Tralfamadore Connection, anche lui era desideroso di scriverci sopra dei post. 
Decidemmo quindi di collaborare e fu anche facile decidere come fare.
Tra le decine di "cacciatori di Vampiri " ( e credetemi in quei brumosi avvenimenti londinesi i "cacciatori" ed "investigatori dell'occulto" furono veramente tantissimi, ognuno di loro più dilettantesco e criminale del precedente) i due più importanti furono l'"occultista"David Farrant ed il "reverendo"Sean Manchester: a me interessava parlare del primo, che fu sicuramente il maggior responsabile del clima da isteria generale che si respirava a Londra nel 1970 ma che probabilmente fu anche l'unico tra tutti quei cosiddetti esperti ad agire in buona fede, mentre a Fra piaceva molto la figura decisamente molto più cialtronesca ma al contempo più furbetta e ruffiana di Sean Manchester.


Sean Manchester all'epoca della sua "caccia" al Vampiro

L'unica soluzione possibile era quella di dividerci i compiti e fu quello che in effetti facemmo.
Ecc quindi che io scrissi per conto mio l'introduzione, la premessa alla vicenda e le vicende su David Farrant almeno fino al giorno del suo arresto avvenuto il 13 novembre del 1970 in un post su Nocturnia ( QUESTO) mentre Fra, da par suo scrisse gli avvenimenti seguenti con le indagini di Manchester per un post per The tralfamadore Connection (quello che state per leggere adesso), entrambi i post uscirono quasi in contemporanea il giorno 10 ottobre del 2011.

Per concludere, dopo un paio di giorni scrivemmo il post conclusivo assieme: io mi occupai sempre della parte iniziale, delle traversie di David Farrant e vi aggiunsi -per completezza-  anche un paio di righe dedicate a John Pope, un altro dei tanti discutibili personaggi che bazzicarono attorno ad Highgate. Fra invece si continuò a dedicare delle vicende di Sean Manchester; insieme poi scrivemmo le conclusioni dell'indagine.


John Pope ( a sinistra) in compagnia di David Farrant ( a destra, ovviamente)
Per un certo periodo i due hanno collaborato . 

Se siete curiosi vi dirò che tra noi due io ero quello diciamo più scettico, più tendente a considerare la maggior parte degli eventi come un fenomeno dovuto all'isteria collettiva (cioè, credevo che fosse successo effettivamente qualcosa di "strano" magari di meno grave e soprannaturale di quanto si volle credere ai tempi dei Fatti, ma ritenevo anche  -e ritengo ancora- che molti imbroglioni  avessero voluto speculare sopra ) mentre Fra era quello tra noi due con la mentalità più aperta e più possibilista sugli eventi.
Ad ogni modo il post conclusivo (QUESTO) apparve in contemporanea su entrambi i nostri blog, la cosa si rivelò un bellissimo esperimento di crossblogging ( è così che si dice?), i lettori gradirono parecchio e per lungo tempo quel dossier è stata una delle cose di cui sono stato più orgoglioso.

Più volte io e Fra ci siamo detti pronti a ripetere la collaborazione ma la cosa per colpa della mia pigrizia non si è mai più realizzata; adesso però Fra, che già da molto tempo non aggiornava più i suoi siti ha deciso di chiuderli mettendo offline la sua intere produzione. Anche il suo intervento sul Vampiro di Highgate rischiava di fare la stessa fine ( e credetemi sarebbe stato un vero peccato) per questo il mio amico mi ha contattato e mi ha passato il suo post per farlo ripubblicare su Nocturnia, cosa che io faccio ben volentieri.
Per questo- e spero che mi perdoniate- è stata necessaria anche questa lunga introduzione.
Tornare ad Highgate per me è stato benefico, mi ha ricordato il clima di quei primissimi  mesi di blogging (ed anche di quanto io sia invecchiato nel frattempo)
Ad ogni modo, adesso vi lascio alle parole di FraMoretta, vi ricordo che la cronologia degli eventi e del dossier va intesa così: prima si legge QUI, poi il post che state per leggere adesso, infine va considerato l'epilogo QUI ).
Siete pronti a tornare la tre nebbie di Highgate ?
Bene, spegnete pure le luci ed accomodatevi pure. Ancora una volta entrate liberamente e di vostra volontà e lasciate un poco della felicità che portate.
Nick Parisi


LO STRANO CASO DEL VAMPIRO DI HIGHGATE - Seconda Parte


Dopo la prima parte scritta dal buon Nick (l’ottima introduzione su Highgate e il racconto di Farrant) tocca a me raccontarvi la versione dei fatti del secondo cacciatore di vampiri coinvolto in questa storia Sean Manchester
Facciamo prima un piccolo passo indietro e vediamo come iniziarono le indagini di Manchester.


L'intervista di Manchester.

MANCHESTER A CACCIA DEL VAMPIRO

Fin dall’inizio Sean Manchester presunto sacerdote e vampire hunter si interessò al caso cercando in ogni modo di attirare su di se i riflettori dei media. Il 27 Febbraio 1970 in un intervista rilasciata al Hampstead and Highgate Express dichiarò addirittura di conoscere l’identità del vampiro che infestava il cimitero di Highgate. A suo dire si trattava di un re dei non-morti originario della Valacchia, un nobil’uomo praticante della magia nera che arrivo a Londra nei primi anni del diciottesimo secolo e dimorò in una casa del West End insieme ai suoi seguaci per poi essere seppellito nel sito del cimitero. Per Manchester a risvegliarlo erano stati dei Satanisti.(Manchester tirerà numerose volte in ballo il Satanismo come spiegazione del caso) Da notare che Manchester non offre nessuna prova alla sua teoria (che pare più un racconto) e che anni dopo ritratterà parte delle sue affermazioni.
In più Manchester cercò in ogni modo di ridicolizzare Farrant, definendolo inesperto e ridicolo. Il che ci porta al famoso esorcismo pubblico organizzato da Manchester.


Uno dei momenti in cui, durante le riprese televisive ed in presenza
dei reporter della carta stampata le cose degenerarono.
Era il 13 Novembre 1970

13 NOVEMBRE 1970

La vigilia del famoso esorcismo pubblico Sean Manchester si recò nei pressi del cancello di Highgate con una troupe televisiva di Thames Television per un intervista. Stando a Manchester si verificarono degli strani fenomeni:uno strano vento iniziò a far volare i cavi delle telecamere e gli appunti del produttore, uno strano suono interferì con l’audio e il direttore della fotografia svenne.(Ricordo di prendere con le pinze le dichiarazioni di Manchester, inoltre più che a un vampiro simili fenomeni fanno pensare ad un poltergeist…) Di come le cose andarono durante il famoso esorcismo pubblico ne ha già parlato Nick, noi ricorderemo solo che la situazione degenerò in una profanazione di tombe e molti furono arrestati. Manchester dal canto suo una volta individuata la catacomba dove si rifugiava il vampiro (grazie all’aiuto di una ragazza di nome Lusia in trance medianica) vi trovo dentro tre bare vuote,che riempi di aglio limitandosi poi a spargere dell’acqua santa,ritenendo cosi svolto il suo compito.
Ma i fatti erano ben lontani dalla loro conclusione. 

7 AGOSTO 1970

Le aggressioni e gli avvistamenti continuarono e il 7 agosto un uomo decapitato fu trovato nei pressi della tomba dove Manchester aveva eseguito l’esorcismo insieme a segni di una cerimonia satanica.Stando a quanto racconta Manchester vi fece ritorno insieme a Lusia e ai suoi collaboratori ed ecco quello che che secondo lui si verifico.


Il Lebanon Circle ad Highgate.

LA DISTRUZIONE DEL VAMPIRO?

Manchester sottopose di nuovo a ipnosi Lusia e dopo che la ragazza fu caduta in trance inizio a ripetere le frasi "Chi sei?" e "Sto arrivando!". Poi guidò Manchester nei pressi di una tomba nel Lebanon Circle. Una volta entrato Manchester trovò il vampiro nella bara. Manchester lo descrisse come un essere putrefatto la cui pelle era come pergamena,che puzzava e lo fissava come se lo deridesse. Inizialmente cercò di impalarlo ma non ne ebbe il coraggio e si limito a collocare aglio,acquasanta e un crocefisso attorno alla bara. Una volta uscito traccio un cerchio di sale attorno alla cripta, mise dei recipienti di acqua santa e celebrò un esorcismo. A suo dire la sua Bibbia si era aperte su queste esatte parole:”Assicurati solamente di non mangiare sangue, perché il sangue è la vita". 
Decisamente teatrale no?
Come molte delle altre dichiarazioni di Manchester.
Comunque la cripta non rimase a lungo sigillata e nei mesi successivi furono trovati morti altri animali nel Waterslow Park
Principalmente volpi e gatti sgozzati come nei primi ritrovamenti.
Venne perfino trovato nei mesi successivi un pazzo fuggito da un istituto che si aggirava sporco del suo sangue per il cimitero.

 LA FINE DEL CASO

Nel 1977 spronato dai continui avvistamenti,da un intervista della BBC e probabilmente dalla possibilità di tirare ancora acqua al suo mulino Manchester rimise piede nella cripta trovandola vuota. Dopo una lunga ricerca ritrovò il vampiro nella cantine di una casa ritenuta infestata, lo impalettò e con l’aiuto dei suoi collaboratori trascinò il corpo all’aperto (mentre quest’ultimo si consumava rapidamente) e lo bruciò. Furono anche scattate delle presunte foto al vampiro che si decomponeva.Stando alle sua versione perciò Manchester avrebbe ucciso il vampiro.Ma tale fatto,così come gli altri episodi raccontati da Manchester furono contestati da Farrant e da un certo numero di studiosi. 


Alcune delle controverse e contestate foto fornite da Sean Manchester
che, a suo dire, testimonierebbero la fine del Vampiro di Highgate.

Ma di questo e di altro parleremo nella prossima e conclusiva parte di questa storia,sempre narrata dai vostri anfitrioni me e Nick.Perciò ragazzi ( e ragazze) state in campana. Per la prima parte,la trovate su Nocturnia.

Fra Moretta.

Bene, e con questo è davvero tutto, ringrazio ancora una volta, l'amico Francesco "Fra" Moretta per avermi ceduto la sua parte della stesura.
E voi, adesso cosa ne pensate di tutta la vicenda del Vampiro di Highgate?
Nick Parisi

AGENTS OF S.H.I.E.LD: LA PRIMA STAGIONE - Parte Prima.

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L'agente Ward della Strategic Homeland Intervention, Enforcement and Logistics Division viene convocato per far parte di una nuova esclusiva task force guidata dal leggendario agente Phil Coulson. Ward inizialmente è scettico, come tutti, è convinto che Coulson sia morto durante la Battaglia di New York.
Ma Phil Coulson contrariamente a quello che tutti pensano è vivo e pienamente operativo e sin da subito comincia a pensare alla formazione della sua nuova squadra: oltre allo stesso Ward, i contattati sono l'apparentemente glaciale Agente May, talmente esperta in arti marziali ed in tecniche di combattimento corpo a corpo da essere soprannominata dai suoi stessi colleghi come "La Cavalleria", i due tecnici Fitz e Simmons. Inoltre già alla prima missione si unisce a loro la giovane e ribelle Skye, un' hacker dal nebuloso passato.
I membri del gruppo non potrebbero essere più diversi tra loro e non sempre le cose funzionano nel modo giusto: Slye, almeno inizialmente non sembra condividere le finalità dello S.H.I.E.L.D e nemmeno il modus operandi dell' Agenzia e questo la porta a trasgredire in alcuni casi le disposizioni ricevute, inoltre troppi sembrano i segreti che gravitano attorno alla Task Force, lo stesso Coulson mano a mano che procedono le cose sembra sempre meno sicuro riguardo alla vere circostanze della sua guarigione.
Numerose ombre sembrano avvolgere sempre più lo S.H.I.E.L.D, strani nemici compaiono sempre più spesso: una strana ragazza che veste solo abiti a fiori, un miliardario ruba tecnologia e tanti altri.
Su tutti l'ingombrante presenza del misterioso "Chiaroveggente".
E quando i giochi sembreranno fatti i confini tra Bene e Male si faranno sempre più sfumati e diventerà impossibile riuscire a distinguere chi sono gli amici e chi i nemici.

Molto probabilmente i cosiddetti Cinecomics in questi ultimi anni hanno salvato le sorti del Cinema di fantascienza; non a caso qualche mese fa, si discuteva anche qui sul fatto se l'impatto culturale di Guardians of the Galaxy sugli spettatori contemporanei potesse o meno essere paragonato a quello che nel 1977 ebbe Star Wars: A New Hope per la generazione precedente.


Risposta personale: Solo in minima parte i tempi di fruizione e di attenzione sono talmente cambiati rispetto al 1977 e siamo tutti molto più smaliziati che, ora come ora, niente potrà avere lo stesso impatto culturale di Star Wars o altri prodotti del tempo. però è indubbio che Guardians of the Galaxy sia stato forse il film che più si è avvicinato a questo risultato.
 Una buona parte del successo di questa tendenza è dovuto ovviamente ai Marvel Studios, che su questo filone grazie ai vari Iron Mane Thorci hanno costruito una intera serie dotata di una propria continuity ( chiamato ormai da tutti Marvel Cinematic Universe)
Con Agents of S.H.I.E.L.D si è voluto giocare anche la carta televisiva, oltretutto programmata sul Network di "casa"ABC da anni saldamente nelle mani del colosso Marvel / Disney producendo stagioni televisive da 22 episodi, pratica questa, una volta considerata la norma dai grandi network ma caduta quasi in disuso negli ultimi anni.

Un poco a causa del famoso sciopero degli sceneggiatori del biennio 2008/09 che quasi mise in ginocchio Hollywood e che costrinse le emittenti ad effettuare numerosi stravolgimenti nella programmazione di molte serie, un poco a causa della coeva crisi economica da anni ormai i network- grandi o piccoli che siano- preferiscono soffermarsi sulla messa in onda di serial della durata massima di dodici\ tredici episodi a stagione (quando va bene)
Poche sono le eccezioni tra le serie nate dopo il 2009, specie per quanto riguarda i programmi di genere fantastico,  e la cosa vale sia per le piccole cable tv, sia per i grandi colossi generalisti.
Tra le poche eccezioni di questi ultimi anni, andrebbero citate oltre alla serie di cui stiamo parlando adesso, almeno Arrow e The Flash in onda sulla CW, non a caso altre due serie tratte da personaggi dei fumetti ( sia pure della D.C Comics, l'altra grande casa editrice degli States ).
Tutto questo lungo preambolo per segnalare l'attenzione prioritaria che ormai viene data a questo mondo considerato come una delle pochi generi sicuri in grado di attrarre quantomeno uno zoccolo duro di spettatori fidelizzati.

Creata da Joss Whedon - l'uomo che con il primo Avengers aveva compiuto un mezzo miracolo riuscendo a far interagire tra loro senza eccessive cadute di tono i vari personaggi iconici della casa editrice statunitense-  la serie Marvel's Agents of S.H.I.E.L.D gioca proprio sulla fidelizzazione su tre piani diversi: da un lato chiamando a raccolta gli appassionati Marvel in toto, per un secondo verso  capitalizzando l'interesse degli spettatori che avevano già seguito i film per il grande schermo e come terzo piano risulta evidente il tentativo di coinvolgimento dei fan di Whedon stesso, quelli che per intenderci seguono lo sceneggiatore dai tempi dei primi episodi di Buffy the Vampire Slayer
Se il primo aspetto risulta fin troppo evidente con le continue strizzatine d'occhio nei confronti della vasta continuity delle varie collane della carta stampata, ben più interessanti - ai fini di questo articolo sono gli altri due aspetti.

Per quanto riguarda il coinvolgimento degli appassionati che già avevano seguito la storyline del Marvel Cinematic Universe, viene ripreso il personaggio di Phil Coulson, che fino a quel momento era stato  il vero collante tra i vari film Marvel e la cui morte durante Avengers non era stata ben accolta dagli appassionati  e che qui viene fatto tornare apparentemente risorto senza alcun problema. Sul mistero legato al suo ritorno viene impostata la prima metà della stagione e va detto anche ed il suo interprete, il bravo Clark Gregg,  riesce a reggere bene da solo le redini recitative della maggior parte dei primi episodi vista anche la caratterizzazione decisamente anonima e stereotipata riservata inizialmente agli altri co- protagonisti.
Ma su questo aspetto torneremo poi.

Parte del "main- cast" di Agents of S.H.I.E.L.DDi loro parleremo approfonditamente le secondo post.
Sempre dall'universo filmico provengono molti camei di lusso, a partire dal Nick Fury sempre interpretato dal grande Samuel L. Jackson, o come l' agente Maria Hill ( Cobie Smulders ) e la asgardiana Lady Sif ( Jamie Alexander). Per non parlare dell'inevitabile apparizione dell'immancabile Stan Lee

Ma le cose si fanno più gustose se ci si sofferma ad analizzare il terzo aspetto.
 Whedon che qui in Agents of S.H.I.E.L.D si limita a ritagliarsi il ruolo di produttore, lasciando quello da showrunner nlle meno capaci mani di suo fratello Jed ed in quelle di Maurissa Tancharoen, decide di effettuare numerose strizzatine d'occhio nei confronti dei suoi vecchi appassionati chiamando per ruoli minori alcuni degli attori impiegati nei suoi precedenti serial.
Ecco quindi comparire in un paio di episodi nel ruolo di uno dei medici dello S.H.I.E.L.D il Ron Glass già conosciuto come interprete del Pastore Derial in Firefly  e Serenity, per non parlare della Amy Acker mattatrice assoluta delle ultime stagioni di Angel che viene richiamata dai fratelli Whedon per dare finalmente corpo e voce alla violoncellista oggetto delle attenzioni amorose di Coulson.
Ma la sorpresa maggiore agli appassionati di lungo corso viene riservata con l'apparizione di J. August Richards anche lui già visto in Angel a cui viene affidato il più corposo ruolo di Mike Peterson \Deathlock, (praticamente l'unico vero Super Eroe che compare nel corso di tutta la prima stagione).
Insomma il tentativo di riesumare i fasti di una precedente epoca di successi, lo sguardo continuo nei confronti dell'estetica del Whedonverse sono evidenti.
La domanda da farsi adesso è però una sola: questi tentativi funzionano?
L'incontro tra la visione creativa del bravo ma discontinuo Whedon e quella decisamente più cinica della Marvel ha prodotto buoni frutti?
Beh...decisamente ...Si e No al tempo stesso.
Ma di questo parleremo nel prossimo post.

AGENTS OF S.H.I.E.L.D: LA PRIMA STAGIONE. - Seconda parte

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Riprendiamo la nostra lunga analisi di Marvel's Agents of S.H.I.E.L.D; se nel post PRECEDENTEho affrontato una lunga ( e forse eccessiva ) digressione sulle premesse dietro alla produzione, se ho snocciolato un mare di dati ed  ho anche insistito molto sui nomi di molte delle guest star provenienti sia dall'Universo filmico della Marvel, sia dalle precedenti produzioni di JossWhedon è stato semplicemente per inquadrare meglio la serie ed anche per far comprendere meglio molte delle aspettative che la messa in onda della prima stagione aveva generato nei fan.
Adesso però è arrivato il momento di arrivare al succo del discorso.
Cioè comprendere se la serie sia da considerarsi riuscita o meno.
Ecco, la risposta da dare può solo avere toni agrodolci, con una preponderanza della parte agra perlomeno per quanto riguarda la prima metà della stagione.

Cominciamo dall'inizio.

Uno degli elementi che determinano il gradimento o l'insuccesso di un serial sta nella composizione del cast, nella simpatia o antipatia che  tutti i personaggi generano nello spettatore e sopratutto nell'alchimia che si crea dall'interazione dei vari personaggi (e dei vari attori, questo non scordiamocelo mai)  tra loro.
Ora, se c'è stato uno sceneggiatore che in passato ha dimostrato di essere abilissimo nel gestire serie corali, questo è stato proprio Joss Whedon .
Lo scrittore newyorkese -se ci fate caso- nelle sue serie di maggior successo (ed anche quando gliel'hanno lasciato fare ) ha sempre seguito il medesimo schema: Buffy; Angel e- in misura minore - Firefly altro non sono che apologie della"famiglia allargata", in cui gruppi di adulti, non importa quanto diversi l'uno dall'altro, per un motivo o per l'altro decidono di condividere gli stessi interessi e gli stessi moduli abitativi.
 In più ogni personaggio whedoniano ha sempre avuto al suo interno un giusto mix tra ironia e fragilità. Nonché una certa dose di follia ed originalità.



Ma in questo caso, non solo molti dei personaggi, come lo stesso Coulson non sono farina del sacco di Whedon ma bensì creazioni di altri, sia perché come detto nel precedente articolo, va poi considerato anche che l'artista decide di lasciare le redini dello show al fratello Jed ed alla sua collaboratrice Maurissa Tancharoen ( e mi domando anche di quanta libertà creativa i due abbiano effettivamente goduto)
E la cosa risalta anche nella gestione dei personaggi principali dello show.
Ma vediamoli questi personaggi.

 Oltre al Phil Coulson interpretato da Clark Gregg, gli altri Agenti, anzi gli altri membri del main cast (come direbbero gli amerregani) sono: Chloe Bennet che interpreta Skye la bella hacker dal passato sconosciuto, Brett Dalton nel ruolo dell'Agente Grant Ward e per, quanto riguarda gli scienziati del gruppo, cioè il collettivo Fizt and  Simmons ad occuparsi di loro troviamo l'attore inglese Iain De Caestecker e la bella Elizabeth Henstridge. Mentre l' unico altro agente esperto del gruppo, ossia la glaciale Melinda May i suoi panni vengono vestiti da quella che è forse l'attrice più conosciuta  al pubblico generalista, sto parlando della cino -americana Ming -Na Wen, qui  comunque lontana anni luce dalle atmosfere e dai toni di E.R.

Ilshowrunners decidono inizialmente di concentrare i loro sforzi principalmente sul mistero legato al mistero del ritorno dell'Agente Coulson dando il via prima ad un pilot, piacevole e coinvolgente quanto si vuole ma che non fa certo gridare né al miracolo né al capolavoro e poi ad una decina di episodi auto-conclusivi che risultano decisamente piatti ed impersonali.

E questo limite, sempre all'interno della prima decina degli episodi, si riflette nella gestione dei personaggi.
Assistiamo così ad una  caratterizzazioni così rigida e manichea da far sembrare le personalità di ogni personaggio  tagliate con l'accetta. Anzi peggio, quasi come se ognuno di loro fosse stato pensato tenendo conto del Manuale Cencelli per il Perfetto Personaggio Scontato.
Per cominciare, Fitz e Simmons sono i classici prototipi del genietto disadattato, due tipi"secchioni" quanto basta, con lui immancabilmente innamorato di lei.
Come se non bastasse questi characters dovrebbero rappresentare lo sguardo nerd che Whedon ama inserire nelle sue serie.
Peccato che questa volta lo "il punto di vista nerd" risulti quasi parodistico ed assolutamente controproducente ai fini della fascinazione del telespettatore.
  Invece Skye altro non è che l'ennesimo esempio di idealista e ribelle all'autorità, senza dimenticare il piccolo particolare che la ragazza risulta segnata però dall'abbandono familiare (lo stereotipo degli stereotipi televisivi) e portatrice sana dell'ennesimo mistero legato ad eventi passati,.
Mentre il giovane e mascellone Agente Ward viene descritto inizialmente come il prototipo del difensore con ogni mezzo dell'American Way of Life.
Insomma, la resa totale e e interpretazioni  risultano decisamente anonime, con l'unica eccezione del già ricordato Clark Gregg, che praticamente da solo regge le sorti della maggior parte delle prime indagini. Quello che manca totalmente, che anzi sembra forzato quando provano ad immetterla  è l'alchimia tra i personaggi, per una volta quindi il miracolo dello"schema da famiglia allargata"whedoniano, sembra non ripetersi.
Perlomeno non subito.
Perlomeno non all'inizio.



Non che la serie risulti fallimentare o peggio brutta, anzi nella prima decina di episodi ve ne sono comunque alcuni decisamente dignitosi, così come ce ne sono un paio anche abbastanza ironici peccato che ci siano anche - ed in misura maggiore - diversi momenti noiosi e disequilibrati.

Però, ed è giusto dirlo, quando sembra che tutto si sia assestato verso un determinato status quo, quando sembra che i binari si siano assestati sul livello di un aurea mediocritas,  nel momento in cui gli spettatori sono ormai convinti di sapere tutto quello che c'era da sapere nei confronti della serie e dei suoi protagonisti..ecco che tutto questo viene improvvisamente stravolto.
E sarà uno stravolgimento clamoroso, totalmente inaspettato.
Quanto questo stravolgimento fosse stato previsto fin dall'inizio o quanto invece sia dovuto alle numerose critiche ricevute (e ai cali di ratings televisivi americani) questo non è dato sapere, resta il fatto che a partire dalla seconda metà della stagione produttori e sceneggiatori cambiano completamente ritmo.
E se la giocano bene.

Quello che di sicuro aiuta sono i collegamenti con le vicende di Captain America : The WinterSoldier, il che permette la creazione di numerose sottotrame ulteriori,  compreso il coinvolgimento dell'HYDRA cosa che fornisce una giustificazione a diversi degli eventi avvenuti in precedenza, in più grazie a questo espediente la gestione dei personaggi cambia, approfondendosi verso livelli finalmente meno anonimi e scontati.
Per non parlare del valore aggiunto - e conseguente giustificazione della sua esistenza - che gli utimi episodi  forniscono al villain della stagione, il misterioso Chiaroveggente ( "Clairvoyant" nella versione originale)  decisamente anche questo gestito in maniera non propriamente brillante fino a quel momento.
Insomma, non siamo sicuramente al bruco che si trasforma in farfalla, ma un certo positivo miglioramento c'è.
Ed al contempo vengono messe le basi per successive evoluzioni.
Evoluzioni, per Coulson, per Skye, Per Fitz,  per Ward più degli altri ma principalmente per lo S.H.I.E.L.D stesso che si ritrova minato nelle sue stesse basi




In definitiva, Marvel's Agents of S.H.I.E.L.D . è una serie che merita di essere seguita?
La risposta è contemporaneamente positiva e negativa anche in questo caso.
Se siete appassionati  dei comics della Marvel sicuramente avrete qualche motivo in più per apprezzarla, se aggiunto a questo siete spettatori del Marvel Cinematic Universe e volete seguire i collegamenti che la serie ha con esso allora l'interesse potrebbe aumentare.
Anche in quel caso però dovrete comunque tenere conto che vi troverete davanti ad un prodotto non certamente perfetto e che si è preso il suo tempo per ingranare.
Piacevole quanto si vuole, ma con le sue pecche.

Per tutti gli altri...beh almeno all'inizio ci sarà da avere un poco di pazienza in più, pensando ad un qualcosa che poteva essere ma che ha raggiunto solo in minima parte e solo verso il finale i suoi scopi iniziali.
Per conto mio una possibilità alla seconda stagione gliela darò volentieri.

Una Mia Intervista Inedita su True Fantasy!

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 Piccolo post  per segnalarvi una novità che mi riguarda
 (E vai!!! Procediamo con l'auto-promozione, che ci fa tanto bene, ci fa!)
 Sul sito collettivo TrueFantasy troverete, in via del tutto eccezionale, una mia intervista inedita allo scrittore Alessandro Vietti, autore di romanzi come Cyberworld e Il Codice dell'Invasore.
L'intervista mi è stata richiesta dal gestore del sito Alessandro Iascy e non ho saputo resistere alla tentazione, dal momento che a me piace molto come scrive Vietti.



L'intervista la trovate QUIe vi consiglio di leggerla perché ne vale la pena ( ma io sono leggermente di parte) viste le considerazioni a tutto campo effettuate dallo scrittore nel corso della nostra conversazione.
Ad ogni modo l'intervista pubblicata ieri è da considerarsi come antipasto, presto sarà infatti ripubblicata su Nocturnia ( che è e rimane la "casa" esclusiva delle mie interviste) con l'aggiunta di alcune domande inedite.

Tra la altre cose segnalo che Alessandro Vietti è anche un ottimo blogger, uno di quelli storici. Il suo sito, Il Grande Marzianoè stato  uno dei primi che ho frequentato quando anni fa mi sono affacciato ne rutilante mondo della rete, quindi - quando avrete voglia - una visita se la merita tutta.
Attendo i vostri pareri in merito all'intervista, gente, ci aggiorniamo presto.

OMBRE SULLO SCHERMO: LO STRANO CASO DI LOUIS LE PRINCE.- Parte prima.

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"Questa invenzione è destinata a non avere nessun successo commerciale."
Louis Lumière.

"Tutto ciò che conta nel cinema è inspiegabile."
Wim Wenders.


Non esiste mai una sola verità, non esiste una sola risposta.
Anche quando crediamo di conoscere tutto su un determinato argomento accade sempre qualcosa che ci fa ricredere, dopotutto la Storia è piena di zone d'ombra.
Già, perché le cose sono sempre molto più complesse di quanto siamo disposti a credere e la cosa vale per qualsiasi argomento, per tutte le materie dello scibile umano.
Prendiamo la cinematografia, ad esempio.
Cosa ne sappiamo di preciso delle sue origini?

Se glielo domanderete, un qualsiasi esperto storiografo vi risponderà che tutto comincia nel 1885 quando l'americano George Eastman mette a punto la prima pellicola cinematografica. Invece quattro anni dopo, nel 1889, un altro statunitense, l'inventore miliardario Thomas Alva Edison crea la prima cinepresa (che battezza kinetograph ) e altri apparecchi per la visione.
Se poi lo storiografo o l'appassionato sarà particolarmente bravo e preciso, a corollario di tutte queste informazioni, vi fornirà anche la data del 28 dicembre 1895 come giorno ufficiale per la nascita del Cinema in senso stretto, allorquando i fratelli Auguste e Louis Lumière, effettuarono la prima proiezione pubblica all'interno di un locale parigino.
Per la cronaca: il locale in questione era il Gran Cafè al Boulevard des Capucines e  il nome dato dai Lumière  al loro apparecchio era - ovviamente -  quello di cinématographe.


E la cosa bella è che tutte queste sono informazioni esatte, vere e precise.
Tuttavia non sono complete.
Come in tutte le Storie ci sono dei particolari che mancano.
E che, in parte, mancano ancora oggi.

Ma anche questo è un dato di fatto:  ci fu un altro padre del Cinema oltre ai fratelli Lumière e a Thomas Alva Edison , un uomo che riuscì ad effettuare delle riprese cinematografiche già nel 1886 \ 87, alcuni anni  prima delle imprese del miliardario americano.
Un uomo a cui è legato ben più di un mistero.

Mettetevi comodi, quella che narreremo oggi è la Storia di  Louis Aimé Augustin Le Prince.
L'uomo che (forse) inventò il Cinema.
E che, ancora più probabilmente, per questo si fece molti nemici.


Louis Aimé Augustin Le Prince
in una delle sue ultime immagini.
-  RITRATTO DI UN INVENTORE.

Metz è una città molto antica, fondata  dai celti Mediomatrici e poi conquistata dai romani, in epoca latina divenne perfino più importante  popolata della capitale Lutetia Parisiorum, la futura Parigi.
 Situata tra i fiumi Mosella e Seille è un luogo molto importante per i francesi ed è lì tra le mura dell'antica fortezza che il 28 Agosto dell'anno 1841 vede la luce Louis Aimé Augustin Le Prince.

Pur proveniente da una famiglia di militari, il giovane Louis preferisce dedicarsi ad altro, c'è in particolare un incontro che sa tanto di predestinazione, a definire il suo destino, tra i tanti amici del padre ce n'è uno che spicca: quel particolare amico di famiglia risponde al nome di Louis Jacques Mandé Daguerre, l'inventore del dagherrotipo.
L'antenato della macchina fotografica.

Ed è con Daguerre che Le Prince apprende i primi fondamenti delle discipline scientifiche, da lui eredita il sogno di riuscire a fermare la realtà in un immagine, a riprodurla se necessario.
In seguito Le Prince continuerà gli studi a Parigi e a Lipsia, ma l'uomo è un pioniere, sa di esserlo, comprende le difficoltà che la natura dei suoi studi comporta e per questo preferisce lavorare da solo.
Non trovando pace, fa quello che pochi francesi - allora come adesso - si arrischiano a fare: si trasferisce in Inghilterra.
L'occasione è data dall'invito di un compagno  di college, l'industriale John Whitley ed inizialmente , almeno nelle intenzioni di Le Prince, il soggiorno britannico dovrebbe durare pochi mesi.
Ma in destino ha in serbo altri programmi, ancora una volta galeotto sarà l'amore: nel 1869 Louis sposa Elizabeth la sorella di John e finisce per passare tutto il resto della sua vita tra l'Inghilterra e gli Stati Uniti
Ma sopratutto in Inghilterra, nella post industriale cittadina di Leeds nel West Yorkshire,  già nel corso dell'Anno 1886 accade qualcosa.


La camera a 16 lenti inventata da Le Prince
Tutt'ora conservata a Leeds.

- IL PRIMO FILM.

Grazie al patrimonio dei Whitley e all'appoggio di Elizabeth, l'inventore francese  riesce a mettere prima a punto prima una macchina fotografica a sedici lenti.
E poi un primo esemplare di telecamera.
Questo secondo apparecchio in realtà è una fotocamera ad obiettivo singolo però a differenza della maggior parte delle altre fotocamere che si stanno sperimentando da altre parti nello stesso periodo è in grado di realizzare riprese di immagini in movimento.

Non si sa con esattezza quante riprese sperimentali Le Prince effettua, si parla di un numero imprecisato di cortometraggi girati nel corso degli anni. Di quattro però se ne ha la sicurezza.
Di questi quattro, però solo due sono arrivati ai giorni nostri con tutti i "frames" completi.  (1)
Il primo ,conosciuto come Traffic Crossing Leeds Bridge rappresenta una scena di movimento cittadino, il secondo intitolato Roundhay Garden Sceneè invece girato all'interno del giardino della famiglia Whitley. Entrambi sono databili attorno al 1888 entrambi non durano più di due / tre secondi però  il segnale che qualcosa di nuovo è nato.
Inoltre sono i primi film "girati" di tutta la Storia umana.

Almeno inizialmente Le Prince non pensa affatto ad un impiego commerciale della sua invenzione, nemmeno ad effettuarne proiezioni pubbliche, al massimo dà vita ad alcuni spettacoli privati a beneficio di pochi e selezionati amici e conoscenti. Oppure si diletta a far divertire la figlia Marie.
Però, gli affari vanno male, diverse iniziative artistiche messe in piedi da Louis e da Elizabeth falliscono clamorosamente.
Inoltre, sempre più spesso arrivano voci su altre persone che cercherebbero di riprodurre gli stessi effetti creati dall'inventore francese, numerosi concorrenti e non tutti propriamente corretti.
Il nome che viene fatto maggiormente in proposito è quello di un certo Thomas Alva Edison.


Traffic Crossing Leeds Bridge.

Per questo motivo Louis Aimé Augustin Le Prince si decide a far registrare la sua invenzione.
Qualcosa però non va nel verso giusto.
Se infatti il brevetto inglese viene concesso senza nessun tipo di problemi, le cose si complicano quando giunge il momento di chiedere quello americano.
La richiesta viene respinta senza alcun motivo apparente.

Le Prince decide quindi di correre ai ripari, organizza in fretta e furia una proiezione pubblica a New York per la fine del  1890 nel tentativo di trovare nuovi finanziatori.
Prima però sente il bisogno di tornare in Francia da cui manca da lungo tempo.
Probabilmente la peggior decisione di tutta la sua vita.

16 SETTEMBRE 1890.

Ad ogni modo durante il suo soggiorno europeo, l'uomo non sta certo con le mani in mano: compie ulteriori studi, realizza altri progetti, fa costruire un nuovo e più grande proiettore da utilizzare alla proiezione di New York. Ed è quindi un Louis Le Prince enormemente entusiasta quello che il giorno che alla stazione di Digione saluta suo fratello Albert alla volta di Parigi.
Solo che Albert Le Prince sarà l'ultima persona che riuscirà a vedere suo fratello.
Perché quando il treno arriverà alla Stazione di Parigi non verrà trovata nessuna traccia né dell'inventore e nemmeno dei suoi bagagli.
 Louis Aimé Augustin Le Prince sembra completamente scomparso dalla faccia della Terra.

(Continua....)

NOTE:
(1) Sono stati sicuramente girati da le Prince almeno altri due corti di  3 secondi,  il primo chiamato Man Walking Around a Corner- tecnicamente sarebbe precedente ai due già nominati, in quanto datato attorno al 1897 mentre il secondo Accordion Player risalirebbe anch'esso al 1888. Entrambi però sono incompleti e mancanti di alcuni frames.
In particolare quello che rimaneva di  Man Walking Around a Corner, considerato inizialmente smarrito, è stato restaurato a partire da una pellicola degli anni '30s.  Il risultato finale non è comunque eccelso, anche per questo si preferiscono ricordare quasi sempre solo gli altri due film di Le Prince citati nell'articolo in quanto entrambi completi.
Se siete incuriositi - e vi ricordo che quelli di Le Prince , allo stesso modo di quelli dei Lumiere più che veri film sono al massimo delle riprese dal vivo di scene di vita quotidiana - sono tranquillamente rintracciabili  sul Tubo in varie forme che non fanno altro che ripetere in loop l'inquadratura effettuata dal pioniere francese.

LUSITANIA #4: TALKING ABOUT JOANA AFONSO

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Con la presente scheda comincia il conto alla rovescia per la chiusura dei miei interventi sul fumetto portoghese; in questi mesi ho provato a proporvi diversi punti di vista sulla produzione fumettistica di un paese a noi molto vicino, perfino molto simile culturalmente ma di cui sappiamo poco.
Vi ho presentato tre disegnatori tutti estremamente diversi l'uno dall'altro ( QUI, QUI e QUI ) ed ognuno di loro rappresenta una fetta degli stili e delle modalità di produzione fumettistica che, tra mille difficoltà, esistono in Portogallo.
Adesso siamo quasi arrivati alla fine del viaggio, a breve, uscirà la mia intervista con la fumettista lusitana Joana Afonso infine arriverà il momento di quel famoso post- dossier sul mondo della banda desenhada portoghese che concluderà la trattazione dell'argomento.

Questo non significa che non tornerò mai più sulla materia, in futuro  non escludo altre interviste però è arrivato il momento di cominciare a gettare lo sguardo anche verso altre realtà ( e sto parlando sia di nazioni grandi produttrici di fumetti come la Francia, sia di nazioni insospettabili come la Finlandia o la Danimarca )

Nel frattempo, è arrivato il momento di presentarvi Joana Afonso.


Il nome della Afonso, a differenza di quello di molti suoi altri colleghi iberici, comincia ad essere conosciuto anche da noi. Non che sia stato già tradotto qualcosa di suo ma perché recentemente di una sua opera se n'è occupato anche la nostrana Fumo di China.
Quello che colpisce in questa artista è la grande padronanza del mezzo tecnico nonostante la sua giovane età ( è nata nel 1989), dotata di uno stile a metà tra il realistico ed il grottesco, la disegnatrice riesce ad affrontare con sicurezza e delicatezza le più disparate situazioni narrative, da quelle più intimistiche ed angoscianti fino a quelle più avventurose o ironiche, senza dimenticare le varie vignette auto ironiche, disseminate in rete o attraverso varie riviste, in cui ironizza su sé stessa e sulle proprie idiosincrasie o insicurezze.


Laureatasi presso la FBAUL, l'importantissima Facoltà di Belle Arti, presso l'Università di Lisbona ben presto ne diventa anche uno degli insegnanti, anche se -contemporaneamente- lavora nel campo del fumetto e dell'illustrazione.
E questo sia singolarmente, sia in collaborazione con altri artisti, tra le altre cose la Afonsoè membro del collettivo The Lisbon Studio di cui abbiamo già parlato QUI.

Ma è nel sopratutto nel primo caso che la disegnatrice lusitana fornisce il meglio di sé, in particolare è con l'album cartonato"O Baile" (tradotto in italiano sarebbe "Il Pallone") che nel 2013 l'artista fa parlare di se in patria.
Ambientato, nel 1967 durante il periodo dell'Estado Novo( 1), "O Baile"descrive le vicissitudini di un ispettore del PIDE, la famigerata polizia segreta portoghese, inviato ad indagare su una misteriosa epidemia che trasforma gli abitanti di un villaggio di pescatori in pericolosi zombie.
A peggiorare le cose, giunge la possibilità di una visita del Papa nelle stesse zone dell'epidemia.

O Baile riesce a trattare in maniera inusuale un tema oggi abusato come la zombie outbreak, coniugandolo con una forte carica di ironia ed una feroce critica sociale nei confronti di uno periodi più controversi di tutta la Storia iberica

Il volume ottiene un buon successo sia di critica che di pubblico, facendo vincere diversi premi sia alla disegnatrice che allo sceneggiatore Nuno Duarte.
Tra i vari premi, in particolare in patria,"O Baile" vince l'Amadora BD / 2013 per il Miglior Album ed il Prémios Profissionais de BD per le categorie Miglior Disegno e Migliori Colori.

Il successo si ripete con il lavoro successivo, la miniserie in tre volumi "Living Will" (che vince diversi altri significativi riconoscimenti )

Oltre ai lavori in volume la Afonso collabora anche con diversi quotidiani e riviste portoghesi e, ultimamente comincia a vedere i suoi lavori tradotti anche al' estero: in particolare negli Stati Uniti dove è stata ospitata nel volume antologico Outlaw Territory 3 (nominato anche agli Eisner Award ) edito dalla Image Comics, ed in Polonia dove alcuni suoi fumetti sono stati tradotti dalla rivista Ziniol.

Nel corso degli anni Joana Afonso è sempre più diventata una figura di primo piano nel panorama portoghese (2) , anche per questo nel corso della prossima settimana sarà per me un piacere potervi presentare l'intervista rilasciatami dalla disegnatrice

NOTE:
(1)  In portoghese significa "Stato Nuovo" e rappresenta una delle fasi peggiori della vita del paese iberico, quella della dittatura. Fu l'economista Antonio de Oliveira Salazar quando prese il potere spinto da una giunta militare a coniare il termine. La dittatura di Salazar e dei suoi successori  - pur con alcune variazioni-  durò ininterrottamente dal 1926 fino al 1974 quando la cosiddetta "Rivoluzione dei Garofani" riportò la democrazia nel paese.
Lo "Estado Novo" fu caratterizzato da forti politiche di Destra (praticamente di ispirazioni fasciste), estrema censura ( in Portogallo ancora ricordano la PIDE,  la tremenda polizia segreta di Salazar), estremismo cattolico, nonché da un forte isolamento internazionale.

(2) Recentemente la disegnatrice è stata ospite speciale alla 364 ° Tertulia BD di Lisbona, la riunione mensile tenuta dagli operatori e disegnatori di Banda Desenhada portoghese.

QUALI SONO I VOSTRI BLOG PREFERITI ? - Edizione 2015.

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E' sempre stato uno dei post preferiti dai lettori di Nocturnia al punto che, nel corso degli anni è diventato -senza averne avuto alcuna intenzione - una sorta di meme, infatti io scherzando l'ho sempre chiamato il Meme dei Memi perché parla dell'argomento preferito dai bloggers, ossia i loro blog preferiti. Eppure, ed è diventata la dizione più comune, come il Franken-Meme, dal momento che si è evoluto trasformandosi in un qualcosa di molto diverso rispetto a quando lo immaginai in quella lontanissima prima edizione.
Ed anche per la presenza delle immagini prese da quel must assoluto che è Frankenstein Jr che devotamente inserisco ad ogni nuova edizione.

Doveva essere un post di quelli estemporanei nati solo per divertimento e sopratutto senza nessun futuro. Invece, anno dopo anno si è ripetuto ( a volte anche  più volte l'anno )  e sempre con una grandissima partecipazione, in particolare poi, l'ultima volta abbiamo raggiunto vette che sarebbe bello poter anche solo avvicinare stavolta.

Però lo scopo è sempre quello: divertirsi ! Magari conoscendo e facendo conoscere alla gente nuovi ed interessanti siti.
In questa nuova versione c'è una novità: i banner creati per l'occasione daGian De Steja, che ringrazio moltissimo, chi vorrà riprendere il Meme (o anche i blog segnalati  nelle varie categorie ) potranno usare tranquillamente se vorranno sia queste immagini che il link di questo post.
Non è un obbligo, solo una facoltà ulteriore per arricchire il gioco.


 Adesso è arrivato il momento per rientrare nel nostro mondo; parliamo delle nostre creature, i nostri Blog.
Insomma, in parole povere: quali sono stati i blog che avete apprezzato maggiormente nel corso di questo anno  2015?

L'invito è aperto a tutti, sia a quelli che hanno già partecipato gli anni scorsi ma anche a chi arriva qui per la prima volta. Sia a chi ha appena aperto un blog e vuole farlo sapere in giro, ma anche ai lurker che non commentano mai.

Non ricordate le regole?
Non preoccupatevi ci penso io.

LA PRIMA REGOLA, L'UNICA VERAMENTE INSINDACABILE

Non ce ne sarà bisogno, siete tutti persone civili e gentili (qui l'unico ignorante incivile sono io), l'avvertimento vale per i Troll di passaggio: questo è un post per parlare di quello che piace, non di quello che si detesta. Non voglio sentire commenti del tipo:"Il Blog X fa schifo" oppure :"Il blogger Y è una merda", quelli per l'unica volta in vita mia saranno eliminati. Questo è un post dove si parla di cose belle, dove magari si suggerisce ad altri i siti che piacciono, e chi sa mai che non nascano nuove conoscenze, amicizie, collaborazioni.
Io per primo non sono sempre andato d'accordo con tutti (ed ho le mie responsabilità nella rottura di qualche amicizia), io per primo non mi sono trovato bene su qualche blog, ma semplicemente non è questa la sede per parlarne.
L'unica aggiunta che faccio, è:al'interno di questo post  citate tutti i Blog che volete, ma non Nocturnia,se siete qui immagino che sia anche perché vi piace il Blog e come scrivo,ma questo non è un post in stile Vanity-Press.

Ecco, detto e ripetuto questo cominciamo con le segnalazioni.
Essendo Nocturnia un sito che si occupa principalmente di alcuni argomenti, mi piacerebbe se le segnalazioni rimanessero confinate su blog che si occupano di argomenti similari o perlomeno collegabili a quelli che si trattano qui ma voi consideratela più come un indicazione che come un obbligo, ok?
Come sempre i primi sono:


I MUST!

I Siti che per voi sono il massimo, i migliori, quelli fondamentali da visitare quasi ogni giorno, oppure ogni volta che fanno uscire un nuovo articolo o una nuova recensione.
Per i primi anni di solito segnalavo in linea di massima gli stessi tre o quattro blog, blog che seguo ancora oggi  con grande piacere;  però dallo scorso anno ho voluto rimescolare un poco le carte segnalando un paio di blog diversi.

- GERUNDIOPRESENTE

Il blog di Elisa detta Gardy è  diventato un appuntamento fisso per chi ama la fantascienza ed anche il cinema.
Se cercate informazioni, segnalazioni e recensioni riguardanti le ultime uscite editoriali quello è il posto giusto per voi, all'interno ogni argomento viene sempre trattato con estrema sincerità ma ogni volta in maniera civile.
Se cercate un posto dove scoprire qualche info sulle nuove uscite quello è il posto giusto per voi.

-MOZ O' CLOCK

 Come bloggare divertendosi.
Dimenticate tutti quei blogmaster con la puzzetta sotto il naso, quelli con tutte le risposte -perfino alle domande che non avete intenzione di fare- quelli che loro sanno tutto voi invece no!
Miki invece è il primo a divertirsi con quello che scrive.
Ad un primo sguardo sembrerebbe un sito cazzaro, ma è solo apparenza. Non lasciatevi ingannare!
Quello che scrive è puro cibo per la mente.

- THE OBSIDIAN MIRROR.

Ormai il blog mio e quello di TOM sono considerati due blog quasi gemelli da parte di molti lettori.
In realtà seguiamo abbiamo quasi lo stesso tipo di passioni e  trattiamo quasi  lo stesso tipo di argomenti. TOM però è dotato di una complessità ed incisività di analisi che a me manca.
E poi, come dire di no alla sua serie di post dedicati agli"Yellow Mythos" ?

- FRONTE &RETRO.

In quest'ultimo periodo Max Citi ha postato un pochettino di meno rispetto al passato, il motivo però è presto detto: stata lavorando ad un nuovo romanzo.
Nonostante la sua minor presenza però anche in questi mesi Max non ha mancato di scrivere le sue considerazioni su editoria, cultura e sul mondo di oggi,
Ed ogni volta è sempre un piacere seguirlo.
Si potrà anche non essere sempre d'accordo con quello che scrive, però Max ha un enorme pregio: ti costringe a pensare e a ragionare sulle cose.
Ed anche a prendere posizione .
Visto il periodo in cui stiamo vivendo non è certamente poco.




LE NEW ENTRY:
Penso che ognuno di voi girando in rete scopra sempre blog nuovi, magari si tratta di realtà che esistono da tempo ma nuovi per noi, oppure appena aperti ma ricchi di potenziale ed interesse; a volte scoperti scoperti tramite i link di qualcun altro, a volte tramite visite reciproche. Ecco, questi sono blog che ho scoperto già da qualche tempo ( ma se volete VOI potete parlare dei blog scoperti nel corso dell' ultimo anno).
A me ad esempio in questo anno è capitato con:

- TRUEFANTASY.

-LA ZONA MORTA.

-IL GRANDE MARZIANO.

- A NOI VIVI.


-500FILMINSIEME.


- MASSIMILIANO RICCARDI INFINITESIMALE.


- FUMETTI ETRUSCHI.


-LA BARA VOLANTE.


- APPUNTI A MARGINE.


Io ho inserito blog, ma non è un numero obbligatorio, voi inseritene quanti ne volete. Ne basta anche uno solo, basta che sia un blog  che voi avete scoperto o notato nel corso di questo 2015.

Ma non è finita qui.
Perché in rete capita spesso di trovare blog bellissimi, i cui titolari scrivono sempre post intelligenti, ma purtroppo aggiornano i loro siti raramente o comunque, con minor frequenza di quanto a voi piacerebbe.
Fategli sapere i questo modo che li stimate e che vorreste poter leggere più spesso i loro articoli. Comincio io?
Siore e Siori ecco a voi ....



BLOGGER, TORNA SUL BLOG: 

- PENSIERO SPENSIERATO.

Nessuno tratta le leggende o le storie di fantasmi, meglio di Donata ( alias Lady Ghost), lei poi è bravissima nel parlare - e nel catalogare- certi argomenti con un rigore ed una chiarezza che manca a certi presunti ed auto nominati esperti e studiosi della materia.
La inserirei volentieri tra i migliori blog di sempre, tra "I Must" - posizione che le apparterrebbe di diritto- se solo postasse con maggiore regolarità. Intendiamoci, lei ne ha tutti i diritti, questi ultimi anni non sono stati certo facili per lei.
Questo però è un modo per farle capire che non è sola.
Su su su Donata! I tuoi amici aspettano il tuo ritorno in pianta stabile!

-SIMMONS COTTAGE.


Ho conosciuto poche persone più generose di Lucrezia ( alias Lady Simmons ), scrive poco, blogga poco e -secondo me - è un gran peccato. Lucrezia è una brava fotografa, sa scrivere bene (anche se non tutti lo hanno capito a suo tempo). Se volete sapere qualcosa sul rock, sull'Inghilterra e sulle serie televisive o sui registi horror  lei è la persona giusta.

- LE MARATONE DI UN BRADIPO CINEFILO.

Il suo è uno dei migliori blog sul Cinema che abbia mai letto, uno di quelli scritti con la passione e con il divertimento di un appassionato. Per il bradipo vale lo stesso discorso fatto per Miki : una persona vera che non finge e non se la tira.
Adesso è giunto un comprensibile momento di stanchezza, però sono sicuro che presto la sua passionaccia lo farà tornare a scrivere.
Ed il primo ad esserne contento sarò io.

Ecco alcune delle mie citazioni, e voi quali blog vorreste che fossero aggiornati con maggiore frequenza?
Purtroppo però ogni anno ci sono siti che spariscono definitivamente, persone che interrompono la loro attività in rete, alle volte senza nemmeno un post di commiato:



I DESAPARACIDOS.

I motivi che spingono a chiudere un blog sono molteplici: stanchezza, mancanza di tempo o di idee, concorrenza dei Social Network o che ne so io.
Alle volte è la mancanza di riscontri e soddisfazioni, oppure ci si rende conto che non è la strada per noi.
Il dato di fatto rimane: molti blog hanno chiuso nel corso del 2015, ma anche questo fa parte del ciclo naturale delle cose.
Rimane il rimpianto per molti blogger bravi di cui si sono perse le tracce.
Ecco i miei:

- IL FUTURO E' TORNATO.

Voglio dedicare due righe ad IFET, ve la ricordate?
Era la blogzine creata da Angelo Benuzzi assieme ad alcuni amici (lo stesso Benuzzi;il sottoscritto; Davide Mana; Gianluca Santini e Sekhemty) Lo scopo sarebbe stato quello di divulgare il più possibile la fantascienza in Italia. Forse il nostro scopo era troppo ambizioso, ma ci abbiamo provato.
Ognuno di noi ha fatto quello che poteva, ma le cose sono andate così.
 Però è stata comunque una bella esperienza.
E a me manca molto IFET.

- RENTO PORTENTO.

-OCCHIO SULLE ESPRESSIONI.

Inoltre, qualcuno ha notizie di Coriolano e del suo: ED WOOD L'AVREBBE FATTO MEGLIO per caso ?


E a voi quali sono i siti la cui chiusura vi ha più dispiaciuto?
Ecco tutto, come sempre sono stato troppo lungo, ma se avete avuto la pazienza di arrivare fin qui e se volete partecipare con i vostri commenti- come vi dicevo sopra- potrete parlare dei blog che considerate come i vostri preferiti; delle vostre scoperte; dei blog che considerate potenzialmente interessanti; di quelli che vi mancano tra gli scomparsi. Potete mettere tutti gli argomenti che vanno dal Fantastico ai misteri; dalla musica alla grafica; dalle recensioni di libri a quelli che parlano di cinema. Dal blog sconosciutissimo a quello del vostro migliore amico.
Ovviamente le maglie sono larghe, a voi la palla.
Io prometto di non inserire nuovi post almeno fino a mercoledì, quindi avete tutto il tempo di leggere il post e di commentare.
Quindi alla fine la domanda che vi pongo è sempre la stessa:
Quali sono -secondo voi- i blog simbolo di questo 2015

ADDENDUM:
Hanno scritto post sulla base del meme anche :

- MYRTILLA 'S HOUSE 
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