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LA LEGGENDA DELLA "BORDA".

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" C'è un'apertura tra i due mondi: il mondo degli stregoni e quello degli uomini viventi. C'è un luogo dove i due mondi si incontrano: l'apertura è lì. Si apre e si chiude come una porta al vento... "
Carlos Castellaneta



                             

Ci sono luoghi che sembrano più adatti degli altri a generare inquietudini, luoghi dove l'acqua  si confonde con la terra, al punto che non si comprende bene dove finisca l'una e dove cominci l'altra. Posti dove l'umidità ti entra nelle ossa poco a poco e dove un tempo, forse nemmeno troppo lontano, l'isolamento portava gli abitanti a rinchiudersi dentro le case nelle lunghe serate invernali, tremando spaventati al suono del più piccolo e sconosciuto scricchiolio.

In quelle circostanze nascevano leggende, s'inventavano creature adatte a spaventare i bambini restii ad addormentarsi.
Ma mentre scorrevano fiumi di vino, mentre si componevano canzoni i primi a spaventarsi erano sempre, invariabilmente gli adulti.
Così è avvenuto anche nella zona del Delta del Po, così è avvenuto anche in altre zone dell'Emilia-Romagna.
Le zone in cui viveva una creatura conosciuta come: "La Borda."
Può cambiare una sillaba, può cambiare la pronuncia, potremmo trovare varianti nei vari dialetti però alla fine esiste una matrice comune la troveremo sempre: a Ferrara sentiremo parlare della Bùrda, a Modena si preferisce utilizzare la variante Bourda, qualcosa si trova anche in alcune zone della Lombardia e nel pistoiese, ma alla fine si tratta sempre della stessa creatura.
Alle volte un fantasma di donna, più spesso una strega.

- LA NINNA NANNA DELLA BORDA.


Ancora una volta un entità femminile, quindi.
Fondamentalmente uno spauracchio per le anime impressionabili; "la Borda" viene descritta nella tradizione popolare come una strega orribile e bendata le cui apparizioni si verificano sempre di notte o nelle giornate di nebbia, un unico destino attende lo sventurato che dovesse imbattersi nella creatura.
 La morte.

Perchè "la Borda" risiedeva nei pozzi, nelle profonde acque dei torrenti,  tra i canali, negli stagni, perfino nelle
gore dei mulini ed è nell'acqua che si divertiva a trascinare le persone che incrociava nel suo cammino.
Le sue vittime preferite?
I bambini.
Legati e poi strangolati. Esattamente come raccontato in alcune filastrocche come questa che ho trovato- e di cui esistono anche altre varianti  -QUI .

« Ninna nanna, la Borda
lega i bei bambini con una corda.
Con una corda e con una cordicella,
lega i bei bambini e poi li stringe,
con una corda e con un legaccio,
lega i bei bambini e poi li ammazza. »

Antica ninna nanna romagnola.

Non esattamente il tipo di ninna nanna che un bambino vorrebbe sentirsi cantare, non credete?


-UNA PROBABILE SPIEGAZIONE RAZIONALE.

Si dice che ogni leggenda possieda un fondo di  verità. E mai come in questo caso chi lo pensa potrebbe avere ragione, alcuni studiosi del folklore sostengono una tesi semplice ma affascinante: il termine Borda potrebbe derivare dal nome di un dio celta: Borvo, una divinità acquatica.
Anche la modalità delle uccisioni effettuati dalla strega il suo strangolare le sue vittime e il suo trascinarle successivamente sott'acqua potrebbe provenire da una peculiare tipologia di sacrifici umani praticati dai popoli celti e germanici.
E l'Emilia-Romagna prima della conquista romana è stata terra di transito e di insediamento di molti popoli.
Celti compresi.
Ancora una volta, quindi si tratterebbe solo di reminiscenze di antichi culti?
Probabile. Quello che è certo è che il passato e la paura del medesimo si sono evoluti in qualcosa da esorcizzare perché parla al nostro lato più irrazionale.

- GOTICO PADANO.

"La Borda" però non parla solo al nostro lato più irrazionale, parla anche al nostro lato di lettori: esiste uno scrittore romagnolo, molto bravo peraltro, che si è ricordato delle storie che ascoltava da bambino. Quello scrittore una volta ottenuta la laurea in Antropologia Culturale e in Etnografia ha dedicato un intero romanzo alla strega degli acquitrini, circoscrivendo le sue azioni alla provincia di Ravenna.



Lo scrittore si chiama Eraldo Baldini, uno per cui è stato coniato il termine di "Gotico Rurale" per descriverne il tipo di narrativa. Il romanzo che ha scritto si chiama MAL'ARIA.
Se n'è accorta perfino la RAI, dell'esistenza del "Gotico Rurale", tanto che nel 2009 ha adattato il romanzo in una fiction in due puntate, contravvenendo per una volta alla sua recente politica di fiction realiste ( scusatemi ma mi verrebbe da ridere sentendo questo termine ) dedicate ai santi, suore,  e donmmattei.


La fiction interpretata da Ettore Bassi;  Sarah Felberbaum e Francesco Salvi ha avuto un buon successo di pubblico. Anzi qualche maligno aggiungerebbe che la fiction ha funzionato nonostante il cast, ma che volete farci?
 Io sono di bocca buona. Ritengo che Francesco Salvi sia diventato un buon attore e per una volta non mi è dispiaciuta perfino la Felberbaum, senza contare la gioia provocatami dal ritrovare un ottimo interprete come Eros Pagni nel ruolo di un prete decisamente poco scontato.
In più ritengo la miniserie decisamente superiore alla media
dei prodotti che l' emittente di stato ha sfornato negli ultimi anni.
E adesso fucilatemi pure. ;)

Non ho letto il romanzo ( mea culpa ) quindi non posso dire quanto la fiction sia aderente, né se e come abbia deviato dalla trama originale (pare di si, comunque. Questo però non ha impedito a Baldini di dichiarare pubblicamente il suo apprezzamento per il lavoro RAI )

Un merito però ce l'hanno sia il libro che l'adattamento televisivo: hanno trasportato la Borda dritta dritta nel terzo millennio.
Anche questo è un modo per far sopravvivere il folklore.
E con esso le nebbie e le leggende che lo originano.

-PER CHI VOLESSE APPROFONDIRE:

Anselmo Calvetti, Antichi miti di Romagna, Maggioli Editore, 1999

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