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Renato Pestriniero: Il Gentiluomo della SF

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Articolo già uscito su IL FUTURO E' TORNATO.
E' realmente un impresa ardua il cercare di descrivere in poche righe la vita e la carriera di Renato Pestriniero, dopotutto non stiamo parlando  "solo" di uno scrittore, ma di uno dei padri stessi della Fantascienza nel nostro paese.

Volendo semplificare potremmo dire che esiste un Pestriniero ufficiale nato a Venezia nel 1933 che si è sposato, che ha avuto una figlia da lui amatissima, e che fino al 1988 ha lavorato come Capo Reparto presso la filiale italiana di una grossa multinazionale svizzera.
Ma quel Renato Pestriniero per così dire ufficiale in un certo senso è stato la maschera di un altro uomo, con un altra vita ben più interessante e vissuta.
Una vita in cui la fantasia è stata non certo una valvola di sfogo, quanto piuttosto la più grande ragione di vita.


In un certo senso l'anno di svolta è il 1958, quando alla personalità per così dire ufficiale si affianca la seconda: quella del Renato Pestriniero autore.
In quel periodo cominciano a nascere anche nella penisola di Dante, Manzoni ed Andreotti le prime riviste di fantascienza.
Urania è arrivata da almeno sei anni, abbastanza perchè si potesse cominciare a creare un primo piccolo bacino di potenziali lettori, e sopratutto di potenziali scrittori.
Ma Urania avrà per decenni un rapporto "non propriamente fiduciario" con gli scrittori italiani,aggravatosi specialmente con la gestione Fruttero & Lucentini che avranno idee ben precise e di certo non favorevoli nei confronti di una via italiana al fantastico.

Saranno quindi altre pubblicazioni, spesso dalla durata più effimera a fornire spazio agli scrittori autoctoni, tra queste una delle migliori sarà senza alcun dubbio  una rivista che si occupava sia di scienza che di narrativa chiamato Oltre il Cielo.


Nel 1958 su Oltre il Cielo compare un racconto da titolo poetico: I SILENZIOSI , l'autore si firma semplicemente Pi Erre avrà una carriera quasi sessantennale.
Forse non  se lo immagina nemmeno lui.

I SILENZIOSI è solo l'inizio, Pestriniero macina racconti su racconti, due anni dopo un altro suo racconto: UNA NOTTE DI 21 ORE attrae l'attenzione del regista Mario Bava che da quel racconto trae uno dei pochi film di fantascienza mai realizzati nel nostro paese, quel film diventerà Terrore nello Spazio, un cult assoluto per ogni appassionato.
Noi ne abbiamo parlato qui



Pestriniero non si ferma qui, la scrittura sarà una costante della sua vita, così come la pittura del resto.
Le sue opere vengono tradotte in diversi paesi, principalmente in Spagna e in Romania, nel 1982 poi allo scrittore capita un evento curioso: approfittando di una sua corrispondenza con il decano della fantascienza d'oltreoceano A. E. Van Gogt lo scrittore veneziano ottiene il permesso di  espandere sotto forma di romanzo il racconto Il Villaggio Incantato  scritto da Van Gogt decenni prima. Pestriniero è entusiasta di questo permesso, farà di tutto per scrivere un bel romanzo in modo da rendere onore al collega d'oltreoceano.

Solo che quando proporrà il suo romanzo ad una casa editrice italiana, quello stesso romanzo sempre col titolo IL VILLAGGIO INCANTATO uscirà intestato al solo Van Gogt.


Pestriniero non si lascia scoraggiare da questo incidente di percorso, l'uomo continua a scrivere continua a comporre sia racconti che romanzi e se la fantascienza non sarà più il suo unico argomento( ci sarà anche tanta saggistica e tante iniziative culturali dedicate alla sua amata Venezia) di certo non abbandonerà mai il genere.




Al 1994 risale infatti l'antologia DI NOTTE, LUNGO I CANALI... a tema più onirico che fantastico mentre nel 2005 raccoglie la maggior parte dei suoi racconti fantascientifici nel bellissimo volume C' ERA UNA VOLTA LA LUNA.


Renato Pestriniero ha superato indenne il passare delle mode letterarie, degli stili rimanendo sempre fedele al suo modo di scrivere, alla sua prosa estremamente letteraria ma chiara e scorrevole ma anche alle sue trame semplici e stranianti al tempo stesso.

la sua è una fantascienza che non cerca di costruire o ipotizzare come potrebbe essere il futuro, ma che cerca di analizzare come potremmo essere noi e cosa potrebbero diventare i nostri sentimenti e le nostre sensazioni in quell'ipotetico futuro.
Forse a pensarci bene, è proprio quella la chiave di una tale longevità letteraria.


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