Dedicato a ferruccio Gianola.
Non ci sentivamo più da anni, la vita ci aveva allontanato però era stata una figura importante nei primi anni della mia frequentazione della rete, prima come lettore e poi come blogger. Una volta mi chiese di fargli da beta-lettore per un suo racconto . Mi parlava del romanzo che avrebbe voluto scrivere, del manuale di erpetologia che avrebbe voluto scrivere. Mi dispiace anche per i progetti che non ha potuto portsre a termine. La morte è sempre una gran putt...ma quando colpisce una persona che conoscevi e con la quale non hai fatto in tempo a riappacificarti fa ancora più male. Sopratutto fa capire quanto sia stupido alle volte l'orgoglio.
Ciao Ferru, che la terra ti sia lieve!
Dalla Sinossi Ufficiale:
Su una spiaggia della Cornovaglia, un'anziana signora trova un uomo, un tempo famoso violinista, quasi annegato. Anche lei, in realtà, è ormai agli sgoccioli della sua vita. Oppure all'inizio di una nuova, che però fatica anche solo a immaginare. Perché, alla fine del nostro secolo, la morte potrebbe non esistere più. Nel frattempo deve capire chi è l'uomo della spiaggia: una reminiscenza del suo passato o un nuovo Messia?
A volte si compra un libro più che altro per curiosità, senza farsi grosse aspettative. O meglio con la convinzione di ricavarne una lettura piacevole, per qualche ora e nulla più. Non intendo con questo parlare di sottovalutazione o cose del genere, quanto piuttosto di aver riservato priorità maggiori verso altri libri durante l'acquisto. Succede anche però che, al netto delle aspettative iniziali, dopo la lettura delle prime pagine quello che si legge ci sorprenda, ci conquisti e ci convinca fino al punto (quasi) di essersi imbattuti in una delle maggiori sorprese dell'anno.So che non tutti i lettori non saranno d'accordo però nel mio caso, ripeto nel mio caso, questo è avvenuto con il romanzo La Canzone del Tempo, l'Urania del mese di Aprile (il cronologico è il # 1701, lo stesso presente su una certa astronave molto famosa tra gli appassionati). Un romanzo scritto dal britannico Ian R. MacLeod uscito in patria per la prima volta nel 2008 e forse più attuale adesso che nell'anno in cui è stato scritto.
Dico questo perché in alcuni momento il mondo in disfacimento sociale,economico, ecologico, geografico, climatico e perfino umano sembra più quello delle cronache giornalistiche quotidiane che leggamo nelle homepage dei giornali tutte le mattine piuttosto che il frutto di una opera di immaginazione. Certo il 2008 è stato l'anno della prima delle grandi crisi economiche che hanno funestato il nuovo secolo ed è anche vero che alcune cose non era tanto difficile prevederle col senno di poi, inoltre -e per fortuna- alcune delle suggestioni più negative descritte in quella che è e che rimane un'opera di finzione puramente narrativa non si sono realizzate.
Fa comunque pensare il leggere di un mondo così disgregato, imploso e ripiegato su sé stesso. Un mondo simile al nostro, semplicemente più degradato e senza speranza.
Abbandonata ogni speranza di espolorazione spaziale, abbandonato il sogno di una società multi-razziale , l'unica forma di speranza è concentrata nella musica.
La musica è infatti l'unoco vero comune denominatore della vicenda, raccontata in prima persona dalla sua anziana protagonista.
Roushana Maitland, questo il nome della donna è stata in passato una celebre violoncellista, vedova oltretutto di un ancora più famoso pianista e direttore d'orchestra, sarà suoi il punto di vista del romanzo, sarà sua la voce narrante (e spesso scatenante) dei vari eventi.
Quando facciamo la sua conoscenza Roushana, ormai anziana ed alle soglie di una importante transizione verso una forma di immortalità virtuale, l'incontro sulle spiagge della Cornovaglia con un uomo senza memoria sconvolgerà i suoi ultimi giorni e le farà ripensare al passato, alle scelte prese e a quelle ancora da compiere.
Da questo momento il romanzo si biforca attraverso due diverse linee temporali, da un alto abbiamo il "presente" narrativo nel quale la donna tenta di far recuperare la memoria al giovane ribattezzato "Adam" o "Abadoon", dall'altro abbiamo il racconto della sua vita che Roushana compie al ragazzo ma principalmente a sé stessa.
Dall'infanzia a Birmingham ( zona di provenienza dello stesso MacLeod) da uno dei pochi matrimoni inter-etnici della sua epoca, la scoperta del mondo delle note e degli accordi, il rapporto affettuoso (ed anche un poco morboso, vi avverto) con il fratello, le prime fratture sociali e politiche, tutto questo accompagnerà il lettore fino al finale permettendoci di empatizzare con gli imperfetti ma umanissimi personaggi de La Canzone del Tempo. La musica sarà forse l'unica costante nella vita della donna, accompagnata da tragedie, incontri ed almeno un paio di colpi di scena decisamente inaspettati
Uno stile molto raffinato, perfino aulico in certi frangenti. Giustamente si è detto che questo è un romanzo che potrebbe piacere anche ai non appassionati di fantascienza e questo è sicuramente vero, Song of Time (questo è il titolo originale) è un' opera di formazione, di crescita e di scoperta. Song of Time \ la Canzone del Tempo parla di autoconsapevolezza di sé, di accettazione di quello che siamo e non di quello che gli altri vorrebbero che diventassimo. Un vero atto d'amore verso la musica ma anche un atto d'accusa verso i segreti che invariabilmente nascono all'interno delle famiglie, perfino di quelle che apparentemente sembrerebbero le più inossidabili.
In mezzo a tutto queuno scenario futuro decisamente affascinante, personalmente ho apprezzato molto il segmento parigino con una capitale francese descritta a metà tra una città ancora viva culturalmente e gli aspetti più degradati in grado da far concorrenza agli aspetti più deteriori di Gotham City.
All'estero il romanzo è stato candidato in diversi premi letterari, aggiudicandosi il britannico Arthur C. Clarke ( di cui ho parlato QUI) e lo statunitense John W. Campbell Award.
Al netto della narrazione alcune pesantezze, non lo nascondoci sono state, alcune pagine dedicate all'argomento delle sette note potrebbero risultare respingenti per alcuni lettori, forse troppo tecniche, ma se si supera questo piccolo scoglio il lettore potrà trovarsi davanti ad una delle letture migliori di questa annata letteraria.
L'Urania # 1701 è uscito nel mese di febbraio (segnalo anche la splendida cover di Franco Brambilla) quindi ovviamente non è più disponibile nelle edicole ma è reperibile in digitale sul sito dell'editore ( QUI), e sugli altri siti specializzati. Ve ne linko un paio: QUI e QUI.ma ce ne sono diversi.
Una piacevole sorpresa, una di quelle che fanno ricordare a quelli come me il perchè continuano ancora a leggere la fantascienza.