I primi due post sono apparsi QUI e QUI.
F. Caramagna
"Se tutti gli enigmi sono risolti, allora le stelle si spengono. Se tutto il segreto è restituito al visibile, e più che al visibile, all'evidenza oscena, se ogni illusione è restituita alla trasparenza, allora il cielo diventa indifferente alla terra. "
Baudrillard
C'è qualcosa di sottilmente perverso e nascosto nella mente umana, per parecchi tra noi prima o poi scatta quello spunto che si trasforma in un ossessione, è un fuoco che divora dall'interno e che solo al momento dei bilanci finali potremo dire se è stato benefico o distruttivo. Per il professor Haywood Pearce Jr e per i suoi familiari quell'ossessione è rappresentata dalla ricerca di prove del passaggio dei coloni perduti di Roanoke sul territorio americano.
Lo studioso, sulla base degli indizi forniti dalla pietra del Chowan River, si dice sicuro di aver individuato il luogo dove i sette coloni superstiti si sarebbero diretti.
Edenton nel North Carolina.
Comincia così una ricerca che cambierà il corso di parecchie vite.
- ARRIVA LA VALANGA.
L'intera famiglia Pearce trascorre lunghi periodi di ricerca e di scavi ad Edenton a cavallo tra il 1938 ed il 1939. Lucille , la matrigna di Pearce si spinge perfino al punto di offrire agli abitanti delle locali comunità una considerevole cifra in denaro, circa cinquecento dollari, a chiunque possa fornire ulteriori prove del passaggio di Eleanor Dare in quei luoghi. Delle tombe magari, o nuove iscrizioni.
E se c'è un'altra cosa che abbiamo ormai compreso dell'animo umano è che nulla più del denaro riesce a motivare le persone a farsi avanti.
Un paio di abitanti delle cittadine del circondario escono allo scoperto, sostenendo di aver trovato altre pietre contenenti iscrizioni interessanti. Una nella zona di Tyrrell e un'altra nel paese di Tyner. Ma alla prova dei fatti nessuna di queste affermazioni risulata verificata e verificabile.
Appare anche una terza persona, un signore chiamato Bill Eberhardt nel maggio del 1939 bussa alle porte del museo di Brenau per avvisare i Pearce di aver rinvenuto su un terreno collinare di sua proprietà delle nuove nuove pietre.
Tante nuove pietre.
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William "Bill" Eberhardt e Haywood Pearce Jr. |
Inizialmente non viene creduto, ancora troppo forte è la delusione per gli insuccessi di Edenton, poi però dopo trascorsi un paio di giorni si ripresenta trasportando con sé una roccia vagamente simile ad un monolite curvo stracolma di scritte. L'incisione, sul davanti recita: "Heyr laeth Ananias & Virginia Father Salvage mvrther Al save seaven names written heyr mai God hab mercye Eleanor Dare 1591", invece sul lato posteriore presenta una lista di diciassette nomi, diciassette coloni di Roanoke morti durante l'attacco indiano, in più di lato una ulteriore frase avverte: "Father wee goe SW" ("Padre ci siamo diretti verso Sud Ovest)", completa l'iscrizione la firma, stavolta intera e non in veste di sigla "Eleanor Dare 1591." Da quel momento in poi quel monolite curvo sarà conosciuto come la Dare Stones Number Two.
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La Dare Stones 2 |
Il luogo del ritrovamento sarebbe tra i paesi di Pelzer e di Greenville, nel South Carolina. E sempre, secondo Eberhardt, in suo possesso ci sarebbero altre dodici di questi macigni incisi. A questo punto sorge una discussione tra i ricercatori, lo stile della scrittura è molto diverso rispetto alla grafia della prima "Pietra", i caratteri più grandi, inoltre, il ritrovamento è avvenuto a parecchia distanza, non solo rispetto al ritrovamento originario ma anche rispetto al percorso che avrebbe potuto compiere un piccolo gruppo di scampati ad un massacro (tra cui anche dei bambini ), spaventati e con pochi mezzi a loro disposizione.
Eberhardt accetta, anche se sostiene di aver già prelevato tutto quello che era presente in loco. Per dare ulteriormente prova delle sue affermazioni consegna nelle mani dello studioso tutte le altre 12 pietre. Da quel momento tutto questo primo gruppo di rocce verrà ribattezzato con i numeri dal due al 14.
Non passano che poche settimane che l'esistenza di un'ulteriore pietra, la quindicesima, viene segnalata nello Stato della Georgia, da un abitante di Atlanta, un certo Isaac Turner.
Haywood Pearce Jr e suo padre sono sempre più convinti di essere vicini alla rivelazione del secolo.
La valanga ha ormai infranto tutte le dighe ed il diluvio è pronto per essere scatenato...
- LA TEMPESTA PERFETTA.
Si sviluppa così un nuovo sfiancante gioco.
Con cadenza quasi periodica, per tutto il corso del biennio 1939-40, Bill Eberhardt consegnerà numerosi dei suoi nuovi ritrovamenti al Museo di Brenau, a volte da solo, a volte in compagnia di Turner e di altri personaggi tra i quali l'agricolore T.R. Jett. Ovviamente si farà pagare. In un altro caso sarà un altro abitante di Atlanta, un certo William Bruce a consegnare una delle pietre , la Numero 36 ai professori di Brenau . Alla fine dei conti saranno 47 le pietre istoriate vendute alla famiglia Pearce (conosciute ufficialmente come le Dare Stones 2-48) e tutti ci guadagneranno qualcosa sopra. Una goccia non certo devastante ma continua di soldi continuerà ad sfuggire via dalle tasche della famiglia Pearce. Il solo Eberhardt quando i giochi saranno chiusi avrà ottenuto in tutto qualcosa come 2000 dollari, cifra non certo disprezzabile per gli anni '40s
I luoghi di origine dei ritrovamenti saranno i più vari, quasi esclusivamente in Georgia, un blocco di sassi dalla Contea Habersham, un altro blocco di iscrizioni dalla Contea di Fulton, una pietra solitaria salta fuori da una grotta nelle vicinanze del fiume Chatahoochee. Nel caso dell'agricoltore Tom Jett, l'uomo sostiene che sia stata da sempre di proprietà sua e di suo fratello, avendola rinvenuta in un campo coltivato quando erano piccoli.
La trafila è sempre la stessa: il professor Pearce Sr e sua moglie Lucille, probabilmente stanchi di perderci continuamente denaro per seguire le inclinazioni del figlio, ordinano a William si lasciare in loco tutti quello che viene rinvenuto per poterlo analizzare meglio, il loro contatto promette di rispettare la cosa, poi però puntualmente trasgredisce alla parola data e porta personalmente le rocce con le iscrizioni adducendo come motivazione la fretta e la paura che qualcun altro possa trafugare il prezioso reperto archeologico. Qualcuno comincia a farsi domande in proposito, non certo però il professor Haywood Pearce Jr che , anzi, si dimostra sempre più motivato, sopratutto dopo che, a seguito di alcune insistenze dei familiari, Eberhardt conduce lo studioso all'interno della ormai famosa grotta sul fiume Chatahoochee dicendosi oltretutto certo che lì ci siano celate altre potenziali sorprese. Non è certo il solo: da più parti saltano fuori persone che si dicono certe di ricordare racconti e leggende ascoltate dalla voce dei loro nonni sull'abbondare di ritrovamenti simili in zona praticamente da sempre.
Ricordatevi però della Grotta sul fiume, perché ci torneremo presto.La vicenda parrebbe instradarsi verso il suo giusto epilogo, quando nell'ottobre del 1940 nel corso di di una affollata conferenza viene fornito un immenso palcoscenico alle DareStones, sono presenti archeologi, geologi, etnolinguisti di fama internazionale. Ospite d'onore un entusiasta Tom R. Jett che racconta il ritrovamento della "sua"pietra. Tra gli altri il rispettato presicdente del dipartimento di Storia Americana dell'Università di Harvard Samuel Eliot Morison tiene un discorso che rimarrà nella storia con l'affermazione che la scoperta delle Dare Stones potrebbe rivelarsi tanto la più clamorosa beffa archeologica del XX° secolo tanto la più meravigliosa delle scoperte. In questo frangente come in parecchi momenti successivi Morison, forse peccando di eccessivo sensazionalismo quanto di scarso rigore dirà che i primi studi sulle pietre, per quanto prelimininari, stanno già fornendo ottime risposte.
Per i giornalisti presenti in sala basta sentire questo, molti quotidiani e riviste, con una fretta ancora più eccessiva di quella di Morison pubblicheranno la notizia che le Dare Stones sono autentiche.
In seguito saranno in parecchi a rimpiangere quel momento.
La fretta alle volte sa esser la peggior nemica della logica.
Ma cosa c'è scritto sulle Dare Stones ?
- SCRIPTA VOLANT, VERBA MANENT. (1)
Messe in fila l'una dopo l'altra le 47 Pietre di Dare vendute da William Eberhardt svelano una storia interessante, un racconto commovente, a tratti poetico sul destino finale dei sette sopravvissuti della colonia di Roanoke.
Quattro adulti, due bambini (o adolescenti) ed un'unica donna.
Eleanor Dare White, per l'appunto.
Suo è il nome che compare sulla maggior parte delle pietre, sua è l'ipotetica voce che prenderà per mano i lettori svelando una vicenda straordinaria, coinvolgentee a tratti, commovente.
Pietra dopo pietra, Eleanor racconta della fuga dei sette coloni sfuggiti al massacro, del loro rifuggiarsi in una località chiamata Hontoaoase dove si sarebbero fermati tra il 1591 ed il 1593. Eleanor dopo i vari lutti, le vicissitudini subite descrive questo periodo come un vivere in un bellissimo primevalsplendor ( splendore primordiale).La donna parla anche dell'incontro con una amichevole tribù di nativi, di un capo indiano ricco di umanità e di compassione che li accoglierà non come ospiti ma come amici e membri della famiglia. Eleanor sposerà quell'uomo e quel loro amore darà vita ad una nuova bellissima vita: Agnes, la seconda figlia di Eleanor, dopo la scomparsa e rimpianta Virginia.
Purtroppo però, proprio la nascita di Agnes interromperà quel breve e felice periodo di quiete, alcuni tra gli indiani cominceranno a guardare con sospetto quegli inglesi che ormai vivono tra loro. Per questo la donna e la sua famiglia si trasferiranno nelle vicinanze ( o perfino all'interno) della ormai famosa grotta del Chatahoochee River. Con un altro messaggio datato 1598 l'ex dama elisabettiana chiede a suo padre John White che, semmai un giorno dovesse trovare Agnes di portarla immediatamente in Inghilterra per sottrarla a quella vita.
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La "Dare Stone" N. 15 |
Le sabbie della clessidra del Tempo però trascorrono inclementi, il Tempo, si sa, non fa sconti a nessuno ed anche cinque dei sette europei abbandonano per sempre le loro spoglie terrene. Nel 1599 è la volta della stessa Eleanor.
L'eroina di tutta questa vicenda esce definitivamente di scena,
Che si tratti di malattia, di vecchiaia o di omicidio per mano di un indiano, questo non è dato saperlo.
Le ultime "Pietre di Dare" conosciute porteranno la firma di Griffen Jones l'unico sporavvissuto dei coloni originari e, a volte, della stessa Agnes. Entrambi nel 1603 lanceranno il loro finale appello nel vuoto con l'iscrizione rinvenuta all'interno della grotta.
Una vicenda straziante, commovente e coinvolgente.
Però completamente falsa.
Già, perchè Bill Eberhardt si è praticamente inventato tutto.
E quando la cosa viene scoperta è come se si assistesse alla caduta degli Dei.
Gli Dei dell'Archeologia e dell' Insegnamento universitario perlomeno
-LUPI PER AGNELLI.
Sin dall'inizio non tutti si sono fidati ciecamente delle parole di Bill Eberhardt, di sicuro non si erano fidati di lui i giornalisti del Saturday Evening Post, forse uno dei pochi organi della Stampa a rimanere sempre scettici riguardo alle notizie che arrivavano sulle Dare Stones, la direzione del giornale affida a Boyden Sparkes, uno dei suoi migliori cronisti investigativi il compito di indagare sulla questione. E Sparkes scopre diverse cose interessanti.
Viene fuori che Eberhardt, non solo ha lavorato a lungo come scalpellino ed intagliatore ma che in passato è stato coinvolto in alcuni tentativi di frode: nel corso di un caso eclatatante l'uomo ha tentato di imbrogliare alcuni collezionisti spacciando per veri alcuni falsi reperti indiani da lui creati ad arte. Inoltre, il cronista scopre che il falsario conosce da anni sia Turner che Jett e che il gruppo ha sempre collaborato in queste attività poco chiare. Infine, sui sassi portati dal terzetto risultano presenti termini o intere fraseologie non ancora comparse nel XVI ° Secolo, parole che nessuncittadino inglese dell'era elisabettiana avrebbe potuto conoscere. Perfino alcuni dei nomi scritti sulle pietre non corrispondono ai quelli dei coloni presenti a Roanoke.Succede anche qualcosa d'altro.
Lo stessso Pearce, al momento ignaro delle ricerche del Post e in maniera totalmente indipendente, chiede ad un suo amico, un geologo chiamato C. Dillon Gibson, di dare un'occhiata alla caverna di Chatahoochee, così giusto per levarsi qualche dubbio. Nell'antro anche Gibson ha la sua rivelazione: il geologo tornerà dalla sua escursione portando con sé una bottiglia di acido solforico, un preparato molto probabilmente utilizzato da Eberhardt per invecchiare le sue Pietre.
L'apice di tutta questa triste vicenda si raggiunge quando il 26 di aprile del 1941, con un articolo di fuoco Sparkes rivela al mondo la falsità dei ritrovamenti della Dare Stones dalla 2 alla 48. Pur non muovendo accuse specifiche nei confronti della famiglia Pearce e pur riconoscendone la buona fede condanna la faciloneria e il sensazionalismo del Professor Haywood Jr.
- APRES MOI LE DELUGE.
Secondo i testimoni ad un certo il confronto diventa talmente teso che i presenti si punteranno le armi da fuoco addosso l'uno contro l'altro, però sul chi minacci chi con un fucile, la versione cambierà in base ai presenti.
A quel punto il professor Haywood Pearce jr, avendo già perso credibilità e rispetto scientifico compie l'unica scelta possibile per confermare almeno un briciolo di umana dignità.
Si presenta davanti ai cronisti dell'Atlanta Journal e ammette di essersi sbagliato, di aver preso un solenne cantonata riguardo alle Pietre di Dare e di essere stato vittima di un imbroglio
Il sipario sembra calare definitivamente almeno su 47 delle 48 Pietre, con una vicenda che crea più di un imbarazzo non solo nelle università di Emory e di Brenau ma per parecchi tra gli esperti ( o presunti tali ) che le avevano analizzate. O che avevano creduto, senza nessun tipo di verifica, alle parole di un ciarlatano.
E nemmeno uno di quelli troppo bravi, se è per questo.
Ma il Caso delle Dare Stones è ancora ben lungi dall'essere concluso. Rimane ancora in piedi la questione della prima Pietra, quella trovata dal turista californiano Louis Hammond, scritta con un linguaggio diverso, più credibile ed aderente al periodo degli eventi.
E che potrebbe confermare quanto sostenuto dalla prima delle tante persone che avevano cercato di comprendere quanto successo a Roanoke.
Già, perché forse il Mistero del destino finale dei coloni di Roanoke era già stato risolto nel 1600. Perlomeno in parte.
Comincia così una porzione ancora meno conosciuta del Mistero della Colonia Perduta.
Una Storia persa tra le brume del passato e che comincia con un uomo che fa un sogno. Un sogno che però contiene al suo interno anche un presagio di morte.
( Continua e finisce nella prossima puntata...)
NOTE.
(1) No, non è un errore! Si, lo so che la frase latina corretta è: "Verba volant scripta manent". Ho voluto scrivere così volutamente. I motivi saranno chiari leggendo il post fino alla fine , sopratutto sulla base dei comportamenti di Bill Eberhardt.