Il presente post rappresenta il seguito ideale di una serie dedicata agli attori stranieri che fecero grande il Cinema di genere italiano e straniero. I post precedenti li potete leggere QUIe QUI
Il mondo è bello perché è vario, questo almeno si diceva un tempo e, personalmente, ritengo che la ricchezza stia nella varietà, nell'amalgama delle differenze.
Certo, mi rendo conto che non si tratta di una cosa semplice, da un lato ci vuole una gran volontà di accettare il diverso, dall'altro lato ci vorrebbe una grandissima volontà di integrarsi, di comprendere a tutte le gradazioni possibili della scala cromatica la realtà dove si va a vivere.
In ogni modo quello che è sempre fondamentale è il reciproco e totale rispetto.
Tranquilli, non fate quelle facce,non intendo mettermi a fare un discorso politico, ancora una volta sto per mettermi a parlare del nostro Cinema Bis.
Anché perché certe cose sono sempre avvenute, magari su dimensioni più piccole, leggermente più ridotte rispetto all'attuale momento.
Però sono sempre avvenute.
Come il fenomeno dei "natualizzati" nel calcio o nel Cinema.
Volendo andare a comprenderne meglio il significato, alla voce naturalizzare il dizionario Treccani, fornisce questa definizione: 1. Concedere a uno straniero il diritto di cittadinanza che si diceva un tempo naturalità; nel rifl., non com., chiedere e ottenere tale diritto: s’è naturalizzato italiano
In un certo senso può essere considerato come "naturalizzato" anche il buon Tom Felleghy, di cui si è parlato nel primo capitolo di questa serie, oggi però voglio dedicarmi a tre figure in particolare.
Andiamo a cominciare.
- ANDREA BOSIC
Di questo attore di origine slovena (era nato a Maribor nel 1919) ma diventato orgogliosamente italiano d'adozione si parla sempre troppo poco, tutavia con il suo aspetto elegante e la sua recitazione, al tempo stesso, sobria ed auto-ironica ha impreziosito numerose piece teatrali, diversi sceneggiati dei primissimi anni della Rai e parecchi film della cinematografia nostrana.
La sua avventura comincia nel 1945 quando dopo essersi diplomato all'Accademia d' Arte Drammatica di Roma comincia a recitare per i Teatri dello Stivale, calca le scene assieme a personaggi come Anna Magnani e Vittorio Gasman, poi negli anni '50s passa al Cinema e alla nascente televisione di Stato.
Sul grande schermo appare spesso in varie produzioni peplum o di avventura, sempre e comunque in ruoli secondari,più raramente come comprimario. Come accadrà più avanti al già citato Felleghy, anche Bosic vivrà il destino di essere scelto per rivestire parti da anglosassone, ma lo sloveno-romano non solo non se ne curerà ma, anzi, reciterà sempre i suoi personaggi con gran divertimento e professionalità anche quando si troverà ad affiancare i benemeriti (e lo dico con tutto il rispetto e l'ammirazione possibili) Franco & Ciccio in parodie quali Due Mafiosi contro GoldGinger del 1965.
Ricapitolando, quindi: tanti film in costume, numerosi spaghetti-western, comedie come se piovesse, però piano piano, arrivano anche i film che ci interessano come horror e cine-comix
Si comincia nel 1962 quando RiccardoFreda lo chiama ad affiancare il Maciste interpretato da Kirk Morris (in realtà l'ex gondoliere e culturista veneziano Adriano Bellini) nel bislacco
Maciste all' Inferno, singolare prototipo di incontro tra il peplum e l'horror,streghe e demoni che incontrano semidei ed eroi greco-romani, insomma uno di quei film che prima o poi il buon Quentin Tarantino desiderebberecopiare omaggiare.
Nel biennio'66/ 67Bosic interpreta il baffuto ispettore Milton nel dittico Kriminal ('66) e Il Marchio di Kriminal dell'anno dopoe, tanto per non farsi mancare niente, una piccola parte anche nel "concorrente"Diabolik di Mario Bava (è il direttore della Banca beffata dal ladro mascherato)
La carriera di Andrea Bosic terminerà negli anni '80s giusto in tempo per accompagnare gli ultimi sussulti del nostro Cinema del Terrore.
Nel 1982 è infatti parte del cast di Manhattan Baby di Lucio Fulci, mentre tre anni dopo sarà un prete esorcista nel demoniaco 7, Hyden Park-La Casa Maledetta di Alberto De Martino.
Superata quella soglia Bosic compirà le sue valutazioni, piuttosto di essere l'ennesimo testimone di una cinematografia morente preferirà ritirarsi e trascorrere i suoi ultimi anni a Bologna, nella Casa di Riposo Lyda Borrelli per artisti drammatici, lì morirà nel 2012 in silenzio e dignità.
Esattamente com'era sempre vissuto.
Ma non era nemmeno lui l'esempio più importante dei frutti dell'impegno degli attori "naturalizzati" nel nostro mondo dello spettacolo, questo verrà -e ne parleremo nel prossimo post- da altri due artisti provenienti sempre dall'area dell' ex-Jugoslavia.
Un uomo e sua sorella.
I Rassimov.
(Continua....)
Il mondo è bello perché è vario, questo almeno si diceva un tempo e, personalmente, ritengo che la ricchezza stia nella varietà, nell'amalgama delle differenze.
Certo, mi rendo conto che non si tratta di una cosa semplice, da un lato ci vuole una gran volontà di accettare il diverso, dall'altro lato ci vorrebbe una grandissima volontà di integrarsi, di comprendere a tutte le gradazioni possibili della scala cromatica la realtà dove si va a vivere.
In ogni modo quello che è sempre fondamentale è il reciproco e totale rispetto.
Tranquilli, non fate quelle facce,non intendo mettermi a fare un discorso politico, ancora una volta sto per mettermi a parlare del nostro Cinema Bis.
Anché perché certe cose sono sempre avvenute, magari su dimensioni più piccole, leggermente più ridotte rispetto all'attuale momento.
Però sono sempre avvenute.
Come il fenomeno dei "natualizzati" nel calcio o nel Cinema.
Volendo andare a comprenderne meglio il significato, alla voce naturalizzare il dizionario Treccani, fornisce questa definizione: 1. Concedere a uno straniero il diritto di cittadinanza che si diceva un tempo naturalità; nel rifl., non com., chiedere e ottenere tale diritto: s’è naturalizzato italiano
In un certo senso può essere considerato come "naturalizzato" anche il buon Tom Felleghy, di cui si è parlato nel primo capitolo di questa serie, oggi però voglio dedicarmi a tre figure in particolare.
Andiamo a cominciare.
- ANDREA BOSIC
Di questo attore di origine slovena (era nato a Maribor nel 1919) ma diventato orgogliosamente italiano d'adozione si parla sempre troppo poco, tutavia con il suo aspetto elegante e la sua recitazione, al tempo stesso, sobria ed auto-ironica ha impreziosito numerose piece teatrali, diversi sceneggiati dei primissimi anni della Rai e parecchi film della cinematografia nostrana.
La sua avventura comincia nel 1945 quando dopo essersi diplomato all'Accademia d' Arte Drammatica di Roma comincia a recitare per i Teatri dello Stivale, calca le scene assieme a personaggi come Anna Magnani e Vittorio Gasman, poi negli anni '50s passa al Cinema e alla nascente televisione di Stato.
Sul grande schermo appare spesso in varie produzioni peplum o di avventura, sempre e comunque in ruoli secondari,più raramente come comprimario. Come accadrà più avanti al già citato Felleghy, anche Bosic vivrà il destino di essere scelto per rivestire parti da anglosassone, ma lo sloveno-romano non solo non se ne curerà ma, anzi, reciterà sempre i suoi personaggi con gran divertimento e professionalità anche quando si troverà ad affiancare i benemeriti (e lo dico con tutto il rispetto e l'ammirazione possibili) Franco & Ciccio in parodie quali Due Mafiosi contro GoldGinger del 1965.
Ricapitolando, quindi: tanti film in costume, numerosi spaghetti-western, comedie come se piovesse, però piano piano, arrivano anche i film che ci interessano come horror e cine-comix
Si comincia nel 1962 quando RiccardoFreda lo chiama ad affiancare il Maciste interpretato da Kirk Morris (in realtà l'ex gondoliere e culturista veneziano Adriano Bellini) nel bislacco
Maciste all' Inferno, singolare prototipo di incontro tra il peplum e l'horror,streghe e demoni che incontrano semidei ed eroi greco-romani, insomma uno di quei film che prima o poi il buon Quentin Tarantino desiderebbere
Nel biennio'66/ 67Bosic interpreta il baffuto ispettore Milton nel dittico Kriminal ('66) e Il Marchio di Kriminal dell'anno dopoe, tanto per non farsi mancare niente, una piccola parte anche nel "concorrente"Diabolik di Mario Bava (è il direttore della Banca beffata dal ladro mascherato)
La carriera di Andrea Bosic terminerà negli anni '80s giusto in tempo per accompagnare gli ultimi sussulti del nostro Cinema del Terrore.
Nel 1982 è infatti parte del cast di Manhattan Baby di Lucio Fulci, mentre tre anni dopo sarà un prete esorcista nel demoniaco 7, Hyden Park-La Casa Maledetta di Alberto De Martino.
Superata quella soglia Bosic compirà le sue valutazioni, piuttosto di essere l'ennesimo testimone di una cinematografia morente preferirà ritirarsi e trascorrere i suoi ultimi anni a Bologna, nella Casa di Riposo Lyda Borrelli per artisti drammatici, lì morirà nel 2012 in silenzio e dignità.
Esattamente com'era sempre vissuto.
Ma non era nemmeno lui l'esempio più importante dei frutti dell'impegno degli attori "naturalizzati" nel nostro mondo dello spettacolo, questo verrà -e ne parleremo nel prossimo post- da altri due artisti provenienti sempre dall'area dell' ex-Jugoslavia.
Un uomo e sua sorella.
I Rassimov.
(Continua....)