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LO STRANO CASO DEL LAGO DI BODOM .Gran Finale!

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Le tre parti precedenti sono apparse QUI; QUI e QUI.

"Forse la verità dipende da una passeggiata intorno al lago."
Wallace Stevens

"Gli uomini diventano cattivi e colpevoli perché parlano e agiscono senza figurarsi l’effetto delle loro parole e delle loro azioni. Sono sonnambuli, non malvagi!"
Franz Kafka


Accadono tante cose nel frattempo.
Dubbi e sospetti rappresentano alcuni degli aspetti peggiori dell'animo umano: distruggono famiglie, spezzano amicizie; infrangono sicurezze date come acquisite.
Spesso creano mostri invece di rivelare colpevoli.
Questa storia non fa eccezioni.
C'è però qualcosa che differenzia questa macabra novella finlandese dalle decine di altri casi di cronaca che spesso riempiono le pagine dei giornali scandalistici. La vicenda della Strage del Lago Bodom conserva infatti una sua tetra peculiarità.
Molto spesso si fa fatica a trovare il colpevole.
O una confessione.
Stavolta invece di colpevoli reo confessi sembrano essercene fin troppi.

- UN COLPEVOLE, TANTI COLPEVOLI, TROPPI COLPEVOLI.

C'è il carcerato Pentti Soininen ad esempio Ma di lui abbiamo già parlato prima ed a questo punto della narrazione è già uscito di scena e le sue spoglie umane stanno cominciando ad occupare il perimetro di una tomba nelle vicinanze della prigione dove ha vissuto per anni..
Però ci sono anche due pescatori avvistati nelle acque del lago proprio la notte del 4 giugno del 1960 che, nonostante i vari appelli della polizia, non si presenteranno mai in commissariato.
Capitano tante cose in effetti durante tutti quegli anni.
Non ultimo il fatto che i due pescatori abbiano abbandonato parte della loro attrezzatura senza mai più tornare a riprendersela.
Arriva anche il momento di tornare a parlare di una vecchia conoscenza.

Il chiosco di Karl Valdemar Gyllström
All'interno s'intravede il commerciante.
Karl Valdemar Gyllström ha continuato a vendere bibite, circondato dalla diffidenza dei suoi concittadini ha perseverato nella sua attività di venditore sulle sabbiose sponde di Oittaa.
Ha perseverato anche nel mantenere il suo pessimo carattere e ad avere violenti diverbi con tutti gli avventori del lago di Bodom.
Lui è stato l'uomo che ha venduto le limonate ai quattro campeggiatori, lui è stata la persona che li ha minacciati dopo aver pesantemente litigato con loro (QUI).
E' stato l'ultimo ad averli incontrati prima della tragedia, secondo molti in realtà sarebbe lui l'assassino.
Lo sa la polizia, lo sanno gli abitanti di Espoo, lo sa lo stesso Gyllström.

Gli inquirenti lo interrogano più e più volte ma la testimonianza della moglie salva l'uomo: i due sarebbero stati insieme tutta la notte nella loro casa a decine di chilometri di distanza dal Lago proprio mentre si stavano compiendo gli omicidi.
Rimane qualcosa di malato però dentro l'animo di Karl Gyllström.


Un giorno del 1969 parlando con un suo vicino di casa, uno dei pochi con cui mantiene buoni rapporti qualcosa pare spezzarsi nelle recondite profondità di quell'animo.
Il commerciante parlando con l'amico non solo ammette l'omicidio ma sostiene di aver sepolto alcune delle cose sottratte ai defunti in delle buche scavate all'interno del proprio giardino.
Pochi giorni dopo Karl Valdemar Gyllström viene trovato morto.
Annegato, per la precisione.
Provate ad indovinare dove?
Proprio nelle acque del lago di Bodom. L'ennesima vittima di questa infinita lugubre Storia

Immediatamente dopo la morte del sospettato la situazione cambia ancora: la moglie, anzi a questo punto la neo-vedova, di Gyllström ritratta la sua testimonianza, sosterrà anzi di aver mentito per paura del compagno uomo notoriamente violento e che lo stesso in realtà sarebbe arrivato nella loro casa solo nella tarda mattinata del 5 giugno del 1960. Quindi avrebbe avuto tutto il tempo per compiere la strage.
Si scava nel giardino della famiglia Gyllström esattamente nei punti in cui dovrebbero trovarsi le cose sottratte ai tre morti
Non verrà mai rinvenuto niente. 

 Rimangono dei dubbi, tanti per la verità, per cominciare numerosi tra giornalisti e poliziotti dubitano della veridicità della confessione di Gyllström; inoltre non si riesce a chiarire se il suo sia stato un vero suicidio o se il commerciante sia stato ammazzato da qualcun altro.
Per la maggior parte degli inquirenti il caso risulta ancora aperto.
Da quel momento le lettere (anonime o firmate che siano) scritte dai personaggi più disparati che si auto accusano della strage del lago aumenteranno in maniera esponenziale.
 Aumentano anche leggende e dicerie sul luogo, testimonianze di avvistamenti di fantasmi, di incontri con l'aldilà, di rumori inconcepibili, nessuno dei quali però mai realmente documentato. La località del lago di Bodom acquista così durante tutti gli anni '70s per alcune fasce di amanti dell'occulto una sinistra fama di cui farà fatica a liberarsi.
Non è ancora finita però.
Nel 2003 si fa avanti Jorma Palo, un medico e professore universitario di Helsinki, convinto di conoscere il nome del vero assassino.
Anzi, il medico lo avrebbe anche conosciuto ed addirittura curato.

- UNA SPIA CHIAMATA HANS ASSMANN.

Palo racconta una vicenda decisamente interessante.
Secondo l'anziano medico durante la mattina del 6 giugno del 1960 all'ospedale della capitale finlandese si sarebbe presentata una persona dagli atteggiamenti violenza e dai modi sinistri.
Pur essendo molto giovane in quel 1960 Jorma Palo ricorda molto bene quest'uomo dai capelli chiarissimi e con gli occhi ancora più chiari, vestito da un pigiama nero ricoperto di vistose macchie rosse.
l'identikit dell'assassino di Bodom
fatto dal sopravvissuto Nils Gustafsson
sotto ipnosi
Il ricoverato alterna momenti di estrema aggressività ad istanti in cui sembra sprofondare nella più completa incoscienza. 
Forse è anche ubriaco ma su questo le testimonianze non concordano.
Quando gli vengono domandate le sue generalità, l'uomo risponde di chiamarsi Hans Assmann e di provenire dalla Germania dell'Est.
Sopratutto Hans Assmann non sembra essere in grado di spiegare come si è procurato le sue ferite. 
O forse non vuole farlo.
Hans Assmann
Vi ricorda qualcuno?
 Lo straniero però corrisponde alle prime descrizioni apparse sull'assassino dei tre villeggianti e tanto basta ai medici presenti per insospettirsi e per chiamare la polizia della capitale.
In seguito si scopre che il sunnominato Hans Assmann è un agente della Stasi, il servizio segreto della DDR, che, dopo aver abitato per qualche tempo in Spagna adesso vive a pochi chilometri da Espoo, anzi che la sua abitazione è vicinissima alle rive del lago di Bodom. Emergono altri particolari inquietanti, non ultima la scoperta che nelle vicinanze dei posti dove ha risieduto Assmann si sono sempre verificati dei delitti particolarmente efferati.
Una Spia con l' hobby del serial killer?

Palo parla di una indagine fin troppo frettolosa da parte delle forze dell'ordine, testimonia del loro rifiuto di prendere in carica il maglione insanguinato di Assmann ed anche di una troppo rapida esclusione del tedesco dalla lista dei sospettati.
Gli inquirenti davanti ai medici si sarebbero limitati a dire di aver appurato che Assmann al momento dei delitti ha dimostrato di possedere un alibi di ferro.
Jorma Palo non ha dubbi: quel giorno ad Helsinki per alcune ore la giustizia ha avuto tra le sue mani  il responsabile del triplice omicidio di Bodom Lake ma per, non troppo chiari, motivi di realpolitik ha preferito compiere un atto di depistaggio e di insabbiamento.
A partire dal 2003 un sempre più indignato Palo scriverà più di un libro in cui formulerà le sue accuse contro Hans Assmann
Che nel frattempo però è già tranquillamente morto nel suo letto da anni ( dal 1998, per la precisione) quindi non può smentire e nemmeno difendersi dalle accuse.

A dare manforte alle teorie di di Palo c'è un altro scrittore, un ex alto funzionario di polizia chiamato Matti Paloaro.
Anche Paloaro scrive libri che cercano di ricostruire la verità sulla Strage del 1960, a volte in collaborazione con Palo, a volte da solo.
Quello che conta è che anche Matti Paloaro come Jorma Palo prima di lui è convinto di della colpevolezza di Assmann.
Anzi, l'ex poliziotto si spinge ancora più avanti quando dichiara di aver intervistato l'ex agente segreto nel 1997, e che quest'ultimo in privato gli abbia confessato di essere stato davvero lui il responsabile delle morti di  Anja Tuulikki Mäki ; Maila Irmeli Björklund e di Seppo Antero Boisman


Ancora una volta però mancano prove certe, si tratta di una confessione solo verbale e non risultano altri testimoni o registrazioni a supporto di questa dichiarazione, c'è solo la parola del giornalista e questo non può e non potrà mai bastare a nessuna polizia, a nessun giudice o giuria per poterne stabilire con certezza assoluta la veridicità.
Inoltre, dato non secondario, Assmann non avrebbe nemmeno svelato il motivo per cui avrebbe ucciso tre innocenti adolescenti o cosa lo avrebbe spinto ad agire proprio in quel momento.
Ed infatti la polizia finlandese non tarda a bollare come "false", "poco credibili" e come "estremamente fantasiose" le ricostruzioni dei due scrittori 
La versione ufficiale degli inquirenti di Helsinki è che già nello stesso giorno 6 di giugno del 1960, Hans Assmann fosse riuscito a chiarire la sua posizione: l'uomo si sarebbe trovato invischiato in un triangolo amoroso particolarmente complicato, che le ferite per cui si è dovuto curare gli erano state inflitte da una donna molto gelosa e che la sua iniziale ritrosia davanti alle domande dei medici era dovuta al semplice desiderio di non creare altri problemi alla sua amante.
E di non mettere in crisi il proprio matrimonio.
Non tutti si reputano convinti di questa spiegazione così il nome e la persona di Hans Assmann rimangono tutt'ora implicati nella vicenda.
Una fama sinistra, forse non del tutto meritata, ma che contribuisce ad aggiungere un macabro fascino ad una tragedia già complicata di suo.

Così senza quasi rendercene conto siamo arrivati ai nostri giorni, non tutto è passato invano, la tecnologia e la ricerca scientifica hanno compiuto passi da gigante, al' alba del nuovo millennio le forze dell'ordine di tutte le nazioni hanno a loro disposizione tecniche inesistenti nel 1960, quali l'analisi del Dna.

Abbastanza per poter riaprire molti vecchi casi.
Il primo di questi è proprio il massacro di Bodom
Lo chiede l'opinione pubblica finlandese, lo pretendono i parenti ancora in vita delle giovani vittime.
Così nel marzo del 2004 la polizia di Espoo, d'accordo con il tribunale distrettuale e sulla base di nuove prove compie un arresto importante.
La persona arrestata è Nils Wilhelm Gustafsson.
L'unico superstite della strage.
Nils Gustafsson durante il processo
- ANATOMIA DI UN SOPRAVVISSUTO.
Come per il lago di Bodom sono sorte molte voci anche nei confronti di Gustafsson, la maggior parte di queste leggende metropolitane sostengono che Nils dopo essere scampato alla morte non abbia resistito ai traumi provocatigli dall'aggressione e che sia rapidamente impazzito. Si racconta anche che sia stato ricoverato all'interno di un, non meglio specificato, istituto psichiatrico di massima sicurezza.
Il suo è diventato uno di quei nomi di quelle fiabe che le mamme raccontano ai figliper spaventarli e per non farli uscire di casa.
Niente di più lontano dalla verità.
In realtà Nils Gustafsson  ha trascorso una vita tranquilla ma ritirata, ha lavorato come autista nel trasporto pubblico ed ha sempre fatto di tutto per far dimenticare il suo nome.
Eppure è il primo a non stupirsi quando la procura di Espoo ordina il suo arresto. 
Dopo 44 anni dagli eventi un invecchiato Nils Gustafsson torna sotto i riflettori della cronaca nera.


- IL PROCESSO

Comincia così una difficile fase dibattimentale, come è ovvio la società finlandese si spacca in due, cominciano lunghe diatribe tra colpevolisti ed innocentisti, dopotutto mettere a processo un indiziato per il massacro di Bodom significa mettere a processo buona parte della Storia recente di quella nazione.
Significa anche dover rimettere in discussione tante certezze oramai date per assodate.


La tenda delle vittime utilizzata come prova
durante il processo a Gustafsson
La tesi dell'accusa è semplice:la notte tra il 4 ed il 5 giugno del 1960, il diciottenne Nils Gustafsson avrebbe ucciso i suoi tre compagni Seppo  Boisman; Anja Mäki e Maila Björklund e dopo si sarebbe auto-inflitto alcune ferite per distogliere ogni sospetto dalla sua persona.
Il Movente?
La rabbia e la gelosia.
Rabbia per un rifiuto amoroso, quello della Maila Björklund che avrebbe respinto le avances sessuali e sentimentali di Nils.
Gelosia per aver notato come la stessa ragazza subito dopo aver rifiutato Nils avesse invece accettato senza problemi il corteggiamento dell'amico-rivale Boisman
L' Alcol ingerito in gran quantità ha fatto il resto.

Questo spiegherebbe il perché tra tutti e quattro i ragazzi l'assassino si siamaggiormente accanito proprio sul corpo di Maila Björklund ( frattura del cranio e più di dieci coltellate) mentre invece Gustafsson se la sia cavata con ferite più superficiali (ferite alla testa, al mento e allo stomaco).
Se questo fosse vero la povera Anja Mäki sconterebbe l'unica colpa di essersi trovata -scomoda testimone- al posto sbagliato nel momento sbagliato.
E l'identikit (sia pure fin troppo vago) rilasciato da Nils Gustafsson sotto ipnosi?
Un ulteriore tentativo di depistaggio.

Dal canto suo la difesa controbatte punto su punto.
Le accuse sono deboli, prove nuove non vengono portate.
Certo non aiutano alcuni atteggiamenti dell'imputato, troppe volte davanti alla corte o durante le conferenze stampa organizzate dai suoi legali Nils dirà di non ricordare bene questo o quel particolare (salvo poi contraddirsi in un secondo momento), in un paio di occasioni si lascerà andare a dichiarazioni ambigue e controproducenti ( una volta in risposta ad una domanda di un cronista l'uomo risponderà di essere diventato una persona molto diversa rispetto a quella che er entrata in quella maledetta tenda e che certi errori e certi comportamenti che ha tenuto allora oggi  non li ripeterebbe. Alle orecchie del cronista la dichiarazione suona una sorta di ammissione di colpa ). Gli avvocati difensori però hanno gioco facile nel ripetere che il loro assistito ha davvero perso la memoria e che l'aggressione gli ha provocato gravi danni cerebrali.
Il processo va avanti fino al 4 agosto del 2005.
In aula viene rimontata la tenda utilizzata nel 1960, vengono autorizzate escursioni in loco sul terreno di Bodom, sia l'accusa che la difesa chiamano esperti su esperti ed antiche ferite vengono riaperte.
Finché arriva il momento della sentenza.

- FINE  DEI GIOCHI.

Nonostante le roboanti promesse iniziali l'accusa non riesce ad ottenere niente dal' impiego delle nuove tecnologie, l'analisi del Dna non porta nessuna prova riguardo alla colpevolezza di Gustafsson, anzi sembra escludere alcune delle premesse accusatorie.
In aula poi ci si ricorda delle dichiarazioni di Risto Siren, l'uomo che per primo aveva soccorso Nils ed i suoi tre sfortunati compagni. Siren aveva parlato di una figura che si allontanava dal luogo a gran velocità dal campeggio proprio mentre stavano giungendo i soccorritori.
Per tutti questi motivi il 7 di ottobre, con una sentenza ritenuta "esemplare"dalla stessa corte di giustizia, il tribunale di Espoo assolve con formula piena Nils Wilhelm Gustafsson per non aver commesso il fatto.
La procura decide di non ricorrere in appello e così la sentenza assume immediatamente valore definitivo.
Certo, non tutti accettano di buon grado questo risultato ma agli occhi della legge - e di conseguenza davanti agli occhi di chi scrive le regole e di chi le rispetta- Nils Wilhelm Gustafsson va considerato un uomo innocente.
C'è stato un macabro crimine sulle sabbiose sponde di Oittaa sul lago di Bodom, Finlandia in quel lontano 1960, si è mosso qualcosa di selvaggio tra le canne e gli arbusti di quello specchio d'acqua dolce, quella notte è cominciata una lunga serie di delitti,di sospetti e di morti misteriose che non si è ancora conclusa.
Questa è la cosa di cui siamo certi.
Eppure la mano che ha dato inizio a tutto questo non è ancora stata identificata.
Ed anche questa, seppure poco piacevole, a suo modo è una certezza.

- EPILOGHI.

Dopo l'assoluzione Nils Gustafssonè tornato a condurre la sua vita.
Prima però ha citato per danni morali e materiali lo Stato ed ha provato a citare alcuni media finlandesi per diffamazione, nel primo caso è riuscito ad ottenere un indennizzo di circa 45.000 euro.
Nel secondo caso la sua domanda è stata rigettata.
Comunque la si pensi in proposito, è un dato di fatto che "l'uomo" Nils Gustaffson ha trascorso la sua intera esistenza all'ombra della tragedia di Bodom, qualsiasi idea ci si possa essere fatti è altresì un altro dato di fatto che il suo nome sarà sempre legato a quegli eventi.
Eventi che è come se avessero congelato alcune vite lasciandole là come sospese a rivivere in continuazione gli avvenimenti di 57 anni fa.

Jorma Palo e Matti Paloaro continuano a scrivere libri ed articoli dedicati ai fatti del 1960, libri che i portavoce della polizia continuano a bollare come poco credibili e scandalistici.
Entrambi gli scrittori continuano a puntare il dito contro Hans Assmann, entrambi continuano a ritenere che sia lui il responsabile delle morti di Seppo Boisman e delle due ragazze.

Lo stesso Assmann ormai- anche a causa degli scritti di Matti Paloaro - risulta ormai sospettato di diversi crimini irrisolti in Finlandia, compresa la morte di un ex primo ministro di quel paese avvenuta nel '56 s in circostanze poco chiare.
Una fama post mortem della quale sono sicuro, quell'ex agente della Stasi avrebbe fatto volentieri a meno
 
I Children of Bodom

Forse è  proprio perché la Finlandia è un posto così tranquillo, una delle nazioni più vivibili al mondo, che i suoi abitanti sono rimasti così sconvolti -ed in fondo così legati- a quello che rimane tutt'ora oggi uno degli atti criminali più efferati che siano mai accaduti a quelle latitudini; le ipotesi non si sprecano e ancora oggi esistono seguaci di ognuna delle teorie ( e dei nomi dei possibili colpevoli) tra quelle mostrate finora.

Gli avvenimenti del 1960 hanno profondamente condizionato la cultura popolare di quella piccola nazione: nel 1993 alcuni ragazzi di Espoo hanno fondato un gruppo Death Metal ed hanno deciso di chiamarlo Children of Bodom, gruppo che ha ottenuto un buon successo internazionale.
Le loro canzoni sovente si ispirano ai fatti del 1960 e forse non potrebbe essere altrimenti.
Nel 2016 inoltre è uscito il film horror Lake Bodom, una coproduzione tra Finlandia ed Estonia  che ha già ottenuto alcuni premi internazionali; lo interpretano alcuni giovanissimi attori di talento probabili future star, tra cui la polposetta MimosaWillamo.
E così è come se fossimo pronti a ricominciare col girotondo di questa nuova saga nordica.

Saga che ha avuto come vera protagonista la location di un minuscolo lago di origine glaciale, con due piccole isole e famoso per le sue rive sabbiose.
Un lago dotato di una sua personalità, di un suo particolarissimo Genius Loci che sembra essersi tranquillizzato parecchio.
Oggi il Lago di Bodom è, quasi del tutto, tornato ad essere quello che era: una tranquilla località turistica per famiglie e per sportivi in cerca di tranquillità; buona parte della sua sinistra fama si è dissolta al vento ed è giusto così.
Rimane ancora il ricordo di una tragedia lontana.
Ed un assassino ancora senza volto.

                                 " Riducete la Storia alla verità e la distruggerete"
                                                                     Voltaire
FINE.



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